Le stronzate di Pulcinella

il coma, la pseudo morte , il nostro cervello

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view post Posted on 4/11/2014, 07:25
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Pulcinella291 Forum

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egregio dottore, si sentono in vari programmi televisivi , sempre piu' spesso, le esperienze di soggetti che hanno vissuto un coma.
Molti di questi vivono, durante questa pseudo morte , esperienze che hanno molti elementi comuni come l'abbandono del corpo , sensazione di pace , colori e suoni stupendi , l'attraversamento di un tunnel alla cui fine ci sarebbe una luce, l'incontro con persone morte da tempo.
Quasi tutti, una volta usciti dal coma, cambiano radicalmente il loro sistema di vita . Vorrei un tuo parere e una spiegazione scientifica e razionale di questi fenomeni.
 
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view post Posted on 5/11/2014, 23:09

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Quando si parla di morte ed esperienze estreme collegate bisogna tener presente che un certo modo di pensare orienta molto il pensiero comune. Detto in altre parole: se io credo all'esistenza di una vita ultraterrena interpreterò certi fenomeni, come quelli di pre-morte riferiti da Pulcinella, come la dimostrazione che l'aldilà esiste e che l'individuo che ha vissuto quella esperienza vi si è avvicinato di parecchio: incontri con parenti defunti, visioni, per l'appunto, celestiali e quel senso di pace infinita che noi immaginiamo caratterizzare la vita eterna; se io, invece, non credo nella esistenza di un'altra vita oltre quella terrena, allora penserò che quelle esperienze sono il frutto di una contrazione massima della coscienza, una forma di trance estrema che ha, dal punto di vista neurofisiologico, proprio quelle manifestazioni riferite. Personalmente, ho una persona in terapia che ha presentato molti dei fenomeni riferiti nella domanda, senza avere avuto esperienze di pre-morte, semplicemente come conseguenza di stimoli psichici forti. Ho un amico, che in seguito ad uno shock anafilattico, ha avuto un'esperienza simile. Mi ritengo abbastanza informato sull'argomento. Attenzione: il problema, per come lo vedo io e per come si può dedurre leggendo la mia risposta, è aprioristico, non il contrario. Non si ha prima un fenomeno e poi la deduzione dell'esistenza di una vita ultraterrena; non si può dire: visto che è successo questo si deve dedurre che ecc. ecc., perché vi sono molte spiegazioni scientifiche che non hanno bisogno di chiamare in causa fattori trascendenti la natura. Mano mano che la vita si spegne, in alcune condizioni di malattia, il cervello entra in una dimensione particolare, quello che ho definito prima trance estrema, che comporta tutte le sensazioni riportate, compresa la fuoriuscita dal corpoe allucinazioni di ogni tipo. Questo stato così particolare di coscienza è riproducibile, in condizioni sperimentali e con alcuni soggetti predisposti, tramite l'ipnosi. Il coma, richiamato nella domanda è una condizione cerebrale di accompagnamento, non un premessa necessaria. Bisogna parlare di pre-morte.
Buona vita a tutti, senza fretta,
Winilio.
 
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view post Posted on 6/11/2014, 07:38
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Pulcinella291 Forum

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Delucidazione perfetta. Grazie mille.
 
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Il Merovingio1
view post Posted on 8/11/2014, 02:03




Caro dottore, premetto che mi dichiaro agnostico non credente, ma questo argomento mi affascina, come tutte le cose al limite della nostra conoscenza. Ho un vecchio libro a casa del dr. Moody, un medico americano, mi pare che si chiami, il libro è: "La vita oltre la vita", letto anni fa, credo che lei lo conosca. Ebbene questo medico ha intervistato molte persone dichiarate dai medici clinicamente morte (non uscite dal coma) ma morte da alcuni minuti o durante un'operazione chirurgica e tutti o molti di loro, hanno dichiarato quanto diceva prima Pulcinella, credenti e non, stessa esperienza. Dunque non è solamente una questione di fede o di mentalità (così sembra) se vedono un tunnel con in fondo una luce. Sembra quasi un'esperienza comune. Alcuni dichiarano di rivedere la loro vita come in un film, che dura tra l'altro pochi secondi.
Mi pare che le esperienze extracorporee siano state accettate dalla ufficialità medica. (Credo tra l'altro di averne avuta una anch'io, molti anni fa, dopo un breve corso di trainig autogeno, esperienza mai più ripetuta, cosa che mi ha impressionato abbastanza e fatto riflettere senza venirne a capo, vista la mia "ignorandità" in materia)
Come spiegare che persone clinicamente morte, hanno ascoltato e ripetuto ciò che dicevano i medici accanto al letto di morte o nella sala opertoria? Erano morte o no? I sensii erano in funzione o no? Sbagliano i medici nel dichiararli morti o c'è per caso qualcosa di vero in quanto affermato da quelli che hanno avuto quest'esperienza?
Non sarebbe più semplice dire che la scienza, almeno in quel settore, è ancora lontana dall'aver capito cosa succede nel momento della morte o subito dopo?
Anche "La crisi della morte" di Ernesto Bozzano ne parla: un vecchio ricercatore dei primi anni del 900 se ricordo bene, che paragona la morte alla trasformazione della crisalide in farfalla...paragone romantico, ma sarà vero?
 
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view post Posted on 9/11/2014, 17:53

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Premetto che la medicina ha ancora vaste aree di conoscenza incompleta o mancante. E non potrebbe essere altrimenti, visto che stiamo imparando a conoscere da relativamente poco tempo ( che sono pochi secoli in confronto alla storia dell'umanità? ). Premetto ancora che nel campo delle neuroscienze ( neurofisiologia, neuropsicologia, neurologia, psichiatria ) il campo delle conoscenze è ancora più ristretto. Del funzionamento del cervello e della psiche si sa ancora pochissimo. Si dice che il cervello più avanzato funzioni ad un sessantessimo delle proprie possibilità, figuriamoci!
Tanto premesso devo dire che è ampiamente previsto dalle attuali nostre conoscenze che in situazioni di pre-morte si abbiamo restringimenti tali del campo di coscienza, con estreme distorsioni temporali, che è possibile "vedere" il film della propria vita in pochi secondi e ancor meno. E', questa, un'esperienza riproducibile, in determinate condizioni, in trance. Soggetti ben predisposti alla ipnosi profondissima possono presentare tale fenomeno senza essere morti nemmeno un poco. Anche il vissuto del tunnel è ampiamente spiegabile col restringimento del campo di coscienza. D'altra parte non si capisce perché una persona che si appresta a morire debba attraversare un tunnel! E' più probabile che il nostro immaginario profondo rappresenti in questo modo il passaggio ( appunto! ) da una vita all'altra, ipotizzata.
Mettiamola così: se tutti gli intervistati riferiscono la stessa esperienza ( o esperienze molto simili ), delle tre l'una: o la cosa appartiene alle nostre fantasie profonde e tutti la pensiamo in quel modo; o il nostro cervello produce fisiologicamente quellla esperienza in quelle condizioni ( nel senso di essere strutturato per funzionare a produrre quelle immagini e quelle sensazioni in condizioni emotive estreme ); oppure si tratta effettivamente di una modalità di passaggio all'aldilà. A d ognuno la scelta di quale spiegazione preferire, tenendo presente che le prime due sono complementari ( la prima rappresentando la spiegazione psicologica, le seconda quella neurofisiologica ) e che la terza non è riproducibile, ma bisogna crederci, per fede.
Affettuosissimi saluti,
Winilio.
 
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view post Posted on 9/11/2014, 21:52
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Non posso che applaudire a tanta onestà intellettuale mostrata dagli interlocutori, cosa molto rara da vedere nel mondo culturale ed ancor meno sui forum
come il nostro cosiddetti "generalisti".

Grazie, qui c'è da imparare!, se non altro su come si discute per cercare di capire.

Io penso che la conoscenza sia zoppa perché ci manca il riscontro di qualcuno che sia morto per davvero, e morto sia rimasto.
Ricordo il romanzo in bilico fra umorismo e rigorismo scientifico che mio padre scrisse sul finire degli anni '40 (romanzo ahimé perduto!)
"Kasimir Ocip in terra ed in cielo", nel quale, a causa di una forma di catalessi particolarmente perniciosa, l'anima del povero protagonista
non riusciva a capire se essere l'anima di un morto, con tutti gli attributi di sola spiritualità, ovvero quella di un vivo, tenacemente attaccata
alla vita ed alla materia.
Il susseguirsi di situazioni grottesche e paradossali costituivano il corpo del racconto.
Purtroppo (è passato più di mezzo secolo!) non riesco a ricordare la conclusione di quel per me molto gustoso scritto.
 
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view post Posted on 10/11/2014, 21:49

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Buona sera,
cerchiamo di collegare alcuni punti della nostra discussione, vediamo se possiamo aumentare la chiarezza del mio pensiero. Quelli che io descrivo come stati particolari di coscienza, quelli, per intenderci, che determinano quei vissuti richiamati da Pulcinella e altri, sono stati indotti da emozioni forti, estreme, tra cui, ma non solo, l'approssimarsi alla morte. Proprio da quelli che hanno sperimentato condizioni di pre-morte, e che poi sono ritornati sappiamo quanto forte sia l'emozione di quei momenti. Qui bisogna fare una precisazione: emozione è qualunque moto dell'animo (e-mozione, questa l'etimologia ) che ci colpisce e a cui diamo importanza, da minima a massima. Le emozioni non sono solo la paura, il panico, il terrore, non sono solo, cioè, cose negative, che ci mettono in apprensione. Sono anche cose positive e, in ogni caso, sono modi di disporsi del nostro animo di fronte a ciò che consideriamo importante. E figuriamoci se l'approssimarsi alla morte non sia da considerarsi importante, per chiunque, dal religioso che si appresta al grande passo verso l'aldilà, all'ateo che pensa che la storia della sua vita stia per finire per sempre; da colui che non vuole morire e si dispiace, e si angoscia, e si arrabbia, a colui che accetta serenamente il passo e vive l'emozione di un momento comunque unico e irripetibile|
Ancora, non avete mai sentito qualcuno dire:" Mi sono spaventato a tal punto che ho creduto di morire, che mi è passata davanti agli occhi tutta la mia vita"? Le emozioni forti questo fanno, attivano processi di espansione-contrazione della coscienza, di ampliamento-restringimento della nozione di tempo, di deformazione della percezione dello spazio, di attivazione estrema dei nostri sensi ( esaltazione-spegnimento-deformazione, quindi allucinazioni ). Tutto questo è ampiamente provato e riproducibile dalla scienza, quindi dagli scienziati sottratto al sovrannaturale.
Poi c'è la fede. E qui il discorso si interrompe. E si rispetta il pensiero di ognuno.
Saluti affettuosi,
Winilio.
 
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masquerade.
view post Posted on 11/11/2014, 18:04




Un discorso sempre affascinante, sia dal punto di vista scientifico che da quello della fede.
E da profana (da ambo i punti) mi chiedo se la verità non possa stare nel mezzo, cioè a metà strada tra scienza e fede.
Un punto sicuramente difficile da individuare. Sempre che esista, ovviamente...
 
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view post Posted on 11/11/2014, 18:31
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ciao, masquerade, ben approdata ai discorsi colti di Pulcinella!
 
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Il Merovingio1
view post Posted on 12/11/2014, 05:44




Wellà...si và sul difficile...anche il nostro psicologo parla, o meglio scrive di animo o di anima.
Nel "Dizionario filosofico" di Voltaire, egli nega decisamente che esista qualcuno che possa dirci che cosa sia l'anima.
Certo possiamo dire: quella cosa è animata, ma dove sia l'anima o cosa sia nesuno lo sa, anche se usiamo spesso questa parola: ti voglio un bene dell'anima, anima mia....ma che vor dì? Modi di dire.
Per quanto concerne la fede, ovvio che bisogna fermarsi per il rispetto che si deve al credente, anche se personalmente penso che la religione che induce alla fede sia una cosa da usare con la massima cautela: può essere anche pericolosa in certi casi e il nostro bravo dottore, credo lo sappia bene.
Stateve bbuone!
 
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view post Posted on 12/11/2014, 10:56
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Il solito eterno tondino, Merovingio!
E' la religione, la sorgente primaria che lusinga l'uomo alla fede, o è la fede che sgorga dall'anima dell'uomo a coagularsi in religione?

Certo che la religione è presente in ogni cultura, ed in ogni tempo, ed in ogni terra.
Chi sarà stato quel prete così bravo da inventarsi un principio così pandemicamente contagioso?
 
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Il Merovingio1
view post Posted on 12/11/2014, 18:03




Anche tu con l'anima? Come può sgorgare qualcosa da una altro qualcosa che nessuno conosce e ripeto nessuno?
Prima ancora delle religioni l'uomo dirigeva il suo sguardo al cielo quando le cose della vita diventavano difficili o quando il dolore diventava insopportabile e non certamente per implorare qualche santo (che ancora non esistevano, nè il padreterno) che nella bibbia masoretica, (definiamola originale...ce ne sono diverse) nemmeno esiste. Dunque?
Altro che tondino.
Qualcuno...non so chi, (parliamo di millenni fa) basta guardare la storia dei sumeri, egizi, caldei ecc...ha creduto bene di sfruttare questa debolezza umana, o antica riminiscenza, per costruire un potere a proprio uso e consumo. Molto semplice. O ci spieghi tu cos'è l'anima? Sarei curioso di leggere la tua versione.
 
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view post Posted on 12/11/2014, 18:24
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Se ti vai a sbirciare i commenti all' "intervista a Gesù Bambino", di Pulcinella, su questo setsso forum, vedrai che stiamo parlando di qualcosa di simile anche là.
Anima, fede, Tommaso e toccare con mano.

Millenni fa qualcuno ebbe un'idea geniale, dici... e così sia!... un idea che ha attraversato indenne popoli e civiltà oceani e continenti...
Sumeri e Caldei sono scomparsi, ma la religione è rimasta incorrotta, multiforme, ma onnipresente, anche in quelli che la negano.

Mi chiedi di definirti l'anima, ed io lo farei volentieri, se "avessi messo il dito" come Tommaso, ma non l'ho messo, e non lo so.
Ma allora sono io che chiedo a te, che pare che sai. Quella che so di avere, e sento benissimo dentro di me, dimmi tu, se non è l'anima, che cos'è?
 
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masquerade.
view post Posted on 12/11/2014, 18:27




Non potremmo partire dall'etimologia della parola per definirla?
Soffio...
 
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view post Posted on 12/11/2014, 18:42
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Pulcinella291 Forum

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o mamma mia , scontro titanico tra Plotino e Aristotele, 'nce mancava sulo Platone con" il respiro".
 
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34 replies since 4/11/2014, 07:25   891 views
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