Le stronzate di Pulcinella

Un Papa napoletano e lo scisma d'Occidente

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 26/11/2014, 10:04
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,119

Status:


Per circa quarant'anni cioè dal dal 1378 al 1417 la chiesa fu lacerata dallo scontro fra papi e antipapi per il controllo del soglio pontificio.
Possiamo affermare che l'annosa disputa comincio' col trasferimento della sede apostolica da Avignone a Roma, voluta da papa Gregorio XI (Pierre Roger de Beaufort) nel 1377 dopo circa settant'anni di permanenza nella cittadina provenzale. Morto Gregorio l'anno successivo, il collegio cardinalizio, dominato da prelati francesi, si apprestò ad eleggere un nuovo papa transalpino. I romani si sollevarono con l'obiettivo di scongiurare tale evento, poiché temevano che un nuovo papa francese avrebbe potuto disporre il ritorno ad Avignone. Il popolo reclamò a gran voce la scelta di un papa gradito, gridando nelle piazze Romano lo volemo, o almanco italiano .

L'8 aprile 1378, i cardinali si riunirono in conclave ed elessero al Soglio di Pietro il napoletano Bartolomeo Prignano, arcivescovo di Bari, che assunse il nome di Urbano VI.
Scarse sono le notizie sulle origini della famiglia. Si ritiene che il padre Nicolò, probabilmente proveniente da Pisa, emigrato a Napoli per motivi politici, appartenesse al ceto mercantile-artigianale; la madre, Margherita Brancaccio, era invece esponente di una delle famiglie della nobiltà di Napoli. La storiografia non appare concorde neppure circa il luogo di nascita,(qualcuno dice Itri) anche se propende per identificarlo con la città di Napoli; alcuni studiosi di ambito locale ne rivendicano invece i natali all'area salernitana o al territorio che ad oriente di Nocera si protende verso Sanseverino, identificato con il feudo di Acquarola. Stesse incertezze rimangono circa la data di nascita in quanto le uniche notizie al riguardo provengono dalle testimonianze rese per la sua elezione al pontificato, secondo le quali il papa a quell'epoca avrebbe avuto sessant'anni. Di sicuro a Bartolomeo Prignano venne impartita un'ottima istruzione che lo favorì nella carriera ecclesiastica. Studiò diritto canonico all'Università di Napoli e la sua preparazione giuridica fu tale che ben presto acquistò alte cariche all'interno non solo dei quadri della Chiesa ma anche della stessa Università di Napoli. Dottore in diritto canonico.
Già valente e rispettato amministratore della Cancelleria Apostolica ad Avignone, Urbano, da papa, si dimostrò severo e esigente.Alcuni cardinali, in particolare quelli francesi, che si erano riuniti ad Anagni per congiurare contro il papa (qualcuno di essi propose anche la cattura e sostituzione del nuovo pontefice), abbandonarono Roma e si riunirono in una città situata oltre il confine dello Stato, Fondi, sotto la protezione del conte Onorato Caetani. Il 20 settembre di quello stesso anno, dopo appena cinque mesi, i cardinali "scismatici" elessero papa il cardinale Roberto di Ginevra, che prese il nome di Clemente VII.

La storiografia a questo proposito ha puntato di volta in volta l'attenzione su motivi di politica interna ed internazionale sul risentimento dei cardinali contro un'azione riformatrice troppo violenta di Urbano che avrebbe provocato lo "scontro di mentalità tra papa e sacro collegio sul modo di essere cardinali.

In effetti Bartolomeo Prignano si era rifiutato categoricamente di concedere privilegi di varia natura ai suoi cardinali (come per tradizione era solito fare il Papa dopo l'elezione per ringraziare i cardinali che l'avevano eletto), che di fronte alle loro richieste vennero invece obbligati dal papa a stabilirsi a Roma e a finanziare di tasca propria la ristrutturazione delle maggiori basiliche della capitale. Bartolomeo Prignano si rivelò perciò assai diverso da come i porporati se l'erano immaginato al momento dell'elezione mostrando comportamenti tanto scomodi quanto inusuali per un Papa, e fu così che essi procedettero dunque all'elezione di Clemente VII, immediatamente scomunicato da Urbano e designato come l'anticristo; ventisei nuovi cardinali vennero nominati in un solo giorno, e con un'arbitraria alienazione delle proprietà della Chiesa, vennero raccolti i fondi per una guerra aperta.
Castel Sant'Angelo venne assediato e preso, e l'antipapa Clemente VII costretto alla fuga, mentre Carlo di Durazzo venne investito con la sovranità di Napoli, abbandonata dalla Regina Giovanna. Questa alleanza si consolidò ulteriormente con il matrimonio di Francesco Prignano, nipote del papa, con Agnese Ruffo, parente stretta di Carlo di Durazzo.

Due pontefici in carica
Dopo qualche tempo, l'antipapa Clemente VII ristabilì la propria corte ad Avignone, in opposizione alla sede romana di Urbano VI. Con due pontefici in carica, la Chiesa occidentale fu spezzata in due corpi autocefali e la stessa comunità dei fedeli risultò divisa fra "obbedienza romana" e "obbedienza avignonese".
Rispetto ai conflitti d'autorità del passato, che pure avevano dilaniato più volte la Chiesa, la rottura del 1378 presentava aspetti molto più gravi e preoccupanti. Non si trattava di papi e antipapi nominati da fazioni rivali, ma di pontefici eletti in apparente legittimità da coloro che soli ne avevano il potere: i cardinali.
Da questione puramente ecclesiastica, il conflitto si trasformò ben presto in una crisi politica di dimensioni continentali, tale da orientare alleanze e scelte diplomatiche in virtù del riconoscimento che i sovrani europei tributarono all'uno o all'altro pontefice. All'obbedienza avignonese si allinearono i regni di Francia, Aragona, Castiglia, Cipro, Borgogna, Napoli, Scozia, Sicilia e il Ducato di Savoia; restarono invece fedeli a Roma i regni d'Inghilterra, Portogallo, Danimarca, Norvegia, Svezia, Polonia, Ungheria, l'Irlanda, gli Stati italiani e le Fiandre. Nei domini imperiali e nei territori dell'Ordine Teutonico, ufficialmente obbedienti a Roma, si registrarono oscillazioni a livello locale. Il dilemma provocato dallo scisma coinvolse anche grandi personalità religiose, quali i futuri santi Caterina da Siena, schierata dalla parte di Urbano VI, e Vicente Ferrer, sostenitore di Clemente VII.
Le curie papali di Roma e Avignone continuarono ad agire con pretesa di legittimità anche oltre i pontificati dei due primi contendenti, eleggendone i successori e perpetuando così lo scisma. Nel 1389, alla morte di Urbano VI, i cardinali romani elevarono al soglio pontificio Pietro Tomacelli, che assunse il nome di Bonifacio IX,


mentre ad Avignone, scomparso Clemente, fu eletto nel 1394 Pedro Martìnez de Luna, papa Benedetto XIII.


Uno spiraglio sembrò aprirsi nel 1404, quando alla morte di Bonifacio IX i cardinali del conclave si dissero disposti ad astenersi dall'eleggere un successore qualora Benedetto avesse accettato di dimettersi. Di fronte al rifiuto del papa avignonese, i cardinali romani procedettero all'elezione e la scelta cadde su Cosimo de' Migliorati, papa col nome di Innocenzo VII.

Due anni dopo, nel 1406, gli successe il cardinale Angelo Correr (Gregorio XII).

Nel frattempo, negli ambienti colti dell'Europa cattolica, teologi ed eruditi cominciarono a ipotizzare soluzioni adeguate al problema, che rischiava ormai di delegittimare la funzione stessa del papato e gettare la cristianità occidentale nel caos. Il rimedio più ovvio apparve la convocazione di un concilio ecumenico che ricomponesse lo scisma e mettesse fine alla controversia, ma i due rivali si opposero energicamente, non potendo accettare che si attribuisse a un concilio un potere superiore a quello del papa.

I Papi divennero tre
Apparentemente impraticabile per l'opposizione dei contendenti, la soluzione conciliare fu ripresa nel 1409, quando la maggior parte dei cardinali di entrambe le parti si riunì a Pisa per tentare la via del compromesso. Il concilio stabilì la deposizione di Benedetto XIII e Gregorio XII, dichiarati eretici e scismatici, e l'elezione di un nuovo pontefice, che salì al trono papale col nome di Alessandro V.

Quello che avrebbe dovuto essere l'atto finale di uno scisma che da trent'anni lacerava la comunità cattolica finì invece col complicare ulteriormente la situazione: Benedetto e Gregorio, sostenuti da larghi strati del mondo ecclesiastico, dichiararono illegittimo il concilio e si rifiutarono di deporre la carica, cosicché da due i papi contendenti divennero tre.

Il Concilio di Costanza (1414 - 1417)e la fine dello scisma


La soluzione della crisi fu possibile soltanto qualche anno dopo, grazie all'iniziativa di Sigismondo di Lussemburgo e del nuovo pontefice pisano Giovanni XXIII, succeduto nel frattempo ad Alessandro V. Convocato a Costanza, in Germania, nel 1414, il nuovo concilio chiuse i lavori soltanto nel 1417, quando tutte le questioni che minacciavano la stabilità della Chiesa furono adeguatamente discusse e superate. Affermata l'autorità del concilio, i padri conciliari dichiararono antipapi Giovanni XXIII e Benedetto XIII. Il papa Gregorio XII, per il bene della Chiesa e accettando l'autorità del concilio, preferì dimettersi spontaneamente. Nel corso di un breve conclave i padri elessero pontefice il cardinale Oddone Colonna, che assunse il nome di Martino V.

Il concilio di Constanza non negò l'autorità papale e fu profondamente cosciente dell'importanza vitale del supremo pontefice per la Chiesa.
L'elezione di Martino V rappresentò la definitiva ricomposizione dello Scisma d'Occidente: Roma fu ripristinata quale sede naturale della cattedra apostolica e Avignone chiuse la sua esperienza di centro della Cristianità.

 
Web  Top
Il Merovingio1
view post Posted on 26/11/2014, 19:14




La lotta per la poltrona viene dunque da lontano e i nostri politicanti hanno ben imparato.
 
Top
view post Posted on 27/11/2014, 09:18
Avatar


Group:
AMMINISTRATORE
Posts:
45,075
Location:
ARMIA - Be-Be[17]

Status:


CITAZIONE (Il Merovingio1 @ 26/11/2014, 19:14) 
La lotta per la poltrona viene dunque da lontano e i nostri politicanti hanno ben imparato.

Beh se è per questo non furono certo questi uomini, papi, antipapi e papi di compromesso ad inventarla!
Al massimo l'hanno copiata da innumerevoli altri imperii precedenti.
Ma l'osservazione è puntuale quando lo scopo è gettare discredito su una specifica istituzione piuttosto
che sulla nequizia degli uomini!

Per contro si potrebbe osservare che "nonostante" la nequizia degli uomini, l'istituzione Chiesa è stata
capace di ricompattarsi e riprendere il suo ruolo millenario di guida delle genti.

Come mai, Merovingio, nemmeno una parola sull'accoglienza d'onore a Strasburgo per quel povero pretonzolo
che si fa chiamare dai quattro gatti dei suoi seguaci "Vescovo di Roma"?...
una notiziola senza importanza, questa?... robba de borgata?
 
Top
2 replies since 26/11/2014, 10:04   281 views
  Share