Le stronzate di Pulcinella

La voglia di crederci

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Winilio
view post Posted on 5/12/2014, 15:41 by: Winilio

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Ragazzi,
la questione è interessante, ma talmente ampia che è difficile dare una risposta esaustiva.
Che l'uomo sia disposto a "credere", e lo voglia, è un fatto antico quanto l'uomo stesso. Tutto confina con il senso del magico. Il magico è quella forma di pensiero che, nei voti, è in grado di superare il pensiero stesso, che, come si può capire, è limitato per definizione. Per quanto possa essere ampio, pensiamo ai genii, è comunque limitato. Il pensiero magico, invece, travalica tutti i confini, non ha regole o restrizioni. Può soddisfare, quindi, tutti i desideri e i bisogni che abbiano radici infantili, di quel mondo, cioè, a cui appartiene il pensiero magico. Quando siamo bambini, anche infanti, ma non solo, il pensiero che ci accompagna è proprio quello magico. Tracce più o meno consistenti di esso resistono nell'età adulta e portano a "credere". Ecco come proliferano gli imbonitori, i truffatori, i "professionisti del miracolo". Questo sistema di pensiero tocca, mi dispiace dirlo, anche il pensiero religioso, non solo con il concetto di miracolo ( che, "miracolosamente" si attribuisce ad un'entità superiore ), ma anche con il concetto di promesse varie, di soluzioni di problemi, Siamo, insomma, alle prese col solito sistema di pensiero umano: è affascinante pensare di poter avere tutto, se incontro limiti mi rifugio nel pensiero magico. Conseguenza di questo è anche l'amore per il gioco d'azzardo, anche quello è una forma di pensiero magico. Attenzione: come già dissi in un intervento di tempo fa, non è il gioco ad essere patologico, sono le modalità di esso, che ci rendono schiavi, a farne una cosa patologica. In altre parole: una spruzzata di pensiero magico è fisiologica in ognuno di noi, addirittura alimenta il nostro eventuale romanticismo, o la nostra idea di amore.
A proposito di amore, e qui mi rivolgo a Masquerade: Non solo l'ossitocina, ma anche la dopamina, concorre alla fase "biochimica" dell'innamoramento. Dopamina che, nello scacchiere delle funzioni ormonali del cervello, si situa spesso all'opposto della serotonina che è considerata, in questo quadro, l'ormone dell'appagamento e dell'equilibrio. Ma è delittuoso ridurre le questioni di amore ad uno schieramento di ormoni! Io prima comincio ad innamorarmi, un attimo di frazione di attimo prima, poi si dispiegano gli ormoni, i quali sono al servizio del nostro modo di sentire. Altrimenti se io volessi disinnamorarmi, e considerando quello che abbiamo detto prima a proposito della serotonina, sarebbe sufficiente una buna somministrazione di quell'ormone per non essere più innamorato... Jamme, ve voglio 'nu sacco 'e bene..!
Approfitto di questa sede per rispondere sempre a Masquerade: ho recuperato il ricordo delle crisi epilettiche, ne avevo parlato a proposito dell'odore di rose di Pulcinella. Ditemi in quale rubrica posso rispondere, non vorrei appesantire questa risposta già ampia.
Saluti dalla Svizzera, dove mi trovo in questi giorni.
Con affetto,
Winilio.
 
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