Le stronzate di Pulcinella

contrade e citta' di fondazione fascista:divisi per regioni

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Pulcinella291
view post Posted on 18/12/2014, 16:42 by: Pulcinella291
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Paesi e contrade del Trentino-Alto Adige fondate dal fascismo.

Nel gennaio del 1923 l’Alto Adige insieme al Trentino fu incorporato nella Venezia Tridentina e il prefetto di Trento ebbe il compito di attuare il programma di Mussolini che prevedeva la completa italianizzazione del territorio sudtirolese con massicci insediamenti italiani; la snaturalizzazione dei sudtirolesi e l'allontanamento di questi dalla propria terra. Nelle scuole della Provincia fu proibito l’insegnamento della lingua tedesca, tutti i dipendenti pubblici dovettero essere licenziati, furono proibite tutte le federazioni, i sindacati tedeschi, le associazioni; la lingua italiana divenne la lingua ufficiale e tutto ciò che era "tedesco" fu completamente bandito.
Tutte queste proibizioni non riuscirono però a trasformare il Tirolo in un’area italiana. E così il 20 febbraio del 1935 Mussolini, per favorire l'immigrazione italiana nella regione, invitò le grandi industrie lombarde e piemontesi a creare delle filiali a Bolzano. Gli stabilimenti Lancia di Torino, le Acciaierie di Milano e altre industrie accettarono l’offerta e diedero inizio alla produzione in Alto Adige. Migliaia di famiglie italiane s’insediarono in tutto il Sudtirolo, dove trovarono occupazione in queste fabbriche nelle quali era proibita l’assunzione di lavoratori sudtirolesi.
Si punto' sulla costruzione di alcuni "villaggi" per ospitare i lavoratori immigrati da altre regioni d'Italia. Quindi, a Merano con la costruzione di alcuni villaggi periferici e qualche fabbrica, mentre a Bolzano con un piano regolatore che prevedeva l'ingrandimento della città dai 30 000 ai 100 000 abitanti circa con la costruzione di una zona industriale, e tre rioni ospitanti gli operai (Dux e Littorio) e la classe dirigente (Venezia).


Quartiere littorio

Negli anni trenta del Ventesimo secolo, nel pieno della dittatura fascista, il Municipio di Trento decise di procedere allo «sventramento» del centro della città, il suo cuore medioevale.
Il quadrilatero compreso tra via San Pietro, via Manci, via Oss Mazzurana e largo Carducci (l’area dell’attuale piazza Cesare Battisti) era allora completamente diverso dalla situazione odierna: stretti vicoli, chiamati fossati, attraversavano un dedalo di palazzi antichi e cadenti, una roggia era utilizzata dalle lavandaie, piccoli cortili oscuri si aprivano dietro i portoni.
La zona era malsana, gli edifici trascurati. La motivazione dell’operazione fu la necessità di risolvere un problema igienico: demolire il vecchio e malato per edificare un vuoto luminoso e sano.
Il risultato fu un cambiamento radicale del centro storico della città, una metamorfosi fisica e sociale.
Il paesaggio urbano della piazza si impose sulla memoria del quartiere precedente, che dalle testimonianze ritrovate doveva essere ricco di vita sociale.
La piazza, originariamente chiamata «del Littorio», cancellò edifici e relazioni umane, provocando quel vuoto di memoria, a cui allude il titolo dell’esposizione.

Il "Rione Dux"

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Erano sempre di più le famiglie contadine che dalle altre regioni dell'Italia settentrionale (soprattutto da Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia) emigravano verso l'Alto Adige con la prospettiva di un lavoro, spinte anche dalla "pubblicità" che il governo fascista faceva per incrementare il numero di italiani in questa terra. Dopo la costruzione del quartiere Littorio (ora Europa-Novacella), si pensò all'edificazione di un rione che potesse ospitare gli operai con le loro famiglie, ma in costruzioni che ricordassero i territori e le campagne di provenienza. Si ideò così il rione delle "Semirurali" (chiamato all'epoca fascista "Dux"), costituito da casette multifamiliari di aspetto rurale a due piani, disegnata sul modello della casa natale di Mussolini a Predappio, con piccolo orto annesso da coltivare. La costruzione del rione iniziò nella primavera nel 1938 e terminò circa un anno dopo.



Paesi e contrade del Veneto fondate dal fascismo


Borgo rurale Fratelli Grinzato, comune di Vigonza.


Fu creato nel 1937 dall'architetto Quirino De Giorgio .Costruito nell'ambito dei programmi di sviluppo rurale di epoca fascista, era un omogeneo nucleo urbanistico comprendente le case a schiera, il teatro che vediamo nella foto, la scuola, la palestra, l'aia e il pozzo; gli alloggi erano destinati a famiglie abitanti nei casoni, considerati malsani.

Candiana-Borgo Littorio, (provincia di Padova)

Candiana ha visto sorgere parte del suo attuale corpo centrale durante l'epoca fascista, a partire dal complesso parrocchiale (prima Casa del Fascio), ma soprattutto da una delle sue vie principali, Via Borgo (già Borgo Littorio) inaugurata nel 1938 dal Duce in persona. Zona paludosa, fu infatti completamente bonificata e vi furono costruite una strada e un'intera via con 27 abitazioni bifamiliari che favorirono il graduale abbandono e la scomparsa degli ormai malsani casoni, le tipiche abitazioni contadine con il tetto di paglia, il pavimento di terra battuta e le pareti in pietra o prevalentemente in canne.
Fu un'opera dell'architetto Quirino De Giorgio.

Villaggio Costanzo Ciano, località di Cortellazzo, Jesolo
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Era un vero e proprio villaggio dipescatori augurato nel 1940 da Galeazzo Ciano.

Brentella, frazione presso Mestre, Venezia


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Era in realta' un villaggio dove le abitazioni venivano chiamate “casette del Duce” . Le autorità, nei giornali dell’epoca, celebravano il villaggio come esempio di “redenzione urbanistica” e parlavano di case “sane e ridenti”, “edifici spaziosi, asciutti, robusti” attorniati da “verdi distese",in sostanza erano costruzioni fatte al risparmio, costituite da un piano terra con due alloggi abbinati, una muratura composta da forati di 8 cm, latrine esterne, fontanelle e lavatoi comuni, con uno spazio esterno di pertinenza, destinato a un orto familiare.

Sabbioni, frazione presso Mestre, Venezia

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Nel 1933 venne costruito il Ponte della Libertà a Mestre e con esso il tratto stradale che portava all'odierna autostrada per Padova. Per unirla a Mestre fu costruito il Corso del Popolo e, per dare più spazio a tale strada, fu interrato un tratto del Canal Salso.


Borgo Roma quartiere di Verona

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Negli anni trenta la crescita industriale continuava con la costruzione dei magazzini generali e della nuova stazione. Nel quartiere però mancavano ancora abitazioni perciò iniziarono svariati progetti residenziali soprattutto nei quartieri di Tomba e Tombetta.

Pasubio, presso Schio, in provincia di Vicenza

continua
 
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14 replies since 18/12/2014, 10:56   3873 views
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