Le stronzate di Pulcinella

contrade e citta' di fondazione fascista:divisi per regioni

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Pulcinella291
view post Posted on 24/12/2014, 09:43 by: Pulcinella291
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Contrade e paesi fondati dal fascismo in Puglia



In Puglia oltre a contrade e frazioni furono anche realizzate strade ed altre infrastrutture, l'appoderamento di circa 40.000 ha da assegnare a mezzadri, la realizzazione di due nuovi centri abitati (Segezia e Incoronata) ed altri borghi minori tra cui Borgo Giardinetto (presso Troia), Borgo Cervaro, Loconia (Canosa di Puglia), Borgo Mezzanone (Manfredonia) e Tavernola (presso Foggia).] Altri insediamenti sorsero anche fuori dal Tavoliere.

Borgo Mezzanone fraz di Manfredonia
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Pur facente parte del comune di Manfredonia dista circa 40 km dalla città sipontina e 10 km da Foggia, per cui è considerata una frazione particolare.
La sua fondazione risale al 1934 durante la bonifica condotta dal Regime fascista, e poteva ospitare 700 abitanti; in origine il nome era Borgo La Serpe in ricordo del giovane fascista cerignolano Raffaele La Serpe morto durante il tentativo di occupazione della Camera del Lavoro di San Severo. Ad occuparsi delle opere furono l' Ing. Giovanbattista Canevari e l'Arch. Domenico Sandri. Settanta ettari assegnati a venti famiglie - tre per ciascuna - sistemate in dieci casette doppie intorno a un vero e proprio square,un giardino pubblico all’inglese, cinto da una cancellata, davanti a una grande piazza quadrata dominata dalla chiesa, circondata dai suoi portici e protetta dall’alta torre della casa del fascio.
Il borgo fu inaugurato dal Duce al quale viene offerta, a nome di tutta la Capitanata, una targa d'argento, sul cui piano è presente una visione dei campi del Tavoliere, dominata dalla figura di un seminatore.
L’ONC incomincia a espropriare 29.000 ettari - su un totale di 452.00: 36.500 costituiti dalla piccola proprietà intorno ai pochi centri abitati, gli altri 400.000 per metà da latifondi e per metà da proprietà fino a 250 ettari – e li ridistribuisce in poderi sufficientemente estesi, da 15 a 30 ettari a seconda del tipo di coltura, che assicurino davvero il mantenimento di una famiglia, cui viene offerta una casa situata in un vero e proprio borgo, corredato da un nucleo di servizio centrale con il palazzo comunale, la chiesa, la casa del fascio, la caserma dei carabinieri, le scuole, l’ufficio postale, la sede e i magazzini dell’azienda agraria ONC, il dopolavoro, il cinema, la locanda e qualche bottega, quasi tutto intorno a una piazza, e qualche casa a più piani per i commercianti e gli artigiani. Tra questi nuovi borghi dobbiamo ricordare :

Segezia, frazione di Foggia
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La sua fondazione risale al 1938 durante la riforma agraria del Fascismo. Ideato in epoca fascista voleva essere, nei progetti, la Littoria del Tavoliere dauno. Una nuova città fascista, come l'architettura del campanile e della piazza stanno a dimostrare, che fosse a imperitura memoria delle opere di bonifica del regime nella piana della Capitanata. Cominciati i lavori di costruzione negli ultimi anni di regime, il progetto è stato abbandonato al sorgere della Repubblica. Il suo nome deriva dalla dea greca Segesta, divinità che si invocava per la raccolta dei campi. Il progetto è opera dell'architetto Concezio Petrucci.
voleva essere, nei progetti, la Littoria (odierna Latina, fondata nel 1932) del Tavoliere dauno. La pianura, in effetti, subì i medesimi interventi di bonifica che interessarono l'Agro Pontino, e il nuovo capoluogo laziale fu scelto come modello urbanistico per la fondazione di questo borgo. Una nuova città fascista, come l'architettura del campanile e della piazza stanno a dimostrare, che fosse a imperitura memoria .
L’estetica dell’opera è legata all’autarchia dell’epoca, e fu pensata, a differenza delle città e borghi nuovi dell’Agro Pontino, come luogo ideale per l’insediamento di coloni locali.
La forma è particolare. La descrive con un lessico tecnico lo storico dell’architettura Piacentini nel 1943: «si estende secondo due direttrici ortogonali di sviluppo, assumendo la forma un po’ rigida di una croce, che si riallaccia all’antica tradizione della città romana».

Borgo Cardigliano, frazione di Specchia


Nel 1921 il territorio di Cardigliano appartenne a Giulia Zunica fu Antonio in Paternò; ma negli anni fra la prima guerra mondiale e l'avvento del fascismo viene acquistato da un ricco commerciante di Castrignano dei Greci, Giovanni Greco, sposato con Teresa Potenza di Alessano.
Forte della sua stretta amicizia con il gallipolino Achille Storace, uno dei gerarchi fascisti più in vista, Giovanni Greco ottiene di poter trasformare Cardigliano in un'aziende agricolo-industriale per la lavorazione dei tabacchi levantini. Così, grazie a nuovi interventi di edificazione effettuati tra il 1920 ed il 1930 Cardigliano si trasforma in un vero villaggio.
L'ultima opera edilizia realizzata nella nuova Cardigliano è infine la Chiesa, terminata nel 1929. Così il villaggio comincia a vivere un periodo di intensa autonomia:viene aperta una scuola elementare per i bambini che vi abitano stabilmente, c'è il forno, il frantoio, un piccolo spaccio di generi alimentari, il 'dopolavoro'

Borgo Grappa oggi Frigole frazione di Lecce

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prima della fondazione, la localita' era ricoperta da un bosco ceduo che faceva parte della “Macchia della Vozza”, per cui si dovette, per prima cosa, procedere allo sgombero del terreno dalle piante e dalle relative ceppaie e aprire il tracciato della Strada Litoranea nel rettifilo, di oltre tre chilometri, che dalla località Segheria di Fogliano portava in prossimità del Rio Martino. Questo tracciato risultò molto laborioso in quanto doveva essere effettuato per tutta la sua lunghezza attraverso la Macchia della Vozza, la quale, ricoperta come era dal bosco ceduo, sembrava al primo esame pianeggiante, mentre in realtà era molto accidentata per la presenza di avvallamenti marcati, che formavano le piscine e di alcuni valloni molto incisi, entro i quali defluivano le acque che dalla Duna Quaternaria scendevano verso il Lago di Fogliano. Si procedette ai lavori necessari tra enormi difficolta'.
Si deve tener presente che tutta la zona attorno a Casale dei Pini era scarsamente abitata, anche nei mesi durante i quali il pericolo della malaria era meno da temere; i pochi abitanti erano dediti, per la quasi totalità, all'allevamento del bestiame, che pascolava nella boscaglia.
I lavori di costruzione dei fabbricati vennero iniziati nella primavera del 1929 e furono eseguiti direttamente dal Consorzio di Bonifica, interessando la mano d'opera con piccoli cottimi fiduciari.
Il nucleo centrale del villaggio fu costituito dai seguenti fabbricati:
Casa del Capo Azienda con annesso fabbricato rustico;
casa del medico con annesso ambulatorio e fabbricato rustico;
casa per i guardiani idraulici con annesso fabbricato rustico;
dispensa;
Ufficio postale e salone per il dopolavoro con annessi alloggi;
forno con alloggio e annesso rustico;
caserma dei Carabinieri con annesso rustico.
Tutti questi edifici furono di tipo analogo a quello dei fabbricati costruiti con uguale destinazione a Passo Genovese, ossia Borgo Sabotino.
Nel nucleo centrale furono comprese anche la Chiesa, la scuola e la cabina elettrica con soprastante serbatoio per l’acqua potabile.
Merita uno speciale accenno la Chiesa, che fu costruita su progetto dell'Architetto Tirelli ed i cui prospetti di tufo, che alternano i toni chiari a quelli scuri, risultarono di un bell'effetto estetico.
Per il fabbricato scolastico, comprendente due aule e due appartamenti per alloggio insegnanti, venne adottato un progetto più moderno di quelli eseguiti negli altri villaggi.
Le linee architettoniche della torretta del serbatoio idrico, che al piano inferiore ospitava la cabina elettrica di trasformazione, ricalcavano in miniatura quelle della torre corsara di Fogliano, situata sulla spiaggia a sinistra della foce de Rio Martino, che venne distrutta durante la guerra nella primavera del 1944.

Borgo Piave fraz. Di Lecce
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Piccolo centro rurale vicino Frigole, a circa 8 km dal capoluogo . Furono create infrastrutture e una grande caserma della Marina Militare soprannominata “Case della Marina".
Un passato prestigioso, dal punto di vista militare, per l’imponente complesso edilizio, un casermone di grandi dimensioni che si sviluppa su due piani al cui interno, nella parte retrostante, constava di estesi campi e ampi spazi adibiti a depositi dei mezzi pesanti. Ora completamente abbandonato:

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continua sotto.


Edited by Pulcinella291 - 25/12/2014, 09:37
 
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