Le stronzate di Pulcinella

contrade e citta' di fondazione fascista:divisi per regioni

« Older   Newer »
  Share  
Pulcinella291
view post Posted on 27/12/2014, 10:31 by: Pulcinella291
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,083

Status:


Contrade e paesi fondati in Sicilia dal regime




Una delle più importanti imprese del regime in Sicilia fu certamente la ricostruzione della città di Mascali (CT), interamente distrutta dall'eruzione dell'Etna del 1928. Il Governo, su impulso dello stesso Mussolini, diede inizio ai lavori di ricostruzione immediatamente dopo la catastrofica calamità naturale, decidendo di spostare la nuova città più a valle, a ridosso della strada statale che collega Messina a Catania, e a metà strada tra i Comuni di Giarre e Fiumefreddo di Sicilia.
“I mascalesi che romanamente sopportarono grave sciagura e silenziosi come troiani -recita una lettera inviata nel 1929 al Duce da un notabile mascalese- non domandano nulla, perché assai sperano nella volontà del Vostro Governo nel sostenere lo sforzo d’onore e d’amore di un popolo laborioso che tutto vuole tranne che l’infausta resa”. Ed entro un anno dalla catastrofe fu rifondata un'intera città, una delle più importanti imprese del regime in Sicilia.


Le prime opere finanziate furono l'acquedotto, il cimitero, la casa comunale, le scuole, la Chiesa. Congiuntamente fu predisposta la costruzione di un primo nucleo di abitazioni denominate "ricoveri stabili" (ancora oggi abitati come normali abitazioni civili) da destinare alle famiglie bisognose. Inoltre, per favorire la ripopolazione della città si provvide alla concessione di un lotto di terreno e di un contributo statale (dal 40 al 60%) per la ricostruzione delle case dei cittadini più abbienti. Solo per la costruzione delle opere pubbliche lo Stato impegnò la ragguardevole somma di 12 milioni di lire. Lo Stato fu sempre vigile sui criteri di costruzione dei privati, dando ad essi dei precisi obblighi da seguire, specialmente dopo l'emanazione delle nuove norme di sicurezza ed antisismiche volute dal legislatore. Il grosso dei lavori fu ultimato entro il 1937.rchitettonicamente, Mascali esprime tutto lo sviluppo e l’inquietudine artistica di quegli anni, divisa a metà, tra edifici ispirati alle linee taglienti del futurismo e del razionalismo, ed edifici di stampo conservatore volgenti ancora ad uno stile ottocentesco. Gli edifici pubblici sono espressione della cosiddetta “architettura di Stato”, ovvero un razionalismo che fa da compromesso tra conservatorismo e modernità. Per l’urbanizzazione e la progettazione architettonica della città di Mascali, il regime si avvalse della consulenza di illustri architetti, tra i quali spicca Camillo Autore (allievo di Ernesto Basile), famoso per la risistemazione del lungomare di Reggio Calabria e la progettazione del monumento dedicato a Vittorio Emanuele III che troneggia sul sopracitato lungomare.

Per il resto, la pianificazione di nuovi insediamenti in Sicilia avvenne in due fasi. La prima a cavallo degli anni venti e trenta, nell'ambito delle campagne di bonifica di aree incolte e malsane, dopo la legge n. 3134 del 1928 “Provvedimenti per la bonifica integrale” con la fondazione di diversi villaggi operai di bonifica. Due villaggi agricoli furono dovuti all'iniziativa privata (Villaggio Santa Rita e Libertinia). La seconda, intorno al 1939 a seguito dell'"assalto al latifondo" che portò alla legge 2/1/1940 di riforma agraria, alla nascita dell'ECLS (Ente di Colonizzazione del Latifondo Siciliano), ed alla fondazione di una quindicina di borghi agricoli di servizi in aree desolate dell'isola.


Libertinia fu voluto dal barone Gesualdo Libertini, da cui ne derivò il nome.La costruzione delle prime case coloniche avvenuta sin dal 1922, accanto ad una preesistente masseria, si avvalse poi di una legge sulla bonifica del 1924, e nel 1928 continuò la costruzione fino all'edificazione del villaggio con i suoi depositi, case coloniche, chiesa e piazza.

Nessuno di questi insediamenti ebbe carattere di centro urbano, anche se alcuni di essi furono in seguito riconvertiti ad insediamenti abitativi o agricoli come (Borgo Sferro, 1927) e Pergusa (1935) che attualmente è il centro che ha avuto il maggior sviluppo demografico. Molti insediamenti, invece, sono stati abbandonati ed in stato di rudere.

Le opere di Pergusa

Nel 1923 il Regio Commissario Benedetto Fragapane progettò una quotizzazione del bosco con la creazione di una città giardino che avrebbe dovuto assumere il nome di Mussolinia. Il progetto, ispirato alle architetture romane antiche, venne redatto dall'architetto Saverio Fragapane ed approvato dallo stesso Benito Mussolini. Esso prevedeva un impianto urbano radiale, incentrato su una piazza circolare (denominata piazza XXX Ottobre) marginata da otto edifici porticati, tutti uguali, ciascuno con due torrette ai lati coperte da cupole. Il 12 maggio 1924, con una fastosa cerimonia, lo stesso Mussolini posò la prima pietra.


In realtà i lavori erano già iniziati prima e a quella data erano già stati costruiti la banchina della piazza, una parte del portico e due delle sedici torrette previste. La maglia urbana a strade radiali, che assegnava alla città una superficie di 400.000, mq venne pure parzialmente tracciata, mediante la posa dei frantoni dei marciapiedi. Nonostante Mussolini seguisse personalmente e costantemente il prosieguo dei lavori, questi non superarono mai lo stato iniziale, a causa di brogli amministrativi e di una faida interna ai fascisti di Caltagirone, che si concluderà con l'abbandono dell'impresa e l'allontanamento dalle cariche pubbliche degli attori coinvolti.


Una decina di nuovi borghi accolsero gli operai occupati nelle opere di bonifica ed erano destinati, in seguito, a divenire nuovi insediamenti abitativi o agricoli , anche se non sempre il processo di riconversione fu attuato (Borgo Recalmigi, oggi abbandonato, nei pressi di Castronovo di Sicilia).
Altri siti di bonifica furono il lago di Lentini (Villaggio Bardara) e le aree umide intorno a Siracusa.
Intorno al 1939 la fondazione di una quindicina di borghi, alcuni molto piccoli, destinati a diventare centri di servizi del futuro appoderamento delle aree incolte circostanti, secondo un modello consueto. I borghi, più o meno grandi, furono costruiti in aree sperdute e desolate e comprendevano alcuni edifici pubblici come la scuola rurale, la chiesa, l'infermeria ed altri ancora, e vennero progettati da giovani progettisti con intenti pienamente funzionalisti. Realizzati intorno al 1940 furono


Borgo Lupo (Mineo),



Borgo Giuliano (San Teodoro),



Borgo Portella della Croce (Tra Prizzi e Vicari), Borgo Petilia (Caltanissetta), Giacomo Schirò (tra Corleone e Monreale), Borgo Vicaretto (Castellana Sicula), Borgo Baccarato (Aidone), Borgo Antonio Cascino (Enna), Borgo Domenico Borzellino (Monreale),



<p align="center">[URL=http://it.tinypic.com?ref=20fpbg6]


Borgo Antonio Bonsignore (Ribera).


Ad ogni villaggio fu dato il nome di un “eroe” caduto durante l’età del Ventennio e prima del secondo conflitto mondiale vennero completati i borghi Bonsignore ( Ribera ), Gattuso ( Caltanissetta ), Cascino ( Enna ), Fazio ( Trapani ), Giuliano ( Messina ), Lupo ( Mineo ), Rizza ( Carlentini ) e Schirò ( Monreale ).
continua sotto


Edited by Pulcinella291 - 11/7/2016, 08:11
 
Web  Top
14 replies since 18/12/2014, 10:56   3873 views
  Share