Le stronzate di Pulcinella

contrade e citta' di fondazione fascista:divisi per regioni

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Pulcinella291
view post Posted on 27/12/2014, 18:44 by: Pulcinella291
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Contrade e borghi fondati dal regime in Sardegna



Anche in Sardegna dopo il celebre "Discorso dell'Ascensione" (pronunciato a Milano nel 1927), e un articolo opportunamente intitolato "Sfollare le città" (pubblicato nel 1928), il fascismo poneva le basi per una politica di "disurbanizzazione" che voleva controllare la crescita urbana, ma allo stesso tempo mantenere popolate le campagne, in un momento nel quale si delineava uno svuotamento progressivo degli insediamenti rurali. Fu così avviato il provvedimento per la "bonifica integrale": promuovere il risanamento economico e sociale del paese attraverso la realizzazione di grandiose opere pubbliche finanziate quasi interamente dallo Stato e destinate a mutare profondamente il territorio italiano grazie a lavori di bonifica, prosciugamento, elettrificazione, anche con lo scopo di occupare manodopera non specializzata.
La Sardegna si mostra in perfetta linea con la tendenza nazionale non soltanto per la crescita urbana, ma anche e soprattutto per la fondazione delle tre città nuove (Mussolinia, Fertilia e Carbonia), che a varie tappe testimoniano la presenza determinante del regime nell'isola, rendendola una sorta di "laboratorio per l'architettura italiana".
Per la storia,la prima grandiosa opera di bonifica,realizzata dal regime fascista, fu quella del Campidano in provincia di Cagliari, ove diciottomila ettari di terreno vennero unificati e appoderati con moderne e razionali case coloniche. Al centro di questa bonifica sorse Mussolini,il 28 ottobre 1928 col primo esperimento di colonizzazione interna con l’immissione di quaranta famiglie polesane. Fertilia invece è nel comprensorio di bonifica della Nurra ed è sorte il 7 ottobre del 1932. Ferrara trasfuse nel nuovo centro energie e attivi nuclei familiari della sua provincia. Numerosa fu anche l’immissione di profughi giuliani. Trieste offrì le campane per la chiesa.


Indubbiamente fra le città sorte in Sardegna Carbonia è la più significativa. Inaugurandola il 18 dicembre 1938 – terzo anniversario della “giornata della fede” contro le sanzioni – Mussolini fra l’altro disse: “Carbonia ha nel nome la sua origine, il suo compito, il suo destino e avrà nel suo stemma una lanterna da minatore.Il centro nacque negli anni trenta del Novecento a circa 65 km a ovest di Cagliari per ospitare le maestranze impiegate nelle miniere di carbone che furono avviate in quegli stessi anni nel territorio dal regime fascista, per sopperire alle necessità energetiche dell'Italia negli anni dell'autarchia. In particolare Carbonia, il cui nome indica letteralmente il luogo o la terra del carbone a testimonianza della sua vocazione mineraria, fu costruita a ridosso della miniera di Serbariu, sostituendo l'omonimo comune ottocentesco.
Precisamente il giorno della fondazione del centro comunale viene fatto risalire al 9 giugno di quell'anno, anniversario della prima visita del capo del governo fascista, Benito Mussolini, al centro carbonifero di Bacu Abis (destinato a divenire frazione mineraria di Carbonia, molto simile ad Arsia, in Istria), avvenuta due anni prima nella stessa data (le due città, oltre all'altro centro minerario istriano di Albona, sono oggi gemellate).


La rituale cerimonia della fondazione di Carbonia, con le tipiche celebrazioni del regime di quel periodo, si realizzò, in presenza delle diverse autorità civili, militari e religiose, con la posa della prima pietra e di un astuccio contenente una pergamena (con i nomi dei partecipanti al rito battesimale della nuova città) nel fosso delle fondamenta della torre Littoria, ora torre Civica, primo edificio costruito in città sul monte Fossone.


La costituzione del comune di Carbonia fu stabilita con Regio Decreto numero 2189 del 5 novembre 1937. Secondo l'articolo 1 del suddetto Decreto si prevede l'istituzione del comune di Carbonia con capoluogo nel villaggio minerario in località monte Fossone, la cui circoscrizione comprende l'intero territorio del comune di Serbariu (che fu soppresso), nonché alcune parti dei territori dei comuni di Gonnesa e di Iglesias. I lavori, costati circa 325 milioni di lire dell'epoca, vennero completati nel 1938, sebbene parecchi quartieri sarebbero stati costruiti negli anni successivi. I lavori si basarono sui progetti realizzati dall'ingegner Cesare Valle e dall'architetto Ignazio Guidi.
Oltre alla costruzione di Carbonia presso la nuova miniera di Serbariu, il progetto prevedeva il potenziamento altri centri in prossimità di miniere di carbone, come Bacu Abis, Cortoghiana, Portoscuso.

Arborea, originariamente Mussolinia di Sardegna,


fu il centro di una vasta area di bonifica non lontano da Oristano ed una delle prime significative realizzazioni di nuova fondazione. La struttura urbana era a maglie ortogonali. Vi si insediarono quattromila abitanti provenienti da varie parti d'Italia, nel centro abitato, negli insediamenti sparsi e nei centri di servizi sorti nell'area di bonifica (Linnas, Pompongias, Sassu, S'Ungroni, Tanca Marchese, Torrevecchia).

Il progetto della nascita di questo centro nacque dalla necessita' di rendere produttive le terre strappate alla palude, creare una nuova e redditizia agricoltura. Da tutto il circondario accorsero operai a giornata per la costruzione di strade e canali, ponti ed argini, pozzi e serbatoi, officine e ferrovie, ambulatori e case coloniche. In questa fase il ruolo dei sardi fu essenziale. La certezza di un guadagno sicuro richiamava giornalmente centinaia di muratori, fabbri, falegnami, operai generici, abituati fra l’altro a convivere con la malaria, inquadrati nei vari comparti aziendali come la cava, la bloccheria, l’edilizia civile, i lavori di prosciugamento o di rimboschimento.
Più complesso era il discorso relativo alla creazione delle aziende familiari contadine. In questo caso si preferì ricorrere a coloni continentali – padani specialmente – che avrebbero assicurato all’impresa un maggior attaccamento al fondo assegnato ed una più matura dimestichezza con il patto di mezzadria sottoscritto e con i ritmi produttivi richiesti.

Attorno ai vari centri colonici, spiccavano – giorno dopo giorno – nuove case e nuove stalle, appena imbiancate e pronte ad accogliere i nuovi arrivati ed il bestiame assegnato. Il 29 ottobre 1928 veniva inaugurato il “Villaggio Mussolini”, assurto a comune autonomo due anni dopo con il nome di Mussolinia di Sardegna. Questa fu la prima città di fondazione creata dal fascismo, dotata di tutte le principali strutture amministrative e politiche ed abitata da un numero crescente di residenti: oltre tremila, ad appena sei anni dalla fondazione. Il nome della città muterà per decreto il 17 febbraio 1944: “nasceva” così Arborea, una comunità certo molto giovane ma non per questo priva di storia.

Fertilia


la sua vicenda inizia nel 1933 con la bonifica integrale della Nurra da parte dell'Ente di Colonizzazione Ferrarese (poi Ente sardo di colonizzazione). In realtà l'interesse per quella zona risale almeno al 1898 con la bonifica dello stagno del Calik, realizzata con la manodopera dei forzati, per continuare con i villaggi operai posti sulla strada tra Alghero e Porto Conte e l'azienda agricola Barezza, legata al lago artificiale di Baratz, entrambi del 1927. Tra le città nuove del Ventennio Fertilia è certamente quella rimasta più vicina al borgo rurale originario.
Il piano urbanistico, predisposto nel 1935 dall'ingegnere Arturo Miraglia, era basato sul modello della città diffusa nel territorio, ripreso dalle esperienze inglesi della città giardino, ma successivamente fu affidato l'incarico per un nuovo piano a quattro architetti raggruppati sotto la sigla 2PST (Concezio Petrucci, Emanuele Filiberto Paolini, Riccardo Silenzi, Mario Tufaroli Luciano).
Il nuovo strumento di pianificazione, approvato nel 1937, usava lo schema semicircolare di Miraglia quale spunto iniziale, affiancandogli però una maglia ortogonale con una separazione netta degli spazi pubblici relativi ai tre ambiti religioso, civico e commerciale. Anche la parte residenziale passava dalla proposta di case disseminate nel verde ad un nucleo autonomo, peraltro mai realizzato.


Dopo l'avvio del progetto esecutivo nel 1939 i lavori continuarono, prima di bloccarsi nel 1942 per la situazione sempre più tragica della seconda guerra mondiale, e furono ripresi soltanto negli anni cinquanta, quando l'insediamento di Fertilia si preparò ad accogliere i profughi dalle terre italiane passate a quella che frattanto era divenuta la repubblica federativa di Jugoslavia.
L'unico edificio di Miraglia realmente costruito tra il 1935 e il 1936, anno della inaugurazione del nuovo insediamento, è la scuola elementare, che risente di richiami precisi ad esperienze internazionali e ricorre all'uso di volumi con linee curve e a finestre a nastro con fasce di mattoni alternate a fasce di intonaco.
Le altre architetture sono invece nettamente differenti e più tradizionali, a cominciare dalla chiesa che riprende il modello dell'edificio già costruito dallo stesso gruppo 2PST ad Aprilia, una delle città nuove dell'Agro Pontino. Presenta una facciata chiusa da un profondo incavo che include l'ingresso e una vetrata, e viene raccordata a due elementi simmetrici più bassi mediante archi disposti su linee curve. L'alto campanile fu aggiunto solo nel 1955. L'edificio è situato in una piazza ed è il fulcro visivo della strada principale.
Questa strada attraversa tutto il centro ed è fiancheggiata da edifici a portico che in prossimità del mare si aprono in uno spazio prospiciente la casa comunale, anch'essa dai volumi netti e squadrati, il dopolavoro, l'albergo.
Tutti gli edifici principali di Fertilia utilizzano il mattone a vista o intonacato e la pietra, riprendendo elementi formali assai diffusi nel Ventennio fascista e presenti anche nelle città di fondazione dell'Agro Pontino.


Bibliografia:

Il presente topic è tratto da :
Wikipedia
Guidonia, Pomezia. Città di fondazione, a cura di Antonio Pennacchi
Antonio Pennacchi, Fascio e martello. Viaggio per le città del Duce
Architettura e città durante il fascismo
Fascismo e spazio urbano
La bonifica in Italia: Legislazione, credito e lotta alla malaria dall'Unità al fascismo, Franco Angeli:Novello Elisabetta


Edited by Pulcinella291 - 28/12/2014, 10:25
 
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