Le stronzate di Pulcinella

Blu di Prussia

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 10/2/2014, 13:54
Avatar

Gold member

Group:
Member
Posts:
15,230

Status:


Dicembre; primi guai per i figli piccoli, primi freddi, prime influenze, assenze da scuola, nulla di particolarmente diverso dal corso delle cose quotidiane.
Alessandro (Alex) era sempre stato cagionevole di salute, fin dal primo suo vagito quando per lui pochi minuti fecero la differenza tra la vita e la morte.

La morte a cui sarebbe andato incontro grazie al ginecologo che, per andare in vacanza, aveva dato a Maria dei farmaci per contenere il travaglio.
- Dottore, ma il cuore non batte più- disse l'infermiera al controllo qualche giorno dopo aver preso quelle maledette pastiglie..
-Il tracciato è piatto..-
Poi per Maria tutto divenne nebuloso: sala operatoria, camice, anestesia, cesareo, parto.
Io non c'ero, ero al lavoro, ignaro di tutto, anche che nostro figlio avrebbe potuto essere già morto.

Alex nacque, si riprese. Maria fu felice, io anche e non dovetti vendicarmi sul ginecologo, giuro che lo avrei fatto!
Dunque dicevo, eravamo a dicembre e ad un controllo il pediatra, alla lettura delle analisi del sangue di Alex riscontrò un problema di coagulazione,
ci inviò al Gaslini di Genova e chi è di Genova sa quale sia l'importanza a livello nazionale di questa struttura.
Andammo, quindi, per fare ulteriori esami di controllo.
Il Gaslini è una piccola cittadella formata da vari padiglioni che si raccolgono intorno quello centrale, vi sono vialetti d'accesso ben curati, se non fosse un ospedale sembrerebbe la cittadella ideale.
Ignari del padiglione in cui avremmo dovuto fare i test chiedemmo all'ingresso e ci fu indicato il numero del padiglione dove andare.
Arrivati all'ingresso leggemmo "ONCOLOGIA"; un colpo allo stomaco, nè io nè Maria aprimmo bocca, ognuno raccolto nei propri pensieri, nei propri dubbi, nella consapevolezza di attraversare la porta dell'inferno.
Alex non conosceva il significato di quella parola

Fummo accolti da personale molto disponibile, ad Alex furono fatti tutti i prelievi necessari per fare gli esami.
Noi seduti nella sala d'attesa vedevamo mamme e padri che accompagnavano i loro figli al controllo, alcuni portavano ancora i segni della chemioterapia,
erano calvi, incuranti del loro aspetto non portavano cappelli, giocavano come niente fosse con gli altri bambini.
I bambini affrontano meglio certe situazioni, si accontentano di un giorno felice.
Quello che mi colpì fu il senso di gruppo, di appartenenza e di disponibilità dei genitori nell'esporre le loro storie, senza pesi emotivi, senza drammaticità consapevoli,
che la vita era anche quello; anche se avevano il cuore a pezzi non lo davano a vedere, non volevano la compassione di nessuno.
Molti genitori si ritrovavano, parlavano delle terapie, dei miglioramenti, delle delusioni, mai una lamentela, mai un sentimento di sconfitta nelle loro parole.
Alcuni ebbero parole di conforto per noi.
Eseguiti tutti i prelievi ci dissero che gli esami sarebbero stati pronti tra qualche giorno e li avremmo ricevuti direttamente a casa, salutammo i presenti e ce ne andammo.
Durante il viaggio di ritorno ognuno di noi due era avvolto nei propri pensieri, timoroso di esprimere le proprie paure, le proprie angosce, consapevole che le cose più temutamente nascoste accadono sempre.
Alex intanto dormiva con un gioco nuovo coricato sul sedile posteriore, Maria, anche lei, provava ad assopirsi, senza riuscirci.
Ed io avevo ancora negli occhi quelle immagini, quei bimbi senza capelli.
Mi chiedevo dov'era Dio o suo figlio.
Certe pene bisogna provarle di persona per comprendere veramente cosa sia il dolore, quel dolore così' ben rappresentato nella Pietà di Michelangelo, un dolore composto, riservato, umile.
Attendevamo con trepidazione l'esito degli esami e come promesso qualche giorno dopo arrivarono. Andammo da Dario il pediatra che, alla lettura di quelle cose a noi incomprensibili, tirò un gran sospiro di sollievo
- Cosa temevi Dario?- gli dissi
–Nulla- disse lui- solo un controllo-
A noi basto'.
Nei giorni che seguirono i preparativi per il natale si facevano sempre più intensi, ma io non riuscivo a togliermi dalla mente quei bambini ancora là.
Ecco, un idea!
L'idea consisteva nel portare la notte di Natale un piccolo dono a tutti i piccoli, un segno.
Certo l'organizzazione logistica non sarebbe stata facile, occorreva trovare il denaro e anche persone che mi aiutassero a portare avanti il progetto.
I soldi non sarebbe stato difficile trovarli, conoscevo persone disponibili e toccando le corde dei loro sentimenti sapevo che mi avrebbero aiutato nell'impresa, infatti così fu.
Ora si trattava di trovare dei Babbi Natale che mi aiutassero; li trovai in un circolo di pensionati che conoscevo e si misero a disposizione.
Le donne avrebbero confezionato i vestiti per i Babbi Natale e gli uomini mi avrebbero aiutato a portare i doni la notte di Natale.
Tutti erano entusiasti dell'idea, sarebbero usciti dalla monotonia delle loro abitudini, anzi dopo qualche giorno mi sembravano tutti più giovani!
Quello che ancora dovevamo trovare da coinvolgere nel progetto era una fabbrica di giochi da comprare e a cui affidare il compito di impacchettare i doni.
Trovammo la fabbrica e nel frattempo l'ospedale, in barba alle leggi della privacy, ci aveva fatto avere la lista dei maschietti e delle femmine ricoverate;
certo non potevamo sapere con esattezza quanti maschietti e femminucce sarebbero stati ricoverati il 24 dicembre, tuttavia avremmo preso dei pacchi in più .
Tutto filava talmente liscio che sembrava vi fosse veramente una Regia Superiore a capo dell'organizzazione.
I giorni passavano e i compiti erano tanti; in primo luogo in funzione del numero dei maschietti e delle femminucce dovevamo fare la lista per la fabbrica,
per differenziare i regali, senza tuttavia cadere nella banalità di fucili per gli ometti e bamboline per le bambine.
Preparata la lista andai di persona con il denaro alla fabbrica di balocchi per pianificare il tutto compreso il confezionamento dei doni.
Per evitare confusione quelli dei maschietti avrebbero avuto una carta azzurra, quello delle femminucce rosa,il massimo della fantasia…
Il 23 Dicembre con due Babbi Natale andai a ritirare i pacchi.
Un amico aveva messo a disposizione un camioncino che potesse percorrere le stradine dell’ospedale.
Ci ricevette un omino molto anziano, capelli e barba lunghi e bianchi e, con mia immensa sorpresa, vidi che era solo.
-Ma c’è solo lei per caricare il camion ?-
-Si, gli altri sono già in vacanza, ma non si preoccupi è tutto pronto, e poi sa, io sono piccolo ma forte-
-Ma il colore della carte dei pacchi è uguale per tutti ,“ blu di Prussia ? Bello, intenso, ma come facciamo a distinguere quello per i bambini e quello per le bambine ?- dissi all’omino
-Non serve- disse lui- andranno da soli dove devono andare…sono Magici-

-Ecco- pensai- ci mancava il granello di sabbia a compromettere il progetto. Chissà mai perchè hanno messo questo povero vecchio a gestire una cosa così importante !-
Comunque il fatto che non avessimo scelto un dono troppo maschile o femminile mi confortò
-.. e poi vada come vada !- pensai
In effetti i pacchi erano ben preparati e con l’omino e i colleghi Babbi Natale caricammo il tutto in poco tempo.

Venne infine il 24 Dicembre, eravamo tutti emozionati e felici di quel progetto messo in piedi in così poco tempo.
Tutto era pronto: i vestiti da Babbo Natale, i sacchi di juta, i bigliettini d’auguri per i piccoli..
L’ansia era palpabile, la stanchezza anche.
Ci avviammo verso l’ospedale.
Verso le undici della sera, quando tutti i cuccioli d’uomo ormai dormivano, arrivammo al cancello dell’ospedale, i guardiani avvertiti in precedenza aprirono salutandoci.
Scaricammo i doni e ci dividemmo tra i vari padiglioni; le infermiere di turno con gioia ci aiutarono a mettere ai piedi di ogni lettino il dono.
-Ma sono tutti uguali! Come facciamo a sapere quelli per i bimbi o le bimbe ?- disse una Capo Sala
-Lasci perdere- dissi- sono Mag…, cioè volevo dire che c’è stato un malinteso ma comunque i giochi sono, per così dire, unisex…-

L’attività era frenetica, Babbi Natale ed infermiere si prodigavano a caricare e a portare i pacchi in tutti i padiglioni, in tutti i reparti, in tutte le corsie, ai piedi di ogni lettino.
Alcune madri che assistevano il loro figlio furono prese da un sentimento di commozione così grande che non poterono fare a meno di baciare il primo Babbo Natale sotto tiro.
L’ospedale era in fermento, sembrava di essere nei grandi magazzini, una lotta contro il tempo. Mancavano 15 minuti alla mezzanotte quando personalmente portai i doni al reparto “ ONCOLOGIA”.

Un nodo alla gola mi prese,lo stesso che provo ora scrivendo.

L’idea, il progetto si erano concretizzati e si erano trasformati in un momento di gioia al di sopra della malattia stessa.
Mancavano oramai pochi minuti alla mezzanotte e tutti ci avviammo verso l’uscita, ognuno con la felicità nel cuore, ognuno consapevole che se anche l’avessimo ripetuto il prossimo anno non sarebbe stata la stessa cosa.
In silenzio arrivammo al cancello, i guardiani ci invitarono a scendere e a brindare con loro, oramai stava per scoccare la mezzanotte; accettammo l’invito e nell’attimo in cui stavamo per entrare nella guardiole scoccò la mezzanotte.
- Augur..-stavo per dire, quando tutte le luci dei padiglioni si accesero, il telefono della guardiola inizio a squillare all’impazzata e sentii il guardiano dire:
-No, di qui non è uscito nessuno, certo che ne sono sicuro !!!-
-Cosa succede?- gli chiesi
-Sono... si ...si...sono svegliati tutti i bambini-
-Come “ svegliati” ? -
-Si, pare che allo scadere della mezzanotte si siano tutti svegliati e visto il pacco, lo abbiano aperto-

Tornammo verso i padiglioni e i reparti erano vuoti, nessun bimbo, i lettini rifatti, tutto in ordine. Solo le infermiere disperate vagavano come anime in pena tra quei corridoi vuoti.
Chiesi:
-Ma dove sono i bambini?-
-Non lo sappiamo. A mezzanotte si sono svegliati tutti, hanno visto il pacco e nel momento in cui lo aprivano sono spariti!-

Una voce mi chiamò.
- Dì loro di non darsi pena, i bimbi sono tutti nelle loro case, con i loro papà e le loro mamme. Te lo avevo detto che i pacchi erano Magici…-

Piansi di gioia


Un particolare ringraziamento ad “ODETTE”
Per le correzioni
marco
 
Top
view post Posted on 10/2/2014, 14:31
Avatar


Group:
AMMINISTRATORE
Posts:
45,071
Location:
ARMIA - Be-Be[17]

Status:


Stupendo questo racconto, Marco!, veramente commovente!

Non ti ricordavo, non ti facevo, non avrei saputo immaginare narratore così fine e coinvolgente!
Ti ho letto tutto di un fiato ed hanno cominciato a gocciolarmi gli occhi. Si sa, ai vecchi le valvole cominciano a cedere...

Ma questo tuo racconto, oggi, un dono straordinario!.
Ne farò un uso speciale, stasera, di questo tuo scritto, ma non so se sono pronto a raccontarlo...
Ti basti sapere che il mio "grazie" non è solo apprezzamento per un bel contributo alla nostra comunità ed alla sezione letteraria!...
 
Top
view post Posted on 10/2/2014, 14:51
Avatar

Gold member

Group:
Member
Posts:
15,230

Status:


Grazie Lucio, Grazie a te.
E’ sempre stato per me uno scritto particolare, di quelli che scrivi con un nodo alla gola, da subito.
Privo di fantasia sono le vicende personali che spesso mi ispirano nella narrazione.
Rimane sempre vivo il desiderio di portare a termine il mio ambizioso progetto, chissà forse un giorno…
 
Top
Odette
view post Posted on 10/2/2014, 18:33




Bello il racconto e commovente perchè ti fa partecipe di emozioni, posti, luoghi, personaggi e sentimenti e poi, secondo me, quando si scrive con il cuore che insegue un'idea, il risultato arriva sempre negli animi degli altri.
E poi non basta sempre la fantasia, perchè la vita certe volte è già un fantastico racconto da condividere mentre si vive, nel bene e nel male e grande fonte di ispirazione

Grazie a te Marco di avermi fatta partecipe di questo tuo lato creativo ma il merito è solo tuo, goditelo!
 
Top
view post Posted on 10/2/2014, 19:43
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,104

Status:


Ho un nodo alla gola, grazie Marco.
 
Web  Top
view post Posted on 11/2/2014, 09:13
Avatar

Gold member

Group:
Member
Posts:
15,230

Status:


Grazie a te del passaggio, poi è risaputo che Pulcinella ha il cuore sensibile...;
 
Top
view post Posted on 11/2/2014, 11:12
Avatar

Gold member

Group:
AMMINISTRATORE
Posts:
5,996

Status:


 
Top
view post Posted on 16/2/2014, 21:58
Avatar

Sr. member

Group:
AMMINISTRATORE
Posts:
877

Status:


Bellissimo testo, non mi aspettavo quel finale, ho fatto la traduzione per mia sorella e anche a lei gli ha piaciuto troppo. Grazie.
 
Web  Top
view post Posted on 20/7/2015, 16:49
Avatar

Muro o non muro...TRE PASSI AVANTI!

Group:
Member
Posts:
33,739
Location:
Valleregia di Serra Riccò (GE)

Status:


salve
hai reso perfettamente l'atmosfera del Gaslini, dove sono nati i nostri due figli; la mamma di un compagno di rugby di nostro figlio è infermiera al reparto Oncologia di questo Ospedale e, suggerisco a chi si lamenta per delle idiozie (sia esso adulto o bambino) di farsi un "giro" in detto reparto...
Piccolo fuori tema sul Gaslini: la storia, mista ad un po di leggenda, narra che Gaslini padre avesse evaso di parecchio il fisco; un giorno nel suo ufficio squilla il telefono e, invece della segretaria, risponde lui in persona...dall'altra parte del filo, il Duce che, con voce pacata ma ferma gli dice: ho saputo dei suoi guai con l'erario, bene, a Genova (e all'Italia) manca un ospedale per l'infanzia e una diga foranea per il porto, faccia lei...
saluti
Piero e famiglia
 
Web  Top
8 replies since 10/2/2014, 13:54   196 views
  Share