Le stronzate di Pulcinella

La verità

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Lucio Musto
view post Posted on 24/1/2015, 06:42 by: Lucio Musto
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La verità

Non mi applicherò a molte frasi per fare l'elogio della verità.
Tante ne sono già state dette sulla sua bellezza, la profondità, la cristallina trasparenza morale, la sublimità, l'assoluto valore che solo può distaccare l'uomo dalla brutalità… tante ne sono state dette che ogni mio dire risulterebbe comunque riduttivo.
Certo tutti siamo d'accordo che si tratti di una roba grossa, ed ognuno può disegnarsela come meglio sente.
Perfino il Cristo, nel momento supremo della sua vita pubblica, di fronte a Pilato che poteva lasciarlo libero o decretare la sua morte infamante ci mise la faccia e Giovanni riferisce nel suo Vangelo le parole del Dio venuto sulla Terra:
«…per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce» [Gv 18,37]
e mi piace notare che Pilato, prudente quanto astuto, non si lascia coinvolgere in una cosa tanto grossa anche per lui; ed a Gesù replica, ma lo dice anche per sé stesso:
« Quid est Veritas? », ed alla folla testimone:
« Io, non trovo colpa in quest'uomo! » [Gv 18,38]
facendone un giudizio personale; con la Verità, non vuole avere niente a che fare!

Certo che si sia tutti consapevoli del peso dell'argomento, immagino che per il prosieguo della nostra piccola esposizione potremmo raffigurarci la Verità come un bene immenso, un tesoro straordinario, o forse uno splendido castello, squisitamente arredato e corredato di un delizioso parco ricco di giochi d'acqua ed angoli suggestivi, romantici squarci ed ombrosi angolini ideali per la meditazione ed il riposo… Insomma la quintessenza del desiderabile…

Si, mi pare che vada bene così… e subito mi si presenta alla mente il bivio inquietante:
« Ma un castello da sognare, o un castello da possedere?... »
Eh già, perché stiamo parlando di due cose molto diverse! Infatti, se la via del sognare si conclude poco oltre su uno splendido belvedere, da cui è possibile ammirare la verità, e goderne tutt'intera la vista, ma in modo sterile e passivo, come sola fruizione sentimentale, l'altra stradina, quella del "Possesso della Verità", è ben più impegnativa ed ardua!...

Immaginiamoci dunque castellani, proprietari ed amministratori orgogliosi di questo immenso patrimonio… che certamente amiamo sopra ogni altra cosa!
Desideriamo e ci operiamo a che sia mantenuto sempre in perfetta forma, splendente dei suoi colori, lindo, profumato, incorrotto, rutilante di fiori colorati, e lo strosciare d'acqua grondante sulle ninfee delle vasche ad imperlarle d'infiniti, microscopici arcobaleni…
Desideriamo goderne quotidianamente e non ci sfiora egoismo di tenere tanto splendore solo per noi, certo gioiamo a mostrarlo, a condividerlo, a offrirlo in slancio generoso ad ogni animo sensibile e poetico, prestito prezioso e gratificante…
In fondo, ce ne rendiamo conto, la bellezza trova la sua misura nell'essere goduta, ed il più ampiamente possibile

Ma al tempo stesso… quante preoccupazioni!... Di un tesoro sì grande, che pure è nostro, ce ne sentiamo anche tutori e difensori, responsabili privilegiati ed al tempo stesso principali della sua splendente integrità!
E se fossimo malaccorti?… se qualche malizioso, o forse solo sbadato o sciatto dovesse recar danno allo splendido edifizio?... se dovesse scalfirne la purezza, insozzarne l'integrità, sciuparne l'aspetto perfetto o corromperne la sostanza?.
Se, eccedendo in prodigalità aprissimo incauti il cancello a qualche indegno malfattore?
Grande sarebbe il nostro rammarico. Tanto più grande quanto più nobile e profondo è il sentimento che ci lega a tanto patrimonio.

Ecco. A mio avviso anche per la Verità è così, e ben può essere paragonata ad un bene prezioso.
Che tutti possano essere ammessi a goderne, ma secondo prudenza. Che non vada lasciata nelle fauci di bestie feroci capaci di dilaniarla, ma non di gustarla, insozzarla più che ammirarla.

Ed il compito, gravoso, affidato a chi è detentore della verità, non è il potere di darla a chi crede e negarla agli altri, ma di assumersi la responsabilità di analizzare e decidere circa chi sia ormai maturo per accoglierla tutta intera, a chi vada invece centellinata, e chi sono quelli per i quali è meglio differire.
Non un arbitrio dunque, ma un dovere. la verità infatti può anche fare molto male, a chi non è pronto ad accoglierla.

Ma pure va data, perché è nella sua natura il diffondersi, e nessuno è autorizzato a negarla.

La giusta misura?... come sempre, l'amore per il prossimo.



Lucio Musto 24 gennaio 2015
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