Lucio Musto |
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| @ Masquerade
naturalmente la risposta non è, e non potrebbe essere univoca. Non è univoca la verità, come l'intendi tu, ma ci sono molte cose vere, non siamo univoci noi, nel senso che in quest'istante sono in vena di confidenze e fra due ore sono immusonito, non sono univoche le circostanze e le opportunità.
Diciamo che in linea di massima io tendo ad essere sincero, nel senso che preferisco esprimere la verità se mi pare il caso, oppure astenermi, o infine mentire se inevitabile. Diciamo anche che sono spinto a dire la verità se mi sembra che questo possa procurare un vantaggio (il caso del tumore da te citato) e non importa quanto sia il doloroso doverlo dire, ovvero elegantemente glissare se vantaggio non c'è o ancor più se c'è nocumento (come il dire ad una persona che è proprio ignorante) anche se mi darebbe sfizio lo spararglielo in faccia.
C'è poi una menzogna "caritatevole" come il sorridere ad una persona repellente e con l'alito cattivo.
Finale per Marzullo. Una cosa può essere vera vera o solo apparentemente vera. Ma non dipende da questo il doverla dire o meno. Dire o meno una cosa deve essere funzione dello scopo che si intende raggiungere. Se è uno scopo buono, se è per risultati positivi, meglio dirla, la "verità". Se è per malizia, per far danno, per rabbia o vendetta, o anche solo per rompere il cazzo, meglio tacerla.
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