Le stronzate di Pulcinella

La verità

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masquerade.
view post Posted on 23/1/2015, 16:55




Prendo ispirazione da un'altra discussione ed un post di Lucio Musto, per proporre un tema... forse scottante?

La verità, così temuta, così circondata da doveroso silenzio...

Una nota canzone fa notare che la verità fa male, ma è davvero così?
Ci fa davvero male la verità? O semplicemente fa più male un'illusione, una bugia che viene smantellata?
Che rapporto avete con la verità? La desiderate? La temete?

Per me al massimo la verità può essere scomoda, ma conoscerla può essere importante proprio per affrontare ogni campo della vita, sofferenza compresa.



 
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view post Posted on 23/1/2015, 21:15
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grazie Masquerade. Anche se non originalissimo, questo post è sempre interessante ed assai intrigante.

Per renderlo ancora più autorevole, riporterò due versetti dal cuore del Vangelo di Giovanni:

""Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?». E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui nessuna colpa»."
" [Gv 18; 37-38]
 
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view post Posted on 24/1/2015, 06:42
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La verità

Non mi applicherò a molte frasi per fare l'elogio della verità.
Tante ne sono già state dette sulla sua bellezza, la profondità, la cristallina trasparenza morale, la sublimità, l'assoluto valore che solo può distaccare l'uomo dalla brutalità… tante ne sono state dette che ogni mio dire risulterebbe comunque riduttivo.
Certo tutti siamo d'accordo che si tratti di una roba grossa, ed ognuno può disegnarsela come meglio sente.
Perfino il Cristo, nel momento supremo della sua vita pubblica, di fronte a Pilato che poteva lasciarlo libero o decretare la sua morte infamante ci mise la faccia e Giovanni riferisce nel suo Vangelo le parole del Dio venuto sulla Terra:
«…per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce» [Gv 18,37]
e mi piace notare che Pilato, prudente quanto astuto, non si lascia coinvolgere in una cosa tanto grossa anche per lui; ed a Gesù replica, ma lo dice anche per sé stesso:
« Quid est Veritas? », ed alla folla testimone:
« Io, non trovo colpa in quest'uomo! » [Gv 18,38]
facendone un giudizio personale; con la Verità, non vuole avere niente a che fare!

Certo che si sia tutti consapevoli del peso dell'argomento, immagino che per il prosieguo della nostra piccola esposizione potremmo raffigurarci la Verità come un bene immenso, un tesoro straordinario, o forse uno splendido castello, squisitamente arredato e corredato di un delizioso parco ricco di giochi d'acqua ed angoli suggestivi, romantici squarci ed ombrosi angolini ideali per la meditazione ed il riposo… Insomma la quintessenza del desiderabile…

Si, mi pare che vada bene così… e subito mi si presenta alla mente il bivio inquietante:
« Ma un castello da sognare, o un castello da possedere?... »
Eh già, perché stiamo parlando di due cose molto diverse! Infatti, se la via del sognare si conclude poco oltre su uno splendido belvedere, da cui è possibile ammirare la verità, e goderne tutt'intera la vista, ma in modo sterile e passivo, come sola fruizione sentimentale, l'altra stradina, quella del "Possesso della Verità", è ben più impegnativa ed ardua!...

Immaginiamoci dunque castellani, proprietari ed amministratori orgogliosi di questo immenso patrimonio… che certamente amiamo sopra ogni altra cosa!
Desideriamo e ci operiamo a che sia mantenuto sempre in perfetta forma, splendente dei suoi colori, lindo, profumato, incorrotto, rutilante di fiori colorati, e lo strosciare d'acqua grondante sulle ninfee delle vasche ad imperlarle d'infiniti, microscopici arcobaleni…
Desideriamo goderne quotidianamente e non ci sfiora egoismo di tenere tanto splendore solo per noi, certo gioiamo a mostrarlo, a condividerlo, a offrirlo in slancio generoso ad ogni animo sensibile e poetico, prestito prezioso e gratificante…
In fondo, ce ne rendiamo conto, la bellezza trova la sua misura nell'essere goduta, ed il più ampiamente possibile

Ma al tempo stesso… quante preoccupazioni!... Di un tesoro sì grande, che pure è nostro, ce ne sentiamo anche tutori e difensori, responsabili privilegiati ed al tempo stesso principali della sua splendente integrità!
E se fossimo malaccorti?… se qualche malizioso, o forse solo sbadato o sciatto dovesse recar danno allo splendido edifizio?... se dovesse scalfirne la purezza, insozzarne l'integrità, sciuparne l'aspetto perfetto o corromperne la sostanza?.
Se, eccedendo in prodigalità aprissimo incauti il cancello a qualche indegno malfattore?
Grande sarebbe il nostro rammarico. Tanto più grande quanto più nobile e profondo è il sentimento che ci lega a tanto patrimonio.

Ecco. A mio avviso anche per la Verità è così, e ben può essere paragonata ad un bene prezioso.
Che tutti possano essere ammessi a goderne, ma secondo prudenza. Che non vada lasciata nelle fauci di bestie feroci capaci di dilaniarla, ma non di gustarla, insozzarla più che ammirarla.

Ed il compito, gravoso, affidato a chi è detentore della verità, non è il potere di darla a chi crede e negarla agli altri, ma di assumersi la responsabilità di analizzare e decidere circa chi sia ormai maturo per accoglierla tutta intera, a chi vada invece centellinata, e chi sono quelli per i quali è meglio differire.
Non un arbitrio dunque, ma un dovere. la verità infatti può anche fare molto male, a chi non è pronto ad accoglierla.

Ma pure va data, perché è nella sua natura il diffondersi, e nessuno è autorizzato a negarla.

La giusta misura?... come sempre, l'amore per il prossimo.



Lucio Musto 24 gennaio 2015
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view post Posted on 24/1/2015, 20:25
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Un vecchio detto napoletano recita:"L'amico vero è chille ca te dice che tiene 'a 'nzalata ammieze e diente" ecco io prenderei spunto da questa locuzione per affermare che tutto dipende da chi te la dice, perchè te la dice e chi è costretto a subirla.
Diciamo pure che la verità fa sempre male e quando si viene a cozzare contro di essa non si possono evitare consequenziali contraccolpi sia da parte di chi la riceve sia da parte di chi te la sbatte in faccia, ecco perchè credo ci voglia molto sensibilita' e delicatezza e nel contempo scegliere il momento migliore, se proprio la si vuole pronunciare.
 
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masquerade.
view post Posted on 25/1/2015, 17:26




CITAZIONE (Pulcinella291 @ 24/1/2015, 20:25) 
Un vecchio detto napoletano recita:"L'amico vero è chille ca te dice che tiene 'a 'nzalata ammieze e diente" ecco io prenderei spunto da questa locuzione per affermare che tutto dipende da chi te la dice, perchè te la dice e chi è costretto a subirla.
Diciamo pure che la verità fa sempre male e quando si viene a cozzare contro di essa non si possono evitare consequenziali contraccolpi sia da parte di chi la riceve sia da parte di chi te la sbatte in faccia, ecco perchè credo ci voglia molto sensibilita' e delicatezza e nel contempo scegliere il momento migliore, se proprio la si vuole pronunciare.

Costretto a subirla.
Mi fa pensare questa cosa.
Si subisce la verità?
Ascoltarla è una costrizione dunque?

Per il detto, sì, indubbiamente l'amico vero si riconosce dalla verità. Non ti loda per nulla, non ti incanta con complimenti inutili, non ti costringe a nulla, a dire il vero. Neanche a sentire la verità se non vuoi sentirla. Però magari, da Vero Amico, non ti mente. Sta zitto e passa oltre.
Il modo in cui poi la si dice fa spesso la differenza.

Mi viene in mente un esempio recente, la comunicazione di una malattia da operare e tutti che tacevano. E la persona peggiorava.
Ad un certo punto io l'ho detta la verità, creando anche disappunto generale. Ma l'ho detta in un modo così "curato" che la persona stessa invece di cedere a sconforto e paura per l'importanza stessa della malattia (quasi non aveva capito che era un tumore per come gliel'avevo spiegata), ha preso di petto la situazione e l'ha affrontata.
Ora, la mia domanda è: se io non avessi scelto di dire quella verità, assecondando lo spreco di tempo scelto da altri, come la si convinceva a prendere in considerazione l'operazione e ad affrontare quindi il problema?


CITAZIONE (Lucio Musto @ 23/1/2015, 21:15) 
grazie Masquerade. Anche se non originalissimo, questo post è sempre interessante ed assai intrigante.

Per renderlo ancora più autorevole, riporterò due versetti dal cuore del Vangelo di Giovanni:

""Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?». E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui nessuna colpa»."
" [Gv 18; 37-38]

Grazie a te delle due risposte Lucio, di cui per non creare un post lunghissimo, ne cito solo una.
Originale non voleva proprio esserlo. E non lo è infatti. Poi ignoro se se n'è già parlato qui su Pulcinella. Se così magari lo si può unire al thread precedente... in modo che non risulti ripetitivo.

Anche se l'ispirazione mi è venuta in merito al tuo commento "religioso", ti assicuro che non volevo concentrare lì l'argomento, benché i crolli della mia "fede" religiosa siano proprio stati creati da verità nascoste. E scoprirle non è stato poi così deleterio, perché mi ha portata a ricercare SEMPRE la verità. Sempre e comunque, anche quando è quella che ti colpisce dritto al cuore.
Perché i colpi, inutile raccontarcela, la vita non ce li risparmia, e crearci finti scudi non credo sia poi così utile, non quanto almeno affrontare quei colpi, guardarli in faccia per poter capire se possiamo scostarci o in che maniera incassarli nel modo più indolore, se possibile.

Detto questo e lasciando stare pure i castelli immaginari che, alimentati da un'illusione, sono spesso solo castelli di carta, la mia domanda è un pochino più diretta. Provo a riformularla. ^_^

Lucio, tu che rapporto hai con la verità?
La ricerchi? La temi? Se la temi, alimenti le illusioni pur di non affrontarla?
E se devi essere tu il portatore di quella verità, anche se dura, scegli come dirla o ti concentri su come non dirla?

E in finale... analizzando il più possibile una situazione, cosa fa più male? La verità o il non averla voluta vedere al momento più opportuno quando comunque l'illusione crolla?

Ecco, ora mi sento un po' Gigi Marzullo. :lol:
 
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view post Posted on 25/1/2015, 17:47
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@ Masquerade

naturalmente la risposta non è, e non potrebbe essere univoca. Non è univoca la verità, come l'intendi tu, ma ci sono molte cose vere, non siamo univoci noi, nel senso che in quest'istante sono in vena di confidenze e fra due ore sono immusonito, non sono univoche le circostanze e le opportunità.

Diciamo che in linea di massima io tendo ad essere sincero, nel senso che preferisco esprimere la verità se mi pare il caso, oppure astenermi, o infine mentire se inevitabile.
Diciamo anche che sono spinto a dire la verità se mi sembra che questo possa procurare un vantaggio (il caso del tumore da te citato) e non importa quanto sia il doloroso doverlo dire, ovvero elegantemente glissare se vantaggio non c'è o ancor più se c'è nocumento (come il dire ad una persona che è proprio ignorante) anche se mi darebbe sfizio lo spararglielo in faccia.

C'è poi una menzogna "caritatevole" come il sorridere ad una persona repellente e con l'alito cattivo.

Finale per Marzullo. Una cosa può essere vera vera o solo apparentemente vera. Ma non dipende da questo il doverla dire o meno.
Dire o meno una cosa deve essere funzione dello scopo che si intende raggiungere.
Se è uno scopo buono, se è per risultati positivi, meglio dirla, la "verità".
Se è per malizia, per far danno, per rabbia o vendetta, o anche solo per rompere il cazzo, meglio tacerla.
 
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masquerade.
view post Posted on 25/1/2015, 18:37




CITAZIONE (Lucio Musto @ 25/1/2015, 17:47) 
@ Masquerade

naturalmente la risposta non è, e non potrebbe essere univoca. Non è univoca la verità, come l'intendi tu, ma ci sono molte cose vere, non siamo univoci noi, nel senso che in quest'istante sono in vena di confidenze e fra due ore sono immusonito, non sono univoche le circostanze e le opportunità.

Diciamo che in linea di massima io tendo ad essere sincero, nel senso che preferisco esprimere la verità se mi pare il caso, oppure astenermi, o infine mentire se inevitabile.
Diciamo anche che sono spinto a dire la verità se mi sembra che questo possa procurare un vantaggio (il caso del tumore da te citato) e non importa quanto sia il doloroso doverlo dire, ovvero elegantemente glissare se vantaggio non c'è o ancor più se c'è nocumento (come il dire ad una persona che è proprio ignorante) anche se mi darebbe sfizio lo spararglielo in faccia.

C'è poi una menzogna "caritatevole" come il sorridere ad una persona repellente e con l'alito cattivo.

Finale per Marzullo. Una cosa può essere vera vera o solo apparentemente vera. Ma non dipende da questo il doverla dire o meno.
Dire o meno una cosa deve essere funzione dello scopo che si intende raggiungere.
Se è uno scopo buono, se è per risultati positivi, meglio dirla, la "verità".
Se è per malizia, per far danno, per rabbia o vendetta, o anche solo per rompere il cazzo, meglio tacerla.

Più che menzogna caritatevole, un sorriso ad una persona repellente e con l'alito cattivo è educazione. Come è educazione non fargli notare che gli puzza l'alito... tranne se non te lo chiede espressamente e in quel caso a te la scelta se trasformare l'educazione in menzogna caritatevole. ;)
Per malizia, danno o vendetta a Napoli non la si chiamerebbe proprio verità, ma con altro termine decisamente partenopeo. :shifty:

Quindi (per te) tra una verità nascosta ed un'illusione crollata, non c'è differenza di intensità di dolore. Ho ben capito? Perché la domanda Marzulliana questo voleva sapere.

Io, ad esempio, credo che la verità possa sempre essere positiva.
Un tempo avrei detto QUASI sempre. Oggi, invece sempre.
Io la voglio la verità. E voglio conoscerla. Anche se fa male. Soprattutto se fa male. Prima la affronto, meglio è.
E non amo imporla. Se conosco una "verità", tendo a provare a capire se una persona è pronta o meno a conoscerla la verità. Non gliela impongo di certo, ma se mi fa una domanda, non mento, semplicemente chiedo se vuole una risposta o una risposta di comodo. Perché la seconda non son pronta io a darla, quanto quella persona non è pronta ad ascoltarla. A loro la scelta.
E sì, c'è stato chi ha scelto di non voler sentire, di voler continuare con l'illusione. Finché l'illusione è sfumata e la realtà-verità ha colpito duro più che mai. (non mi riferisco all'esempio del tumore che ho fatto prima.)
Quel che ho potuto riscontare da un'osservazione, sia personale che da "esterna" è che se una verità l'affronti subito è un'esplosione che fa danni, ma se non la affronti subito, è una bomba che si "carica" di potenza nel tempo e i danni sono sempre più gravi.

Però di certo non è una "verità assoluta" la mia, ma solo, come detto un'osservazione. Per questo mi piacerebbe conoscere pareri altrui soprattutto al riguardo.

Proprio oggi ho letto questa citazione in rete. ^_^
"Le persone non vogliono ascoltare la verità perché non vogliono vedere le proprie illusioni distrutte."
Friedrich Nietzsche
 
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view post Posted on 25/1/2015, 23:57
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il problema di Nietzsche è la sua pretesa di pontificare e dare delle formule generali che vadano bene per tutti.
Come l'affermazione che hai riportata la quale (ammesso che sia sua, e che sia stata correttamente citata)
è evidentemente per lo meno parziale. Molto parziale, e molto approssimata.

Come anche la tua certezza. "Sempre", è una parola grossa, che va usata con cautela
E se la conoscenza di una verità porta più danni che benefici, in base a che cosa, oltre che il preconcetto, dici che è "positiva"?
Positiva in che?... lo dici subito dopo: "quel che ho potuto riscontrare da un'osservazione..." Ti credo, per quella tua osservazione,
corretta senz'altro... ma ti autorizza a dire "sempre"?

E naturalmente posso anche crederti se affermi di essere personalmente "sempre" con la verità. Non ti conosco, e non mi
permetterei di mettere in dubbio tue affermazioni, ma saresti forse l'unica persona così estrema che ho conosciuto in settant'anni.
La classica eccezione che conferma la regola, la mosca bianca che stupisce... ma come stranezza! :) :)
 
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view post Posted on 26/1/2015, 13:46
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Fortuna vosta ho solo un'ora di tempo per la risposta si no putesse scrivere 'nu poema ate che Lucio Musto, mo mettesse dinte 'a sacca.
Accumminciamme:

La verità non dovrebbe anzi, non deve far male mai. Le bugie non servono a nulla quindi è inutile innalzare sermoni a giustificare le bugie attribuendo loro una molteplicità di aggettivi semplicemente per giustificare se stessi per le "malefatte" perché mentire è una malefatta. Con la menzogna si costruiscono delle barre intorno a se stessi e si finisce per essere perenni prigionieri. Non per nulla è scritto "La verità vi farà liberi". Chi è avvezzo a mentire è perché vuole celare qualche cosa non tanto agli altri ma a se stesso e così entra in un circolo vizioso come quando si mangiano le ciliege, una tira l'altra e se con le ciliege te la cavi con un passeggero mal di pancia con le bugie non te la cavi così facilmente.
Spesso si presta ascolto alle proprie bugie così a lungo che si perde il senso della verità dentro e fuori di sé.
Amare se stessi vuol dire cercare e creare per se stessi un ambiente sereno mentire è dannoso, per il singolo, per la società e per la coppia.
Quotidianamente viviamo con noi stessi, con la nostra identità e l’esigenza di coerenza e significato, segna il senso del nostro appartenere ad un contesto sociale. La bugia inserita in questo contesto pone noi stessi ad essere visti con sospetto e considerati in termini negativi.
Se non sappiamo cavalcare la sfida della verità, la ‘bugia’ potrebbe connotarsi come una ‘fuga dalla realtà’; in tal caso sono ovvi gli effetti deleteri più su se stessi che sulla persona che subisce la bugia. Quindi fratelli cari se volete vivere bene con voi stessi, con i vostri cari e essere accettati per quello che siete e sentirvi liberi senza paure dite sempre la verità.

Siamo tutti impostori in questo mondo, noi tutti facciamo finta di essere qualcosa che non siamo.

Il vero sta bene con tutto. Il falso, con tutti.

E finsero felici e contenti.

 
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masquerade.
view post Posted on 26/1/2015, 16:47




CITAZIONE (sefora1 @ 26/1/2015, 13:46) 
Fortuna vosta ho solo un'ora di tempo per la risposta si no putesse scrivere 'nu poema ate che Lucio Musto, mo mettesse dinte 'a sacca.
Accumminciamme:

La verità non dovrebbe anzi, non deve far male mai. Le bugie non servono a nulla quindi è inutile innalzare sermoni a giustificare le bugie attribuendo loro una molteplicità di aggettivi semplicemente per giustificare se stessi per le "malefatte" perché mentire è una malefatta. Con la menzogna si costruiscono delle barre intorno a se stessi e si finisce per essere perenni prigionieri. Non per nulla è scritto "La verità vi farà liberi". Chi è avvezzo a mentire è perché vuole celare qualche cosa non tanto agli altri ma a se stesso e così entra in un circolo vizioso come quando si mangiano le ciliege, una tira l'altra e se con le ciliege te la cavi con un passeggero mal di pancia con le bugie non te la cavi così facilmente.
Spesso si presta ascolto alle proprie bugie così a lungo che si perde il senso della verità dentro e fuori di sé.
Amare se stessi vuol dire cercare e creare per se stessi un ambiente sereno mentire è dannoso, per il singolo, per la società e per la coppia.
Quotidianamente viviamo con noi stessi, con la nostra identità e l’esigenza di coerenza e significato, segna il senso del nostro appartenere ad un contesto sociale. La bugia inserita in questo contesto pone noi stessi ad essere visti con sospetto e considerati in termini negativi.
Se non sappiamo cavalcare la sfida della verità, la ‘bugia’ potrebbe connotarsi come una ‘fuga dalla realtà’; in tal caso sono ovvi gli effetti deleteri più su se stessi che sulla persona che subisce la bugia. Quindi fratelli cari se volete vivere bene con voi stessi, con i vostri cari e essere accettati per quello che siete e sentirvi liberi senza paure dite sempre la verità.

Siamo tutti impostori in questo mondo, noi tutti facciamo finta di essere qualcosa che non siamo.

Il vero sta bene con tutto. Il falso, con tutti.

E finsero felici e contenti.


Sefora, grazie.
Sia per la risposta che per aver espresso il concetto in maniera così... chiara e limpida, come avrei voluto fare io ed invece, a quanto pare, non ci son riuscita.
Proprio questo volevo dire.
E soprattutto credo che prenderò spesso in prestito, se me lo consenti, quel "cavalcare la sfida della verità." :lol:
 
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masquerade.
view post Posted on 26/1/2015, 17:13




CITAZIONE (Lucio Musto @ 25/1/2015, 23:57) 
il problema di Nietzsche è la sua pretesa di pontificare e dare delle formule generali che vadano bene per tutti.
Come l'affermazione che hai riportata la quale (ammesso che sia sua, e che sia stata correttamente citata)
è evidentemente per lo meno parziale. Molto parziale, e molto approssimata.

Come anche la tua certezza. "Sempre", è una parola grossa, che va usata con cautela
E se la conoscenza di una verità porta più danni che benefici, in base a che cosa, oltre che il preconcetto, dici che è "positiva"?
Positiva in che?... lo dici subito dopo: "quel che ho potuto riscontrare da un'osservazione..." Ti credo, per quella tua osservazione,
corretta senz'altro... ma ti autorizza a dire "sempre"?

E naturalmente posso anche crederti se affermi di essere personalmente "sempre" con la verità. Non ti conosco, e non mi
permetterei di mettere in dubbio tue affermazioni, ma saresti forse l'unica persona così estrema che ho conosciuto in settant'anni.
La classica eccezione che conferma la regola, la mosca bianca che stupisce... ma come stranezza! :) :)

Anche io mi son chiesta se fosse veramente sua quella citazione. In rete circola un po' di tutto, ma ho preferito prenderla così come l'ho trovata. Se poi qualcuno sapesse con certezza che non è di Nietzsche gradirei saperlo. L'ho detto, no? Io la voglio SEMPRE la verità. E lo ripeto quel SEMPRE tu non immagini con quanta attenzione. Due le parole che si dovrebbe usare poco, a mio avviso: MAI e SEMPRE. :)
Potrei invece portare ad esempio la citazione che ho in firma. Quella so bene da dove viene e in che contesto è stata scritta. Ed il significato non è poi tanto diverso.

Lucio, la verità, l'ho spiegato anche prima, per me non può fare male. Non quanto può invece far male un'illusione. Ricordi le favole? C'era sempre una strega cattiva che gettava un'incantesimo per cambiare la realtà, modificarla, nasconderla, ostacolarla.
La verità fa male quando crolla l'illusione. Ed è facile spostare la propria attenzione sulla verità. Ma credo (sempre in merito a quelle osservazioni) che in realtà la verità quando arriva sia una... liberazione. La liberazione da un'incantesimo, un'illusione di cui eravamo prigionieri. E' quell'illusione che svanisce che ci crea dolore.
Se io costruisco qualcosa su un'illusione, non è reale. Ma la verità è sempre stata lì. E' il crollo dell'illusione che ci sconvolge. Fa svanire l'illusione che avevamo costruito.
E quell'osservazione... non è una singola osservazione, ma un mio modo di vivere. Io amo osservare. Che non è semplicemente un "guardare", ma un guardare con attenzione. Studiare. E già quando vivi così, è difficile fermarsi in superficie e quindi bersi tutte le bugie che ti raccontano. ;)
Quindi, questa osservazione, è frutto di una serie di osservazioni. Non di una. E fino ad ora sì, posso usare quel SEMPRE. Hai notato vero che ho scritto "fino ad ora"? Domani... chissà? Ma fino ad ora sì: sempre.

Ad ogni modo credo che Sefora sia stata ben più chiara di me. Quindi non mi dilungo oltre. ^_^

Ah...sì, strana lo sono. Tu non immagini quanto. Davvero, eh! :lol:
Estrema... non credo. Realista forse sì. Ma se questa è la tua opinione, come tale la rispetto. Ed anche ci rifletto. Perché uno dei miei motti preferiti è: "nella vita tutto può essere. Anche l'esatto contrario." ;)
Chissà quante cose ancora devo scoprire di me che ancora ignoro... e come potrei riuscirci se alimentassi le illusioni?
Quindi, per me... meglio la verità. Sempre.
 
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view post Posted on 26/1/2015, 18:46
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mi piacerebbe conoscerti "in verticale" come dicono i radioamatori.
Non ho mai conosciuto una persona "assolutamente vera"... diciamo meglio di "proprio assoluto"
non ho ancora conosciuto niente. Ma naturalmente non si può mai dire...

Chissà, magari sarebbe molto interessante! :rolleyes:
 
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view post Posted on 26/1/2015, 18:48
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Masq ...e t'è hghiuta bona, di solito preferisce conoscerle in orizzontale :D :D :D :D :D :D :D
 
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view post Posted on 26/1/2015, 18:52
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Pullecenè.... ma dico... non potresti tenerlo accummugliato, almeno quest'altarino??? :lol: :lol: :lol: :woot: :woot:

.


ca po'... come dicono i milanesi.... da cosa nasce coso....
 
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view post Posted on 26/1/2015, 18:56
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Mi dispiace, per restare in tema io sono amante della verità sempre.
 
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