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III Dom TO - B Una sola frase di Gesù, per oggi, ed una sola azione.
Gesù camminava lungo le rive del Kinneret, il "mare" della Giordania ed incontra, cosa normalissima, due fratelli pescatori, e più oltre altri due con il loro padre, Zebedeo.
Si avvicina e dice loro:
«Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini». [Mc 1,17]
questa la frase e, riferisce l'Evangelista:
«E subito, lasciate le reti, lo seguirono » [Mc 1,18]
Consideriamo pregiudizialmente che siamo alle primissime battute del vangelo di Matteo e della missione salvifica della Redenzione. Gesù è ancora uno sconosciuto, non ha fatto miracoli, non ha fatto parlare di se. E' solo stato battezzato da Giovanni ed ha trascorso, ma questo è un fatto suo privato, un periodo di purificazione nel deserto, tentato dal Diavolo come ogni uomo.
E' appena arrivato in Galilea e comincia la predicazione si, ma come diremmo oggi, è "ancora un nessuno".
Aggiungiamo che i giovani cui si rivolge sono dei pescatori, non gente di cultura o di fede, ma rozzi manovali preoccupati di sbarcare il lunario scremando i pesci del lago. Forse Gesù non lo avevano mai visto prima, e forse solo sentito parlarne vagamente da qualcuno.
Ma, dice l'Evangelista, che subito lasciarono le reti e lo seguirono, i primi due. Gli altri due abbandonarono anche il padre, compagno di lavoro…
E' ovvio che per rendere possibile l'azione così come narrata c'è stato bisogno di un evento miracolistico di qualche tipo; noi credenti diremmo subito "un provvidenziale e deciso intervento dello Spirito Santo".
Ma può essere anche che le cose siano andate in un altro modo, ma che siano state scritte così a nostro vantaggio, perché ne possiamo trarre insegnamento per la nostra vita di oggi.
In fondo, è bene tenerlo sempre presente, il Vangelo, e la Bibbia tutta non è un'antologia di racconti o un libro di storia antica poco intrigante, ma un prezioso catechismo.
Allora diamo una chiave di lettura diversa, e più profonda alla frase, ed all'azione che stiamo guardando.
Il Cristo, cioè il fine ultimo e la realizzazione della nostra vita spirituale, chiama.
Chiama, e non occorre che ci sia una "scuola" preventiva prerequisiti di alcun genere.
Basta essere persona.
Un pescatore ignorante?... per la chiamata va benissimo tal quale chiunque altro. Già alla Nascita, ricordiamolo di sfuggita, troviamo come testimoni sia i miseri Pastori che i ricchi e saggi Magi, e l'anziano Simeone, colui cui era stato profetato che avrebbe visto il Salvatore.
E quindi Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni figli di Zebedeo, siamo noi. Tutti siamo chiamati.
Possiamo rilevare anche come la chiamata sia secca e diretta, inequivocabile e non corredata da spiegazioni o motivazioni. "Seguitemi", e non c'è compromesso, né giustificazione che tenga.
Siamo liberi di accettare, o di rifiutare l'invito, ma non c'è via di mezzo.
Sarà così per ogni chiamata segnalata nei Vangeli, e deve trattarsi di cosa importante perché di chiamate ce ne sono parecchie, ma a nessuno è concesso di tentennare o differire, nemmeno a chi vuol congedarsi dai suoi o seppellire il padre, ed in [Lc 9,62] troviamo la conclusione esplicita:
« Ma Gesù gli rispose: "Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio"».
Nell'azione poi di questi quattro pescatori troviamo l'insegnamento prezioso per tutti noi, la falsariga della giusta risposta che dovremmo dare alla nostre chiamata:
"Subito lasciarono le reti e lo seguirono"
E che questa sia la risposta giusta lo intuiamo facilmente, perché la "chiamata" è verso la cosa più importante che ci sia, la nostra realizzazione umana, il nostro fine, la nostra applicazione nel disegno complessivo della Creazione.
E per conferma, valutiamo che questi quattro uomini furono dei dodici, e Simone, col nome di Pietro divenne addirittura il primo Vicario di Cristo in Terra.
Un'ultima considerazione: Ma vale forse tutto questo solo per la chiamata alla Santità, per la sequela di Cristo, per la dedizione religiosa?... questa pagina, è forse stata scritta solo per i chierici, ed il catechismo è tutto loro?...
Naturalmente no. Le indicazioni evangeliche sono sempre per tutti, e per ogni giorno della nostra vita.
Dobbiamo mettere ordine nella nostra esistenza e regolare il nostro quotidiano su una scala di priorità coerente con la nostra coscienza, a che non veniamo travolti dal contingente trascurando l'assoluto , applicarci al banale rubando tempo al necessario.
Tutta la nostra vita è costellata di innumerevoli scelte quotidiane. Sforziamoci di adoprarci per saper rispondere adeguatamente ad ogni situazione.
Dalla più semplice, che implica solo un frammento della nostra vita, che sempre vita è e sempre nostra, a quel pronto "lasciare le reti" per seguire l'essenziale "subito", senza esitazione.Lucio Musto 25 gennaio 2015
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