Le stronzate di Pulcinella

Dom II TO - B -

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 18/1/2015, 02:46
Avatar


Group:
AMMINISTRATORE
Posts:
45,084
Location:
ARMIA - Be-Be[17]

Status:


.



Samuele, Samuele -


Dom II TO B




Voglio fermarmi a considerare la prima lettura proposta dalla Liturgia di questa domenica, la chiamata di Samuele.

Il brano in se sembra quasi insignificante. Samuele è al suo inizio, è ancora un garzone al servizio dell'anziano Eli, sommo sacerdote del Tempio, in un momento di particolare tiepidezza religiosa nel popolo di Israele. Era stato concepito con molta difficoltà da sua madre Anna considerata sterile. E' una bellissima e poetica storia, questa, che andrebbe raccontata in dettaglio, ma che ora ometterò.

Samuele dunque, mentre era al servizio del Sacerdote, nel cuore della notte si sente chiamare e va a mettersi a disposizione del suo padrone. Ma Eli non l'ha chiamato. Dopo tre volte che il Sacerdote intuisce che è il Signore che si rivolge al fanciullo gia a suo tempo consacratogli ed esorta Samuele a rispondere a Dio come al suo nuovo padrone mettendosi a sua disposizione.
Non c'è altro se non l'assicurazione che Samuele crebbe ascoltando la parola del Signore.

Perché la Chiesa ci sollecita a leggere questo brano?... ma soprattutto: quale il messaggio per noi in questi dieci versetti apparentemente di sola superflua descrizione?... Sarebbe bastato scrivere:
"Samuele fu chiamato da Dio e prontamente si mise al suo servizio", ed avremmo capito lo stesso!.

A me sembra di vederci un monito severo per il nostro vivere, anche se nella Scrittura non c'è traccia di condanna.
Eli è Sommo Sacerdote al Tempio e di lunga esperienza. E sa bene che Samuele è stato consacrato a Dio fin dalla sua nascita. Ma nonostante questo ha bisogno di ben tre chiamate prima di intuire che è Dio che chiama.

Non è cattivo, Eli, non è peccatore.
Ma è poco ardente di zelo religioso, poco proiettato alla "volontà di Dio", diremmo noi oggi, e non è quindi adatto a guidare Israele, a testimoniare il Signore.
Il brano biblico molto acutamente precisa come di sfuggita che Samuele non era stato ancora introdotto alla Parola del Signore e non la conosceva. Questo scagiona il giovane da ogni responsabilità. Non poteva capire che la "Chiamata" era diretta a lui.

Ma come Eli gli apre la mente, Samuele non esita: si mette al servizio del Signore e, letteralmente:
"" Samuèle crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole. "" [1Sam 3,19]

Che splendido insegnamento per noi, che esempio esemplare!

Quante volte noi cerchiamo di "delegare" le nostre pigrizie di fede scaricandole sulle spalle dei nostri vescovi, dei nostri chierici… "Se non l'ha capita lui, che è prete!... se non si comporta bene lui!..."" Qualche volta lo diciamo, tante volte lo pensiamo in cuor nostro.

Non è così!... I nostri pastori sono gli Eli del nostro tempo, che cercano di fare il loro servizio sacerdotale come possono, auguriamoci al massimo delle loro possibilità, e cercano, là dove riescano a capire loro con la buona volontà, il carisma e l'esperienza, di mostrarci la fede, di indicarci la via.
Ma tocca a noi essere i giovani Samuele, accogliere Dio e portarlo nel mondo con tutto l'entusiasmo della grande rivelazione.

Una volta, quand'io ero ancora giovane, la Messa cominciava con una esplosione di entusiasmo:
introíbo ad altáre Dei - recitava il sacerdote, mi accosto all'altare di Dio
ad Deum qui laetíficat iuventútem meam - rispondevamo tutti subito, quel Dio che rende lieta la mia giovinezza.

Questa formula non la si usa più, adesso, ma era molto bella, ed utile per sentirci partecipi da subito, con la forza del nostro entusiasmo.


Lucio Musto 18 gennaio 2015
--------------------------------------
 
Top
0 replies since 18/1/2015, 02:46   29 views
  Share