Le stronzate di Pulcinella

Curiosità, stranezze ed aneddoti sui calciatori di serie A

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Pulcinella291
view post Posted on 19/3/2015, 11:02 by: Pulcinella291
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Antonio Cassano:tutte le cassanate

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Forse qualcuno non lo sa ma Antonio Cassano con l'aiuto di Pierluigi Pardo scrisse un libro, dove senza alcuna remora racconta tutte le sue cassanate, rivelando aneddoti e insulti per tutti e su tutto: l'adolescenza ("sono un delinquente mancato"), i soldi, le donne, le auto, le liti con gli allenatori, gli ammutinamenti, le risse negli spogliatoi.

Leggiamone qualcuna.

La dolce vita di Cassano e Totti.

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Antonio ripercorre la loro storia, dalle scorribande notturne (prima che il capitano si fidanzasse con Ilary) al gelo finale. Narra di festini in ville della Roma bene con "bonazze e donne della tv" fino alle 9 del mattino, andando poi direttamente all'allenamento, e di raid a Napoli o a Milano ("con tre ore e mezza si arriva"): "Se c'era una festa, partivamo". La sua dolce vita romana stava anche per costargli la pelle: svela di aver fatto un incidente alle 4 del mattino a 180 all'ora perché guidava telefonando con una mano e mandando sms con l'altra. Chiamò suo cugino, lo imbrattò di sangue e lo mise al volante al posto suo prima di chiamare i soccorsi. La patente, in fondo, confessa di averla comprata a Bari a "buon prezzo". Il primo dissapore con Totti risale al dicembre 2002 per una questione di soldi (un cachet di "C'è posta per te" diviso iniquamente: 8 a 2) fino all'ultimo anno nella Roma, giocato senza parlarsi, senza abbracciarsi dopo i gol, ma "la rivalità che c'era nella vita non entrava in campo". Dopo Euro 2004, Antonio dice che Totti gli ha dato una spintarella per buttarlo giù dalla torre. "Se voleva salvarmi, poteva farlo". Ma cosa s'è strappato tra i due? "Avevo fatto un grande campionato e un ottimo Europeo, questa mia maturazione aveva finito per turbarlo. Altrimenti faccio fatica a spiegare certe dichiarazioni contro di me che hanno fatto finire l'amicizia".

Antonio Cassano e il sesso

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Si vanta di aver avuto 6-700 donne nel carniere, una ventina dello spettacolo. Non la Hunziker. "Ho lo stesso vizio di Michael Douglas. L'unica differenza è che lui è stato ricoverato, io ancora no". Molte di queste "conquiste" le ha consumate alla vigilia di grandi match nei "blindatissimi" ritiri. "Ne ho trombate molte, anche in ritiro. E' piuttosto facile. A Trigoria, che è enorme, ero riuscito a procurarmi la chiave dell'ultimo cancello, quello che dava sul retro. Le facevo entrare da lì. Andavamo negli spogliatoi delle giovanili, spesso usavamo i lettini dei massaggi, ogni tanto se ne spaccava uno. Anche se lo scoprivano, non mi dicevano nulla, chiudevano un occhio. Anche perché spesso ho giocato grandi partite dopo aver fatto sesso. Andatevi a rivedere Roma-Juventus 4-0, quella della bandierina spezzata. Avevo fatto le 6 la domenica mattina, con una delle tante amiche che avevo in quel periodo. L'1-1 con la Lazio è un altro esempio. Ero in panchina, sono entrato a 20' dalla fine e ho segnato il gol del pareggio".

Non andò altrettanto bene prima della finale di ritorno di Coppa Italia a Milano: "Passo una notte di sesso leggendario con una soubrette della tv. Alle 6 del mattino mi ordina di rifarlo. Mi ricatta, minaccia di dirlo a tutti se non avessi fatto ancora il mio dovere. Io eseguo. Arrivo a San Siro piuttosto carico, ma stavolta non basta. La coppa se la prende l'Inter".

A Madrid invece prima di ogni gara prenotava una stanza nel piano di sotto dell'hotel della squadra, dove ospitava le sue amiche in piena notte e poi le faceva sparire grazie alla complicità di un cameriere che, per 50 euro, gli portava anche quattro cornetti per rifocillarsi.


Cassano e i litigi con tutti

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Cassano si dice pentito solo di aver dato del "pezzo di merda" anche a Franco Sensi. Racconta di aver picchiato il direttore sportivo Pradé negli spogliatoi, di aver gridato a Capello, davanti a tutto il Real, "sei un uomo di merda, falso come i soldi del Monopoli".

Non c'è allenatore, a parte Fascetti, che si salvi. Claudio Gentile, al tempo ct della Under 21 ("la nazionale degli sfigati e dei rimbambiti"), è il più bistrattato: "Viscido". Fino a Spalletti e agli ultimi mesi romani: "Davanti sembravano amici miei, ma appena mi giravo mi pugnalavano. Del resto non me ne fregava un cazzo di loro, io pensavo a me stesso e basta".

Quando ando' al real Madrid


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"Muchas gracias, hala Madrid!". Quattro parole in uno spagnolo appena accennato diedero il via all'esperienza "galactica" di Antonio Cassano, che il 4 gennaio 2006 sbarcò a Madrid e firmò con il Real. Sembrava poter essere il picco della carriera per FantAntonio, da lungo tempo in rotta con la Roma e finalmente arrivato dove aveva sempre sognato di poter stare, ovvero in una squadra di campioni del calibro di Zidane, Raul, Ronaldo, Robinho, Beckham, Roberto Carlos e via così. E invece fu quasi un calvario.
Fu una trattativa anomala per il mese di gennaio: non si trascinò fino agli ultimi giorni di mercato. In una settimana di febbrili trattative e di notti insonni, Roma e Real Madrid trovarono l'accordo su tutto: Cassano, in scadenza con la Roma nel 2006, passò al Real per 5 milioni di euro. Il 4 gennaio Antonio fece le valigie e volò a Madrid. Arrivò all'aeroporto assieme a Rosaria Cannavò, sua compagna dell'epoca. Ad accoglierli centinaia di tifosi impazziti di gioia, un clima elettrizzante.
Antonio indossava una giacca con un collo di pelo memorabile, accanto a lui l'appariscente compagna, ex di Panucci.
L'allenatore era Juan Ramon Lopez Caro, da poco subentrato a Vanderlei Luxemburgo. Non era una stagione epica per il Real. Cassano, però, iniziò col piede giusto: debutto il 18 gennaio contro il Celta, gol quattro minuti dopo essere entrato dalla panchina. Il bis qualche settimana dopo, nel derby con l'Atletico. Ma i chili erano troppi, e i minuti pochi. Per la stampa spagnola era "il gordo". Florentino Perez nel frattempo se ne andò, in estate arrivò come tecnico Fabio Capello. "È come un padre, lui mi ha gestito bene, sono contento", disse Antonio, che intanto aveva visto da spettatore il trionfo azzurro al Mondiale.
A ottobre la prima "Cassanata". Litigio plateale con Capello, che lo mise fuori rosa per 40 giorni. Qualche mese dopo, prima di un match, FantAntonio si improvvisò imitatore, emulando gesti e movimenti del suo allenatore, che ovviamente non la prese bene. Qualche spezzone di partita, con il picco dell'assist decisivo nel derby, poi tante tribune. A marzo fu di fatto messo fuori squadra: non giocò più un solo minuto. E mentre il Real vinceva la Liga, Antonio era a Bari, a riflettere sul proprio futuro e ad aspettare una chiamata dall'Italia, andrà alla Sampdoria




 
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14 replies since 26/1/2015, 10:41   18167 views
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