Le stronzate di Pulcinella

Gli Italiani:foto della seconda guerra mondiale

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Pulcinella291
view post Posted on 12/3/2015, 09:28 by: Pulcinella291
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La Morte di Mussolini


Nel tentativo di sfuggire alla disfatta definitiva della Repubblica Sociale Italiana e sperando ancora in un sussulto dei suoi con la possibilità di trattare un accordo di resa a condizione, Mussolini abbandona il 18 aprile 1945 l'isolata sede di Palazzo Feltrinelli a Gargnano, sulla sponda occidentale del lago di Garda, e si trasferisce a Milano, dove arriva in serata prendendo alloggio nella prefettura; il giorno precedente aveva discusso nell'ultimo consiglio dei ministri sulla possibile resistenza nel Ridotto della Valtellina


Nel pomeriggio del 25 aprile, con la mediazione del cardinale di Milano Ildefonso Schuster, si svolge nell'arcivescovado un incontro decisivo tra la delegazione fascista composta da Mussolini stesso, il sottosegretario Barracu, i ministri Zerbino e Graziani (l'industriale Gian Riccardo Cella ed il prefetto di Milano Mario Bassi non parteciparono direttamente ai colloqui) ed una delegazione del CLN composta dal generale Cadorna, dall'avvocato democratico-cristiano Marazza, dal rappresentante del partito d'azione Riccardo Lombardi e dal liberale Giustino Arpesani. Sandro Pertini arriverà in ritardo a riunione conclusa. A Milano è in corso lo sciopero generale e l'ordine dell'insurrezione generale è imminente. Inoltre Mussolini apprende durante l'incontro che i tedeschi avevano già avviato trattative separate con il CLN: l'unica proposta che riceve dai suoi interlocutori è quindi la "resa incondizionata". Un accordo al momento sembra possibile, dato che vengono date garanzie per i fascisti e per i loro familiari, ma i repubblichini, anche se senza vie d'uscita, non vogliono essere i primi a firmare la resa per essere poi tacciati di tradimento. Si riservano di dare una risposta entro un'ora lasciando l'arcivescovado e ritirandosi in prefettura, ma non ritorneranno più.

In serata, verso le ore 20, mentre i capi della resistenza, dopo aver atteso invano una risposta, danno l'ordine dell'insurrezione generale, Mussolini salutati gli ultimi fedeli, lascia Milano e parte in direzione di Como, assieme ai fascisti si trova il tenente Bizier con i suoi uomini, incaricato da Hitler di scortare Mussolini ovunque vada.
Finalità del viaggio

Como rappresentava per Mussolini una meta che offriva diverse possibilità:

Como e la sponda occidentale del suo lago rappresentava una zona marginale relativamente protetta e con una presenza partigiana limitata.Alle 21:30 il capo del fascismo raggiunge la prefettura di Como. Il giorno precedente nella città comasca era arrivata anche la moglie Rachele con i figli Romano ed Anna Maria, ma Mussolini si rifiuta di incontrarli, limitandosi a scriver loro una lettera d'addio e a una telefonata con cui raccomanda alla moglie di portare i figli in Svizzera.
Verso le quattro del mattino del 26 aprile cercando invano di eludere la sorveglianza tedesca, il convoglio fascista abbandona precipitosamente Como muovendosi verso nord, costeggiando il lato occidentale del lago di Como lungo la strada regina e giungendo a Menaggio verso le cinque e trenta senza problemi.
Nella notte giunge a Menaggio un convoglio militare tedesco in ritirata composto da trentotto autocarri e da circa duecento soldati della FlaK.
Mussolini con i gerarchi fascisti e le rispettive famiglie al seguito, decide di aggregarvisi. La colonna, lunga circa un chilometro, alle cinque del mattino parte da Menaggio, ma alle sette, appena fuori dall'abitato di Musso, viene fermata ad un posto di blocco delle Brigate Garibaldi; dopo una breve sparatoria, e in seguito a lunghe trattative, i tedeschi ottengono il permesso di poter proseguire a condizione che venga effettuata un'ispezione, e che siano consegnati tutti gli italiani presenti nel convoglio, nel sospetto che vi fosse il Duce con qualche gerarca in fuga. Mussolini, su consiglio del capo della sua scorta SS, il sottotenente Fritz Birzer, indossa un cappotto e un elmetto da sottufficiale della Wehrmacht, si finge ubriaco e sale sul camion numero 34 della Flak, occultandosi in fondo al pianale, vicino alla cabina di guida, ricoperto da una coperta militare. A nessun altro italiano sarà concesso di tentare di seguire nascostamente Mussolini nel convoglio.
Verso le ore 16 del 27 aprile, durante l'ispezione della colonna tedesca in piazza a Dongo, Mussolini viene riconosciuto dal partigiano Giuseppe Negri sotto una panca del camion n. 34. Viene perciò prontamente disarmato del mitra e di una pistola Glisenti, arrestato e preso in consegna dal vicecommissario di brigata Urbano Lazzaro "Bill" che lo accompagna nella sede comunale, dove gli viene sequestrata la borsa di cui era in possesso.
Poi, come sappiamo verra' fucilato assieme a Claretta Petacci, ma qui le versioni divergono e la verità non verra mai fuori.
Contemporaneamente verranno fucilati i gerarchi fascisti catturati nell'operazione









Edited by Pulcinella291 - 12/3/2015, 09:50
 
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