Le stronzate di Pulcinella

Gli Italiani:foto della seconda guerra mondiale

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 28/2/2015, 13:37
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,058

Status:



E' il 10 giugno 1940 l'Italia entra in guerra , noi qui solo attraverso le immagini tenteremo di ripercorrere una storia di drammi collettivi e personali, l'orrore più crudo e tagliente, gli stenti, la perdita della propria dignità, la morte di tanta gente.


l'11 giugno, 35: Bombardamento di Malta



bombardieri della Seconda Squadra Aerea, scortati da 18 caccia CR.42, colpirono con le loro bombe La Valletta e l'aereoporto di Hal Far.


L'invasione della Francia meridionale




Il regio esercito italiano ebbe modo di occupare militarmente alcune parti del suolo francese. Tale occupazione avvenne in due fasi: la prima nel giugno del 1940 a seguito della capitolazione francese dopo la vittoriosa offensiva tedesca; la seconda nel novembre 1942 quando Hitler decise di occupare militarmente il suolo della Francia di Vichy .



Bollettino di guerra numero 14 del 25 giugno 1940:
Alle ore 1,35, in seguito alla firma della Convenzione d'armistizio, sono cessate le ostilità tra l'Italia e la Francia in tutti gli scacchieri metropolitani e d'Oltremare.

LE PERDITE ITALIANE

Pur essendo stata breve la battaglia sul fronte delle alpi, costò alle nostre forze armate notevoli perdite.


Taranto, e la notte dell'11-12 novembre 1940

Con notte di Taranto ci si riferisce ad un attacco aereo della seconda guerra mondiale avvenuto nella notte tra l'11 ed il 12 novembre 1940.

In quella data la flotta navale della Regia Marina italiana, dislocata nel porto di Taranto, riportò gravi danni in seguito ad un massiccio bombardamento ad opera della flotta aerea della Royal Navy britannica.
<p align="center">



il 28 ottobre 1940 gli Italiani invadono la Grecia





th_280784165_1_122_127lo

th_527305097_2_122_248lo

Era il 28 ottobre 1940, quando le truppe del Regio Esercito italiano, partendo dalle proprie basi albanesi, entrarono in territorio ellenico. Le forze greche riuscirono a contenere l'offensiva iniziale italiana e successivamente anche a contrattaccare. La guerra di posizione in montagna si trascinò fino all'aprile 1941, quando i tedeschi, con una blitzkrieg, invasero la Jugoslavia e la Grecia, costringendole in poco tempo alla capitolazione.
<p align="center">











Disastro in Africa settentrionale


l'8 dicembre 1940, prevenendo di cinque giorni la nuova offensiva italiana prevista per il 13 di quel mese, scattò la controffensiva inglese iniziata come "ricognizione in forze" ma rapidamente trasformatisi in una grande offensiva. Con appena 35.000 uomini e 275 carri armati (contro i 150.000 uomini e 600 carri armati italiani[senza fonte]), ma con un'abile strategia basata sulla guerra di movimento, il generale Richard O'Connor aggirò la linee italiane attaccandole alle spalle e proseguì l'avanzata fino al 9 febbraio 1941 costringendo gli italiani a ritirarsi di 400 chilometri e portando a termine l'occupazione della Cirenaica. Due sole divisioni britanniche annientarono 10 divisioni italiane facendo circa 130.000 prigionieri. Fra il 30 novembre 1940 e l'11 febbraio 1941, gli inglesi ebbero soltanto 438 morti, 1.200 feriti e 87 dispersi. Le perdite umane (morti, feriti e dispersi), subite dall'esercito italiano sono incerte, mentre quelle materiali furono di 1.100 cannoni e 390 carri armati.











Edited by Pulcinella291 - 2/3/2015, 08:42
 
Web  Top
view post Posted on 1/3/2015, 09:20
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,058

Status:


Luglio del 1941 e il febbraio del 1943:l'impietosa campagna di Russia


Il Corpo di Spedizione Italiano in Russia, inviato sul fronte russo, inizia la sua attività il 10 luglio del 1941. Questa grande unità corrispondeva al XXXV Corpo d'armata del Regio Esercito ed integrava anche reparti di Camicie Nere della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e truppe straniere (come la Legione croata ed il Gruppo squadroni cosacchi "Campello").
Alla fine del 1942 iniziò la grande controffensiva sovietica a Stalingrado e sul Don, fronte tenuto da italiani, rumeni, ungheresi e tedeschi. Lo sfondamento travolse l’intera Ottava Armata Italiana. Per non rimanere accerchiati, i nostri soldati, mal vestiti, malnutriti e impreparati al durissimo inverno russo, si ritirarono; ma, ben presto, tra bufere di neve a quaranta gradi sotto zero, la ritirata diventerà una rotta. Gli alpini rimasero indietro per cercare di fermare l’avanzata dei carri armati russi.
l 17 gennaio 1943 gli alpini furono accerchiati. Marciavano nella neve per cercare di uscire dalla sacca in cui si erano venuti a trovare sotto i continui attacchi nemici. Chi non moriva colpito da arma da fuoco, moriva di gelo e di stenti nella lunga ed estenuante marcia sulle piste ghiacciate. Solo il 26 gennaio 1943 il comandante Reverberi della Divisione Alpina Tridentina compì un assalto disperato contro l’accerchiamento sovietico per cercare di raggiungere Nikolaevka e la via di fuga.
L’attacco riuscì e la colonna con i nostri soldati superstiti potè uscire dall’accerchiamento e iniziare la marcia di rientro, sempre in condizioni disperate.
Dei 227.000 partiti per la Russia, 100.000 non tornarono, 30.000 i ricoverati negli ospedali, feriti o assiderati. Gli alpini subirono perdite durissime. Dei 16.000 componenti la Divisione Giulia, 12.600 morirono o furono fatti prigionieri. Dei 17.000 uomini della Cuneense, ne tornarono in Patria solo 1300.













I soldati italiani nei campi di concentramento sovietici



chi restava indietro veniva ucciso con un colpo di parabellum dagli uomini della scorta che chiudevano la colonna. Ma spesso non ce n'era bisogno. I soldati cadevano ai margini della pista innevata in uno stato di torpore, preludio del congelamento .


Una volta giunti ai treni, i prigionieri italiani venivano caricati su carri bestiame nel numero di quasi cento per vagone, passeggeri di un viaggio della morte che sarebbe durato settimane. I treni con i prigionieri dovevano cedere la precedenza a quelli con i soldati russi diretti al fronte: nelle interminabili attese sui binari morti, i vagoni restavano chiusi, con temperature intorno ai 30 gradi sotto zero. 200 grammi di pane e, talvolta, un'aringa al giorno era il vitto di quel terrificante alloggio.
Nulla, nei campi di concentramento, era stato preparato per l'accoglienza dei prigionieri: "del resto l'Unione Sovietica non aveva aderito alla Convenzione di Ginevra e quindi non riconosceva le norme che garantivano il corretto trattamento dei prigionieri di guerra". Il trasferimento degli italiani avvenne così in circa 400 campi, alcuni dispersi ai confini con l'Afghanistan e la Cina: sono i campi di Krinovaja, Oranki, Susdal, Tambow, che a un orecchio comune non possono provocare certo la stessa agghiacciante sensazione dei nomi dei celebri lager nazisti incastonati nel cuore dell'Europa "civilizzata".
"Dei 50mila italiani giunti nei campi alla fine dell'inverno 1942-'43 ne torneranno a casa solo 10mila". I russi pensarono poi ad applicare il principio del divide et impera tra i prigionieri, utile a un loro miglior controllo. Nei primi mesi di permanenza la percentuale dei decessi raggiunse punte del 90%, essendo tra l'altro l'assistenza sanitaria nulla.


 
Web  Top
view post Posted on 2/3/2015, 08:37
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,058

Status:


L'attacco anglo americano all'Italia



th_527637983_1_122_1021lo


L'attacco all'Italia fu deciso da americani ed inglesi durante la Conferenza di Casablanca del 14 gennaio 1943 (a tal proposito, celebre rimase la definizione dell'Italia di Winston Churchill: «L'Italia è il ventre molle dell'Asse») e la pianificazione e l'organizzazione venne affidata al generale Dwight Eisenhower. In giugno gli inglesi sbarcarono nelle isole di Pantelleria e Lampedusa. Preceduto da intensi bombardamenti, il 10 luglio 1943 iniziò lo sbarco in Sicilia della VII armata americana del generale George Patton e dell'VIII armata inglese di Montgomery (rispettivamente nel golfo di Gela e in quello di Siracusa).


th_280167959_1_122_474lo

th_279899644_2_122_341lo

th_272186733_2_122_62lo


th_281203403_1_122_392lo

th_280313678_1_122_50lo

th_272609238_1_122_571lo




continua
 
Web  Top
view post Posted on 3/3/2015, 09:51
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,058

Status:


I Bombardamenti sulle citta'Italiane

th_367282408_bombardamenti_640x392_122_573lo

L'Italia, dopo la dichiarazione di guerra alla Francia e alla Gran Bretagna, venne fatta oggetto di alcuni bombardamenti da parte della Royal Air Force su Torino e Genova, di scarsissima efficacia nel centrare gli obbiettivi previsti ma che provocarono comunque una quindicina di morti civili. Contemporaneamente l'Armée de l'air effettuò vari attacchi in Piemonte e Liguria con scarsi risultati, mentre le incursioni diurne su Trapani e Palermo provocarono 45 morti. Tra la fine del 1942 e l'estate del 1943 le città del "Triangolo Industriale" furono soggette a pesanti "area bombings" da parte degli aerei del "Bomber Command" provenienti dalle basi inglesi. Quando gli Alleati conquistarono il nord Africa, le città italiane entrarono nel raggio di azione dei bombardieri pesanti B-17, B-24, Lancaster ed Halifax. Tra i bombardamenti più pesanti, quello del 19 luglio 1943 su Roma e quello del 19 agosto 1943 a Foggia con oltre 9000 vittime. Diverse azioni di bombardamento vennero effettuate anche su Napoli, La Spezia e in Sardegna presso Cagliari e La Maddalena, principali porti della Regia Marina, con pesanti danni alle navi e gravi perdite anche tra la popolazione civile. Pesantissimi furono poi i bombardamenti di Reggio Calabria del 1943[2] con 24 bombardamenti solo sulla città di Reggio, senza contare quelli sui centri minori vicini. Nonostante gli obiettivi di interesse militare fossero distrutti, i bombardamenti si protrassero ulteriormente e il 9 settembre gli inglesi entrano in città ridotta a un mucchio di macerie, i morti sono 3.986 i feriti 12.043 e il 70% degli edifici è distrutto o danneggiato. Tra le città più pesantemente colpite dai bombardamenti, nel corso della guerra, si ebbero Roma, Terni, Milano, Napoli, Torino, Genova, Pisa, Pescara, Foggia, Messina, Treviso, La Spezia, Livorno, Bologna, Isernia, Rimini, Ancona, Cagliari, Civitavecchia, Catania, Palermo, Trieste, Frosinone, Vicenza. Le stime più verosimili collocano il numero di vittime civili causate dai bombardamenti sull'Italia tra 80.000 e 100.000.

th_370640677_1_122_458lo

th_359051953_2_122_479lo

th_363002372_3_122_12lo

th_367541584_4_122_41lo

th_372129563_1_122_512lo

th_371115306_1_122_194lo

th_359543943_1_122_812lo

th_368050263_1_122_1137lo

th_535973118_1_122_344lo



Le Bombe su Roma


Nove giorni dopo lo sbarco in Sicilia, il bombardamento di Roma ebbe un doppio scopo, militare e politico: colpire la capitale sarebbe stato il segno evidente che il regime fascista aveva ormai perso tutto. Lunedì 19 luglio 1943, 1.134º giorno di guerra, arrivò su Roma la più grande flotta aerea che mai avesse solcato i cieli italiani, 662 bombardieri scortati da 268 caccia: in tutto 930 aerei.
Arrivarono sulla capitale alla quota di 20.000 piedi, equivalenti a oltre 6.000 metri. Roma rimase sotto le bombe per 152 minuti, dalle 11.03 alle 13.35. San Lorenzo fu il quartiere più colpito dal primo, sino ad allora, bombardamento degli alleati mai effettuato su Roma, insieme al quartiere Tiburtino, al Prenestino, al Casilino, al Labicano, al Tuscolano e al Nomentano.

Le 4.000 bombe (circa 1.060 tonnellate) sganciate sulla città, provocarono circa 3.000 morti ed 11.000 feriti di cui 1.500 morti e 4.000 feriti nel solo quartiere di San Lorenzo

th_442285652_1_122_508lo

th_442311832_2_122_739lo

th_442333294_3_122_1111lo

th_544235561_4_122_16lo

th_442377207_5_122_353lo

th_442398487_6_122_60lo



Edited by Pulcinella291 - 4/3/2015, 07:46
 
Web  Top
view post Posted on 4/3/2015, 08:34
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,058

Status:


Il crollo di Mussolini e del regime


th_439182622_1_122_161lo


L'ordine del giorno Grandi fu uno dei tre O.d.G. presentati alla seduta segreta del Gran Consiglio del Fascismo convocata per sabato 25 luglio 1943, che sarebbe stata anche l'ultima. L'O.d.G. fu approvato e provocò la caduta del Duce aprendo l'ultima fase del regime fascista, caratterizzata dalla Repubblica Sociale Italiana.
Dopo che Mussolini ebbe riassunta la situazione bellica, Grandi e Farinacci illustrarono i loro O.d.G. In sostanza entrambi chiedevano il ripristino "di tutte le funzioni statali" e invitavano il Duce a restituire il Comando delle Forze armate al Re.
Si attendeva un intervento incisivo del Capo del governo. Mussolini, invece, affermò impassibile di non avere nessuna intenzione di rinunciare al Comando militare.
I 28 componenti del Gran Consiglio furono chiamati a votare per appello nominale.Dopo l'approvazione dell'O.d.G. Grandi, Mussolini ritenne inutile porre in votazione le altre mozioni e tolse la seduta. Alle 2.40 i presenti lasciarono la sala.

th_452809988_1_122_432lo


L'indomani, 25 luglio, Mussolini si recò a colloquio con il Re, che gli comunicò la sua sostituzione con il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio., il quale per non destare sospetti nei confronti dei tedeschi, pronunciò, in un discorso radiofonico alla nazione, queste parole:"La guerra continua a fianco dell'alleato germanico. L'Italia mantiene fede alla parola data, gelosa custode delle sue millenarie tradizioni ".e invece le cose non andarono cosi'. Intanto il re aveva dato l'ordine di arrestare Mussolini.


th_452657912_1_122_465lo

th_452693734_2_122_8lo

th_452718257_3_122_406lo



Mussolini a Campo Imperatore


th_452508635_1_122_160lo


Dal primo pomeriggio del 2 settembre Mussolini è prigioniero nell'albergo rifugio di Campo Imperatore, a 2112 metri, sotto lo sperone roccioso del Gran Sasso d'Italia: ampia costruzione littoria a tre piani, con avancorpo semicircolare, guarda un grande pianoro.L'edificio è sorvegliato da un corpo di guardia all'ingresso, che dispone dieci sentinelle in altrettanti posti di guardia che circondano l'albergo come due anelli. La notte le guardie vengono raddoppiate. Vi sono poi pattuglie all'esterno.
"Mussolini andava liberato subito, non si potava lasciare il paese in mano a quel Badoglio che avrebbe cercato da subito l'armistizio con gli americani " ripeteva continuamente Hitler nell'Agosto del '43. Già il 26 luglio, Hitler convocò diversi ufficiali per sceglierne uno cui affidare la delicata e difficile missione. La scelta cadde sul capitano delle "SS" Otto Skorzeny la cui taglia atletica e la cui sicurezza di modi lo impressionavano. Lo "squadrò" con un'occhiata da capo a piedi e gli disse: "Vi affido un incarico di enorme importanza, la liberazione del mio amico Mussolini, che io non voglio e non posso abbandonare nel momento del pericolo”.
I tedeschi prepararono l'intervento, consistente in una fulminea azione di parà, compiuta dall'aria mediante una decina di alianti.

th_449868958_1_122_347lo


L'azione fu fulminea e Mussolini fu liberato.La sera del 12 settembre 1943: Agenzia Stampa Stefani. "Dal Quartier Generale del Führer: dodici reparti di paracadutisti e di truppe di sicurezza germanici, unitamente a elementi delle SS, hanno oggi condotto a termine una operazione per liberare il Duce, che era tenuto prigioniero dalla cricca di traditori. L'impresa è riuscita. Il Duce si trova in libertà. In tal modo è stata sventata la sua progettata consegna agli Anglo-americani da parte del Governo Badoglio".
 
Web  Top
view post Posted on 5/3/2015, 18:15
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,058

Status:


L'armistizio




L’armistizio fra l’Italia e gli Alleati firmato il 3 settembre e reso noto la sera dell’8 senza delle precise istruzioni per le truppe italiane, lascia nella confusione più totale un Paese già allo sbando. L’Italia si spacca, in quella che è stata poi definita una guerra civile, tra coloro che si schierano con gli Alleati (che controllano parte del Meridione e la Sicilia), e coloro che invece accettano di proseguire il conflitto a fianco dei tedeschi (che hanno intanto occupato gran parte della penisola, incontrando una debole resistenza da parte delle truppe italiane dislocate alle frontiere e nei pressi di Roma e di altre località).




 
Web  Top
view post Posted on 6/3/2015, 09:48
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,058

Status:


La fuga del Re e di Badoglio, i tedeschi invadono l'Italia


I vertici militari, il Capo del Governo Pietro Badoglio, il Re Vittorio Emanuele III e suo figlio Umberto abbandonarono la Capitale e compirono una fuga ignominiosa dapprima verso Pescara, poi verso Brindisi. L'esercito italiano venne lasciato senza ordini e si sbandò; il paese venne abbandonato in balia delle truppe naziste, che il 9 settembre varcarono il Brennero. Lo stesso giorno gli antifascisti diedero vita al Comitato di liberazione nazionale, chiamando il popolo "alla lotta e alla resistenza". Per l'esercito italiano l'annuncio dell'armistizio fu uno sfacelo: oltre 600.000 uomini vennero deportati nei campi di lavoro in Polonia e in Germania; fra i superstiti, molti fuggirono verso casa, molti altri diedero vita a bande partigiane che animeranno poi la Resistenza.


th_562949926_1_122_162lo


th_628248795_1_122_142lo


th_620280631_1_122_456lo

th_621338533_2_122_247lo

th_561859832_4_122_397lo

th_629417943_2_122_142lo

th_626942902_2_122_547lo

th_631321228_3_122_994lo

th_622507104_5_122_199lo

th_563031814_6_123_417lo

th_256303465_7_122_545lo


contin ua sotto

Edited by Pulcinella291 - 7/3/2015, 11:20
 
Web  Top
view post Posted on 8/3/2015, 11:27
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,058

Status:


L'Italia divisa in due


Dopo l'armistizio le forze in campo furono costantemente sbilanciate a favore degli Alleati, tanto più in quanto l'esercito italiano dopo la resa si dissolse e si riformò successivamente in buona parte in campo alleato, con l'eccezione delle unità che verranno schierate dall'Esercito Nazionale Repubblicano(la repubblica di Salo'). In altre parole al sud c'erano gli alleati e al centro nord i tedeschi con i fascisti della Repubblica di Salo' contro i partigiani. E' l'inizio della guerra civile,



























Edited by Pulcinella291 - 8/3/2015, 11:59
 
Web  Top
view post Posted on 9/3/2015, 09:54
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,058

Status:


La guerra civile in Italia


dopo l'armistizio e con l'eclissi del potere dello Stato regio, iniziarono a delinearsi i due schieramenti della guerra civile, i partigiani e i fascisti, entrambi convinti di rappresentare legittimamente l'Italia. Molti di coloro che imbracciarono le armi si trovarono, colti di sorpresa dall'armistizio, da una parte o dall'altra quasi casualmente e dovettero compiere la propria scelta di campo sulla base delle circostanze.
Gli antifascisti cominciavano a riorganizzarsi grazie al ritorno dal carcere, dal confino o dall'esilio di numerosi dirigenti di primo piano: Longo, Secchia e Scoccimarro per i comunisti; Nenni, Pertini, Morandi e Saragat per i socialisti; Bauer, La Malfa e Lussu per gli azionisti. Iniziarono quindi a formarsi le prime organizzazioni e i primi "Comitati di opposizione interpartitici" antifascisti, gettando le basi del futuro Comitato di Liberazione Nazionale.
La scelta fu particolarmente gravosa per i militari, vincolati da una parte al giuramento al re e dall'altra al rispetto dell'alleanza con i tedeschi, pena in entrambi i casi il proprio onore di soldati; risolsero il problema facendo appello alla propria coscienza: alcuni, considerando sciolto il giuramento al Re per via del suo comportamento, si presentarono ai comandi tedeschi chiedendo d'essere arruolati, ricevendo come distintivo una fascia da braccio con un tricolore e la scritta Im Dienst der Deutschen Wehrmacht (al servizio della Wehrmacht germanica); altri, pur essendo del medesimo avviso, scelsero comunque di non parteggiare per l'Asse.
Nel clima generale in cui «tutti erano come posseduti da un "bisogno di grandi tradimenti" contro i quali rivalersi», entrambe le parti (sebbene tra i partigiani non mancasse una minoranza di convinti monarchici) erano accomunate dalla condanna del re e di Badoglio: i fascisti li accusavano di aver tradito l'alleanza con i tedeschi e di aver così compromesso l'onore dell'Italia agli occhi del mondo, mentre i resistenti di aver impedito all'8 settembre di «trasformarsi in una trionfale e redentrice giornata di resurrezione»
Il conflitto civile combattuto tra fascisti e partigiani raramente coinvolse in scontri diretti le forze armate di RSI e Regno del Sud. I due Stati italiani in linea di massima evitarono perfino di schierare i propri reparti al fronte davanti a reparti dell'altro. In alcuni casi tuttavia soldati italiani si trovarono dinnanzi altri italiani: il Gruppo Battaglioni Forlì della RSI inquadrato nella 278ª Divisione tedesca ebbe di fronte i marò del Gruppo di Combattimento ''Folgore'' del Regio Esercito, coi quali vi furono anche scontri con morti e feriti, e quello del Gruppo di Combattimento Cremona, il cui I Battaglione si scontrò contro i resti del Battaglione Barbarigo della Decima MAS in ritirata, a Santa Maria in Punta nel Polesine.

th_877693309_1_122_196lo

th_886148489_3_122_180lo

th_881644460_4_122_26lo

th_889467414_5_122_23lo

th_889598209_6_122_984lo
th_881846962_8_122_50lo

th_889666841_9_122_531lo

th_890776425_10_122_100lo

th_878022646_11_122_449lo

th_889731355_12_122_135lo

th_890842800_13_122_479lo

th_878086602_14_122_447lo

th_882115306_15_122_65lo

http://img242.imagevenue.com/loc37/th_8897....jpg[/IMG][/URL] th_889934208_16_122_544lo


th_886352575_7_122_369lo

 
Web  Top
view post Posted on 11/3/2015, 12:35
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,058

Status:


Attentati, rappresaglie, controrappresaglie



Il più scottante dei problemi legati alla guerra civile in Italia f quello delle rappresaglie, delle loro cause e delle loro conseguenze.
Per la fazione resistenziale, le rappresaglie erano stragi che testimoniavano ad un tempo la rabbiosa impotenza degli occupanti nazisti e dei loro alleati fascisti e la loro costituzionale bestialità nei confronti di una popolazione che li odiava.

Per la fazione neofascista, le rappresaglie erano scientificamente cercate dai partigiani del PCI, attraverso azioni ed attentati volti coscientemente a colpire gli elementi più moderati del Fascismo repubblicano e contemporaneamente a scatenare quelli più intransigenti e i tedeschi. Quest'ultima accusa è anche il principale sostegno della versione neofascista della tesi della "guerra civile".
La storiografia scientifica moderna ha accolto e sintetizzato entrambe le tesi enucleando da un lato le motivazioni psicologiche delle azioni di rappresaglia – legate al nichilismo del Fascismo repubblicano[120], al "bisogno di vendetta" generalizzato, alla scarsa considerazione che godevano gli italiani di fronte ai tedeschi dopo l'8 settembre – ma anche riconoscendo la strategia perseguita dalle forze della Resistenza – soprattutto dai comunisti – volta all'innalzamento del livello di scontro, all'aperto coinvolgimento delle masse popolari, ad ottenere lo scollamento fra popolazione, fascisti e tedeschi.













 
Web  Top
view post Posted on 12/3/2015, 09:28
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,058

Status:


La Morte di Mussolini


Nel tentativo di sfuggire alla disfatta definitiva della Repubblica Sociale Italiana e sperando ancora in un sussulto dei suoi con la possibilità di trattare un accordo di resa a condizione, Mussolini abbandona il 18 aprile 1945 l'isolata sede di Palazzo Feltrinelli a Gargnano, sulla sponda occidentale del lago di Garda, e si trasferisce a Milano, dove arriva in serata prendendo alloggio nella prefettura; il giorno precedente aveva discusso nell'ultimo consiglio dei ministri sulla possibile resistenza nel Ridotto della Valtellina


Nel pomeriggio del 25 aprile, con la mediazione del cardinale di Milano Ildefonso Schuster, si svolge nell'arcivescovado un incontro decisivo tra la delegazione fascista composta da Mussolini stesso, il sottosegretario Barracu, i ministri Zerbino e Graziani (l'industriale Gian Riccardo Cella ed il prefetto di Milano Mario Bassi non parteciparono direttamente ai colloqui) ed una delegazione del CLN composta dal generale Cadorna, dall'avvocato democratico-cristiano Marazza, dal rappresentante del partito d'azione Riccardo Lombardi e dal liberale Giustino Arpesani. Sandro Pertini arriverà in ritardo a riunione conclusa. A Milano è in corso lo sciopero generale e l'ordine dell'insurrezione generale è imminente. Inoltre Mussolini apprende durante l'incontro che i tedeschi avevano già avviato trattative separate con il CLN: l'unica proposta che riceve dai suoi interlocutori è quindi la "resa incondizionata". Un accordo al momento sembra possibile, dato che vengono date garanzie per i fascisti e per i loro familiari, ma i repubblichini, anche se senza vie d'uscita, non vogliono essere i primi a firmare la resa per essere poi tacciati di tradimento. Si riservano di dare una risposta entro un'ora lasciando l'arcivescovado e ritirandosi in prefettura, ma non ritorneranno più.

In serata, verso le ore 20, mentre i capi della resistenza, dopo aver atteso invano una risposta, danno l'ordine dell'insurrezione generale, Mussolini salutati gli ultimi fedeli, lascia Milano e parte in direzione di Como, assieme ai fascisti si trova il tenente Bizier con i suoi uomini, incaricato da Hitler di scortare Mussolini ovunque vada.
Finalità del viaggio

Como rappresentava per Mussolini una meta che offriva diverse possibilità:

Como e la sponda occidentale del suo lago rappresentava una zona marginale relativamente protetta e con una presenza partigiana limitata.Alle 21:30 il capo del fascismo raggiunge la prefettura di Como. Il giorno precedente nella città comasca era arrivata anche la moglie Rachele con i figli Romano ed Anna Maria, ma Mussolini si rifiuta di incontrarli, limitandosi a scriver loro una lettera d'addio e a una telefonata con cui raccomanda alla moglie di portare i figli in Svizzera.
Verso le quattro del mattino del 26 aprile cercando invano di eludere la sorveglianza tedesca, il convoglio fascista abbandona precipitosamente Como muovendosi verso nord, costeggiando il lato occidentale del lago di Como lungo la strada regina e giungendo a Menaggio verso le cinque e trenta senza problemi.
Nella notte giunge a Menaggio un convoglio militare tedesco in ritirata composto da trentotto autocarri e da circa duecento soldati della FlaK.
Mussolini con i gerarchi fascisti e le rispettive famiglie al seguito, decide di aggregarvisi. La colonna, lunga circa un chilometro, alle cinque del mattino parte da Menaggio, ma alle sette, appena fuori dall'abitato di Musso, viene fermata ad un posto di blocco delle Brigate Garibaldi; dopo una breve sparatoria, e in seguito a lunghe trattative, i tedeschi ottengono il permesso di poter proseguire a condizione che venga effettuata un'ispezione, e che siano consegnati tutti gli italiani presenti nel convoglio, nel sospetto che vi fosse il Duce con qualche gerarca in fuga. Mussolini, su consiglio del capo della sua scorta SS, il sottotenente Fritz Birzer, indossa un cappotto e un elmetto da sottufficiale della Wehrmacht, si finge ubriaco e sale sul camion numero 34 della Flak, occultandosi in fondo al pianale, vicino alla cabina di guida, ricoperto da una coperta militare. A nessun altro italiano sarà concesso di tentare di seguire nascostamente Mussolini nel convoglio.
Verso le ore 16 del 27 aprile, durante l'ispezione della colonna tedesca in piazza a Dongo, Mussolini viene riconosciuto dal partigiano Giuseppe Negri sotto una panca del camion n. 34. Viene perciò prontamente disarmato del mitra e di una pistola Glisenti, arrestato e preso in consegna dal vicecommissario di brigata Urbano Lazzaro "Bill" che lo accompagna nella sede comunale, dove gli viene sequestrata la borsa di cui era in possesso.
Poi, come sappiamo verra' fucilato assieme a Claretta Petacci, ma qui le versioni divergono e la verità non verra mai fuori.
Contemporaneamente verranno fucilati i gerarchi fascisti catturati nell'operazione









Edited by Pulcinella291 - 12/3/2015, 09:50
 
Web  Top
view post Posted on 18/3/2015, 11:36
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,058

Status:


Trieste e l' Istria alla fine della guerra:il dramma delle foibe


1 maggio 1945: Trieste è pronta a festeggiare la fine di una guerra, lunga e dolorosa. Il giorno precedente i Volontari della Libertà, gli uomini del C.L.N. guidati da don Marzari, hanno preso il controllo della città, sottraendolo alle truppe tedesche ( e la mediazione del Vescovo mons. Santin è riuscita anche a salvare il porto e le altre strutture della città).

La guerra è dunque finita ed i Triestini si accingono a festeggiare la pace, come armai si fa in tutt’Italia ed in tanta parte d’Europa. Ma la realtà che scoprono, quella mattina del 1 maggio, è tutt’altra. I nuovi arrivati, le truppe comuniste jugoslave del maresciallo Tito, non sono portatori di pace, sono oppressori quanto e più delle truppe naziste che se ne sono appena andate e che per due lunghissimi anni avevano governato la città.
Le truppe titine iniziano subito con il dare la caccia proprio agli uomini del C.L.N. e assieme a loro a migliaia e migliaia di triestini, alcuni caratterizzati politicamente (sia perché fascisti che in quanto comunque esponenti di movimenti politici, anche se antifascisti), altri, tantissimi altri senza nessuna apparente ragione di ordine politico, con un meccanismo perverso di pura casualità (in un certo numero di casi sono vicende e rancori personali a sostituirsi alla casualità).

Per tutto un lunghissimo mese Trieste vive questa sorta di mattanza. Migliaia e migliaia di suoi figli che, sottratti ai propri cari, spariscono nelle grinfie della cosiddetta Milizia Popolare per non fare mai più ritorno. Buona parte di costoro finisce in quelle nere cavità carsiche che portano il nome di “foibe”. Il rituale è ben definito: vengono legati a due a due, portati sull’orlo della voragine e poi ad uno dei due viene sparato un colpo alla nuca affinché, cadendo, si trascini anche l’altro nella voragine.

Un rituale tragico e barbarico (prevedeva anche il lancio finale, nella foiba, di un cane nero sgozzato) con il quale sono stati trucidate migliaia e migliaia di esseri umani: il tutto a guerra finita!

th_667341433_1_122_523lo

th_673488137_2_122_372lo

th_670313825_3_122_161lo

th_673624318_4_122_1181lo

th_665825870_5_122_109lo

th_674782871_6_122_222lo

th_673711780_8_122_232lo

 
Web  Top
11 replies since 28/2/2015, 13:37   2841 views
  Share