I quartieri di Genova: Prè
Prè (pron. /ˈprɛ/; Pre /ˈpre/ in ligure) è un quartiere del centro storico di Genova. Era anticamente uno dei sestieri in cui era suddivisa la città di Genova e confinava a levante con quello della Maddalena, a ponente con quello di San Teodoro e a nord con quello di San Vincenzo.
Situato a ridosso dell'area portuale più antica, è probabilmente il più conosciuto tra i quartieri storici del capoluogo ligure. La zona di via Prè, che con il suo intrico di vicoli offriva opportunità di protezione e fuga, nel secondo dopoguerra divenne emblema di una piccola criminalità che viveva soprattutto di contrabbando di sigarette, prostituzione e ricettazione. Il quartiere dagli anni novanta è sottoposto a profondi lavori di restauro e conservazione degli stabili.
L'origine del nome deriva da praedia (poderi) o Borgus Praedis, termine con il quale è nominato in alcuni documenti risalenti al 1131, perché in quell'epoca era ancora una zona prettamente agricola.
La costruzione delle mura dette “del Barbarossa” (1155) aveva incluso nella cerchia cittadina l'area del cosiddetto Burgus, corrispondente all'incirca all'attuale quartiere della Maddalena, già in buona parte urbanizzata dalla comunità monastica di San Siro, portando il limite di ponente dell'area urbana alla porta di Santa Fede o Sottana, oggi conosciuta come "Porta dei Vacca".
I primi insediamenti nella zona risalgono proprio a quella seconda metà del XII secolo, quando all'esterno della porta dei Vacca iniziò a svilupparsi un borgo lungo il tracciato della strada costiera che uscendo dalla città conduceva a ponente e che, molto probabilmente, altro non era che il tratto iniziale dell'antica Via Postumia.
Prè, come altri quartieri genovesi (ad esempio San Vincenzo, al limite orientale della città) nasce come centro di via, legato cioè ai servizi forniti ai viaggiatori che percorrevano la via di accesso alla città o arrivavano via mare; come spesso accadeva in epoca medievale furono gli ordini monastici a favorire l'urbanizzazione della zona, con i loro ospitali, creati per fornire alloggio e assistenza ai viaggiatori che transitavano per il porto di Genova diretti in Terra santa e in oriente: crociati, pellegrini e mercanti. Il primo e più conosciuto di questi fu la Commenda di San Giovanni di Prè dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, o Cavalieri gerosolimitani, costruito nel 1180, ma nella zona, appena fuori dalle mura, sorsero anche quelli di Sant'Antonio Abate, Santa Fede, alla foce del rio Carbonara e l'Ospedale dello Scalo.
Quasi contemporaneamente, a partire dal 1163, nella zona portuale antistante furono concentrati gli scali di riparazione delle navi, mentre nella seconda metà del XIII secolo, ad opera di frate Oliverio e di Marino Boccanegra fu costituita una darsena con attiguo arsenale. Quel primo terminal portuale garantì l'impulso economico allo sviluppo del borgo.
Con la costruzione delle nuove mura di ponente, nel 1347, tutto il quartiere fu inglobato nel perimetro cittadino e la sua via centrale (l'attuale via Prè) divenne l'arteria principale di uscita dalla città verso ponente, attraverso la porta di San Tommaso, che sorgeva nell'attuale piazza del Principe.
Diversamente dal Burgus, dove lungo l'asse formato da via del Campo, via S. Luca, piazza Banchi si aprono numerose piccole piazze sulle quali si affacciavano insediamenti nobiliari, il quartiere di Prè ha mantenuto nel tempo un carattere popolare, benché non siano mancati anche qui alcuni insediamenti di famiglie patrizie. Tra queste gli Adorno, i Balbi, i Cybo, i Fregoso, i Lomellini e i Vachero (detti anche Vacca), al cui nome è legata l'omonima porta cittadina, ma anche la fallita congiura di Giulio Cesare Vachero.
Nel 1493, a seguito dell'editto dei sovrani di Castiglia che dopo la ‘'Reconquista'’ sancì l'espulsione degli ebrei sefarditi dalla Spagna, la Repubblica di Genova accolse una comunità (circa 300 persone) di questi esuli, che secondo la mentalità dell'epoca, permeata da pregiudizi religiosi verso gli ebrei, vennero confinati in un'area nei pressi di via del Campo, all'interno delle vecchie mura del Barbarossa. Nonostante le restrizioni, agli ebrei fu concesso di aprire una sinagoga, ma oggi non resta traccia di questo edificio. La zona intorno alla metà del Seicento divenne un vero e proprio ghetto, recintato e con gli accessi sorvegliati per evitare contatti tra ebrei e cristiani, ma già nel 1674 fu trasferito in piazza dei Tessitori, nella zona di Sarzano. A quell'epoca la comunità ebraica genovese contava 174 persone.
La prima rivoluzione urbanistica del quartiere avvenne all'inizio del Seicento quando vi si insediarono alcune nobili famiglie genovesi, tra cui i Durazzo e i Balbi. E saranno proprio questi ultimi a modificare il tessuto urbano con l'apertura a monte della Strada Balbi e la costruzione lungo essa di sontuosi palazzi.
La nuova strada, oltre a celebrare la potenza della città e della sua oligarchia aveva un utilizzo pratico. Infatti essendo per l'epoca molto larga e rettilinea rendeva finalmente agevole il transito delle merci dirette a ponente e a nord che fino ad allora avevano dovuto passare, con gran difficoltà, per lo stretto budello di via Prè.
Un'altra svolta, sempre legata allo sviluppo della viabilità urbana legata al porto, fu l'apertura della strada carrabile litoranea voluta dal re Carlo Alberto (oggi via Gramsci), che collegava piazza Principe con piazza Caricamento. Con la realizzazione della nuova strada la storica via medievale perse definitivamente la sua funzione di arteria di uscita dalla città che comunque, in realtà, aveva già perso da tempo, visto che ormai il trasporto delle merci e dei passeggeri tra il porto antico e i nuovi moli sorti a ponente avveniva via mare all'interno del porto stesso.
La costruzione della nuova stazione ferroviaria di Genova Piazza Principe, realizzata tra il 1854 e il 1860 modificò profondamente la zona nord-occidentale del quartiere. Per far spazio alla nuova stazione vennero abbattuti due monasteri e la porta di San Tommaso, che già dal 1632, con la costruzione delle Mura nuove sui colli intorno alla città, aveva perso il suo ruolo di accesso alla città.
Nel Novecento il riordino urbanistico continuò senza sosta con altre demolizioni nella zona della stazione per far posto a grandi alberghi, alcuni dei quali ancora in attività.
Il quartiere storico nel secondo dopoguerra e negli anni del boom economico divenne il centro della prostituzione e del contrabbando di sigarette. Nell'immediato dopoguerra fu la piccola malavita di origine napoletana ad insediarsi nei caruggi per gestire questi traffici, sfruttando soprattutto i vizi di marinai e militari: celebri nelle cronache di quegli anni furono le figure di Francesco Fucci detto "Mano ‘e pece" e di sua moglie Carmela Ferro, detta "Marechiaro" A partire dagli anni settanta, con il massiccio diffondersi dell'eroina presero il sopravvento gruppi di origine siciliana e calabrese legati alle organizzazioni criminali che fecero enormi profitti con lo spaccio degli stupefacenti. Dalla fine degli anni ottanta questo traffico è invece gestito soprattutto da immigrati extracomunitari. L'insediamento della malavita nei vicoli ha determinato sin dall'immediato dopoguerra l'allontanamento di molti degli originari abitanti (solo in parte sostituiti da immigrati, dapprima provenienti dalle regioni del Sud Italia e negli ultimi decenni soprattutto dal Nord Africa e dal Sud America) e il degrado del patrimonio edilizio.
Sul piano della viabilità, l'intervento più importante nel dopoguerra è stato la realizzazione della Sopraelevata (1963), che correndo al margine dell'area portuale collega il casello autostradale di Genova Ovest a piazza Caricamento e alla Foce. Per realizzare la strada fu demolito il passaggio sopraelevato che collegava direttamente il Palazzo Reale con il porto. Pur non avendo accessi nel quartiere l'apertura di questa arteria ha decongestionato il traffico in transito nella via Gramsci.
Oggigiorno, dopo un secolo di costante e progressivo degrado, il quartiere di Prè registra i primi timidi segni di ripresa. Ma mentre sia la zona a monte, via Balbi e i suoi palazzi, che quella a mare, con il porto antico, sono state negli ultimi anni riportate a nuova vita, via Prè rimane ancora assai indietro, nonostante i vari progetti di riqualificazione, alla faticosa ricerca di un recupero di stabili al limite della fatiscenza.
Prè è sicuramente uno dei luoghi più interessanti di Genova, visto che comprende il porto antico con la darsena e il museo Galata, via Balbi (la strada di parecchie facoltà universitarie) piazza dell'Annunziata, venti palazzi del sistema dei rolli, una fitta rete di caruggi, comprendenti la via omonima, via del Campo, via Lomellini, la Commenda, numerose chiese, la stazione Principe, Palazzo Reale e tutti i relativi monumenti.
Certamente molto sfugge, le vie strette esigono attenzione per vedere i tesori che racchiudono.
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