Le stronzate di Pulcinella

GENOVA per VOI: storia, arte, tradizioni, cultura, gastronomia, sport, entroterra

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view post Posted on 24/12/2021, 11:25
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Tanti auguri di Buon Natale!

in poesia



Caffe_a_Rapallo

auguri_Genova

 
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view post Posted on 24/12/2021, 18:15
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Muro o non muro...TRE PASSI AVANTI!

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Valleregia di Serra Riccò (GE)

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Il Borgo marinaro di Boccadasse, unico al mondo all'interno di una città (Genova), augura a tutti una Serena Festa della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo ...



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Piero
 
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view post Posted on 5/2/2022, 20:31
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Negli anni della sua costruzione si trattava di qualcosa di unico. Tanto da detenere alcuni primati europei durante il boom economico. Periodi di una Genova tanto distante da quella attuale…

Torre Piacentini, il più grattacielo più alto d’Europa!

torrepiacentini



Progettato da Marcello Piacentini e dal ingegnere Angelo Invernizi fu inaugurato nel 1940. Fu uno dei primi grattacieli d’Europa con altezza superiore ai 100 metri e con struttura in cemento armato!

È stata la più alta costruzione italiana ed europea in cemento armato dell’epoca nonché grattacielo più alto d’Italia fino alla costruzione della Torre Breda di Milano, nel 1954, a sua volta grattacielo più alto d’Europa fino alla costruzione della Kotel’ničeskaja naberežnaja di Mosca, nel 1952.

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Attualmente, escludendo la struttura pubblicitaria posta sulla sua sommità, è il secondo edificio più alto della Superba (108 metri), dopo il Matitone (109 metri).

Se consideriamo la sua altezza complessiva, invece, si parla di 116 mt.

La sua sommità, originariamente, si chiamava Terrazza Capurro, ma è sicuramente stata più “famosa”, per molti anni, come la “Terrazza Martini”.

Oggi è stata ribatezzata Terrazza Colombo.

Fonte: ilmugugnogenovese.it
 
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view post Posted on 17/2/2022, 21:17
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Eccezionali scoperte archeologiche nel centro storico: Loggia di Banchi

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Ad oggi il cantiere di scavo condotto dalla Soprintendenza ha messo in evidenza due isolati della città medievale, sepolti al momento della costruzione della Loggia nel 1595, separati da vicoli e fiancheggiati da un’antica strada, corrispondente all’attuale via degli Orefici. Si tratta di un sito medievale di grande valore, collocato in un contesto urbano eccezionale, che lascia presagire ulteriori nuove e interessanti scoperte che permetteranno di arricchire la storia della città nelle epoche più remote: dagli scavi emergono infatti le prime strutture e i livelli di vita di epoca romana, ricchissimi di frammenti di anfore provenienti dalle navi che attraccavano in porto, testimonianza preziosa di come la zona di Banchi attraverso i secoli abbia svolto il fondamentale ruolo di crocevia strategico tra il porto e la città
L’eccezionalità del rinvenimento consiste nello straordinario stato di conservazione degli ambienti, sigillati al momento dell’abbandono: una bottega e un fondaco, conservato con elevati che superano i 3 metri di altezza.

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Al loro interno le strutture di approvvigionamento idrico (condutture, canalizzazioni, pozzi e cisterne) e gli apprestamenti per le attività commerciali e artigianali (banconi che sostenevano tavolati di lavoro e di stoccaggio delle merci). La lettura delle stratigrafie murarie consente di valutare come il primo impianto medievale possa risalire già alla metà del XII secolo, cui seguirono successive modifiche e ristrutturazioni fin quasi al momento della demolizione alla fine del ‘500.
La ricerca d’archivio, ancora in corso, ha consentito di individuare la proprietà degli immobili appartenente ad antichi gruppi nobiliari (gli Usodimare, i De Nigro e gli Imperiale), e ricostruire la maglia insediativa di questo specifico settore della città, centro della vita economica e finanziaria, con le attività dei notai, dei cambi valuta e le vendite pubbliche all’asta, tra cui le famose compere del Banco di S. Giorgio.

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«Dagli scavi di cantiere nella Loggia di Banchi è emerso un affascinante sito archeologico. Un vero tesoro custodito nella Genova sotterranea, che i cittadini potranno visitare e apprezzare prima che riprendano le opere per la realizzazione del Museo della Storia della Città, che sarà un luogo iconico di auto rappresentazione urbana, contenitore di un passato ricco di gloria e di spirito di iniziativa. Un posto dove i turisti potranno scoprire chi siamo, mentre i genovesi riscopriranno chi eravamo nel passato, per capire chi vogliamo essere nel futuro» commenta Barbara Grosso, assessore alle Politiche culturali del Comune di Genova.

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«Abbiamo creduto subito, lo scorso agosto, al valore di questa scoperta» dichiara Ilaria Cavo, assessore alla Cultura di Regione Liguria «Oggi è importante che si dia una possibilità di godere di questa visione ai cittadini e a coloro che vorranno prenotarsi alle visite che, seppur contingentate, daranno il senso di cosa diventerà questo luogo con la possibilità di vivere la storia di Genova nei secoli dall’età romana ad oggi in una stratificazione unica».

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Fonte: genovaquotidiana.com

Filmato YouTube canale Genova Quotidiana
 
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view post Posted on 7/3/2022, 20:36
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Scusate, ma stasera mi passerete un piccolo moto d'orgoglio

È genovese la miglior panificazione artistica italiana!

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Si aggiudica il primo premio come “Panificazione Artistica” durante lo svolgimento del Campionato Italiano della Panificazione, il Panificio Pasticceria Le Palme di Nervi
 
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view post Posted on 7/3/2022, 21:09
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view post Posted on 21/3/2022, 18:34
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La Pria Pulla e la diga

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I popoli di mare, come il nostro, hanno rispetto e venerazione verso quella distesa infinita di acqua che sta a poche decine di metri dalla porta di casa loro. Leggende, storie, racconti e miti si alternano nei bar ogni giorno. E questa sembra proprio una storiainventata, ma non lo è.

Siamo a Pegli, lato ovest di Genova. La storia vuole che il primo progetto ideato per la nuova diga foranea del porto Pra’-Voltri passasse proprio sopra lo scoglio-simbolo di Pêgi. Rischiava di far scomparire un simbolo vero, ma la protesta dei cittadini fu tanto forte che si riuscì a salvarlo, deviando il “disegno” originale del molo. Oggi è compreso all’interno del bacino portuale, nei pressi dell’imboccatura di levante, utilizzabile unicamente da barche da pesca e da diporto. Oltre tutto, su quello scoglio e dintorni, ha messo casa una comunità di cormorani.
Pria Pulla, dunque, ha battuto il cemento e la modernità, resistendo fino ai giorni nostri. Purtroppo, però, questo è uno dei pochi casi in cui passione e leggende hanno avuto la meglio sul “Dio Denaro” e sul progredire dei tempi.

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E io, che a Pegli andavo a scuola una vita fa, la ricordo prima della costruzione del porto container, quando, di sera, tornavo a casa. Allora la "Pria" prendeva i colori del tramonto ed era un'immagine di una bellezza struggente.


Fonte: ilmugugnogenovese.it
 
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view post Posted on 30/3/2022, 15:05
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E oggi una ricetta della tradizione

O LÆTE DOÇE

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Una prelibatezza dal sapore d’altri tempi che adesso è il momento di ri-tirarla fuori. Il procedimento è veloce.

E gli ingredienti sono tutti abbordabili anche in questo periodo.

ingredienti

1 l di latte
150 gr Zucchero
150 gr Farina 00
4 Uova intere
Scorza grattuggiata di 1 limone non trattato
Cannella in polvere
Pane grattato
2 Uova per impanare
Olio per ungere tegame
Olio per friggere

Procedimento

In una pentola unire le uova allo zucchero, la farina setacciata, latte e la scorza grattata del limone

Mettere sul fuoco basso e cuocere fino ad ottenere una consistenza densa

Quando la crema inizierà a staccarsi dalla pentola è pronta. (20/25 minuti)

Unire un pizzico di cannella e girare

Versare la crema in un tegame largo precedentemente unto di olio

Si dovrà ottenere uno spessore di circa 1,5/2cm

Lasciare raffreddare a temperatura ambiente

Mettere in frigorifero e lasciarlo almeno 6/8 ore

Sbattere leggermente due uova e preparare un vassoio con il pane grattato

Estrarre il latte dolce dal frigo e tagliare a rombi

Passare i rombi nelle uova sbattute e poi nel pane

Friggere in abbondante olio caldo

Servire tiepide


Fonte: ilmugugnogenovese.it
 
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view post Posted on 1/4/2022, 17:20
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Pulcinella291 Forum

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SEI GENOVESE SE....


affermi che il pesto è l’unica salsa al mondo dove non si consuma una lira di gas.

rabbrividisci al pensiero di incontrare sulla stessa mano del marciapiede uno che devi salutare

dopo l’ennesima martellata su un dito ti scappa “Belin.. che Maaa!

in una frase compiuta di dieci parole ci piazzi almeno un “Belin

quando “belin” non è una parolaccia ma un intercalare dialettale e non sgridi i tuoi nipoti se lo dicono

incontri un genovese nello stesso agriturismo in puglia e al termine della vacanza ti saluti con un semplice “se vedemmu”

quando senti dire la parola “puffo” non ti vengono in mente quegli omettini blu, ma ben altro

sai pronunciare correttamente in dialetto le parole seguenti al singolare e al plurale: suocero, cecio, ciliegia

 
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view post Posted on 2/4/2022, 10:34
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Un po' di humor

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view post Posted on 5/4/2022, 10:47
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Quando l'imperatrice Sissi venne a Genova e volle salire a piedi sul monte Gazzo

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Ripercorrendo la storia della nostra città non si può non citare l'episodio in cui Elisabetta di Baviera, meglio conosciuta come Sissi, imperatrice d'Austria, venne a Genova.

Sissi era cresciuta relativamente libera da vincoli sociali e di comportamento normalmente imposti alla nobiltà mitteleuropea del XIX secolo, ed era generalmente insofferente alla disciplina di corte a Vienna: anche per questo era molto apprezzata dai cittadini. In più, a renderla popolare, erano anche le tante storie che circolavano sulla sua "favola" d'amore con Francesco Giuseppe I d'Austria, che inizialmente avrebbe dovuto fidanzarsi con la sorella di lei. Ma che poi iniziò a tradire Sissi, rendendola una "regina triste". Le leggende si intrecciano con la storia, e a contribuire a rendere questo personaggio ancor più romantico e fiabesco ci pensarono, molti decenni dopo, i film con Romy Schneider.

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Era un giorno di marzo del 1893. Una affascinante donna di 56 anni giunse da Milano alla stazione di Principe, viaggiando in incognito con lo pseudonimo di Lady Parker. Arrivò in treno, e si diresse al porto, dov'era ormeggiato il suo yacht. La sua bellezza non passò però inosservata e i quotidiani dell’epoca iniziarono a raccontare il soggiorno breve ma intenso della principessa Sissi, che conobbe la città lungo le strade della Genova di quel tempo. Instancabile camminatrice, l’imperatrice Elisabetta d’Austria volle concludere la sua visita ammirando la Superba dall’alto: vestita con un elegante abito nero e in mano un ombrellino color cenere, chiese al cocchiere di fermare la carrozza presso San Giovanni Battista, per salire a piedi verso il Santuario di Nostra Signora del Gazzo. L’iscrizione sulla facciata del vecchio hospitale dei pellegrini ricorda quel giorno.

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La piccola chiesa dei Santi Rocco e Isidoro, poi, sorprese per il suo panorama l’instancabile e formidabile camminatrice Elisabetta d’Austria.

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Purtroppo Sissi non si trattenne a lungo a Genova poiché la notizia del suo arrivo - benché strettamente riservata - fece presto il giro della città grazie alla stampa, e dunque l'imperatrice salpò presto sul suo yacht verso Napoli.

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Fonte: genovatoday.it

Fotografie: web
 
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view post Posted on 5/5/2022, 18:21
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La Santa Maria (riproduzione) è a Genova!

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Una replica di grandezza naturale della Nao Santa María. Attraccata alla Marina Molo Vecchio, che potrà essere visitata ogni giorno dalle 10 alle 20 fino al 6 maggio.


Fonte: ilmugugnogenovese.it

Fotografie: Stefano Canepa e Il Mugugno Genovese
 
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view post Posted on 26/5/2022, 15:46
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I Giardini di Villa della Pergola sono “Il Parco più Bello d’Italia”.

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Il concorso, giunto alla XVIII edizione e promosso dal network “Il parco più bello”, di cui fanno parte circa 1000 parchi tra pubblici e privati in tutto il Paese, ha visto per l’edizione unificata 2020-2022 la scelta degli storici Giardini di Alassio come Parco vincitore per la categoria Parchi Privati.

I Giardini sono stati definiti dalla giuria “meta di impareggiabile bellezza che affaccia sull’acqua”.

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Il Concorso “Il Parco più Bello” vanta il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, del Ministero dell’Ambiente, dell’UNESCO, dell’ACI e con l’adesione del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano), e dell’AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio).

Alassio è un raro esempio di parco anglo-mediterraneo interamente preservatosi nella sua estensione originaria.

Il Parco nacque nella seconda metà degli anni settanta dell'Ottocento dal desiderio del Generale Montagu McMurdo e di sua moglie Lady Susan Sarah Napier di realizzare una dimora privata per trascorrere la stagione invernale e la primavera in Riviera. Originariamente l'attuale Villino della Pergola, già Villino Napier, era la residenza estiva dei Conti della Lengueglia.

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La villa secentesca era circondata da coltivazioni a terrazza di agrumi, ulivi e carrubi, i cui frutti servivano per nutrire gli animali da soma e caratterizzata da alcune lunghe pergole sulle quali crescevano piante di vite.

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Il Generale McMurdo trasformò quello che in origine era un podere agricolo ligure di campagna in un vero e proprio parco di piacere, introducendo molte piante ornamentali e alcune balaustre in terracotta per delimitare i punti panoramici di maggior pregio.
McMurdo, inoltre, fece costruire l'altro edificio principale che sorge all'interno del Parco, Villa della Pergola, e unì i due ampi settori della proprietà con alcuni ponti in legno che permettevano di scavalcare l'antica mulattiera che sale lungo la collina senza mai uscire dal Parco.

Stando alle cronache dell'epoca, con il passaggio della proprietà a Sir Walter Hamilton Dalrymple, nel 1900, il numero delle piante ornamentali si accrebbe enormemente, furono piantati i boschetti di cipressi che ancora oggi dominano il paesaggio e, lungo le grandi pergole del Parco, fecero la loro comparsa le prime rose banksia.

Sir Walter realizzò anche molte delle numerose fontane che ancora oggi si incontrano passeggiando nel parco permettendo l'arrivo delle prime ninfee e piante acquatiche.

Nel 1907 il parco della Villa aveva raggiunto una tale fama e ammirazione che lo scrittore William Scott così lo descrisse nel suo libro dedicato alla Riviera: “Un degno rivale dei giardini di Sir Thomas Hanbury a La Mortola è lo splendido parco di Villa della Pergola, appartenente a Sir Walter Hamilton Dalrymple, qui un genuino amore per la natura, unito ad una intima conoscenza del giardinaggio e ad un bilancio generoso hanno prodotto una delle meraviglie della Riviera”.

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Proprio grazie alle parole di Scott, nel 1922 il nuovo proprietario della Villa divenne proprio uno dei figli di Sir Thomas Hanbury, già proprietario della Mortola, Daniel, che iniziò un'opera di sistematico arricchimento delle collezioni di piante presenti nel Parco, facendo trasportare ad Alassio magnifici esemplari di palme washingtonie, dactilifere, canariensis e azzurre, oltre alle cicas messicane, una collezione di cactacee, agavi e aloe provenienti dal giardino di Ventimiglia.
Il Parco assumeva così un aspetto maggiormente esotico e botanico sulla scorta di quanto realizzato dal padre a Ventimiglia. Il parco della Villa prosperò sotto la generosa proprietà degli Hanbury attirando un grande numero di visitatori, compresi alcuni membri della casa reale italiana.

Allo scoppio della guerra la proprietà rimase chiusa e sotto sequestro. La mancanza di cure e le incursioni di animali selvatici determinarono un sensibile deterioramento del parco, situazione che non migliorò durante l'occupazione da parte delle truppe germaniche nel biennio 1943/45.

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Dopo la guerra la vedova di Daniel, Ruth avviò alcune opere di restauro, soprattutto nelle zone maggiormente vicine alle due ville, mentre la parte a est, verso Solva, si inselvatichì progressivamente sotto una coltre di acanti, edera, convolvi e rovi che cancellarono sentieri e muretti a secco.

Dopo la morte di Ruth, nel 1982, la proprietà passò di mano e il Parco e le Ville degradarono.

Nel 2006, in seguito alla vendita all’asta giudiziaria, il Parco e le ville che compongono Villa della Pergola sono stati acquistati da una cordata di amici guidata da Silvia e Antonio Ricci per scongiurare una vasta speculazione edilizia.

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Successivamente all’intervento di salvataggio, è stato avviato un tenace e accurato restauro del Parco sotto l'appassionata direzione dell'architetto paesaggista Paolo Pejrone.

Oggi il Parco onora e supera gli antichi fasti dei Dalrymple e degli Hanbury, continuando a arricchirsi e ad accogliere nuove collezioni botaniche e piante rare.

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Confermandosi oggi, come nei primi anni del novecento, una delle meraviglie botaniche della Riviera e del Mediterraneo, eletto nel 2021 tra i dieci parchi più belli d’Italia ed oggi come il più bello in assoluto.

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Fonti: ilmugugnogenovese.it, giardinidivilladellapergola.com

Immagini: web
 
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view post Posted on 23/6/2022, 20:38
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La fortezza genovese di Tabarka

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Tabarka (Tabarca) è una città Tunisina, sul Mediterraneo. Anticamente chiamata Thabraca fu uno strategico rifugio di navi, colonia romana e sede cristiana dal IV secolo.

Genova attorno agli anni 1400/1500 conobbe un periodo di espansione notevole. La Superba dominava i mari ed ampliava il suo raggio d’azione conquistando colonie e vincendo battaglie. In questo caso, però, non ci fu nessuna conquista, nessuna battaglia, nessun spargimento di sangue. Bensì, fu un “regalo” del “bey” (una sorta di capo tribù – governatore – sovrintendente) Ottomano della zona, alla famiglia Lomellini, alla quale concesse l’intera città. I motivi sono ancora oggi incerti: chi dice per l’interesse per la pesca del corallo, chi per un presunto riscatto da pagare per riavere un prigioniero importante.

I Lomellini facevano parte della cerchia di Andrea Doria, ai tempi doge della Repubblica di Genova. Colonizzarono Tabarca con un gruppo di abitanti di Pegli. La comunità di Pegliesi visse a Tabarka per vari secoli, fino a quando nel 1738, a causa dell’esaurimento dei banchi corallini e del deterioramento dei rapporti con le popolazioni arabe, il folto gruppo di Liguri si trasferì in un’isola disabitata della Sardegna, dove fondò un nuovo comune: Carloforte.

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La prova, il simbolo, l’edificio più caratterizzante del posto è proprio la roccaforte raffigurata nel dipinto, presente ancora oggi nella città di Tabarka. Se ci fossimo trovati davanti la colonia secoli addietro, avremmo visto un vero e proprio gioiellino bellico inaccessibile: una cittadina compatta, fatta di botteghe e artigiani, completamente fortificata, con a protezione in zona sopraelevata un imponente roccaforte con vista a 360° gradi. Non è un caso, infatti, che l’isola venne “smantellata” e mai conquistata.

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Tabarka non è più un isola. Lo rimase per molto, fino alla Seconda Guerra Mondiale, quando i Francesi crearono un camminamento per rendere più agevoli i trasporti all’avamposto. La cittadina si è espansa sulla costa e dell’antica colonia ligure ormai resta solo il Forte (tra l’altro, ancora oggi in uso militare).

Per comodità la città (1200 abitanti attualmente) si è sviluppata sulla ben più agevole costa limitrofa, lasciando l’isola carica di storia, leggende e niente più.

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Fonte: ilmugugnogenovese.it
 
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view post Posted on 23/7/2022, 20:55
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E, di fortezza in fortezza:

La Fortezza dei Genovesi in Sudak

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La Fortezza è stata costruita nella città di Sudak , sud dell’Ucraina. Fondata dai Veneziani nel XII secolo, poi ricostruita dai Genovesi tra il 1371 e il 1469 è una roccaforte nata per protezione della colonia in Crimea.

È costruita in cima ad una antica barriera corallina formazione che ora si trova a 150 m sopra il livello del mare. Si tratta di un bene UNESCO!

A causa della sua importanza storica e del buonissimo stato di conservazione, la fortezza è il fulcro dell’attività turistica della cittadina.

Eppure non è sempre stato tutto rose e fiori nei d’intorni di questo castello. A causa della sua posizione strategica e dell’importanza commerciale della città, dalla fine del XIII secolo, Genova e Venezia iniziarono a contendersela, fino al 1365, quando i genovesi ne presero il controllo fino al 1475. In questo periodo, il porto conobbe anni di grande splendore a tal punto che la maggior parte degli edifici ancora presenti portano il marchio de Zena.

È per questo che la fortezza è anche chiamata “dei genovesi”

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La fortezza genovese, conservata attualmente, consiste in due livelli di fortificazioni, uno situato sulla parte superiore del promontorio, e l’altro in basso. Vi sono un totale di 14 torri, ciascuna con una altezza di 15 m. Un particolare interessante è come le torri siano tutte intitolate ai Consoli che hanno protetto per secoli questa imponente roccaforte!

Nel 2017 sono iniziati i restauri, dopo oltre 25 anni di trascuratezza che coinvolgeranno tutto il complesso

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Fonte: ilmugugnogenovese.it
 
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