Le stronzate di Pulcinella

Il caso Ilva di Taranto: parliamone assieme

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view post Posted on 12/11/2019, 12:02
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Pulcinella291 Forum

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Mi preme subito dire, che io una soluzione non ce l'ho, per cui mi limitero' ad enunciare i fatti a prescindere dalla propaganda politica che se ne sta facendo.
I problemi principali sono due: mantenere l'occupazione e l'inquinamento che lo stabilimento piu' grande d'Europa ha prodotto e continuo a produrre.
Per quanto mi riguarda, credo che quello di Taranto è problema che si porta avanti da anni, troppi interessi, troppe collusioni , senza alcun piano industriale. Altro elemento essenziale è far rientrare i crediti alle banche e forse anche i 300 mila euro investiti dalla Lega in bond.
La panacea dei mali sembrava ArcelorMittal, azienda multinazionale franco-indiana dell’acciaio, nonchè l più grande produttore di acciaio del mondo , controllata tramite fiduciarie e società in paradisi fiscali da uno degli uomini più ricchi del pianeta che aveva vinto la gara d'appalto.
Teniamo presente, pero', che ArcelorMittal è accusata in vari paesi di elusione fiscale e di aver compiuto violazioni ambientali e aver agito con mano pesante sulle comunità locali in molti dei paesi dove opera.
Questo in Italia si sapeva? Certamente si , solo che conveniva tacere: l'Ilva non doveva essere chiusa, gli interessi erano tanti, e poi c'erano da salvaguardare i posti di lavoro che con l'indotto ammontano a circa 20 mila.
Fatto sta che ArcelorMittal nel 2018, si è presentata alla gara per acquistare l’ILVA di Taranto e gli altri due impianti espropriati alla famiglia Riva, accusata di aver violato per anni le leggi di sicurezza e quelle ambientali ed ha vinto la gara, nonostante la sua pessima reputazione.
L'assegnazione ad ArcelorMittal, già l'anno scorso fu oggetto di critiche e polemiche.
Molti accusavano la multinazionale di non avere intenzione di rilanciare gli impianti italiani, ma di avere come unico obiettivo sottrarli a un potenziale concorrente, l'altra società indiana, Jindal che aveva partecipato alla gara.
Molti altri, a dir la verità, difesero la società sostenendo che era l’unica disposta ad investire le cifre necessarie (circa 2 miliardi di euro) ed a mettere in sicurezza l’impianto di Taranto e bonificare parchi dove sono depositati i minerali di ferro.
A condurre la gara e le trattative con ArcelorMittal fu prima l’allora ministro Carlo Calenda, con il governo Gentiloni, e poi Luigi Di Maio, durante il primo governo Conte. Di Maio era contrario all’accordo, ma alla fine ha accettato l’offerta della multinazionale. Con il contratto raggiunto con il governo italiano, ArcelorMittal si è impegnata a investire più di 4 miliardi di euro nella società, ha promesso di occuparsi delle bonifiche dell’impianto di Taranto, e di mantenere al lavoro tutti i diecimila dipendenti della società.
Ora è successo che il mercato dell’acciaio è peggiorato e ArcelorMittal si è resa conto che l’ILVA non è più un buon investimento ed ha cominciato a far marcia indietro, pretendendo, in barba a tutte le leggi italiane, il cosiddetto “scudo penale”che doveva servire a proteggere manager e dirigenti dell’azienda dal rischio di cause legali per le violazioni commesse dalle gestioni precedenti.
Quando ArcelorMittal si è resa conto che il problema "scudo penale" poteva essere superato, ecco un ulteriori ricatti: il licenziamento di circa 5 mila dipendenti, e ridurre la produzione-obiettivo da sei a quattro milioni di tonnellate; infine, l’approvazione di una legge che permetta di tenere aperti gli altoforni sotto esame della magistratura per ancora 14-16 mesi. In caso contrario la società proseguirà il percorso legale che ha già avviato per sciogliere il contratto che la obbliga ad acquistare l'ex ILVA.
Mentre Giuseppe Conte ha già detto che “se ci sarà un contenzioso legale con ArcelorMittal sarà la battaglia del secolo”, i cittadini di Taranto sembrano divisi tra chi dice, pare la maggioranza che L'Ilva deve essere chiusa poichè continua ad inquinare e chi vorrebbe salvaguardare i posti di lavoro.
Tutto questo, mentre qualcuno è sicuro che l'Ilva sara' la fine di questo Governo che pare abbia anche offerto ad ArcelorMittal, oltre allo scudo penale uno sconto sull’affitto, la copertura per una cassa integrazione temporanea per 2.500 lavoratori (la metà di quelli richiesti dall’azienda), ma sui livelli occupazionali (e produttivi) l'accordo generale non può tornare in discussione.
Questi, piu' o meno i fatti.
Voi come la pensate?

 
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view post Posted on 12/11/2019, 13:55
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Cominciamo a parlare di Taranto, chi non la conosce, chi non ci ha risieduto almeno un mese, affronterà il preoblema solo teoricamente e, magari, avanzerà soluzioni inapplicabili, oggi per l'ILVA e per Taranto.

Taranto l'ho conosciuta prima dell'avvento dell'acciaieria, durante la costruzione e l'avviamento della produzione e la conosco oggi.

Solo da pochi anni è stata elettrificata la linea ferroviaria che collega Taranto con Bari, non se se con Napoli ci sia tale collegamento, ma tanto per dimostrarvi dal principio che nel 1960 Taranto era solo il porto principale della Marina Militare Italiana e tutto ciò che non era della marina, ruotava intorno ad essa, ad esempio il campo di volo (chiamarlo aeroporto, in quegli anni, era eufemistico) era funzionale solo come accessorio agli spostamenti aerei di persone VIP. Anche la situazione alberghiera era confacente a quelle esigenze per cui quella piccola città che ruotava intorno all'Arsenale ed al porto fu travolta dalla realizzazione della più grande acciaieria d'Europa che rendeva (renderà) superflue altri stabilimenti, a cominciare da quello napoletano di Bagnoli.

L'autostrada Adriatica che ha come ultimo casello al sud "Taranto", in realtà non lambisce neppure la città, si ferma a 20 km. dalla stessa lasciando decidere il conducente dell'automezzo se proseguire diritto verso l?ilva, la stazione ferroviaria, il molo d'attracco dei pescatori ed il quartiere dei Tamburi, oppure aggirare Mar Piccolo ed arrivare al congiungimento con la via Appia che viene da Brindisi.

E già, Taranto è detta "la città dei due mari" perchèil suo golfo, aperto sullo Jonio e quindi sul Mediterraneo ha nel tessuto urbano, separato da un breve e stretto canale, un grande specchio d'acqua, come se fosse un grande lago, detto Mar Piccolo dove c'è, all'attracco la nostra flotta di Marina Militare. Sul canale c'è un ponte girevole che quando è chiuso, consente il traffico in entrata ed uscita, quando è aperto, per consentire il passaggio delle grandi navi nel canale, la città rimaneva seprata e bloccata, anche per ore, ed è per questo che negli anni 70 si diede il via alla costruzione del ponte di punta Penne che collegasse, dalla fine dello stabilimento, il centro peroferia della città.

Quindi grossi problemi logistici, che comunque sono stati risolti, in parte.

Quello che non è stato risolto MAI è la governance dell'acciaieria perchè chi ci ha 'giostrato' ha sempre e soltanto cercato il proprio lucro totale, infischiandosene delle leggi vigenti, non a caso il più discusso operatore del settore presentò offerta d'acquisizione sperando che con bustarelle di continuare ad inquinare, ammazzando gli innocenti abitanti del luogo.

Hanno sottoscritto un contratto? Immagino che coloro che l'hanno preparato abbiano previsto grosse penali se inadempienti, oggi lo vogliono sciogliere? Pagassero e troveremo un'altro produttore d'cciaio interessato a gestire il colosso tarantino, magari uno onesto e ligio come la ThyssenKrupp :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:

Ma esiste ancora l'onestà nell'industria e nel commercio???
 
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view post Posted on 12/11/2019, 17:44
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Non ne so nulla e non mi piace dire cazzate, ms mi pare evidente che dietro quest'affare ci siano grossi e contrastanti interessi che nulla
hanno a che vedere con Taranto ed i suoi operai disoccupati ed avvelenati.

E la guerra intorno a questi interessi sia condotta da pezzi grossi.
i "pescetielle 'e cannuccia" dei nostri "statisti" (di Maio definisce così sé stesso perché è laureato, e distinguersi dall'odontotecnico che pure ci governa)
non possono che tacere... tanto nessuno li caca. Taranto e i suoi lavoratori saranno spazzati via nei modi e nei tempi che in
tutt'altra parte del mondo e da tutt'altri personaggi, mentre alla fine (qualunque sia la loro fine!) i nostri papaveri si vanteranno di aver
conseguito una grande vittoria... che so, magari per aver ottenuto che gli altoforni si spegnessero piano piano invece di farli saltare
con la dinamite...

Meglio così. Taranto tornerà ad essere villaggio di pescatori e magari porticciolo turistico per i clandestini... pardon!, per i Signori Profughi...
ma almeno pescatori e migrantes vivi...
 
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view post Posted on 12/11/2019, 19:16
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Quando sono stato a Taranto la prima cosa che colpiva era l asfalto nero e l aria pesante che sapeva di ferro proprio per intenderci
Ora per quanto riguarda l ilva certo che in una città come Taranto fondata sul mare e per di più divisa fra Marina Militare e acciaierie
L ex ilva oggi perde molto di più perché oggi l acciaio costa di più i minerali e le materie prime costano di più, ci sono poi i dazi per cui credo che Arcelor perderebbe meno pagando i lavoratori per stare a casa come per assurdo
Spegnere l altoforno e metterlo in sicurezza credo occorrano settimane, certo che molti saranno i posti di lavoro persi e molte famiglie con problemi si troveranno in difficoltà
Credo che non ci siano gli interessi per rimodernare e per incentivare la multinazionale anche perché forse politicamente ci sono anche tante incertezze
Io voglio sperare che si possa salvare l insalvabile con un intervento pubblico si potrebbe secondo me
Altro non so dirvi
 
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view post Posted on 12/11/2019, 22:27

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Io ne so meno di tutti, Pulcinella e Arecata mi sembrano molto preparati. Credo che in casi come questo si misuri il valore di un governo. Se ci sono penali devono sborsare fino all'ultimo soldo, ma il vero problema credo sia salvaguardare il posto di lavoro e contemporaneamente la salute dei tarantino. Come? Accollandosi, il governo, la riqualificazione dell'azienda in altro, ossequioso della salute. Costi quel che costi e affidandosi anche a privati. È un pensiero molto azzardato, mi rendo conto, ma credo sia l'unica strada che soddisfaccia tutte le esigenze. E sarebbe un enorme spot elettorale per questo governo, con buona pace di chi si preoccupa solo di far finta di chiudere porti o di far credere che il nostro problema siano i migranti, o signori profughi, come molti ironizzano.
 
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view post Posted on 12/11/2019, 22:53
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Ho abitato a Taranto nel 1995 e quando arrivai la prima cosa che notai fu che il cielo non era azzurro e nonostante ci fosse il sole vi erano nuvole nere sparse
Nonostante questo ci ho vissuto per un anno e posso dire che è una città molto bella dal punto di vista del territorio
Poi ho fatto amicizia con molti tarantini e si è svelato l arcano
Era l industria dell acciaio oggi ex ilva che da lavoro a tanti tarantini che inquinava l aria e per questo molti di questi tarantini si sono ammalati di tumori
Ora in questi giorni si sta parlando dell enorme crisi che sta interessando l Ilva
Taranto é una città che gode di una posizione strategica dal punto di vista geografico per la valenza nel mediterraneo per cui ci sono interessi politici ed economici su questa città
Ora sarebbe opportuno che la multinazionale non recidesse dal contratto per garantire i posti di lavoro e laddove non potrebbe dovrebbe farsi avanti il governo
Ma se qualcuno potesse sentire qualche parere di un tarantino come posso sentirlo io che ho amici con i quali ci sentiamo spesso a telefono, asseriscono che non sono per niente a favore di uno scudo penale nei confronti dell Alcelor... Per i tarantini il complesso industriale dal punto di vista della sicurezza degli impianti e per l ambiente non è migliorato durante l ultimo anno anzi...
L Alcelor non sta rispettando il contratto con il governo secondo il popolo di Taranto, in quanto l attuale ciclo produttivo integrale a carbone non è compatibile con il rispetto alla salute
Secondo me se il governo non dovesse trovare una soluzione a breve con Arcelor Mittal, l’unica soluzione praticabile sarebbe, quella di far diventare Taranto, città penalizzata negli ultimi 60 anni, un’intera “no tax area”.
Il governo non solo dovrebbe impegnarsi a chiedere all’Europa per Taranto la no tax area totale, ma accompagnare finanziariamente e per l’intero neo insediamento le nuove imprese. Ciò per poter attrarre importanti
investimenti dall’estero e compensare le migliaia di posti di lavoro eccedenti alla più grande industria dell’acciaio d’Europa. In questo modo si realizzerebbe la più moderna zona industriale del Paese attraverso l’attrazione di centinaia di piccole e medie aziende che restituirebbero dignità alla città di Taranto ed al suo porto
Si creerebbero nuovi posti di lavoro, praticamente una specie di riconversione dove sarebbero impiegati gli stessi lavoratori per bonificare l’area dello stabilimento e per il futuro sarebbero sempre loro ad avere la prelazione nelle nuove attività. Potrebbe essere una grande valvola di sfogo per restituire la certezza nel futuro a quelle decine di migliaia di famiglie che ora non possono pensare nemmeno ad un futuro dignitoso e senza danneggiare la salute
Purtroppo le neoplasie pneumologiche sono sempre in continuo aumento, bisognerebbe fare fatti e non solo parole
Ma é solo un mio pensiero
 
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view post Posted on 12/11/2019, 23:08
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Io farei un ragionamento semplice, da uomo della strada.

I signori che oggi hanno deciso di mollare l'Ilva, non sono esattamente degli sprovveduti, né dei pezzenti.
E' gente con molti miliardi di dollari e, ci ha illustrato Pulcinella, società in tutto il mondo, leader del settore.
Non certo impauriti dei soldi che ci vorrebbero per risanare l'ex ILVA e rimetterla in funzione.
Ma non vogliono farlo, e mollano... a rischio di pagare qualche spicciolo di penale.
Perché?
Io non lo so, ma a naso perché non trovano più vantaggioso l'investimento. Ci sarebbe più da perdere che da guadagnare.

Probabilmente (certamente!) si sono fatti i loro conti. E se pure non li stimo come persone, ai loro conti si, ci credo.

Cosa proponiamo ora?... che ci pensi lo Stato Italiano a sistemare l'ILVA e rimetterla in funzione, per "salvare il prestigio Italiano ed i posti di lavoro".

Sarebbe un'operazione vantaggiosa?... certamente no. Una perdita certa, per un tempo indefinibile. Infatti se ci fosse stato
orizzonte di profitto sarebbero rimasti i signori esperti che ora sono li. Una duratura, se non perenne emorragia di capitali da sprecare.

Quindi chiediamo una ennesima opera assistenziale... assai più onerosa della semplice retribuzione di quelle maestranze.
Cioè "cornuti e mazziati" come si dice a Napoli... col mondo intorno che sta a guardare.

Io sintetizzerei questa operazione come "AFFARI A PERDERE & FIGURE 'E MERDA!"
 
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view post Posted on 13/11/2019, 08:17
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Concordo pienamente con Lucio Musto.
Non si può fare l'affare nel 2019 poi disfarsene nel 2020. A certi livelli di acquisto sono supportati da avvocati, ingegneri menti al di sopra del comune mortale perciò è sicuro ci sia un altro calcolo o interesse in ballo.
l'Italia ne uscirà comunque bastonata, perdendo sempre più la fiducia di chi potrebbe venire investire nel nostro pawse
 
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view post Posted on 13/11/2019, 09:48
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CITAZIONE
Cosa proponiamo ora?... che ci pensi lo Stato Italiano a sistemare l'ILVA e rimetterla in funzione, per "salvare il prestigio Italiano ed i posti di lavoro".
Sarebbe un'operazione vantaggiosa?... certamente no. Una perdita certa, per un tempo indefinibile.

Quindi chiediamo una ennesima opera assistenziale... assai più onerosa della semplice retribuzione di quelle maestranze.
Cioè "cornuti e mazziati" come si dice a Napoli... col mondo intorno che sta a guardare

Confidando sulla sua saggezza, al mio caro amico Lucio , chiedo subito :"quindi?"
 
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view post Posted on 13/11/2019, 16:01
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quindi niente. Io lo vedo come un problema economico più che politico: in politica 'e figure 'e mmerda le sappiamo fare anche senza
rimetterci miliardi pe' senza niente; è un problema economico e ci pensassero gli economisti a farci perdere il meno possibile, visto
che a guadagnarci non se ne parla neppure!
 
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view post Posted on 14/11/2019, 11:54
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Pulcinella291 Forum

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Ringrazio pubblicamente tutti gli amici che hanno contribuito al dibattito, molti, infatti hanno contribuito rendere un po' piu' chiara la faccenda e quindi posso anche trarne delle conclusioni.
Una cosa è certa: a Taranto di acciaio si campa e purtroppo si muore ed è un rischio quest'ultimo non accettabile.
Seconda questione :quello dello scudo penale.
A quanto pare i politici tutti, tranne quelli dei 5 stelle, sono favorevoli a questa specie di immunità penale, ma nonostante ci siamo abbassati i pantaloni, ArcelorMittal è sempre decisa a recedere anzi ha già presentato in Procura la documentazione in tal senso. Qui mi sorge spontanea una domanda:" E' giusto questo abbassamento dei pantaloni per la continuità della produzione a discapito dell’ambiente e della salute per garantire qualsiasi altra impresa intenzionata a prendere l'Ilva ? Questo è il punto focale.
Secondo me , no! Per quanto mi riguarda, tra la borsa e la vita preferisco la vita!
Anche se poi, dobbiamo anche dire, che in qualche modo l'abbassamento dei pantaloni c'è stato anche molto prima con una norma del decreto legge decreto legge n. 1 del 2015 che garantiva il gestore per gli eventuali effetti collaterali della produzione intervenuti nel periodo di adeguamento al piano ambientale. Ora poichè questo benedetto adeguamento, costa tempo e danaro, molto danaro, qualsiasi eventuale acquirente dovrebbe o potrebbe continuare una produzione, seppur ridotta a causa degli adeguamenti degli altiforni , a discapito della salute pubblica.
C'è anche un altro aspetto da considerare anche se è passato un pochino sotto silenzio: la Corte europea dei diritti dell’uomo, purtroppo ancora lei, prescrivendo al nostro governo di porre in essere tutte le iniziative necessarie per evitare l'inquinamento ambientale per la protezione della salute dei cittadini.
Una soluzione, amici miei interlocutori , potrebbe essere una riconversione sulla falsariga di quella effettuata in Germania nella Ruhr, regione mineraria tedesca, che era tra le zone più industrializzate e inquinate del mondo, una riconversione effettuata anche con i soldini europei e con soldini privati.
La riconversione effettuata circa 20 anni fa, ha trasformato tutta la Ruhr (cinque milioni di abitanti) in un'isola felice patrimonio dell'Umanità.
Sarebbe troppo lungo spiegare in che cosa consiste e dovrei certamente ricorrere "all'amato copia incolla", ma vi prego di andare a leggere da qualche parte troverete .
Mantre la Ruhr è stata eletta sei anni fa capitale della cultura europea, saremo noi capaci di fare tanto, visto che dopo anni ed anni dalla chiusura, non siamo nemmeno riusciti a bonificare l'area ex Italsider di Bagnoli? A voi le conclusioni!
Voi mi direte, piu' che giustamente, cosa sarebbe dei 10 mila dipendenti ex Ilva?
Questo è il grande problema a cui non so dare una risposta.
E allora ?
Forse sarebbe opportuno che con una unità di intenti, tutte le forse politiche si sedessero ad un tavolo e con soldi pubblici, purtroppo, si procedesse a mettere in sicurezza tutti gli impianti nel piu' breve tempo possibile e procedere a nuova gara, nel frattempo collocare gli operai chi in cassa integrazione e chi ne facesse specifica richiesta in enti pubblici come lavoratori socialmente utili.
 
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view post Posted on 14/11/2019, 19:06
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Non ho soluzioni, ma di acciaio non ne possiamo fare a meno e Taranto è l'unico stabilimento a caldo rimasto.
D'altra parte ricordiamo che, al tempo, sono state fatte carte false per mettere lì l'impianto.
C'è modo di inquinare molto meno, ma costa e non è cosa da fare in due giorni. Avrebbe dovuto pensarci il signor Riva, che ha prelevato per quattro castagne secche (come si dice dalle mie parti) degli stabilimenti che lo stato aveva rimodernato e li ha sfruttati senza farci un tubo, come si fa con le galline ovaiole negli allevamenti intensivi.

Certo, bisogna prendere provvedimenti circa l'ambiente, ma quella fabbrica è strategica e non deve chiudere.

Statalizzare? Ecco un'altra castroneria. Lo stato non lo può fare ed è molto meglio che non lo faccia, visto i vizietti che si hanno.

L'unica è trovare un acquirente serio e ben intenzionato, sperando che politici e burocrati non mettano come sempre i bastoni fra le ruote.
 
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view post Posted on 14/11/2019, 19:22
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di buoni propositi (e facili sentenze, direi) è pieno l'inferno, come si dice.
Ma il mondo, il nostro mondo occidentale di oggi va a quattrini, e non cerchiamo di farci moralisti della Domenica a Messa.

Se un oggetto costa meno su Amazon, lo compriamo lì, a meno di essere il figlio del salumiere all'angolo che il parmigiano
lo prende da papà... tanto poi non lo paga!.

Giusto bonificare Taranto e l'ex ILVA, giusto farle produrre acciaio pulito, giustissimo!
Ma se poi quell'acciaio non è concorrenziale sul mercato, non lo si venderà, e l'azienda fallirà, nonostante la purezza d'intenti,
e gli sforzi fatti. E saremo daccapo, ma ancora più pòveri
 
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view post Posted on 14/11/2019, 19:58
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Anche questo è vero, e allora sei per la riconversione?
 
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view post Posted on 14/11/2019, 20:06
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In parco tipo Euro Disney?
E l'indotto?
Si tiene presente tutto il resto della macchina?
È l'unico stabilimento a caldo. Gli altri sono SOLO LAMINATOI.
Scusate, io non ci sono mai stata, ma le cose le conosco abbastanza per averne sentito da chi ci è stato per tutta una vita, conosce la struttura, le macchine, le lavorazioni e i problemi di personale.
 
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