Marco Bergamo, il mostro di Bolzano
Marco Bergamo (Bolzano, 6 agosto 1966 )è stato un serial killer italiano, noto come "mostro di Bolzano" che uccise tra il 1985 e il 1992 cinque donne;accoltellò a morte 5 una studentessa, una giovane insegnate e 3 prostitute venne condannato a quattro ergastoli e a trent'anni di reclusione.
Bergamo venne fermato da due agenti della polizia il 6 agosto 1992 alle sei del mattino mentre, armato, stava uscendo da via Volta, lasciando Bolzano a bordo della sua auto, una SEAT Ibiza di colore rosso, poco dopo l'ultimo assassinio. Gli agenti sospettarono subito che fosse lui il serial killer, in quanto sul sedile accanto a quello del guidatore riscontrarono macchie di sangue e la mancanza di imbottiture, oltre che il documento dell'ultima vittima nel baule della macchina; infine, vi era anche la mancanza di uno specchietto retrovisore, che venne ritrovato sul luogo del delitto.
Bergamo inizialmente ammise di aver assassinato solamente tre delle cinque vittime; negò quindi di aver ucciso la seconda vittima, Anna Maria Cipolletti, e la quarta, Renate Troger. Il tribunale, però, sulla base delle evidenti affinità nei modi in cui i delitti furono eseguiti, lo condannò comunque per ognuno dei cinque omicidi, di natura sadica secondo gli esperti, ma potenzialmente compiuti da una persona capace di intendere e volere. Non venne ravvisata alcuna affinità con l'uccisione della prostituta Anna Maria Ropele, avvenuta l'8 gennaio 1992 presso la sua abitazione a Trento, né con quello della turista fiorentina Adele Barsi, uccisa il 20 luglio 1984 nei pressi di Brunico; questi due omicidi rimasero insoluti.
La Corte d'assise di Bolzano affidò il compito di redigere una perizia a quattro differenti professionisti, i quali giunsero a conclusioni differenti. Venne quindi richiesta una nuova perizia a tre professori, Ponti, Fornari e Bruno, i quali giunsero alla conclusione che: "Bergamo è giunto alla perversione estrema: l'omicidio per godimento. Dopo il primo assassinio ha scoperto che uccidendo appagava il suo piacere, e nello stesso tempo distruggeva l'oggetto temuto e odiato: la donna. [...] Per Bergamo, uccidere rappresentava ormai l'estrema perversione sadica, la modalità più forte per possedere la donna".
La sentenza venne emessa l'8 marzo 1994, condannando Bergamo per i cinque omicidi.
E' morto nel 2017 in ospedale dove era stato trasferito da pochi giorni dal carcere di Bollate a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute.