Le stronzate di Pulcinella

Una bella notizia - 11 -

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view post Posted on 13/4/2021, 14:34
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Licola 13/4/2021





L’incipit



L’incipit mi piace, è una finestra che mi fa affacciare sul nuovo, mi propone, mi dà speranza.

Chi scrive dovrebbe saperlo, l’incipit è una promessa e lo scrittore di razza poi la mantiene, sa che il lettore spinto dall’abbrivio iniziale continuerà allegro se l’impegno iniziale è mantenuto e troverà la strada interessantemente percorribile e fascinosamente bella.

Molti autori hanno l’incipit felice, nelle loro opere per tanto usano riproporlo al cambio di scena, proprio come al teatro si utilizza il sipario per staccare un atto da un altro.

Ecco Manzoni: “Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, …” siamo a pagina uno, al capitolo sesto l’incipit è dedicato ad un altro personaggi: “Il padre Cristoforo da *** era un uomo più vicino ai sessanta che ai cinquant'anni. Il suo capo raso, salvo la piccola corona di capelli, che vi girava intorno, secondo il rito cappuccinesco, …”; poi al capitolo otto: “Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ …” un altro incipit ed una nuova promessa dell’autore. Potrei continuare perché mi sa di incipit la passeggiata di don Abbondio quando viene avvicinato dai bravi, il “verrà un giorno” di fra Cristoforo” e così via fino allo sciogliere Lucia dal voto da parte dello stesso frate. Sono momenti topici sottolineati dallo stile che solitamente gli autori dedicano agli inizi.



Mi piacciono tanto gli incipit ed a dire il vero cerco di praticarli, al mattino me ne concedo sempre uno, magari guardando fuori dalla finestra, so che come per i romanzi l’incipit è una promessa che mi predispone per la giornata.

Allora buona vita.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 14/4/2021, 22:40
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Licola 14/4/2021





Ancora incipit



“Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo.”

Una breve frase e poi ci si tuffa nei fatti, nelle atmosfere dettate dagli accadimenti.



Antonio ha stuzzicato la mia curiosità, tra gli incipit che a lui piacciono mi ha citato Anna Karenina.

Non ho potuto fare a meno di cercarlo, visto che non ho letto questo romanzo di Tolstoj.

Mi ha stupito, non mi aspettavo questa stringatezza, un periodo messo lì giusto perché non se ne può fare a meno poi via, subito a raccontare con una fretta che sembra esser spinta da un bisogno interiore di affrontare subito gli accadimenti.

Che bella questa varietà di atteggiamenti, come se ciascuno di noi avesse dentro di sé tutti quelli che hanno scritto un incipit, un giorno incominciamo la giornata tranquillamente, prendendocela comoda prima di affrontare gli eventi che ci aspettano, un altro giorno appena svegli già siamo in attività, il nostro inizio è forse già iniziato mentre dormivamo.

Scrivo l’inizio della mia giornata così come mi viene e vado avanti. La giostra gira ancora e Carlo Petrella mi insegnò che questa è cosa buona e giusta.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 15/4/2021, 22:41
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Licola 15/4/2021





Pecunia non olet



Ricordate il buon Vespasiano che voleva tranquillizzare il figlio? Ma niente il giovane insisteva nel dire che quel danaro proveniente dalla tassazione sui così detti vespasiani conservava il tanfo di urina.



Hai voglia di sentire solo l’odore di inchiostro nella carta moneta fresca di stampa, hai voglia di non rilevare nessun odore nelle tue carte che porti gelosamente con te, niente da fare, la zaffata ci prende al cervello, potrà non passare attraverso le narici, ma la nostra sensibilità non è sufficientemente anestetizzata per non avvertirne il fetore della sopraffazione, dell’imbroglio, della frode.

Ho scoperto che sul mio conto c’era un euro con una strana puzza, l’odore di mare superficiale non era riuscito a cancellarla, ho indagato e sono risalito all’odore originario: era puzza di deserto, di polvere, di sangue e di urla, puzza di campo di raccolta libico.

Non illudiamoci, io non mi sento esente.

Un abbraccio a tutti. Giovanni



Bravo Giovanni!

Sono contento quando, di tanto in tanto,
intingi la penna nel cuore, e quello che ne esce lo fai diventare "Il mio desiderio di oggi"
Il progetto, se non erro, era partito così!
 
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view post Posted on 16/4/2021, 21:21
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Licola 16/4/2021





Memento



Bravo Giovanni!

Sono contento quando, di tanto in tanto,
intingi la penna nel cuore, e quello che ne esce lo fai diventare "Il mio desiderio di oggi".

Il progetto, se non erro, era partito così!




È Lucio a sottolineare, a “toppetiarmi” per mantenermi sveglio.

Fa bene, condivido, confermo che “il progetto era partito così”, la penna va intinta nel posto giusto e di tanto in tanto ci riesco, ma a volte tendo la mano distrattamente e vado a cercare inchiostro altrove, cervello, fegato, milza …

E che vuo’ fa caro Lucio, l’amico tuo è intelligente, ma non sempre si applica, ha l’attenzione labile …

Un abbraccio a tutti. Giovanni


...
 
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view post Posted on 17/4/2021, 10:14
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Licola 17/4/2021





Il professore maestro



“… ricordo ancora la domanda che ci fece il professore di filosofia il primo giorno di liceo: «A che serve studiare? Chi sa rispondere?». Qualcuno osò rispostine educate («a crescere bene …», «a diventare brave persone …»). Niente, scuoteva la testa. Finché disse: «Ad evadere dal carcere». Ci guardammo stupiti. «L’ignoranza è un carcere-aggiunse-. Perché là dentro non capisci e non sai che fare. In questi cinque anni dobbiamo organizzare la più grande evasione del secolo. Non sarà facile, vi vogliono stupidi ma se scavalcate il muro dell’ignoranza poi capirete senza bisogno di chiedere aiuto. E sarà difficile ingannarvi. Chi ci sta?». Mi è tornato in mente quell’episodio indelebile leggendo che solo un ragazzo su venti capisce un testo. E penso agli altri diciannove, che faticano ad “evadere” e rischiano l’ergastolo dell’ignoranza. Uno stato democratico deve salvarli perché è giusto. E perché il rischio poi è immenso. Le menti deboli chiedono l’uomo forte.”



Ho letto su face book questo brano pubblicato da un vecchio amico. Non ho idea di chi l’abbia scritto, ma ha stuzzicato le mie sinapsi.



Bellissima l’idea di affrancarsi dal carcere dell’ignoranza.

Anch’io ho avuto professori maestri che, da eccellenti servitori dello stato, hanno provveduto al complicato impegno di restituire alla società persone che la rendessero migliore, ma devo dire che provvedevano ad inculcarci le capacità di analisi attraverso l’insegnamento delle loro materie, lasciando a noi il compito di evadere dal carcere.

Sono sempre io che rimango l’artefice del mio destino, potrei decidere di accantonare le corde e le scale che mi vengono fornite e stabilire di rimanere in carcere.

Un abbraccio a tutti. Giovanni


Tanto di cappello naturalmente al professore di Filosofia, ma mica è detto che abbia ragione!

Anzi, c'è tutta una "scuola di pensiero", chiamiamola così, che vuole che la prigione vera sia un'altra, chiamata genericamente "peccato"
originata proprio dalla conoscenza, dal discernimento fra bene e male... e dire che erano stati anche preavvisati, sul cosa non fare per evitare
il carcere della conoscenza!
 
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view post Posted on 19/4/2021, 17:45
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Licola 18/4/2021





Palicco



«Giovà, dammi un palicco», con un sorriso nascosto, quasi a voler sottolineare il termine già all’epoca in disuso, papà mi chiedeva uno stuzzicadenti.



Papà usava di tanto in tanto questo termine, ma nel corso degli anni penso che non lo abbia più ripreso. Credo abbia pronunziato questa parola fino agli anni della mia adolescenza, poi è sparito nel dimenticatoio. Io non lo mai sentito da nessun altro che non fosse lui.

Stamattina ho incontrato il “palicco” per strada, mi si è presentato con la delicatezza dei tempi andati, ho trasalito perché mi ero completamente dimenticato di lui ed a dire il vero pensavo che si trattasse di un termine legato al lessico familiare di mio padre. Il “palicco” si è un po’ risentito di questa mia convinzione, mi ha spiegato che, contrariamente a quanto credessi, è presente nei vocabolari napoletani e addirittura esiste un ristorantino nel centro storico, in via dei Tribunali, che porta il suo nome.

Chi sa se mi verrà la voglia di andarci …

La mia pigrizia credo sia gravemente peggiorata.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Licola 19/4/2021





Isolitudine



Sì, avete letto bene, “isolitudine”, è un termine coniato da Gesualdo Bufalino, scrittore siciliano, uomo di grandissima cultura; è un termine che, almeno in Italia, è stato usato per la prima volta dallo scrittore siciliano per rappresentare lo stato d’animo degli abitanti di un’isola.

Tale condizione, scrive Bufalino, è intrinsecamente ambivalente: “Da una parte ci sentiamo rassicurati dal mare che ci avvolge come un ventre materno, dall’altra amputati di ciò da cui siamo esclusi.”



Non vi sembra che oggi siamo un po’ tutti avvolti da questo tipo di sensazione? Non siamo forse immersi nell’isolitudine?

Mi sento protetto dalle mura domestiche che, per quanto è possibile barricano l’ingresso del virus, ma i miei rapporti? I miei affetti? Che fine ha fatto il mio sociale? Dove andrò a riprendere il tempo perduto?

Domande inutili.

Tiremm innanz.

Un abbraccio a tutti. Giovanni



beh direi che non è poi una gran scoperta...
Non lo sappiamo da sempre che "ogni rovescio ha la sua medaglia?"

Edited by Lucio Musto - 19/4/2021, 22:26
 
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view post Posted on 20/4/2021, 14:15
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Licola 20/4/2021





E il tempo perduto?



“Il problema è che abbiamo perso più di un anno di vita, e a una certa età un anno può essere tutto. Un anno in cui saremmo andati ancora a teatro, al ristorante, al parco, e magari adesso non ce la faremo più: perché ci siamo adattati a perdere le forze e forse anche la voglia.”

Questa drammatica esperienza non ancora finita e non più sopportabile forse ci ha cambiato: in meglio, in peggio, più saggi o più scriteriati, più ottimisti o più scettici, più democratici o più autoritari, più infelici o più sereni. Starò a guardare dal lockdown degli anni...

Da un articolo su “Repubblica” del 16 u.s. di Natalia Aspesi




Non capitando nulla per caso, io ieri scrivo della mia situazione psicosociale ed oggi leggo un articolo sullo stesso argomento propostomi dal mio amico Antonio.

Mi piace la verve della Aspesi ed alcune frasi mi colpiscono, quasi mi emozionano: “… ci siamo adattati a perdere le forze e forse anche la voglia.” e “… Starò a guardare dal lockdown degli anni...”.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 20/4/2021, 16:18
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Pulcinella291 Forum

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Caro Giovanni, come ti capisco, io vorrei dismettere questo mantello di preoccupazioni, tristezza e incertezza che mi attanaglia. Ci riusciro'? La vedo assai difficile.
 
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view post Posted on 20/4/2021, 17:53
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Caro Seb, non ci lasciamo andare, siamo fortunati ad avere ancora interessi che ci tengono il cervello in esercizio, finché 'a capa è fresca c'è sempre speranza.
Ti abbraccio.
 
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view post Posted on 21/4/2021, 10:39
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Licola 21/4/2021





L’orto



È tempo di orto estivo quindi, come si conviene, ho rimosso la terra, ho ricavato i solchi e Pina che accompagna e guida le mie giornate, ha interrato le piantine di pomodori, melanzane e peperoncini, siamo contenti di questa piccola fatica che riscalda i cuori avvicinandoci alla terra che risponde al nostro impegno col regalo dei suoi frutti.




L’orto mi ha fatto pensare agli anni che Orazio trascorse nell’appezzamento di terra regalatogli da Mecenate:


“Guarda la neve che imbianca tutto il Soratte e gli alberi che gemono al suo peso, i fiumi rappresi nella morsa del gelo. Sciogli questo freddo, Taliarco, e aggiungi legna al focolare; poi versa vino vecchio da un'anfora sabina. Lascia il resto agli dei.”

Un abbraccio a tutti. Giovanni



Ma tu sei meglio di Orazio, perché tu stai qui fra noi oggi e ci coltivi irrorandoci di saggezza e cultura!
 
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view post Posted on 21/4/2021, 10:42
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Pulcinella291 Forum

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Bravo Lucio, concordo!
 
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view post Posted on 22/4/2021, 15:26
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Licola 22/4/2021





Parliamone



Ebbene, parliamo di Orazio.

La mia è una vecchia frequentazione col poeta latino, ero al liceo quando il professore Carmelo Rizza mi interrogò proprio su Orazio, si parlava di satire ed io arrancai parecchio al che il professore con tono pacato e col suo accento siculo mai abbandonato: «Orazio amava prendere in giro la gente, ora tu vorresti prendere in giro Orazio?». Me ne tornai a posto un po’ malconcio.



“Ma tu sei meglio di Orazio, perché tu stai qui fra noi oggi e ci coltivi irrorandoci di saggezza e cultura!”

Lucio

“Bravo Lucio, concordo!”

Sebastiano

Ecco le chiose al mio pensiero di ieri sul forum di Pulcinella.

Ed io, come ben sapete, raccontatore di barzellette, vi regalo un altro pensiero di Orazio, ovviamente concordando appieno con lui: “Di chi stai ridendo? Cambia nome e la barzelletta è su di te.”

Un abbraccio a tutti. Giovanni



ed io ribadisco quanto ho detto, perché io penso, prima di dire. E posso anche essere d'accordo col professor Arrizza...
Quando lui ti fece l'obiezione (io l'apologo già lo conoscevo) tu avevi forse diciassette anni, e lui parlò per pungolarti, non per farsi applaudire!
Ed evidentemente la cosa funzionò, poiché il fatto te lo ricordi, e ti abbrucia ancora...
Mo', ragioniamoci... Orazio era un un uomo superiore, ma murette a 58 anni... tu (forse) si nu pucurillo inferiore, ma hai avuto almeno quindici anni di più, per affinare la tua saggezza, sempre "vottato indietro" da quella pungolatura - Quindi nulla di strano che io ti paragoni a lui... Chiaro?
 
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view post Posted on 22/4/2021, 15:37
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Caro Lucio, forse c'è anche un altro piccolo particolare, tu a me me vuo' cchiù bene ca a Orazzio ...
 
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view post Posted on 22/4/2021, 18:06
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e questo pure è certo.
Ciò non toglie che sia di Orazio il pensiero-guida di tutta la mia vita:

""inter spem curamque, timores inter et iras / omnem crede diem tibi diluxisse supremum:
grata supervenit quae non sperabitur hora""

più o meno così, si m'arricordo oll'atino. (dalle epistole)

[però pigliavo 2---, 'n gopp'o reggistro...]
 
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view post Posted on 23/4/2021, 10:59
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Licola 23/4/2021





Bell’impegno …



Non rimpiange dunque i bei tempi perduti Natalia Aspesi, “perché non li ho perduti, li ho avuti. Non li ricordo ma ci sono stati e fanno parte anche del mio presente, di quello che sono”.

“io non ho futuro ma ho un bellissimo passato …e sono piena di memorie che mi tengono compagnia …”

Stralci di Natalia Aspesi




Ci arrabattiamo un po’ alla nostra età.

Io so, però, che ho un presente che mi piace, un passato che ha concorso a crearmelo ed un futuro che non conosco ma di cui porto in seno la storia che mi si dischiude di istante in istante.

Di rimpianti veri e propri non credo di averne, disapprovazioni per alcune scelte forse sì, ma non incidono se non per consentirmi piccoli momenti di superficiale emozione.

E va bene, così procede la mia strada, spesso in compagnia, ma di tanto in tanto anche da solo, godendomi la folla che mi porto dentro.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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