Le stronzate di Pulcinella

Storie italiane di amanti assassini

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 19/3/2022, 13:45
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,080

Status:


Termini Imerese:dopo tre anni ecco la verità, Lei e l'amante uccisero il marito.
1_134

Per oltre due anni la madre di Carlo Domenico La Duca, agricoltore 37enne che risultava scomparso nel nulla, ha lanciato appelli dalla trasmissione "Chi l l'ha visto".
Ieri, a distanza di tre anni, il colpo di scena: Carlo Domenico La Duca, agricoltore di 38 anni nato a Cerda ma residente a Termini Imerese, sarebbe stato ucciso da sua moglie Luana Cammalleri e dal suo migliore amico Pietro Ferrara, oggi arrestati dai carabinieri in esecuzione di un provvedimento del gip che ha disposto per entrambi la misura cautelare del carcere. Sono accusati di omicidio e soppressione di cadavere, anche se il corpo non sarebbe stato ancora trovato. si è avuta la conferma che il giovane è stato ucciso,
“Dall’attività investigativa coordinate dalla Procura, con intercettazioni, analisi dei tabulati e delle immagini di videosorveglianza, acquisizioni informatiche e documentali è emerso, in via gravemente indiziaria che i due arrestati, tra di loro legati da una relazione sentimentale di natura clandestina, dopo avere pianificato l’omicidio hanno attirato la vittima a Palermo nel terreno di proprietà del 57enne amante della Cammalleri.
Una volta attirato nella trappola i due lo avrebbero ucciso e poi avrebbero portato la sua auto a 12 chilometri di dal punto in cui si sarebbe consumato il delitto per depistare gli investigatori. Una Golf “GT” grigia che il primo febbraio è stata ritrovata parcheggiata in via Salvatore Minutilla, a Cardillo. Ma “le acquisizioni investigative - si legge in una nota - hanno anche permesso di demolire gli alibi che i due avevano creato nel corso del tempo per tentare di allontanare da loro l’attenzione degli inquirenti”. Dal successivo sviluppo delle analisi è emerso che la moglie della vittima e l’uomo avrebbero avuto una relazione clandestina durata diversi anni.
Dal web
 
Web  Top
view post Posted on 14/2/2023, 12:45
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,080

Status:


Doretta Graneris ammazzò a a colpi di pistola cinque componenti della sua famiglia

1_6064

Per trovare l’archetipo di tutte le stragi familiari compiute in Italia occorre comunque risalire fino al 1975; nella notte tra il 13 e il 14 novembre di quell’anno, in un appartamento di Vercelli, la diciottenne Doretta Graneris ammazza a a colpi di pistola cinque componenti della sua famiglia: la madre Italia, il papà Sergio, il fratellino tredicenne Paolo e i nonni materni Romolo e Margherita. Complice del massacro è il fidanzato di Doretta, Guido Badini . La ragazza era in rotta con la famiglia e da alcuni mesi era andata a convivere con il fidanzato. Tutti i cadaveri vennero trovati la mattina dopo nel salotto , uccisi mentre guardavano la tv, che era ancora accesa.
Doretta e Guido vennero arrestati la mattina successiva al delitto, mentre facevano acquisiti in un mercatino rionale. La ragazza all’inizio cercò di scagionare il fidanzato; il quale invece scaricò tutte le responsabilità su di lei. Entrambi gli imputati vennero dichiarati sani di mente e vennero condannati all’ergastolo. Nel ‘92 la ragazza ha ottenuto la libertà condizionale.
da Corriera della sera


 
Web  Top
view post Posted on 2/11/2023, 18:37
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,080

Status:


Uccise la moglie dell'ex amante, condannata a 30 anni -
1-16989466244826

E'stata condannata a 30 anni Chiara Alessandri, la donna che il 17 gennaio 2019 a Gorlago, in provincia di Bergamo, uccise con 21 colpi di martello, per poi darla alle fiamme, Stefania Crotti, moglie del suo ex amante, Stefano Del Bello. Il processo si è svolto presso il Tribunale di Brescia perché Stefania Crotti, 42 anni e madre di una bambina di 8 anni, fu bruciata mentre ancora era viva - secondo quanto emerso dall'esame autoptico- nei vigneti di Erbusco, situato in Franciacorta (Bresciano), dove era stata trasportata da Chiara Alessandri nel bagaglio della propria autovettura, dopo averla tramortita a martellate. Il corpo carbonizzato della Crotti fu trovato la mattina dopo da un ciclista. Il pm in requisitoria aveva chiesto l'ergastolo. La sentenza è stata letta dal gip Alberto Pavan al termine del processo celebrato con rito abbreviato. Chiara Alessandri era presente in aula e ha ascoltato la lettura del dispositivo. La donna ha iniziato il percorso di riavvicinamento con i tre figli di 12, 8 e 7 anni che ha cominciato a rivedere attraverso videochiamate. Da quanto ricostruito dagli investigatori l'omicidio sarebbe stato ideato da tempo e nei minimi dettagli. La donna condannata aveva iniziato una relazione sentimentale-amorosa con Stefano Del Bello, 45 anni, di breve durata dal marzo ad agosto 2018, durante un periodo di stanca nel matrimonio dei due coniugi Del Bello-Crotti. Anche la vittima aveva avuto una relazione extra coniugale, ma alla fine però i due sposi erano tornati insieme. Da qui la decisione di uccidere la rivale in amore. Alessandri però ha sempre affermato che l'assassinio era avvenuto a seguito di una violenta lite con la Crotti e di averla colpita con il martello per difendersi da un'aggressione. Il legale di Chiara Alessandri, uscendo dal Tribunale di Brescia, ha commentato favorevolmente la sentenza di condanna a 30 anni: "Resta un dramma enorme, dal punto di vista processuale sono emerse le reali intenzioni della mia assistita che non erano quelle di uccidere brutalmente la vittima" ha detto l'avvocato Gianfranco Ceci. "Dal punto di vista processuale è stato un successo, perché il giudice ha ritenuto assorbito il reato di distruzione di cadavere da quello di omicidio. Chiara Alessandri è frastornata, ma consapevole di quello che ha fatto. Non si può tornare indietro e paga giustamente per quello che ha fatto" ha aggiunto Ceci. In aula era presente Stefano Del Bello, marito della vittima ed ex amante di Chiara Alessandri: "Non me la sento di dire nulla" ha detto lasciando il Tribunale.
 
Web  Top
view post Posted on 6/11/2023, 11:27
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,080

Status:


Rita Mango:uccise il giovane amante perchè voleva lasciarla


Ventidue anni e quattro mesi di reclusione. Si è chiuso così, con la pronuncia della Cassazione, il processo a carico di Rita Mango, 41 anni, detta la "Mohicana", ritenuta colpevole dell'omicidio di Nicola Picone "‘o Minorenne", ucciso nell'ottobre 2018 ad Aversa, in provincia di Caserta. Con l'ultima sentenza, che ricalca quella del primo e del secondo grado, la condanna è diventata definitiva; cadute già nel primo processo le aggravanti dei futili motivi e quella mafiosa, ma hanno retto le altre che sono valse un anno e quattro mesi di reclusione.
1-16992664428989

Un delitto scoppiato a causa della gelosia. Un omicidio maturato grazie ad una trappola . E’ quanto emerso in aula durante le udienze del processo per l’omicidio di Nicola Picone. Il giovane ucciso ad Aversa il 19 ottobre del 2018 all’interno di una Fiat Panda parcheggiata nell’area di servizio del distributore Agip di viale Europa. Alla base delle indagini, coordinate dalla Procura distrettuale antimafia di Napoli, tanti elementi che porterebbero a ipotizzare che Picone sia stato ucciso da Rita Mango (imputata nel processo per quel delitto) per motivi passionali, in quanto aveva deciso di troncare la loro relazione extraconiugale (Picone e la Mango erano sposati, quest’ultima in particolare è la moglie di Valerio Nappello, pezzo da novanta della camorra di Miano) ed anche economici, poiché la donna aveva accertato che l’amante aveva sottratto ingenti somme di denaro dalla società di noleggio auto, aperta dal marito per riciclare il denaro e alimentare così le casse del clan.
Alla base di tale inchiesta tante testimonianze di persone che erano vicine a Picone:«Dopo la fine dei domiciliari il rapporto tra Rita e Nicola si è improvvisamente deteriorato tanto che si sono scambiati reciproci messaggi di minaccia circostanza di cui ho piena contezza perchè li ho letti personalmente dal telefono di Nicola». Proprio quei messaggi che i due si scambiavano evidenziano il clima teso tra i due fatto di reciproche accuse e di invettive da parte della donna che accusava l’uomo di non volerla lasciare per non perdere i benefici economici derivanti dalla loro relazione. Mango, come emerso in aula e come si evince dall lettura dei messaggi che i due si scambiavano, voleva incontrare Picone. L’ultimo messaggio prima della morte di Picone è del resto emblematico. Mango dice a Picone di essere incinta e di aver necessità di un incontro in quanto è incinta e ha bisogno di parlare con l’uomo perchè ha intenzione di abortire visto che entrambi sono sposati:«Cmq dobbiamo parlare, prima di giovedì vedi tu ora, tanto un paio di giorni che mi hai chiesti tu sono passati quindi….x prima cosa mi devi dire in faccia che giovedi devo andare ad abortire, poi mi devi dire se continuare come si deve o chiudere definitivamente la nostra nostra e x ultimo i soldi e su come vogliamo metterci d’accordo in modo che io nn ti dia piu fastidio nel caso tu devi stare con la sbirra». E’ il 16 ottobre 2018, il 19 Picone troverà la morte.

 
Web  Top
view post Posted on 5/12/2023, 18:08
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,080

Status:


uccide l’ex amante 26enne: arrestata moglie di un boss di camorra

La donna avrebbe ucciso con sei colpi di pistola il ragazzo perché questi aveva deciso di porre fine alla relazione. Il delitto avvenne nella notte tra il 18 e 19 ottobre 2018 .
Il 26enne fu trovato senza vita in una Fiat Panda parcheggiata nell'area di servizio del distributore Agip di viale Europa, ad Aversa. Inizialmente le indagini seguirono la pista di una resa dei conti di matrice camorristica; "'o minorenne", era infatti noto ai carabinieri come un elemento che si stava facendo strada nell'organizzazione camorristica casertana, in particolare tra le fila del clan Schiavone, dopo esservi entrato giovanissimo; era già stato arrestato per aver chiesto il pizzo ai commercianti per conto della cosca. Una volta scoperta la relazione tra il ragazzo e la moglie del boss, però, è stato analizzato il tracciato del cellulare della donna, che ha confermato che la sera del delitto lei era stata ad Aversa, al distributore dove Picone è stato ucciso; le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza lungo il percorso da Miano ad Aversa hanno reso ulteriori riscontri portando a individuare nella donna il killer di Picone.
E’ stata arrestata R. M., moglie di un boss della camorra napoletana accusata di aver ucciso, ad Aversa (Caserta) nell'ottobre 2018, l’ex amante Nicola Picone, vicino al clan dei Casalesi. Il marito, V. N., attualmente detenuto, è ritenuto essere elemento di spicco del clan partenopeo dei Lo Russo. La donna avrebbe ucciso con sei colpi di pistola il 26enne perché questi aveva deciso di porre fine alla relazione. Accanto al movente passionale però ve ne sarebbe anche uno di natura economica: la donna sarebbe stata convinta che il ragazzo avesse sottratto ingenti quantità di soldi dalla società di noleggio auto aperta dal marito per riciclare il denaro e finanziare il clan Lo Russo. Dopo l’omicidio, ha fatto perdere le proprie tracce.
La donna è stata portata in carcere dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta su ordine del Gip del Tribunale di Napoli, nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Dda partenopea. L’arresto è scattato dopo quasi un anno e mezzo di latitanza, che la donna ha trascorso a Miano, nella periferia nord di Napoli, a casa dei genitori. Nei suoi confronti è stato contestato l'omicidio con l'aggravante camorristica.


Uccide l’amante della ex, poi dà la caccia a lei, le spara e quindi si toglie la vita

Prima il corpo di un uomo ritrovato in un bosco, ucciso a colpi di pistola nel Varesotto, a pochi chilometri dalla provincia di Como e dal confine con la Svizzera. Quindi ancora esplosione, questa volta a Stabio in Svizzera, dove una donna è stata ferita gravemente. L’autore del gesto, da quanto si è appreso un uomo accecato dalla gelosia, si è tolto la vita sempre a Stabio.
La donna è ricoverata in gravissime condizioni. Sul quanto avvenuto stanno indagando i carabinieri del comando provinciale di Varese e la polizia cantonale
 
Web  Top
view post Posted on 13/12/2023, 19:18
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,080

Status:


Sciacca , Celeste Saieva e l'amante

1_2359



Erano i primi di maggio del 2009 quando Celeste Saieva, che all'epoca aveva 22 anni denunciò la scomparsa del marito, ma per diversi mesi era rimasta sconosciuta ai più la ragione della scomparsa di Michele Cangialosi 35 anni , che, a detta della moglie, era capitato altre volte che l'uomo si allontanava da casa. A Sciacca però in molti da tempo sapevano che i due non andavano molto d'accordo e litigavano, nonostante il fatto che avessero due bambini piccoli da mantenere.
Cangialosi fu cercato per settimane ma il suo caso ebbe una svolta solo in ottobre.
Stando alle ricostruzioni dei giornali locali, in quei giorni si presentò alla polizia un minorenne locale che sostenne di aver partecipato all’omicidio di Cangialosi. Il ragazzo accusò Saieva di avere organizzato un piano per uccidere Cangialosi, e altre due persone – oltre a lui – di avere materialmente eseguito l’omicidio. Il ragazzo indicò anche il luogo dove Cangialosi sarebbe stato seppellito:

1_2360



nel luogo indicato dal ragazzo il 17 ottobre 2009 le autorità di Sciacca ritrovarono effettivamente il corpo di Cangialosi. Due giorni dopo Saieva venne arrestata assieme a due uomini di Sciacca, Nicola Piazza – cioè il suo amante, come ammesso anche dalla stessa Saieva – e Paolo Naro. Tutti e tre vennero accusati di omicidio.
Secondo l’accusa, Piazza, Naro e il ragazzo minorenne avevano rapito e ucciso Cangialosi mentre si trovava a casa propria, per poi seppellirlo in una zona di campagna fuori Sciacca (fra l’altro di proprietà della famiglia di Piazza). Saieva sarebbe invece stata responsabile di avere ideato il piano.
Nella macchina di Piazza vennero inoltre trovate tracce di sangue compatibili con quelle di Cangialosi.
In primo grado Saieva, che si professa ancora innocente, Piazza e Paro sono stati condannati a 30 anni per l’omicidio di Cangialosi. La sentenza è stata confermata sia in appello sia dalla Cassazione. Il ragazzo minorenne è stato condannato invece a 9 anni e 4 mesi. Saieva è attualmente rinchiusa nel carcere di Bollate, in provincia di Milano.
 
Web  Top
view post Posted on 23/12/2023, 12:35
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,080

Status:


Gli amanti diabolici” di Torino



Il 21 Giugno 1972, dalla casa al Sestriere dove sta trascorrendo un breve periodo di vacanza con la madre e la figlia Stefania di due anni, Franca Ballerini telefona a Francesco Magliacani, suo suocero. È preoccupata perché non riesce a contattare telefonicamente Fulvio, il marito, rientrato a Torino per occuparsi di alcune faccende. Ha provato a casa e anche allo showroom ma del facoltoso commerciante di mobili ventott’enne non ci sono tracce.

L’uomo cerca, inutilmente, di mettersi in contatto telefonico con il figlio e alla fine, in compagnia dell’altro figlio, si reca presso l’abitazione dei coniugi, una villetta de La Pellerina, quartiere bene di Torino. Suonano alla porta di casa ma nessuno viene ad aprire. Sul viale d’ingresso però ci sono la macchina e la moto di Fulvio e i due si convincono che sia dentro. Non hanno le chiavi ma riescono ad entrare dalla finestra: trovano la casa deserta ma in ordine. Fulvio è scomparso.
Franca all’epoca dei fatti ha ventidue anni e da tre è sposata con Fulvio Magliacani. I due hanno una figlia nata un anno dopo il matrimonio e una vita apparentemente felice e perfetta. Lei è una bellissima bionda dagli occhi di ghiaccio, lui il figlio di una benestante famiglia di mobilieri torinese. Gli amici d’infanzia la descrivono come “la più bella del quartiere”, mentre per il suocero è “troppo bella per mio figlio”. Allertata dal suocero, Franca rientra in città in tutta fretta Una volta a casa la donna scopre che mancano una valigia, vestiti, camicie, biancheria ed altri effetti personali del marito, oltre a una pistola. Ne deduce che il marito sia partito e l’abbia lasciata, forse per via di un’altra donna, e si confida con i suoceri. Trascorrono tre giorni e di Fulvio non si hanno notizie. Franca, sempre più convinta che il marito l’abbia lasciata per via di un’amante, si reca al commissariato e ne denuncia la scomparsa. Pochi giorni dopo mette in moto la procedura di separazione legale per abbandono del tetto coniugale.
.L’unico a non credere a tutta la storia è il padre dello scomparso. Francesco Magliacani conosce bene il figlio e sa che è innamorato della moglie. Inoltre non è tipo da colpi di testa e si è sempre confidato con la famiglia. Non si fida invece della nuora: ha sempre avuto la convinzione che lei abbia sposato il figlio solo per avere una sicurezza economica, ma che non lo amasse sul serio.
Franca infatti, ormai certa di essere stata abbandonata, ricomincia una vita da donna libera. Esce spesso e spende molti soldi. Frequenta contemporaneamente due uomini, Paolo Pan, un piccolo delinquente di periferia e un odontotecnico torinese.
Chiede a un amico di seguire la donna. Lui stesso si apposta per spiare le frequentazioni della donna. Franca infatti, ormai certa di essere stata abbandonata, ricomincia una vita da donna libera. Esce spesso e spende molti soldi. Frequenta contemporaneamente due uomini, Paolo Pan, un piccolo delinquente di periferia e un odontotecnico torinese.

Il 5 ottobre 1972 a casa Magliacani arriva una telefona anonima. Una donna comunica che Fulvio sta bene, non ha bisogno di niente e chiede di essere lasciato in pace. La famiglia è molto turbata dalla strana chiamata e la preoccupazione aumenta quando due giorni dopo qualcuno ruba dalla villa alla Pellerina la BMW e la motocicletta di Fulvio.

Passano nove giorni e Paolo Pan viene arrestato alla frontiera di Ventimiglia mentre esibisce una carta d’identità falsa. È ricercato dalla polizia e al momento dell’arresto si trova su una Mini Minor rossa in compagnia di una bellissima bionda. La donna è Franca Ballerini che in un borsone nasconde banconote in dollari per un valore di tre milioni e mezzo. Lei dichiara che sono dell'amico e la cos finisce qui.
Siamo nei primi giorni del 1973 e le indagini vengono riaperte ma gli elementi su cui procedere sono davvero pochi. Francesco Magliacani bussa alla porta del maresciallo Raffaele Savoia per chiedere aiuto. È un padre che non si dà pace, è insistente e tutti i giorni passa a trovare il maresciallo per sapere se ci sono novità. Il militare prende a cuore il suo caso e inizia ad indagare, nei tempi morti, sul passato della Ballerini. Scopre così che la donna conosce bene Paolo Pan. I due da bambini erano vicini di casa e dalle sue ricostruzioni hanno iniziato la loro relazione da ragazzi e l’hanno portata avanti nonostante il matrimonio di lei.
Paolo Pan al momento delle indagini ha 32 anni. È un ladruncolo e trafficante di auto rubate, «un uomo freddo, amorale, con un ego molto forte», lo descrive il perito psichiatrico nella sua relazione. È un bell’uomo, dotato in un certo fascino. Nel quartiere è soprannominato Delon, per via della somiglianza con il noto attore. Franca si innamora di quel bullo di periferia quando ha appena quattordici anni. Lo lascia solo dopo molte insistenze da parte della famiglia che la vuole invece sistemata con un giovane di buona famiglia in grado di garantirle un certo benessere.

Dopo un periodo presso il riformatorio Ferrante Aporti, Pan organizza un traffico internazionale di auto di lusso rubate che trasporta in America via cargo. I soldi sono tanti e lui si concede la bella vita: trascorre le sue vacanze a Nizza e frequenta belle donne che lui dice “cambiavo come le camicie”. C’è una però da cui torna sempre: Franca.
Aver scoperto che la donna ha una relazione fuori dal matrimonio però non sposta troppo le indagini di Savoia. Mette due uomini a pedinare la donna ma si convince che è solo una giovane mamma un po’ irrequieta e troppo sola. La svolta arriva undici mesi dopo. Un corniciaio torinese avverte i Carabinieri che un delinquentello un po’ sbruffone gli ha confidato di aver aiutato suo fratello e la fidanzata di quest’ultimo ad uccidere il marito di lei e ad occultare il cadavere. Il nome del chiacchierone è Tarciso Pan.

Tarciso Pan è fratello di Paolo e suo complice nel traffico di auto rubate. È già noto alle forze dell’ordine per il suo passato violento ma soprattutto perché quando esagera con il vino tende a sciogliere la lingua. Gli uomini del maresciallo lo avvicinano in un bar la sera del 21 settembre 1973 e su un registratore rudimentale, tenuto fermo con del nastro adesivo, raccolgono la confessione di Tarciso.

Tarcisio racconta che il fratello è innamorato di Franca e che i due volevano vivere insieme. Ma bisognava fare fuori il marito di lei. Approfittando del viaggio in montagna e sapendo che l’uomo sarebbe stato solo in casa, sono entrati con le chiavi che lei gli aveva fornito e lo hanno atteso in camera da letto. Lo hanno ucciso con quattordici coltellate e poi hanno avvolto il cadavere nella coperta del letto. Lo hanno trasportato a Fiano e lì sepolto sotto un palmo di terra.
Il maresciallo Savoia non sa se credere al nastro che gli portano i suoi uomini. Tarciso è un violento e un criminale ma è anche un chiacchierone inaffidabile. Quando Paolo e Franca posano per i paparazzi abbracciati al mare si convince a convocare Tarciso in caserma. E lì ha un’altra sorpresa: non solo accompagna gli inquirenti in un bosco dove si trova il cadavere di Fulvio Magliacani ma sostiene anche che il fratello è l’autore dell’omicidio di un concorrente nel traffico delle automobili rubate.

A Savoia non serve altro e il 26 ottobre 1973 arresta i due amanti. “Amore non ti preoccupare, andrà tutto bene” le dice lui mentre il maresciallo gli mette le manette.
A ottobre del 1973 furono arrestati Franca, Paolo e Tarcisio Pan. Per tutti e tre l’accusa era di omicidio aggravato. La notizia, confinata per mesi nelle cronache locali, esplose. Diventò il caso degli amanti diabolici, della bionda e del bandito che avrebbero ucciso il “terzo incomodo” per vivere la loro passione travolgente.

Alla fine, dopo una lunga battaglia legale Franca Ballerini fu assolta, anche se l’opinione pubblica continuò a condannarla, non perdonandole di essere stata spregiudicata, una donna libera. Non c’erano prove sufficienti per ritenerla mandante del delitto. L’assassino per la giustizia era Paolo Pan condannato all’ergastolo. Aveva il movente: voleva avere tutta per sé la bella Franca e forse sognava di impadronirsi insieme a lei anche di un bel gruzzolo di soldi. E aveva la caratura criminale.
 
Web  Top
view post Posted on 4/1/2024, 19:51
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,080

Status:


Uccisero il marito e ne bruciarono il corpo
download-17043939375060

Il gup di Vicenza ha condannato con rito abbreviato Manuel Palazzo e Lucia Lo Gatto per l’omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dall’occultamento di cadavere del marito della donna. Il delitto nel 2015 in Veneto.
Il cadavere di Aldo Gualtieri venne ritrovato da un boscaiolo carbonizzato nelle colline sopra Possagno, nella provincia di Treviso, nella notte fra il 18 e il 19 aprile 2015. L’omicidio, secondo l'accusa, sarebbe avvenuto qualche giorno prima in un condominio di Romano d'Ezzelino. I Ris di Parma avevano infatti individuato all’interno dell’appartamento di Romano le tracce di sangue che erano state lavate con la candeggina. Manuel Palazzo e Lucia Lo Gatto furono arrestati poco dopo il ritrovamento del cadavere. A mettere i militari sulle loro tracce un episodio avvenuto prima del ritrovamento del corpo dell’uomo. Una coppia a bordo di un'auto era rimasta in panne nella zona del tempio di Possagno e aveva chiesto aiuto al titolare di un'autofficina della zona per far ripartire la vettura. L'uomo aveva riferito agli investigatori che la coppia si erano mostrata molto nervosa e con molta fretta. Aveva poi detto di aver notato del fumo uscire dall'ammasso di pietre e di aver creduto si trattasse di una grigliata improvvisata.

 
Web  Top
view post Posted on 29/1/2024, 18:07
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,080

Status:


Omicidio di Domenico Vellega, bruciato vivo in auto ad Acerra
1-17065479940558

A distanza di quasi due anni si fa luce sull'omicidio di Domenico Vellega – all'anagrafe Domenicantonio – l'uomo di 48 anni che, il 3 marzo del 2022, venne trovato carbonizzato all'interno della sua auto ad Acerra, nella provincia di Napoli. I carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna hanno arrestato – su richiesta della Procura di Nola – l'ex moglie di Vellega e il compagno, entrambi accusati dell'omicidio aggravato del 48enne. Per la donna si apriranno le porte del carcere femminile di Pozzuoli, mentre per il compagno quelle del carcere napoletano di Poggioreale.

Le indagini dei militari dell'Arma hanno permesso di escludere l'ipotesi del gesto volontario, come si era pensato all'inizio, delineando invece i contorni di un omicidio. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, infatti, la sera del 3 marzo del 2022, l'ex moglie del 48enne e il suo compagno ferirono Domenico Vellega all'interno della loro abitazione. I due caricarono poi il 48enne a bordo della sua auto, una Fiat 600, e appiccarono il fuoco, nella speranza di occultare il corpo; Vellega, però, al momento dell'incendio era ancora vivo.

 
Web  Top
view post Posted on 25/3/2024, 10:59
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,080

Status:


Uccise l'amante e la nascose nel frigorifero

download___98



Carpi -Giugno del 2016 Armando Canò, 51enne residente a Modena , prima picchia e poi strangola Bernardetta Fella, 55 anni, la sua compagna.
Secondo la Procura non ci sono dubbi sul fatto che l’abbia uccisa nella casa della vittima e poi nascosta nel frigo in cantina che però, essendo estate ed essendo spento, ha portato alla decomposizione della salma e alla sua conseguente scoperta che venne fatta dai vigili del fuoco, arrivati sul posto dopo le ripetute segnalazioni di cattivi odori. La cantina, in strada nazionale per Carpi nel tratto del quartiere Madonnina, apparteneva alla vittima. La notizia fece sensazione non solo per il macabro aspetto dell’occultamento del cadavere, compiuto in modo così frettoloso e maldestro (l’assassino aveva dimenticato di accendere il frigo) ma anche per le modalità del femminicidio.
L'autopsia condotta dalla Medicina Legale di Modena,rivelo' che l’assassino aveva prima picchiato “Betta”, poi colpita con calci ripetuti nelle parti intime e alla fine strangolata fino a farle perdere coscienza e provocandole la morte per asfissia.
Il , 6 novembre 2017 - Il tribunale di Modena ha condannato Cano' a 18 anni di carcere (con il rito abbreviato e dunque sconto di pena di un terzo).
Una perizia psichiatrica aveva stabilito che l'uomo era ubriaco al momento del delitto ma comunque capace di intendere e di volere.



Lui aveva un'altra , la moglie lo investe e lo ammazza

download_84



A Paterno, piccolo paese in provincia di Potenza, i Carabinieri hanno arrestato Maria Pia Vertuccio, di 40 anni, per aver investito con la sua automobile e ucciso il marito coetaneo Claudio Bitetti.
L'accusa è di omicidio volontario premeditato. Stamani l'uomo stava camminando su un marciapiede in località Foresta delle Monache, dove è stato raggiunto dalla donna. Forse tra i due è cominciato l'ennesimo furibondo litigio. Vertuccio ha chiesto spiegazioni sulla circostanza che l'uomo si sarebbe recato nella casa coniugale con un'altra donna. Pochi attimi ancora e la donna ha preso una decisione comunque - secondo secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Compagnia di Viggiano (Potenza) - premeditata. Così ha accelerato, è salita con l'auto sul marciapiede e ha investito l'uomo: il 40enne è finito contro un palo della pubblica illuminazione, «frantumandosi - è specificato in un comunicato diffuso dalla Procura della Repubblica di Potenza, che coordina le indagini - il capo».
A quel punto, con il marito già in fin di vita, la donna non si è fermata. Anzi, ha di nuovo accelerato trasportandolo per alcuni metri e facendolo poi cadere a terra. Sul manto stradale, a dimostrazione della volontà alla base del gesto della donna, non vi sono segni di frenata.
da il Messaggero.it
 
Web  Top
view post Posted on 27/3/2024, 11:27
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,080

Status:


Una storia di corna:il bitter alla stricnina

1-17115348869249
Arma di Taggia in Liguria, era venerdì 24 agosto 1962, quando Tranquillo Allevi, un uomo di 50 anni con una moglie molto piu' giovane di lui e due figli riceve un insolito pacco postale e questa lettera:"“Caro signore, poiché avremmo intenzione di lanciare sul mercato questo nuovo aperitivo, offrendole la rappresentanza nella sua zona, ci permettiamo di disturbarla con l’invio di un campione. Provi ad assaggiarlo. Un nostro incaricato verrà a trovarla per conoscere il suo parere. Vogliamo sapere se è di suo gusto e se lo ha trovato gradevole al palato”. Tranquillo Allevi, commerciante di formaggi, allettato dalla promessa rappresentanza di quel misterioso prodotto. Tranquillo, forse in preda ad una certa eccitazione, lo assaggiò assieme a due amici. Lui morì avvelenato. Gli altri, a stento, si salvarono.
Ma chi poteva avergli spedito quella micidiale bottiglietta?
Cominciano le indagini e sotto i riflettori va subito la moglie Renata Lualdi, molto più giovane di lui, una biondina graziosa, piccola e snella che, quanto mai vivace, non aveva mai disdegnato le attenzioni di altri uomini.
La storia che culminerà nel delitto del bitter comincia qualche anno prima a Morghengo, in provincia di Novara. E’ lì che Tranquillo e Renata vivono. Lui, originario di Pavia, fin da ragazzo si era trasferito nel comune piemontese dove a lungo aveva gestito una tenuta con 150 capi di bestiame. Renata, che aveva giù come amante un uomo sposato, era la fidanzata del fratello a cui Tranquillo, per così dire, l’aveva “soffiata”. Ai dissapori familiari erano subentrati, ben presto, tracolli finanziari. E così, da poco tempo, Tranquillo e Renata avevano cambiato aria: meglio la riviera ligure di ponente dove Tranquillo aveva ricominiato da capo, con il commercio di burro e latticini.

A Tranquillo l’idea di lasciare Morghengo era venuta anche per allontanare Renata da uno dei suoi tanti amori: Renzo Ferrari, medico veterinario di un paese vicino, Barengo, un benestante, scapolo d’oro, amante delle belle auto e della bella vita.
Del legame che esiste tra Renata e Renzo, in paese, sono a conoscenza. Un amore nato in cascina, quando lui, il dott. Ferrari, va a visitare le bestie dell’allevamento di Traquillo. Anche lui sa delle scappatelle della moglie, ma quella con il “dutur” non è una scappatella è una vera relazione e questo lo infastidisce. Renata e Renzo, d’altronde, sono travolti da una passione bollente: si amano ovunque, nel fienile, sul greto del fiume, a casa di lui, ma anche a casa di lei. Minacce, dispetti di Tranquillo all’amante della moglie, fino alla fuga da Morghengo. Renata segue il marito e ad Arma di Taggia e in quattro e quattro otto si fa un altro amante, un amico del marito. Ed ecco che il bel Renzo, il dottore, dopo vari tentativi per tornare con la sua amata Renata, escogita il delitto perfetto: un pacchetto con dentro una bottiglietta avvelenata indirizzato a Tranquillo.
Vengono incriminati entrambi sia la moglie che il vecchio amante.Nonostante gli indizi che lo accusano, Ferrari negherà sempre di aver commesso quel delitto.

p6c9


Processato in primo grado nel marzo del 1964 per omicidio e duplice tentato omicidio ebbe una pena di 30 anni di reclusione. I giudici derubricarono il duplice tentato omicidio in lesioni colpose. Lei, Renata, al dibattimento partecipò come fosse una sfinge, non mostrando mai la minima emozione.

Ferrari negherà ancora le sue colpe anche in Appello e perfino in Cassazione (maggio 1967), giudizi che trasformeranno nell’ergastolo la sua condanna definitiva.

Nel 1986, quando Ferrari avrà compiuto 65 anni, arriverà per lui la grazia presidenziale. Morirà due anni dopo di ictus cerebrale nella sua Barengo. E Renata? Rimarrà a vivere ad Arma di Taggia. Per vivere, a lungo farà la baby sitter.


 
Web  Top
25 replies since 14/2/2022, 17:51   2367 views
  Share