| Faenza 13/4/2022
A casa Musto
“L'origine etimologica è incerta anche se si potrebbe ipotizzare una derivazione dal termine dialettale mustu (dal latino mustum), con il significato di "mosto", ed indicare l'attività di vinificatore o produttore di vino svolta dal capostipite. Secondo un'altra ipotesi deriverebbe dal nome arabo Mushtaaq. Il cognome Musto è tipico della Campania.”
Qualche giorno fa mi è capitato di leggere da qualche parte alcune considerazioni sul cognome “Musto”, colpito dal fatto che il mio cognome, cantina, rimanda al cognome di Lucio, mosto, mi sono annotate queste notizie ed oggi le propongo dopo aver trascorso una giornata d’amore a casa dei nostri amici Rosaria e Lucio. Seduti intorno al tavolo sotto il portico, con la distesa della verde campagna marchigiana innanzi a noi, abbiamo proceduto ad “assaggi”, come ha definito il mio amico il banchetto preparatoci. L’affettuosa coppa di testa, “piace tanto a Giovanni”, l’amorevole paté di fegato fatto in casa, “mi ricordo che piace a Pina”, e poi i fagottini imbottiti, il salame di fegato, la pancetta, i carciofini, le varie qualità di olive, i formaggi, di fossa, al tartufo ed ancora altri. Il primo piatto di quelli semplici e saporiti: pasta e piselli ed anche qui amore: Pina avvisa Lucio che a me la pasta e piselli piace con gli spaghetti spezzati e non con i classici tubetti e Lucio pronto mette in pentola gli spaghetti spezzati. Filetto di maiale avvolto in pancetta, contorni: zucchine gratinate, cipolle infornate al curry, ed ancora delle verze che non siamo riusciti ad “assaggiare”. Una eccellente macedonia di frutta a chiudere. Col vino ci siamo mantenuti, un rosè veneto frizzantino ed un piacevole rosso marchigiano, siamo stati morigerati per lasciar spazio agli amari: varie annate di nocillo a partire dal novantotto fino a giungere al duemilaventi, amari di varie marche ed anche qui un regalo d’affetto, io un po’ di tempo fa sono riuscito a trovare un raro Unicum riserva che per primo e tanti anni fa Lucio mi aveva fatto provare, immediatamente gliene avevo mandato una bottiglia, ieri Lucio, col plauso di Rosaria, ha ‘ngignato la bottiglia, riregalandomi il regalo. Sono stato volutamente prolisso nei particolari per dare risalto al legame d’affetto che la cura del cibo ha sottolineato. Un vecchio film era intitolato “L’anima e la carne”, mi sembra un buon titolo anche per la giornata di ieri. Un abbraccio a tutti. Giovanni
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