Le stronzate di Pulcinella

Una bella notizia - 12 -

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view post Posted on 28/3/2023, 08:58
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Licola 28/3/2023


Nel solco

“L’anima sua era uno specchio che rifletteva gli antichi fatti lucidi e chiari.”
La cocchiereria
Domenico Rea

“C’era una volta una zia e una nipote. La zia era la sarta del quartiere e la nipote la donna che restava in casa. La zia era senza nessuno. Il marito, maresciallo, le era morto in guerra e un figlioletto anche, dopo altri tre anni, per mancanza di compagni, di un terrazzo coi fiori e le farfalle. La nipote era orfana. E per tutte queste ragioni entrambe andavano vestite di nero.”
Lutto figlia lutto
Domenico Rea

Ieri vi ho raccontato del mio bisogno di partecipare ed eccomi nel solco della condivisione.
Da poco ho iniziato a leggere un autore napoletano che non avevo ancora avvicinato.
Sto tamponando una grossa falla nella mia pur misera conoscenza, mi sto rendendo conto che non potevo non aver letto questo strano nano gigante della cultura del novecento, Domenico Rea.
Incomincio a leggere e mi strabilia, alcuni brani mi appaiono pulp, genere da noi diffusosi solo alla fine del novecento, poi si aprono squarci di poetica descrittiva. Mi viene in mente Steinbeck con i suoi personaggi costretti da un destino immutabile a vivere in un tragico squallore.
Rea con i suoi racconti mi sfugge, è un folletto bizzoso che si compiace delle sue malignità, non ha rispetto, ma poi si commuove per la vita di una volta, per gli amici d’infanzia.
Ho scelto di condividere due brani tratti da due racconti perché spinto dalla mia voglia di raccontare i ricordi, ma anche le storie semplici.
Mi piace tanto quel “c’era una volta” e poi la spiegazione del perché fosse morto il bambino. Mi è caro l’utilizzo dell’e congiunzione dopo il punto e mi accomuna all’autore la voglia di “riflettere antichi fatti”.
Grazie per l’affettuosa pazienza.
Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 29/3/2023, 08:36
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Licola 29/3/2023


Poesie

Lo steddazzu

L'uomo solo si leva che il mare e ancor buio
e le stelle vacillano. Un tepore di fiato
sale su dalla riva, dov'è il letto del mare,
e addolcisce il respiro. Quest'è l'ora in cui nulla
può accadere. Perfino la pipa tra i denti
pende spenta. Notturno è il sommesso sciacquio.
L'uomo solo ha già acceso un gran fuoco di rami
e lo guarda arrossare il terreno. Anche il mare
tra non molto sarà come il fuoco, avvampante.
Non c'è cosa più amara che l'alba di un giorno
in cui nulla accadrà. Non c'è cosa più amara
che l'inutilità. Pende stanca nel cielo
una stella verdognola, sorpresa dall'alba.
Vede il mare ancor buio e la macchia di fuoco
a cui l'uomo, per fare qualcosa, si scalda;
vede, e cade dal sonno tra le fosche montagne
dov'è un letto di neve. La lentezza dell'ora
è spietata, per chi non aspetta più nulla.
Val la pena che il sole si levi dal mare
e la lunga giornata cominci? Domani
tornerà l'alba tiepida con la diafana luce
e sarà come ieri e mai nulla accadrà.
L'uomo solo vorrebbe soltanto dormire.
Quando l'ultima stella si spegne nel cielo,
l'uomo adagio prepara la pipa e l'accende.

Cesare Pavese


Qualche tempo fa vi promisi di regalarvi di tanto in tanto una poesia, ecco l’ultima che ho incontrato.
La poesia è bellissima e straziante, vi sono immagini meravigliose, mi piacerebbe avere questa capacità di comunicazione ma io non voglio essere d’accordo con Pavese.
Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 30/3/2023, 08:42
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Licola 30/3/2023


Svuotato

La sensazione è proprio questa, mi sento vuoto, e questa sensazione mi infastidisce, mi squilibra, stamattina mi sembra di non saper procedere.

Io che tante volte ho pensato al vuoto come ad uno stato di grazia, vuoto per aver fatto pulizia, vuoto per ricominciare, vuoto per ricevere.
Non mi sento di aver fatto ordine, è un vuoto questo che mi occupa.
È un falso vuoto, è un accalcarsi di pensieri che spingono e non trovano spazio e non vogliono andar via, oggi non c’è spazio per altro.
Aver le tasche vuote significa esser privo di danaro, la testa vuota è sinonimo mancanza di intelligenza, sentirmi vuoto per me oggi significa sentirmi privo di spazio.
Non sono vuoto evidentemente sono privo, privo dello spazio necessario per spostare le cose, ordinarle, guardarle ed eventualmente scartarle.
Speriamo bene.
Ricordo una vignetta, mi sembra di Altan, nella quale oggi mi riconosco, diceva: “Ci troviamo in un cul de sac e per uscirne ci vuole un sac de cul”.
Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 31/3/2023, 21:24
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Licola 31/3/2023


A proposito di integrazione

Le idee racchiuse in se stesse s’inaridiscono e si spengono. Solo se circolano e si mescolano, vivono, fanno vivere, si alimentano le une con le altre e contribuiscono alla vita comune, cioè alla cultura.
Gustavo Zagrebelsky


E sì, “a egregie cose” porta l’integrazione, la commistione, la contaminazione, accogliere idee diverse e mescolarle con i nostri modi di pensare aiuta ad arricchire la nostra vita e la nostra cultura.
Pensiamo a Roma che invadendo si è fatta invadere dalle idee diverse provenienti dalla Grecia, dall’Africa, dall’oriente, pensiamo a come ha saputo digerirle, farle proprie ed unite alla sua identità, dar vita al suo diritto, alla sua arte, filosofia, architettura, saper vivere.
Meditiamo gente, meditiamo.
Un abbraccio a tutti. Giovanni

Strana giornata
 
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648 replies since 31/3/2022, 09:37   3917 views
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