Le stronzate di Pulcinella

A Napoli il primato di Capitale del romanzo Giallo

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view post Posted on 21/2/2022, 20:09
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Il genere poliziesco si impone in Italia nel 1851, grazie allo scrittore napoletano Francesco Mastriani e al suo romanzo Il Mio Cadavere, comunemente considerato il primo giallo italiano. Prima d’allora, a firmare un racconto che potesse, a pieno titolo, essere considerato l’iniziatore della letteratura d’indagine, c’è solo Edgar Allan Poe con I Delitti della Rue Morgue, datato 1841 e ambientato a Parigi. Nel 1868 appare il primo romanzo poliziesco. Lo firma Wilkie Collins e si intitola The Moonstone. Nel 1887 arriva sir Arthur Conan Doyle e Sherlock Holmes.

Nel 1907 ancora una scrittrice napoletana, Matilde Serao, mette il sigillo finale su un genere che di lì a poco diventerà un vero e proprio fenomeno di massa. Il romanzo si intitola Il Delitto di via Chiatamone.

Dopo questa fase Napoli scompare dalla scena giallistica nazionale, ma si riprenderà il primato di Capitale del Giallo solo nel 1976 con il romanzo La Mazzetta, firmato dallo scrittore partenopeo Attilio Veraldi, anch’egli considerato uno dei padri del Giallo Italiano. Dopo Veraldi ancora uno stop. Bisognerà aspettare il 2006, con l’entrata in scena di Maurizio De Giovanni, per rivedere il Giallo napoletano affermarsi in tutta Italia.
Quattro tappe, spalmate in un secolo e mezzo di storia editoriale (Mastriani, Serao, Veraldi, De Giovanni) impongono, oggi, una svolta definitiva. La nascita di un Festival Internazionale del Giallo che Napoli non ha mai avuto. E si merita.

Un Festival del Giallo a Napoli. Dunque. Perché Napoli è un po’ la culla del genere, perché Mastriani e Serao hanno aperto una strada e il loro ruolo, nella storia del poliziesco, è riconosciuto a livello nazionale, perché oggi più che mai, grazie soprattutto al successo di Maurizio De Giovanni, Napoli ha finalmente una ‘scuola del giallo’ con autori pubblicati dalle maggiori case editrici d’Italia.
La Francia ha avuto la sua influenza sul genere poliziesco (che in Italia prende il nome di ‘giallo’ nel 1929, grazie all’intuizione di Arnoldo Mondadori e della sua collana I Libri Gialli) è figlio del feuilleton e della letteratura popolare della metà dell’Ottocento che si è imposta soprattutto in Francia, e poi in Inghilterra. Perché il primo racconto ‘giallo’ è ambientato in una strada di Parigi, che non esiste: la Rue Mourgue.

Un Festival del Giallo che coinvolge una Libreria. Perché la Libreria Iocisto ha sempre avuto una grande attenzione per la letteratura di genere, perché tra i soci di Iocisto c’è Maurizio De Giovanni, perché oggi Iocisto ospita uno spazio interamente dedicato ai Gialli e curato da Gialli.it promotore di questo progetto.

Perché un Festival del Giallo?
Perché in Italia manca un vero e proprio Festival Nazionale del Giallo dedicato al genere letterario più amato, più seguito, più presente nei cataloghi delle case editrici italiane. Possiamo colmare un vuoto e riprenderci un primato.

Quattro ragioni validissime, quelle citate, per creare una cordata che possa realizzare nel migliore dei modi un progetto ambizioso. Gialli.it (una testata giornalistica e una casa editrice con un dominio importante, e una storia altrettanto importante), La
La Libreria Iocisto (la prima Libreria italiana creata dalla gente per rispondere alla crisi delle librerie a Napoli, con sette anni di esperienza, e centinaia di soci che prestano un servizio volontario per tenere in vita un gran bel sogno), l’Istituto Francese (sede prestigiosa, centro di promozione culturale, punto di riferimento per l’intera città), CortoNero, una realtà ormai riconosciuta a livello nazionale nel mondo del Cortometraggio Noir, e infine, La Scuola Italiana di Comix, la ciliegina sulla torta, l’asso nella manica, l’ultimo tassello di un progetto ambizioso ed entusiasmante.


In cinque, con ruoli, esperienze, e prerogative diverse, si coprono tutte le caselle che servono per realizzare questo progetto. I libri, il rapporto con scrittori ed editori (per Iocisto), la narrazione dei fatti (per una testata giornalistica come Gialli.it), l’illustrazione (per Comix), il respiro internazionale, l’ospitalità, l’esperienza (per il Grenoble). C’è tutto. Tocca solo dare il via a questa avventura.

Prima edizione inevitabilmente dedicata a Napoli ‘culla del giallo’. Mastriani, Serao, Veraldi, De Giovanni. Una linea rossa (sangue?) che si dipana lungo cento cinquant’anni di delitti di carta. La Storia del Giallo a Napoli. E poi.. Una mostra internazionale dedicata a Sherlock Holmes e organizzata dal più grande collezionista di Holmes d’Europa; Il Primo Congresso Nazionale delle Scrittrici di Gialli, il meglio della narrativa poliziesca al femminile del nostro paese; Il Primo Raduno degli scrittori di gialli nati in Campania; la rassegna di Corti dedicati al Noir.
E siamo solo all’inizio. La direzione artistica del Festival è affidata a Ciro Sabatino (direttore di Gialli.it), la presidenza onoraria assegnata a Maurizio De Giovanni, che sarà anche il Presidente del Premio MissterY Città di Napoli per il romanzo edito.

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view post Posted on 22/2/2022, 18:27
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Tratteremo qui arrivando fino alla metà dell Ottocento alcuni autori che misero Napoli in prima fila nel portare in Italia un genere che stava già spopolando in Europa



Il primo di questi pionieri è senz’altro Francesco Mastriani, nato nel 1819 a Napoli dove visse tutta la sua esistenza fino al 1891 (anno della sua morte), è stato oggetto di valutazioni non sempre positive, principalmente per la notevolissima mole della sua produzione letteraria. Tra i tanti ritratti disponibili on-line uno dei più equilibrati ed ed efficaci ci sembra quello pubblicato sul sito del Ministero dei Beni Culturali in occasione delle iniziative per la celebrazione dei duecento anni dalla nascita del grande romanziere:



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“Precursore del Verismo, anticipatore della “questione meridionale”, raccontò dei più umili e della Napoli di metà ottocento: nella cosidetta “trilogia socialista”: I Vermi (1863), Le Ombre(1868) e I Misteri di Napoli (1869) descrisse una Napoli sfiduciata e derelitta, in cui miseria e malavita la facevano da padrona. Fu autore del primo giallo scritto in Italia, “Il mio cadavere” e non solo, Mastriani fu uno dei primi autori italiani del romanzo d’appendice genere che ebbe grande fortuna in tutta Europa. Nel 1876 iniziò, infatti, la sua collaborazione col quotidiano Roma,che pubblicò in appendice: il romanzo storico Nerone in Napoli. Dal 1876 al 1891, anno della sua morte, i suoi romanzi furono quasi tutti pubblicati in appendice del Roma Morì quasi cieco e indebitato, ma fu uno dei più notevoli e prolifici romanzieri dell’ Ottocento napoletano. In mezzo secolo di lavoro Francesco Mastriani ha dato alle stampe 105 romanzi, 263 tra novelle e racconti, 248 articoli diversi, 49 poesie, 40 tra commedie, drammi e farse oltre alle conferenze, dissertazioni, discorsi funebri ed accademici per un totale di circa novecento lavori. Un patrimonio di grande vastità di cui è significativa espressione la Raccolta Mastriani della biblioteca nazionale di Napoli


Fonti di hystoria di Napoli e varie dal web

Continua......

Edited by aurora663 - 23/2/2022, 13:58
 
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view post Posted on 23/2/2022, 11:42
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Nonostante fosse molto amato dai napoletani e avesse precorso i tempi, Francesco Mastriani è considerato il padre del romanzo giallo italiano avendo scritto di vampiri prima di Stoker, è vissuto sempre in povertà
Nei suoi romanzi spiccano virtuosamente le tante situazioni di estrema miseria sociale ed ignoranza stratificata che sfociano, molto spesso, in tremende vendette e fatti di sangue.
Sulla verità della sua povertà si espresse anche Giovanni Bovio che scrisse una targa che è murata sulla facciata del Teatro San Ferdinando di Napoli:
Francesco Mastriani fu l’individuazione del popolo napoletano,di lavorare e di sognare.


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Soffrire pazientemente e morire. Il suo bisogno di scrivere si pensava fosse dettato per mangiare, quindi anche dal punto di vista letterario, i suoi non erano considerati dei capolavori, e come scrisse la Serao nel suo articolo necrologo, Mastriani compilò le sue ultime appendici sul letto di morte, e la penna anche per lui divenne una croce.

Fonti varie prese dal web

Edited by aurora663 - 23/2/2022, 16:44
 
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view post Posted on 23/2/2022, 13:48
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Diciamo che quando iniziò la sua carriera di scrittore, verso la metà del XIX sec. le sue condizioni economiche erano abbastanza agevoli, per cui con la tranquillità economica, poté dare alla luce i suoi migliori lavori, anche se doveva scrivere sotto la forbice della censura borbonica, che specie dopo il burrascoso ’48, fu davvero feroce
Con l’Unità d’Italia, cominciò a scrivere i romanzi sociali, quelli della cosiddetta trilogia socialista: I Misteri di Napoli, Le Ombre, I Vermi; e fu quello un altro periodo tranquillo della sua vita. Ma dopo, vuoi per la sua salute che cominciò a peggiorare, vuoi per il dolore per la morte di tre dei suoi quattro figli, il povero Mastriani cominciò a perdere quella serenità e tranquillità per scrivere a modo e i suoi ultimi romanzi, e che furono pubblicati sulle appendici del quotidiano Roma in prevalenza, vennero fuori con quella fretta dettata dal bisogno di scrivere per mangiare, quindi anche dal punto di vista letterario, non erano dei capolavori


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Addirittura sembra incredibile che per aiutare la moglie per le spese del funerale,si dovette fare una colletta, per cui è più che giusta la frase che lui stesso in un momento di sconforto disse : Che somma sventura è nascere a Napoli!


Successivamente la collaborazione di Mastriani col Giornale del Regno delle Due Sicilie (e anche col giornale ministeriale L’Ordine) di sicuro influì sul giudizio negativo espresso nei suoi confronti dal De Sanctis. Mastriani iniziò la sua attività letteraria collaborando in piccoli giornali di costume dell’epoca, come Il Sibilo, Il lume a gas, La Rondinella, Il Pungolo ed altri, ma senz’altro la nomina di compilatore di quei giornali borbonici, avvenuta nell’anno 1851, non fu per lui positiva; intanto il Direttore dell’Interno, Ramo Polizia che lo nominò, Gaetano Peccheneda, non gli assegnò alcun stipendio....

Altro errore di Francesco Mastriani fu quello di non aver mai frequentato circoli letterari, né partecipato a conferenze, simposi e convegni. Ciò lo fece passare per un solitario che snobbava gli incontri con gli altri letterati. Ciò non è assolutamente vero. Egli preferiva dedicare quei pochi attimi di libertà dal lavoro, alla sua famiglia che adorava alla follia.

Oggi sempre più spesso dei docenti universitari si stanno occupando della sua produzione letteraria

È vero, con la buona pace di De Sanctis, dell’Algranati , le opere di Francesco Mastriani si continuano a pubblicare anche nel terzo millennio! E l’ultimo lllllll con la pubblicazione del romanzo Nerone in Napoli, nell’ottobre dell’anno 2015. Ma anche altri scrittori ed editori stanno riscoprendo Francesco Mastriani, tanto per fare qualche nome, Divier Nelli nel 2010 per la Rusconi ha pubblicato il romanzo Il mio cadavere, al quale ha fatto però una sorta di lifting o restauro per permettere ai lettori del XXI secolo di leggerlo con più agio e di apprezzarlo. Ricordo la studiosa Anna Geltrude Pessina, che nel 2013 ha pubblicato per Tullio Pironti Editore di Napoli, Francesco Mastriani: un escluso. E ancora la Cristiana Anna Addesso, che oltre a collaborare con noi cugini Rosario ed Emilio nella pubblicazione del saggio Che somma sventura è nascere a Napoli – bio-bibliografia di Francesco Mastriani, per Aracne editrice, ha pubblicato anche Francesco Mastriani a teatro, nel 2009 e un altro lavoro di Mastriani: Novelle scene e racconti – con appendici di testi inediti, nel 2012. Anche Avagliano Editore, nel 2009 ha ristampato il capolavoro di Francesco Mastriani: La Cieca di Sorrento. Direi quindi che il pensiero di Mastriani sia tutt’oggi attuale, e ricordo altri studiosi contemporanei continuano ad occuparsi dello scrittore: Pasquale Sabbatino, Tommaso Scappaticci, Francesco Guardiani, Carlo Avilio, Clara Borrelli, Patricia Bianchi, Nadia Ciampaglia, e sembra addirittura che uno studioso giapponese – è una notizia che ha trovato l’Addesso – si stia interessando alla produzione letteraria di Mastriani; dell’Associazione Nazionale Mondo Scuola, organizzammo un convegno su Vita, pensiero ed opere di Francesco Mastriani. Direi che l’iniziativa ebbe un buon successo, è stata pubblicata anche su alcuni quotidiani napoletani ed intervennero personalità letterarie, come la Anna Geltrude Pessina, la Clara Borrelli, il giovane studioso Emanuele Cerullo, e alcune personalità politiche di Ercolano e Torre del Greco. Io e mio cugino Emilio ci siamo prefissati due obiettivi, il primo è appunto quello di rivalutare la figura di Mastriani, ricordando che il suo romanzo " La Cieca di Sorrento" ha avuto scalpore non solo a Napoli ma anche a
Milano, Genova, Firenze, Roma, Vicenza; ed è stato tradotto anche in spagnolo, tedesco e ceco. Inoltre di esso ci sono state riduzioni teatrali e cinematografiche.










Su Mastriani si espresse Matilde Serao


Matilde Serao, nel suo necrologio sulla morte di Mastriani, scrive che la qualità nell’opera di Mastriani, specialmente nei romanzi scritti con calma, è l’emozione, e ricorda nella Cieca di Sorrento, in quella storia semplice e dolente, la scena in cui Oliviero Blackman fa l’operazione agli occhi della infelicissima fanciulla, il grido di ringraziamento che sgorga dal petto della creatura a cui è stata ridata la vista, e la Serao chiede se tutti coloro che hanno letto quella pagina, come lei stessa la Serao, non ha pianto di quell’emozione. Anche I Misteri di Napoli, pubblicato la prima volta nel 1869-70 in volumi, ha avuto edizioni in altre città (Milano, Firenze e La Spezia). Questo lavoro fa parte della cosiddetta Trilogia Socialista, cioè quel filone in cui si evidenzia di più il Mastriani verista; pur essendo stato scritto dopo I Vermi e Le Ombre (gli altri due romanzi della trilogia), mi ha appassionato di più, forse perché in esso è trattata a fondo la questione sociale della città; nella trama ci troviamo dei personaggi che potevano uscire solo dalla penna e dalla fantasia di Mastriani, personaggi appartenenti a ceti sociali diametralmente opposti: quello dei ricchi, avari e dissoluti proprietari, quello dei ladri e dei malfattori, e quello delle persone oneste. Condivido l’analisi della Serao quando scrive che il concetto del bene e del male era molto rudimentale in Mastriani: i suoi personaggi erano o troppo buoni o troppo cattivi e trovare la bontà nella perversità o la malizia nella bontà, è opera acuta e lunga. Il mondo morale di Mastriani aveva pochi e semplici criteri: l’eterno dissidio tra gli oppressori e i deboli, tra le vittime e i carnefici.


Fonti varie dal web

Edited by aurora663 - 23/2/2022, 16:43
 
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view post Posted on 23/2/2022, 16:43
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ATTILIO VERALDI

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Nato a Napoli nel 1925, Veraldi fece per molti anni l'oscuro mestiere del traduttore (soprattutto dall'inglese e dallo svedese), e ciò, fra l'altro, gli permise di viaggiare molto, sia in Europa che in America.
L'allora direttore della Rizzoli, Mario Spagnol (poi patron dell'importante gruppo editoriale Mauri-Spagnol, comprendente Longanesi, Guanda, Garzanti, TEA, Salani), era convinto che quel raffinato letterato non potesse non cimentarsi in prima persona con lo scrivere e così lo "costrinse" a produrre in prima persona.

Veraldi scelse una strada secondaria, il giallo, e pericolosa, l'ambientazione napoletana: il rischio di cadere nel folklore e nei luoghi comuni era altissimo, ma il risultato fu di grande originalità: una sorprendente miscela di umorismo e violenza, di nostalgia e di realismo. Napoli come ce la immaginiamo e come non l'avremmo mai concepita, personaggi ambigui, squarci di dignità e squallore, l'arte di arrangiarsi che voracemente sconfina nella lucidità capitalistica del nuovo crimine organizzato.
Infatti, quando il suo primo libro venne adattato per lo schermo (La mazzetta, di Sergio Corbucci, 1980), i produttori annacquarono parecchio le atmosfere torbide del romanzo, e il protagonista Sasà Jovine, un mediocre faccendiere, venne interpretato dal bravissimo Nino Manfredi, che inevitabilmente catturava le simpatie del pubblico.
Senza forzature spettacolari e furberie editoriali, Veraldi riportò certi stereotipi napoletani alla loro reale dimensione, fatta di compromessi, paura, strategie di sopravvivenza, e addirittura fu di fatto uno dei primi scrittori italiani a cimentarsi con la terribile realtà del terrorismo (Il vomerese).


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Se altri (De Angelis, Enna) avevano già sdoganato il poliziesco italiano, Veraldi aggiunse - come Sciascia - una decisiva sfumatura di cinismo e crudezza, con un occhio acuto e non consolatorio sulle aggrovigliate realtà urbane di un'Italia ancora in turbolenta formazione.

Nel 1966 ha curato per Feltrinelli un'antologia di racconti di autori anglosassoni: Delitto per diletto.
La mazzetta, Rizzoli, 1976; Avagliano; Ponte alle Grazie, 2017
Uomo di conseguenza, Rizzoli, 1978, 1980; Avagliano, 2003
Il vomerese, Rizzoli, 1980; TEA, 1990; Avagliano, 2004
Naso di cane, Mondadori, 1982, 1992; Avagliano, 1999, 2003
L'amica degli amici, Mondadori, 1984; De Agostini, 1990; Avagliano, 2003
Donna da Quirinale, Mondadori, 1990
Scicco, Mondadori, 1991
L'ombra dell'avventura, Frassinelli, 1992


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Fonti varie dal web


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Edited by aurora663 - 23/2/2022, 17:43
 
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view post Posted on 24/2/2022, 07:54
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Di Matilde Serao troverete ampiamente qui sul forum di questa grande giornalista e scrittrice, vi basta digitare sul motore di ricerca del forum quindi non mi soffermeró su di lei, ma vorrei qui parlare di Maurizio De Giovanni e anche di questo signore troverete tante cose a lui dedicate sul forum





Maurizio de Giovanni




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Maurizio De Giovanni è nato nel 1958 a Napoli, dove vive e lavora. Nel 2005 partecipa a un concorso riservato a giallisti emergenti indetto da Porsche Italia presso il Gran Caffè Gambrinus, ideando un racconto ambientato nella Napoli degli anni trenta intitolato I vivi e i morti, che diventa la base di un romanzo edito da Graus Editore nel 2006, Le lacrime del pagliaccio, poi riedito l'anno successivo con il titolo Il senso del dolore: ha così inizio la serie di inchieste del Commissario Ricciardi.

Nel 2007 Fandango pubblica Il senso del dolore. L'inverno del commissario Ricciardi, la prima opera ispirata alle quattro stagioni, cui seguono nel 2008 La condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi, nel 2009 Il posto di ognuno. L'estate del commissario Ricciardi e nel 2010 Il giorno dei morti. L'autunno del commissario Ricciardi.

Nel 2011 esce in libreria, questa volta per Einaudi Stile Libero, Per mano mia. Il Natale del commissario Ricciardi; nel 2012 l'autore si cimenta in un noir ambientato nella Napoli contemporanea e pubblica con Mondadori il libro intitolato Il metodo del coccodrillo che vede protagonista l'Ispettore Lojacono. Nello stesso anno con Einaudi, oltre a pubblicare le stagioni del Commissario Ricciardi in versione tascabile, pubblica il romanzo Vipera. Nessuna resurrezione per il commissario Ricciardi.

Nel 2013 torna in libreria con il romanzo I Bastardi di Pizzofalcone, ispirato all'87º Distretto di Ed McBain, segnando la transizione del personaggio dal genere noir al police procedural, e poi con Buio per i Bastardi di Pizzofalcone. Nello stesso mese all'interno dell'antologia Regalo di Natale edito da Sellerio esce un suo racconto dal titolo Un giorno di Settembre a Natale.

Nel 2014 escono In fondo al tuo cuore, sempre per Einaudi, nuovo romanzo del commissario Ricciardi e nello stesso anno Gelo per i Bastardi di Pizzofalcone, un nuovo racconto incentrato sulla squadra dell'Ispettore Lojacono. Nel luglio 2015 esce Anime di vetro. Falene per il commissario Ricciardi e l'anno successivo Serenata senza nome. Notturno per il commissario Ricciardi.

Nel dicembre 2016 esce Pane per i Bastardi di Pizzofalcone. L'anno 2017 vede la pubblicazione del primo di una nuova trilogia di libri di genere mistery chiamata I guardiani. Avvia nel 2018 il ciclo di romanzi sull'ex agente segreto Sara con Sara al tramonto e nel 2019, dopo due precedenti racconti, quelli sull'assistente sociale Mina Settembre con Dodici rose a Settembre.

Molti dei suoi romanzi sono stati tradotti in inglese, spagnolo e catalano, in tedesco e francese.

Dalle sue opere sono tratte tre serie televisive: nel 2017 I Bastardi di Pizzofalcone[1] e nel 2021 Mina Settembre e Il Commissario Ricciardi.

Maurizio de Giovanni ha scritto anche per il teatro, adattando "Qualcuno volò sul nido del cuculo" di Kesey e "American Buffalo" di Mamet, e realizzando i testi originali di "Ingresso indipendente", “Mettici la mano” e "Il silenzio grande". Da quest’ultimo è stato tratto anche l’omonimo film diretto da Alessandro Gassmann.

Fa parte del gruppo di scrittori che conducono il laboratorio di scrittura con i ragazzi reclusi nell'Istituto Penale Minorile di Nisida. Nel luglio 2020 è stato nominato dal Consiglio regionale della Campania Presidente del "Comitato scientifico per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio linguistico napoletano" per promuovere iniziative di studio e ricerca sulla lingua napoletana



Fonti Wikipedia

Edited by aurora663 - 26/2/2022, 11:35
 
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view post Posted on 25/2/2022, 10:39
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Maurizio negli ultimi anni ha davvero portato alla ribalta il genere poliziesco avendo come argomento principale Napoli, facendo amare sia il genere da lui romanzato e sia la stessa città, che ogni volta viene sempre martoriata e poco valutata per quello che in tutto rappresenta
Una Napoli che lui ama in tutto e per tutto ascoltiamolo qui



 
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view post Posted on 12/9/2022, 11:54
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A proposito di De Giovanni scrittore napoletano che dice :
"Trovo che il teatro sia una forma di narrazione più diretta. Prima ancora c è la narrazione orale tipo quella che fanno le mamme ai loro bambini per esempio, poi viene la scena e dopo la parola scritta "

Maurizio ha rilasciato un'interessante intervista al Corriere del Mezzogiorno in occasione dell'uscita del libro "Tutto il teatro", parlando dei 9 testi che compongono la raccolta e di cosa lo abbia spinto a scrivere per il teatro.
Se per caso avete voglia di ascoltarlo eccolo qui

https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it...2929e1714.shtml
 
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