| Licola 26/3/2024
Il giostraio
“Altro giro, altra corsa, una due persone cinquanta lire.”
Il giostraio da dietro al vetro del suo casotto ripete attraverso il microfono l’invito per il prossimo giro. Le automobiline si fermano dopo qualche secondo dall’interruzione dell’energia elettrica, la rete in alto priva di corrente non provoca più le scintille che il trolley genera sfiorandola. In quei pochi secondi che passano dall’interruzione della corrente fino al fermo dell’automobilina, gli occupanti cercano, con decisi colpi di bacino, di prolungare la corsa e magari di sfruttare l’abbrivio per infliggere l’ultimo scossone all’automobilina che li precede. Pronti, lungo il perimetro della pista, i prossimi partecipanti al successivo giro, attendono lo svuotarsi delle automobiline per occuparle, c’è chi ha già adocchiato una di quelle vetturette per il semplice motivo che gli piace il colore o, più probabilmente, perché ha notato che è più veloce delle altre. Non sempre questa operazione va a buon fine, a volte c’è qualcuno più veloce nell’occuparla, altre volte l’occupante, pronto, infila il gettone nell’apposita fessura, assicurandosi un altro giro. Il gioco è sempre uguale, la bravura consiste nello schivare, ma anche nel colpire gli altri, l’attrazione dell’autoscontro, noi dicevamo:”’e tozza-tozza”, porta adulti e bambini a mostrare, in quei pochi minuti, la propria tendenza, chi va diretto contro l’avversario, chi fugge evitando gli scontri, chi subdolamente si ferma per partire poi di scatto cogliendo di sorpresa il malcapitato. ‘E tozza-tozza piacevano, era una finzione della verità, ognuno poteva manifestarsi per quel che era, senza sentirsi smascherato. Anch’io stamattina sono pronto ad occupare un’automobilina per il prossimo giro, per un’altra corsa. Un abbraccio a tutti. Giovanni
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