Le stronzate di Pulcinella

Posts written by marmari

view post Posted: 21/3/2024, 17:27 'A manicurista :una macchietta, una poesia di Pisano - LE POESIE DEGLI ALTRI
Vabbè, ma uno che sia uno come il cielo comanda. Questa pare più un'androloga.
Mi sarebbe piaciuto sapere se avesse iniziato a smaltare come usa ora, con fiorellini e stelline, quell'unico dito (che avete perennemente fisso nelle zucca)
view post Posted: 18/3/2024, 21:47 A ZEPPOLA (e San Giuseppe) poesia di Piero Catalano - LE POESIE DEGLI ALTRI
Parole sante! E mica si può stare sempre lì col bilancino, almeno una (meglio più) che male può fare? La penitenza il 20, ma il diciannove W San Giuseppe e W i papà!
view post Posted: 8/3/2024, 20:42 OTTO MARZO - L'angolo del poeta RAFFAELE PISANI
La poesia è bella, trasmette dolcezza, è molto apprezzata.
Per quanto riguarda l'8 marzo, non ho mai festeggiato questo giorno, anche perchè non può essere una festa. Se oltre il 2000 si ha ancora bisogno di una giornata per la donna (ma forse lo si fa per aumentare il pil dei fiorai) vuol dire che la società non è ancora abbastanza matura.
E, purtroppo, invece di riflettere bene sulla situazione, portare avanti con serietà richieste legittime, ci si perde in manifestazioni che sono solo una ripetizione di slogan vuoti. Anche le femministe tanto hanno fatto che i ragazzi della ultima generazione non solo non le stanno neppure a sentire, ma prendono atteggiamenti che i ragazzi degli anni sessanta o settanta non si sognavano neppure. Insomma, il perfetto contrario di ciò che volevano.
Ho visto in passato gruppi di donne che andavano a cena fuori e poi, magari, a vedere uno spogliarello maschile (!), oggi vedo donne che strillano contro un patriarcato che è difficile da vedere nel nostro mondo occidentale.
Ma le differenze di salario, di carriera, l'assenza nelle alte cariche di figure femminili (mai vista tanta acredine violenta verso un presidente del consiglio come noto adesso nei confronti dell'attuale presidente del consiglio, guarda caso una donna, non certo peggio di chi l'ha preceduta), la mancanza di rispetto nei confronti di molte donne continuano ad esserci.
E alloram cosa vogliamo festeggiare?
view post Posted: 4/3/2024, 14:47 detti e proverbi napoletani misogeni - BOZZETTI , ANEDDOTI E FATTARIELLI NAPOLETANI
Mi sono limitata ai primi, poi la cosa diventa noiosa. Solo un'osservazione, se i peccati hanno tutti genere femminile, chi li compie ha in prevalenza altro genere.
E se le donne vi danno tanto fastidio, cari signori, non c'è problema, state per conto vostro, per tutto, dalla cantina al tetto dalla cucina al letto. E piantatela di scassare le scatole.
E, comunque, anche le virtù sono femminili:
Le cardinali sono prudenza, giustizia, fortezza e temperanza, mentre quelle teologali sono fede speranza e carità. E i signori sono servirli :beffe:

Edited by marmari - 4/3/2024, 15:35
view post Posted: 29/2/2024, 22:09 Nun te lagna':poesia dell'immensa Titina De Filippo - LE POESIE DEGLI ALTRI
Una poesia molto saggia. È giusto, lagnarsi serve a niente e, se si guarda bene, c'è sempre qualcuno che sta peggio. Una mia prozia diceva che tutti portiamo una croce e ce ne lamentiamo ma, se la si posa e si guarda in giro, poi si sceglie quella che si ha. Quindi, niente lamentazioni e diamoci una mossa.
view post Posted: 28/2/2024, 09:42 'a pastiera (poesia dedicata al dolce napoletano) - LE POESIE DEGLI ALTRI
Giusta fino all'ultima parola. Un po' di dolcezza rasserena la vita e la pastiera equivale a festa perenne
view post Posted: 20/2/2024, 22:17 la bandiera di Angelo Manna - LE POESIE DEGLI ALTRI
E qui c'è l'Italia intera. Solo un napoletano poteva tanto :lol:
view post Posted: 17/2/2024, 18:20 A cunfessione 'e Taniello:con traduzione per i non napoletani - LE POESIE DEGLI ALTRI
Ed è finita pari e patta.
Certo che più che una confessione pare una trattativa di mercato.
Chissà il Principale cosa ne avrà pensato.
(la rima è casuale 😂)
view post Posted: 10/2/2024, 22:10 Sta tutto scritto: di Eduardo De Filippo - LE POESIE DEGLI ALTRI
E ha ragione. E' destino, ma chi te lo ha deciso il destino? Non si sa, non si può sapere. Forse più che il destino, il caso?
Certo il tutto fa parte del mistero che si chiama vita.
view post Posted: 9/2/2024, 08:47 Ma che dulore! di Antonio de Curtis (Totò) - I FILM E POESIE DI TOTO'.buona visione a tutti
Assolutamente non ha torto. In effetti c'è tutta una serie di canzoni che Geremia con le sue lamentazioni diventa un buontempone.
Ma insomma, se l'amore è tutta e solo questa sofferenza, piantiamola lì, che si risolve pure il cambiamento climatico!
view post Posted: 6/2/2024, 20:09 ‘N’opera d'arte:poesia di Gennaro Esposito - LE POESIE DEGLI ALTRI
Bel dialogo!
Forse a chi ha fattivamente portato al tridimensionale ciò che era progettato su carta, più che essere citati sul marmo, avrebbe fatto più piacere essere adeguatamente pagato.
E, in effetti, le idee degli architetti devono poi passare la verifica del "diventare realtà" e per questo ci vogliono maestranze. Se dovessero essere citati su lapide tutti i nomi di chi ha partecipato al cantiere, dal capomastro all'ultimo scalpellino, il palazzo sarebbe ricoperto di marmo scritto e, povere Alpi Apuane!
Diciamo che è convenzione che si attribuisca la costruzione a chi ne ha avuto l'idea e la visione, quindi l'architetto.
E con questo mi viene in mente che, se una costruzione va a catafascio, gli accidenti se li prende, giustamente, chi ne ha dato il nome, non certo i muratori, pittori o carpentieri che siano. E allora può andare così.
view post Posted: 3/2/2024, 19:25 Cosio d'Arroscia (IM) - I POSTI BELLI D'ITALIA

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Il comune è situato nell'alta valle del torrente Arroscia, a neanche venti chilometri dal confine con la Francia. Il paese, a 721 metri sul livello del mare, è situato nelle Alpi Liguri. Oggi ha poco meno di duecento abitanti.
Il territorio di Cosio di Arroscia, così come dai reperti rinvenuti presso la grotta Cornarea, è stato abitato fin da un'epoca preromana dai Liguri Ingauni, una popolazione dedita all'agricoltura e alla transumanza, che vi avevano costruito un tipico castellaro (un recinto fortificato in pietra, solitamente eretto sulla cima di un colle).

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In epoca romana sul territorio comunale sorsero una "azienda agricola", una villa romana e varie torri a scopo difensivo, una delle quali, opportunamente rimaneggiata, è divenuta in epoca medioevale il campanile dell'oratorio di Nostra Signora Assunta ed anche il simbolo del paese stesso.

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La caduta dell'Impero romano d'Occidente nel 476 provocò anche in questo territorio l'invasione dei Barbari e la successiva dominazione dei Bizantini. Seguì nel 643 la conquista longobarda del re Rotari e il dominio dei Franchi con l'istituzione del Comitato di Albenga, territorio nel quale fu inserita anche la comunità cosiese.
Nel XIII secolo il feudo d'Arroscia, e quindi anche Cosio, passò sotto il dominio dei conti di Ventimiglia ed in particolare nella castellania dell'alta valle Arroscia, che aveva nel borgo cosiese il suo centro principale. I marchesi di Clavesana, discendenti degli Aleramici, fecero erigere un poderoso castello in seguito abbattuto nel 1232 durante una rivolta dei valligiani. Del castello non si hanno resti: secondo la storia, il forte dei Clavesana si trovava nella località detta U castéllu nelle vicinanze dell'attuale quartiere di San Rocco, secondo altre teorie il castello sorgeva sotto l'attuale piazza San Sebastiano, ed in seguito inglobato nelle varie abitazioni. Fino al 1300, infatti, gli abitanti di Cosio non vivevano nel borgo, ma sparsi in vari casolari nei vari poderi. A testimoniare ciò la chiesa di San Pietro del Fossato, risalente ad un tempo anteriore al XIV secolo, che si trova fuori dal centro abitato, in località Villa.
Nel 1233 fu uno dei borghi che fondarono la Pieve di Teco.
La fine del XIII secolo fu interessato da nuove diatribe signorili per il controllo del territorio ed in particolare tra il marchese di Ceva e il marchese di Clavesana. Questa parte del territorio dell'alta valle Arroscia giurò la sua fedeltà alla repubblica di Genova con atto del 13 giugno 1449 con la firma dei tre rappresentanti delle comunità cosiese, mendaticese e montegrossina. Tuttavia, i rapporti tra la famiglia Lengueglia e lo stato genovese non furono sempre ottimali e in più occasioni si verificarono incomprensioni, ma anche rivolte locali contro la signoria feudale.

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Altri scontri bellici si verificarono in questa zona durante la guerra del 1625 tra la Repubblica di Genova e il Ducato di Savoia. Le truppe sabaude, al comando del principe Amedeo, occuparono il territorio di Cosio costringendo la popolazione al rifugiarsi per diciotto giorni nella grotta Cornarea; il paese fu poi liberato da una guarnigione di 130 soldati corsi.
Un passaggio nel Regno di Sardegna che si attuò con il trattato di Vienna del 1735 di quei territori dell'alta valle Arroscia, delle valli di Oneglia e del Maro e che perdurò sino agli eventi napoleonici di fine XVIII secolo. Con la dominazione napoleonica entrò dal 1805 nei possedimenti del Primo Impero francese che assoggettò Cosio nel circondario di Porto Maurizio nella giurisdizione del Dipartimento di Montenotte dal 13 giugno 1805 al 1814.
Nel 1815 il territorio fu nuovamente inglobato nel Regno di Sardegna, così come stabilì il Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. Con regio decreto assume nel 1862 la denominazione di Cosio di Arroscia.
Dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel V mandamento di Pieve di Teco del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio (poi Provincia di Imperia, dal 1923).
Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana Alta Valle Arroscia e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale nº 24 del 4 luglio 2008, ha fatto parte fino al 2011 della Comunità montana dell'Olivo e Alta Valle Arroscia.

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E' un borgo medievale, ha chiese di pregio e diversi musei. E' presente il Museo diffuso[16], un percorso che si snoda nelle piccole strade del paese (carruggi, in ligure) toccando molte installazioni che ricordano la vita del luogo di inizio Novecento. Queste "scene d'arte" sono realizzate con oggetti originali dell'epoca, custoditi e donati dalle famiglie che li possedevano. Ad oggi, si contano più di trenta installazioni: la liscivia, i tessuti di "Giuanetta", l'antico forno, macchinari per il grano, il frantoio; solo per citarne alcuni.

Il museo dei cartelami che trova sede, presso l'oratorio dell'Assunta. I cartelami lì raccolti e custoditi, sono figure religiose realizzate tra il 1600 e il 1800, in tela, latta, cartone o legno. Nascono dall'intenzione di animare e rendere "concrete" le scene della Settimana Santa. Nello specifico, presso il museo è possibile vedere la ricostruzione della "Flagellazione di Cristo".

Il museo delle erbe[18]in herbis salus, dedicato alle erbe alpine e non solo, presenti sul territorio comunale. Il museo spazia dalla lavanda, tipica coltivazione floreale di questa zona, alla stella alpina. Esso presenta anche una serie di strumenti per la lavorazione di tali erbe, utili per la preparazione di tisane, estratti, e distillati; nonché due vasi in coccio dipinto realizzati dell'artista Filippo Biagioli per l'uso rituale di alcune specifiche piante erbacee. Lo spazio è sito nelle sale dell'ex palazzo comunale del paese, accanto alla chiesa dell'Assunta.

Il museo Simondo, che raccoglie alcune opere dell'artista Piero Simondo, il quale nel luglio del 1957 fondò l'Internazionale Situazionista (proprio a Cosio di Arroscia, sua città natale) insieme alla moglie Elena Verone, Walter Olmo, Guy Debord, Asger Jorn, Pinot Gallizio e Michèle Bernstein.

La principale risorsa economica del comune è l'attività agricola, specie nella coltivazione della vite, con la produzione di varie tipologie di vini, come l'ormeasco, dell'ulivo, dalle olive del quale si ricava un olio extravergine ottimo e sulla produzione di miele. Di particolare rilievo è anche la produzione casearia, con formaggi tipici come la toma.

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Fonte Wikipedia
view post Posted: 2/2/2024, 18:13 ‘O SCARTELLATO:commovente poesia di Raffaele Chiurazzi - LE POESIE DEGLI ALTRI
A quanto ho capito, perché Seb, questa non è facillima, sarebbe un giovane mendicante gobbetto. Che però è molto amato da sua madre. E nella sfortuna della povertà ha la ricchezza dell'amore materno. Mentre il contrario vale per chi racconta che ha a disposizione il denaro, ma ha perso la madre alla nascita. E, a questo punto, non si sa chi faccia più pena, se chi, pur in indigenza, ha una madre oppure chi pur essendo agiato non sa cosa voglia dire avere una madre.
È commovente, da qualsiasi parte la si consideri.
view post Posted: 31/1/2024, 17:58 'o 'Mpignatore(poesia di Nicolardi su di una figura tipica napoletana) - LE POESIE DEGLI ALTRI
A modo suo fa un servizio, per odioso che sia.
Certo che l'immagine del gatto che fa la posta al topo è precisa e vivida. Solo che io lo vedo un po' più come un ragno, che sta seduto in mezzo alla sua tela ed aspetta.
Naturale che qualcuno arrivi, il denaro serve, chissà quei personaggi, giovane, uomo e donna, perchè devono impegnare qualcosa, a che scopo. Certo, fanno pena, con gli occhi rossi di pianto, ma se si ha bisogno si deve provvedere e il "ragno" a modo suo, rende servizio e si ingrassa.
Bella poesia, quasi un filmato, lo vedi attivare, tondo, ben pasciuto ed odioso. Lo vedi armeggiare attorno alle serrature chiuse ed aperte in sequenza e poi lo vedi dietro al banco. Un grande poeta è sempre anche un po' pittore ed un po' regista.
7349 replies since 12/3/2016