Le stronzate di Pulcinella

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view post Posted: 7/9/2023, 19:37 Matilde Serao - Saper Vivere - #io sto in casa e leggo - Libri a puntate

VII. CHRISTMAS CARD CHRISTMAS CARD (BIGLIETTO DI AUGURIO).



Voi, mia elegante lettrice, direte, con un moto sprezzante del vostro bel labbro sdegnosetto: Biglietti di augurio? Li mandano i soldati alle serve. Certo, è meglio fare un ricco e squisito dono, per questa festa; è meglio dare dei cioccolatini, idealmente gustosi; è meglio dare dei fiori freschi; è perfino meglio fare un telegramma di augurio, non costa molto, anche con le nuove tariffe. Ma, pensateci, elegante lettrice, che questo biglietto d'augurio, di cartoncino lucido e carta ricamata, con una fantastica decalcomania sopra, questo biglietto che porta dei fiori impressi, o un cuore, o le colombelle, o un ramoscello di biancospino, o una bamboletta bionda, incappucciata di bianco, questo biglietto di augurio, di mille forme, ingenuamente sentimentali e talvolta anche comiche, è una gran risorsa, in questi giorni. Anzi tutto, non costa troppo ed ha l'aria graziosa; poi, porta un motto, sempre, e ciò risparmia degli sforzi d'immaginazione, a chi sente qualche cosa e non la sa esprimere; poi, per quanto banale possa essere, dice sempre che qualcuno ha pensato a voi, con tenerezza. Povero biglietto di augurio, è vero che se ne servono i nostri cari soldatini, per mandare i loro teneri pensieri alle loro belle: ed è per questo che noi non possiamo guardarli senza una certa emozione, nelle vetrine dei cartolai, questi messaggi di affetto! Ed è vero, anche, che il biglietto di augurio, con le sue figurine, coi suoi fiorellini, coi suoi cuoricini, con le sue bambolette, coi suoi mottetti, con le sue lucidità e i suoi colori gentili, è il messaggio della gente semplice e amorosa, della gente piena di cuore e scevra di rettorica, della gente che ama e che non trova parole per dire il suo amore, della gente che soffoca di tenerezza, ma non sa scrivere una lettera tenera. E poi, e poi, lettrice elegante mia, questo costume del biglietto di augurio, viene dall'Inghilterra: sì, sì: dalla elegantissima, dalla squisitissima Inghilterra, dal paese di tutte le supreme eleganze. Il biglietto d'augurio inglese è più carino, è più bello, è più gentile, che importa? In fondo, il sentimento è sempre il medesimo, tenero e forte, anche se è muto, tenero e forte come la morte, specialmente se è muto!
view post Posted: 6/9/2023, 21:33 Matilde Serao - Saper Vivere - #io sto in casa e leggo - Libri a puntate

VI. DONI DA FARSI AGLI UOMINI.



(In generale, gli uomini, innamorati, fidanzati, mariti, fratelli, padri, parenti, amici, ricevono molto meno di quello che danno. A ogni modo, notiamo!) Doni eseguiti, gentilmente, con le proprie mani. Stracciacarte, da sospendersi al muro; cestino di paglia ricamata, per carte; copertura da avvolgere ombrelli e bastoni, ove è ricamato: buon viaggio; pianelle; stracciacarte di seta, ricamato, con fiori simbolici; buvard, ricamato a punto antico: portaritratti a scudo, ricamato; fazzoletti ricamati; striscia di lana ricamata, per coprire la tastiera del pianoforte (se è maestro di musica); segnalibro ricamato; portaspazzole ricamato; portagiornali ricamato. (In generale, gli uomini, innamorati, fidanzati, mariti, fratelli, padri, parenti, amici, ricevono molto meno di quello che danno. A ogni modo, notiamo!) Doni eseguiti, gentilmente, con le proprie mani. Stracciacarte, da sospendersi al muro; cestino di paglia ricamata, per carte; copertura da avvolgere ombrelli e bastoni, ove è ricamato: buon viaggio; pianelle; stracciacarte di seta, ricamato, con fiori simbolici; buvard, ricamato a punto antico: portaritratti a scudo, ricamato; fazzoletti ricamati; striscia di lana ricamata, per coprire la tastiera del pianoforte (se è maestro di musica); segnalibro ricamato; portaspazzole ricamato; portagiornali ricamato. Doni di affetto. – Un portafogli di pelle; un portabiglietti, idem; un taccuino; un lapis d'argento; un bocchino di schiuma; un bastone, con pomo di avorio; una catenella di argento, da sospendervi le chiavi: una châtelaine di argento bruciato e platino; sei fazzoletti di batista; quattro cravatte inglesi; una cintura di cuoio, per l'estate; un cache-nez; una cartella di pelle; un suggello di argento; un portasigari di pelle, con cifra d'argento; un portasigarette, idem; un portafiammiferi di argento; un ombrello per la pioggia; quattro paia di guanti inglesi, assortiti; un calamaio di media grandezza, con coperchio di argento. Variano da cento lire a trecento.
Gioielli, gioielli! – Anche gli uomini, li amano! Bottoniera per camicia, da giorno; Bottoniera di perle, per frack, con bottoni da polsi in ismalto bianco, circondati di brillanti; bottoniera bizzarra di oro inglese, per camicia da estate; grosso anello a serpe, che piglia tutta una falange; catenina sottile, per frack: orologio Pateck; orologio cronometro; grossa perla bianca, per cravatta; grosso anello per cravatta, di oro e brillantini; anello di brillanti, solitario; anello di acciaio e grande brillante; spillo artistico, per cravatta; grosso smeraldo, in anello, legato all'antica. È inutile parlare del loro valore, si capisce! Gioielli, gioielli! – Anche gli uomini, li amano! Bottoniera per camicia, da giorno; Bottoniera di perle, per frack, con bottoni da polsi in ismalto bianco, circondati di brillanti; bottoniera bizzarra di oro inglese, per camicia da estate; grosso anello a serpe, che piglia tutta una falange; catenina sottile, per frack: orologio Pateck; orologio cronometro; grossa perla bianca, per cravatta; grosso anello per cravatta, di oro e brillantini; anello di brillanti, solitario; anello di acciaio e grande brillante; spillo artistico, per cravatta; grosso smeraldo, in anello, legato all'antica. È inutile parlare del loro valore, si capisce! Doni capricciosi, talvolta utili, sempre graditi. – Fucile da caccia; cane danese; frustino con pomo cesellato; enorme calamaio di cristallo di rocca, con coperchio in vermeil; nécessaire da viaggio; nécessaire per pranzare, in viaggio; allacciaguanti, allacciascarpe, di argento; rasoi inglesi; macchinetta da caffè, di argento; verre d'eau; portasigarette di argento, disseminato di perle; pelle di orso bianco, scendiletto; piumino di raso, per letto; servizio da fumare di Knight; orologio da tavolino, stecca, portafiammiferi, di Janetti; statua di Tanagra.... e mi fermo! Tutto ciò costa, costa!
view post Posted: 5/9/2023, 21:22 Matilde Serao - Saper Vivere - #io sto in casa e leggo - Libri a puntate

V. CIÒ CHE SI REGALA A INNAMORATE, A FIDANZATE.



Innamorate che debbono tener segreto il dono. Grande medaglione di cristallo montato in argento, con fiore simbolico, dentro; cuoricino d'oro, che si apre, a medaglioncino; medaglina d'oro o d'argento dorato, da sospendere; ditale di argento; ventaglietto per teatro; pettinessine con strassi; ferma chignon di vera tartaruga o di pastiglia; penna di avorio; ogni specie di piccoli portafortuna, di argento; scatola di profumeria; scatola di carta da lettere; biglietto elegantissimo di augurio. Sono doni molto modesti, ma carini, a cui l'innamorata può assegnare un'altra origine. Innamorate che debbono tener segreto il dono. Grande medaglione di cristallo montato in argento, con fiore simbolico, dentro; cuoricino d'oro, che si apre, a medaglioncino; medaglina d'oro o d'argento dorato, da sospendere; ditale di argento; ventaglietto per teatro; pettinessine con strassi; ferma chignon di vera tartaruga o di pastiglia; penna di avorio; ogni specie di piccoli portafortuna, di argento; scatola di profumeria; scatola di carta da lettere; biglietto elegantissimo di augurio. Sono doni molto modesti, ma carini, a cui l'innamorata può assegnare un'altra origine. Innamorate, che possono mostrare il dono, poichè i genitori sono favorevoli all'amore. – Catenina d'oro con crocetta; cintura di pelle, con borsetta compresa; en-cas con manico di avorio; tour de cou di pelliccia; sciarpa di seta chiara, per metter sulla testa, a teatro; manicotto (oggi quasi fuori d'uso); nécessaire da lavoro; nécessaire da scrittoio; ventaglietto; catena d'argento, per sospendere le lenti o il ventaglio; lenti di tartaruga (se è miope): anellino e catena, di oro, senza pietre; fazzolettini di seta, ricamati a fiori (mezza dozzina); portafazzoletti di seta dipinta. Tutti questi doni costano dalle cinquanta alle centocinquanta lire, non oltre.
Fidanzate che non pretendono molto e con cui il matrimonio è ancora lontano. – Anellino di oro con qualche perlina; braccialetto di oro, con campanelluccio sospeso; orologetto di argento bruciato o di acciaio, con cifre rilevate di oro; piccolo nodo di amore di oro e smalto, per sospendere l'orologetto sul petto; catena di argento con lapislazzuli, per sospendere le lenti; orecchini di granate e perle; spilloni di argento per cappelli, non meno di due, ma eleganti; sei forcinelle di tartaruga bionda; un buvard di cuoio impresso o di stoffa antica; libro da messa, legato in avorio e argento. Doni che cominciano da cento e che si accostano, ma non oltrepassano, le trecento lire. Fidanzate che non pretendono molto e con cui il matrimonio è ancora lontano. – Anellino di oro con qualche perlina; braccialetto di oro, con campanelluccio sospeso; orologetto di argento bruciato o di acciaio, con cifre rilevate di oro; piccolo nodo di amore di oro e smalto, per sospendere l'orologetto sul petto; catena di argento con lapislazzuli, per sospendere le lenti; orecchini di granate e perle; spilloni di argento per cappelli, non meno di due, ma eleganti; sei forcinelle di tartaruga bionda; un buvard di cuoio impresso o di stoffa antica; libro da messa, legato in avorio e argento. Doni che cominciano da cento e che si accostano, ma non oltrepassano, le trecento lire. Fidanzate molto chic, e con cui il matrimonio è imminente. – Enorme cuore d'oro inglese, a medaglione, con trifoglio di turchesi in un lato; plaid da viaggio, venuto da Londra; anello con grossa perla e grosso brillante; libro da messa, legato in pergamena antica e tutto alluminato; portabiglietti di argento bruciato, disseminato di turchesi; broche con figura di medaglia; braccialetto gourmette, scintillante di gemme; borsa in peau d'antilope, ricamata di acciaio; sacco con ventaglietto da teatro; tour de cou di volpe azzurra; sei fazzoletti con bordo di merletto antico; penna in oro; châtelaine con vari gingilli sospesi, di oro; fascio di portafortuna, di oro, sospesi a un anello d'oro; tre piccoli fili di perle. È inutile parlare del prezzo!
view post Posted: 4/9/2023, 19:00 Matilde Serao - Saper Vivere - #io sto in casa e leggo - Libri a puntate

IV. IDEE PER I DONI DI NATALE E CAPO D'ANNO.



(Queste idee sono esposte per chi può ed ama spendere: e i doni debbono essere destinati a persone ricche e di buon gusto. Parlerò poi dei doni più semplici e dei semplicissimi). Legature antiche: cercando bene, dagli antiquari, si trovano dei bei pezzi di stoffa antica, di cui si possono fare legature di libri, stracciacarte, astucci per musica, e via via. Vasi e mobili: piccoli mobili inglesi di stile Liberty, cioè tavole, scansiette, scaffali; vetri veneziani; piccoli cornetti in argento, con le iniziali incise, per attaccarli nel coupé o nell'automobile e mettervi dei fiori; orologio da carrozza, da automobile. Ceramiche d'arte: vasi, piatti, bomboniere, delle più importanti fabbriche italiane, ma di quelle che riproducono esattamente lo stile antico. Sacchi e sacchetti: in istoffa antica, sacchetti pel ventaglio, per l'occhialino, ecc. Oggetti d'arte: una incisione antica, un bronzo, una miniatura antica, una statuetta di Tanagra. Ninnoli eleganti: stecca montata in oro: porta-odori montato in oro o in argento; borsetta a maglie d'oro; pomo e punta di oro per ombrellino; orologio da scrittoio; paralume con incisioni antiche; ventaglio; ricami di fantasia. Oggetti pratici: têteà-tête di porcellana di Sassonia o giapponese antico; paravento artistico; tavolo dell'Impero; specchio con cornice di argento; copripiedi di ricamo antico; ventaglio antico; guarnizione di bottoni o di fibbie antiche, per vestito. Regalo alle persone che hanno tutto: marmitta montata in argento, per portare il brodo in tavola; guarnizione di toilette in argento o in vermeil; piccolo cane di razza giapponese, di razza purissima, difficile ad avere; catena d'oro, con pietre fini, lunga un metro e cinquanta; vetri antichi e vetrerie eseguite sovra ordinazioni, da un artista, con le armi di famiglia e che servono per le finestre della stanza da pranzo, della stanza da toilette: tutte le partizioni delle opere di Wagner, legate all'antica tedesca; collezioni di autografi rari, in un casellario; servizio da scrittoio, per carrozza; lampada elettrica per il coupé: disegni originali di artisti conosciuti; miniature del secolo Decimottavo; vaso di Venezia antico, con orchidee; bomboniere Luigi XIV o Luigi XV, con dolci francesi; orologio a sveglia, antico, inglese, pendule de Westminster; piccolo orologio minuscolo, per portare all'occhiello e che sostituisce il braccialetto-orologio; pelle di daino, montata con seta, per il viaggio, molto pratica per evitare il contatto con le lenzuola di albergo. tico; guarnizione di bottoni o di fibbie antiche, per vestito. Regalo alle persone che hanno tutto: marmitta montata in argento, per portare il brodo in tavola; guarnizione di toilette in argento o in vermeil; piccolo cane di razza giapponese, di razza purissima, difficile ad avere; catena d'oro, con pietre fini, lunga un metro e cinquanta; vetri antichi e vetrerie eseguite sovra ordinazioni, da un artista, con le armi di famiglia e che servono per le finestre della stanza da pranzo, della stanza da toilette: tutte le partizioni delle opere di Wagner, legate all'antica tedesca; collezioni di autografi rari, in un casellario; servizio da scrittoio, per carrozza; lampada elettrica per il coupé: disegni originali di artisti conosciuti; miniature del secolo Decimottavo; vaso di Venezia antico, con orchidee; bomboniere Luigi XIV o Luigi XV, con dolci francesi; orologio a sveglia, antico, inglese, pendule de Westminster; piccolo orologio minuscolo, per portare all'occhiello e che sostituisce il braccialetto-orologio; pelle di daino, montata con seta, per il viaggio, molto pratica per evitare il contatto con le lenzuola di albergo. A bambine fortunate: spillo col nome, con perle fine; anello con rubino: portafortuna di oro o di argento; piccolo sacco da viaggio; piccola poltrona di giunco dipinto; tavolinetto da lavoro. A ragazzi fortunati: oggetti diversi, con luce elettrica; busta di oggetti per bicicletta; orologio; taccuino; calamaio; carta da lettere; apparecchi fotografici; bel temperino; bastoncino; scatole con collezioni varie per esperienze di fisica, di chimica, per costruzioni.
view post Posted: 3/9/2023, 19:53 Matilde Serao - Saper Vivere - #io sto in casa e leggo - Libri a puntate

III. IL DONO. QUEL CHE SI DEVE DONARE.



Dono semplice, privo d'immaginazione e sbrigativo: un vestito. Si può dare a una mamma, a una sorella, a una moglie. Dono di mediocre effetto, accolto con freddezza dissimulata. Le donne non amano i regali che si consumano. Dono semplice, privo d'immaginazione e sbrigativo: un vestito. Si può dare a una mamma, a una sorella, a una moglie. Dono di mediocre effetto, accolto con freddezza dissimulata. Le donne non amano i regali che si consumano. Dono utile, leggermente fantasioso nella forma e spesso superfluo: un ombrellino, un manicotto, un boa di piume. Si dà, idem, a persone femminili di famiglia, talvolta, a persone femminili molto intime, ma fuori famiglia. La differenza è che l'ombrellino per donna, in casa, costa ottanta lire: per donna fuori di casa, trecentocinquanta. Dono utile, leggermente fantasioso nella forma e spesso superfluo: un ombrellino, un manicotto, un boa di piume. Si dà, idem, a persone femminili di famiglia, talvolta, a persone femminili molto intime, ma fuori famiglia. La differenza è che l'ombrellino per donna, in casa, costa ottanta lire: per donna fuori di casa, trecentocinquanta. Dono pratico, meditato da lungo tempo: un servizio di piatti, di bicchieri, di tazze, che il marito offre alla moglie. Ne mancava, la casa, da tanto tempo! Ma la moglie fa una smorfia agrodolce. Dono pratico, meditato da lungo tempo: un servizio di piatti, di bicchieri, di tazze, che il marito offre alla moglie. Ne mancava, la casa, da tanto tempo! Ma la moglie fa una smorfia agrodolce. Dono elegante, fine, squisito: un orologetto da tavolino, un piattello d'argento per lettere, col coltellino attaccato per aprirle, una lampadina inglese, ecc. Si può offrire a un'amica tenera, a una con cui si flirta. È bene accolto, se la persona è fine. Dono elegante, fine, squisito: un orologetto da tavolino, un piattello d'argento per lettere, col coltellino attaccato per aprirle, una lampadina inglese, ecc. Si può offrire a un'amica tenera, a una con cui si flirta. È bene accolto, se la persona è fine. Dono pericolosissimo: un calamaio artistico, una cartella di cuoio impresso, una penna d'oro, un buvard in istoffa antica. A qualunque donna facciate questo dono, essa lo adoprerà contro di voi.Dono sentimentale: fiori rari e freschi. Alla donna che amate. Ma non dimenticate di offrirglieli in un vaso di maiolica antica, o in un'anfora di Boemia: giacchè le donne sono come Calcante: trop de fleurs! Dono sentimentale: fiori rari e freschi. Alla donna che amate. Ma non dimenticate di offrirglieli in un vaso di maiolica antica, o in un'anfora di Boemia: giacchè le donne sono come Calcante: trop de fleurs! Dono dolce e fugace: dei dolci. Alla donna amata. Ma, come sopra, in una bomboniera di Satzuma, o in una tazza di Sèvres, o in una coppa d'argento antico. Dono individuale: una tabacchiera alla nonna, un rosario alla zia monaca, un paio di occhiali montati in argento, all'altra zia, una borsa alla mamma. È sempre messo a buon interesse, questo dono! Dono dolce e fugace: dei dolci. Alla donna amata. Ma, come sopra, in una bomboniera di Satzuma, o in una tazza di Sèvres, o in una coppa d'argento antico. Dono individuale: una tabacchiera alla nonna, un rosario alla zia monaca, un paio di occhiali montati in argento, all'altra zia, una borsa alla mamma. È sempre messo a buon interesse, questo dono! Dono raro: cercare quello che più piace e che è meno possibile trovare, per la donna amata. Ebbene, dopo grande fatica, molto denaro e grande speranza, la donna amata, ottenuto il dono, resta delusa; e non arriva a nascondere la sua delusione. Voi, siete delusissimo. Dono raro: cercare quello che più piace e che è meno possibile trovare, per la donna amata. Ebbene, dopo grande fatica, molto denaro e grande speranza, la donna amata, ottenuto il dono, resta delusa; e non arriva a nascondere la sua delusione. Voi, siete delusissimo. Dono comune, volgare, che tutti possono fare, che tutti fanno: un gioiello, ricco o semplice, bello o brutto. Tutte le donne più fini, più eleganti, più sentimentali lo accolgono con entusiasmo!
view post Posted: 2/9/2023, 21:40 Matilde Serao - Saper Vivere - #io sto in casa e leggo - Libri a puntate

II. IL DONO: A CHI SI DEVE DONARE?



Alle fantasie più vivaci, alle immaginazioni più ardenti, ai temperamenti più sensibili e più curiosi, alle anime più mobili e più inquiete, alle buone, deliziose e talvolta perfide creature, che hanno tutto in sè, e che, quindi, più aspettano, più desiderano, più invocano il dono: ai bambini e alle donne! Questa è la tenera sapiente legge umana, che viene dall'alto criterio della forza e della debolezza, della grandezza e della piccolezza, di chi deve proteggere e di chi deve esser protetto: tenera e savia legge, che mette nelle nobili mani degli uomini, che sanno pensare, sanno lavorare, sanno amare, anche la sorgente delle gioie infantili e muliebri. L'idea schietta, l'idea semplice, in tutte le cose: l'uomo deve donare alle donne e ai fanciulletti. È lui che provvede al necessario, egli deve provvedere al superfluo: è lui che dà la forza, egli deve premiare la grazia: è lui che dà la pace, egli deve dare la lietezza. Così sempre è stato, così sempre è, e così sempre sarà. Un dono dato da una donna a un uomo, da un bambino a un uomo, sono fatti strani, fatti eccezionali, prove di una bizzarra trasformazione dello spirito, prova di una singolare deviazione del sentimento, di soverchio amore da una parte, di troppa freddezza dall'altra. La bella regola, è che l'uomo doni, non importa se egli compia l'atto materiale di comperare il dono: è lui che vi pensa, sempre, è lui che dà gli ordini, le istruzioni, è lui, sopratutto che dà i denari: l'uomo! È vero, vanno in giro le nonne, le mammine, le zie, le sorelle, per comperare i doni: ma chi forma il nerbo di queste passeggiate e di queste compre, è l'uomo. Oh santo diritto, nobile e sacro diritto di fare la felicità delle persone che ci amano, chi vorrà, chi saprà mai rinunziarvi? Quello di vedere il tremore di emozione nelle manine dei piccoli e il luccicare degli sguardi femminili, innanzi al dono, è un diletto dell'animo così squisito, che tutti i buoni e onesti cuori degli uomini, lo pregustano con delizia. È così raro un minuto di felicità, il mistico minuto, di cui parla Faust, che il poterlo dare, il poterlo vedere, il poterlo sentire, felicità della felicità, fa segretamente benedire, all'uomo più scettico, il ritorno di questi giorni, poetizzati dalla nascita del più affettuoso e più amato fra i bimbi, del Piccolo Figlio, poetizzati dalla maternità di Maria!
view post Posted: 2/9/2023, 08:55 Matilde Serao - Saper Vivere - #io sto in casa e leggo - Libri a puntate

FRA NATALE E CAPO D'ANNO.

DONI, DONI, DONI!



Infine, eccoci a quel simpatico periodo dell'anno, che i francesi chiamano, con frase molto efficace, la trève des confiseurs; essi vogliono indicare, con queste parole zuccherine, quei giorni che passano, fra il quindici dicembre ed il sei di gennaio, tempi in cui si fa tregua ad ogni noia, ad ogni disgusto, ad ogni preoccupazione, per abbandonarsi alle tenerezze natalizie e di Capo d'Anno, tenerezze che sono rappresentate dai doni, principalmente, e i doni sono principalmente rappresentati da' dolci; dunque trève des confiseurs, tregua dei confetturieri, cioè riassunto delle affettuosità annuali, troppo dimenticate e troppo trascurate, in una somma breve e intensa di affettuosità. I francesi hanno usi leggermente diversi dai nostri, perchè essi, imitando i tedeschi, fanno l'albero di Natale e non fanno il presepe, mentre da noi, nelle provincie meridionali, il presepio gode assai più grande popolarità. I bimbi francesi mettono la scarpettina, sotto il camino, la vigilia di Natale, e i nostri bimbi mettono una calzetta, la notte dell'Epifania. Il colmo dei doni francesi si riunisce nel giorno di Capo d'Anno, giorno più o meno fatale, secondo la capacità delle borse, mentre, da noi, i doni alle persone grandi si usano, sì, ma non generalmente e non hanno un giorno ben determinato. Ed è quest'ultimo costume, che dovrebbe acclimarsi più largamente tra noi: vale a dire, che ognuno,nella misura del suo affetto e dei suoi denari, doni qualche cosa alle persone che ama. Non solo i bimbi sono felici di aver de' doni, ma tutti, più o meno, abbiamo un delicato piacere nel ricevere, un delicatissimo piacere nel dare. È vero, che i bimbi hanno studiato, si son condotti bene tutto l'anno, hanno sopportato, con pazienza, le loro piccole indisposizioni, hanno prese le medicine, hanno rinunziato, senza mormorare, a ficcarsi le dita nel naso; ed è anche vero che il bambino Gesù viene per essi, e che il Capo d'Anno è, sopratutto per essi, una data gioconda, perchè i loro anni sono pochi; ma, Dio mio, anche i grandi, durante l'anno, si sono seccati, ed hanno sofferto, hanno ingoiato pillole amare, hanno usato un'interminabile pazienza nei disgusti dell'esistenza, e un certo premio anche lo meritano. Il bimbo Gesù viene pure pei grandi, ed è apportatore di consolazione, di amore e di benessere; e se il Capo d'Anno è una data un po' triste, pei grandi, perchè non rallegrarla, con qualche dono gentile? Il valore, poco importa, ma l'uso delle strenne da Natale a Capo d'Anno, dovrebbe diventare più popolare, più largo fra noi: procurare una gioia, anche fugace, alle persone, che noi amiamo, non è, infine, fare un dono anche a noi stessi? Sorridere di un sorriso, quale cosa ineffabile!
view post Posted: 31/8/2023, 20:47 Matilde Serao - Saper Vivere - #io sto in casa e leggo - Libri a puntate

INTERMEZZO: POSSONO, DEBBONO FUMARE, LE DONNE?

LA SIGARETTA: LE DONNE POSSONO, DEBBONO FUMARE?



Una simile domanda, fatta quindici o venti anni or sono, avrebbe scandalizzato le persone di idee più liberali: viceversa, adesso, è una domanda oziosa. Moltissime signore fumano e molto: e fumano anche le signorine. Fanno male, fanno bene, dove è la verità, e la via? La verità è questa: che la sigaretta può essere fumata da una signora e anche da una signorina, ma non per regola costante di vita. Ogni tanto, in campagna, in viaggio, in una gaia brigata, una signora può fumare una sigaretta, senza che la poesia della sua immagine ne sia offuscata; allora, come non mettersi nell'unisono dell'ambiente, della lietezza, della libertà generale? E come avere questo riserbo, dove tutti gli uomini fumano, e dove già molte e molte signore fumano? Oramai per le donne che si son date a tanti esercizi maschili, bisogna saper anche fumare, ma non fumare sempre. Si può sempre accettare una sigaretta, ma non fumarne dieci o quindici al giorno. Il fumo, anche della sigaretta, fa male alla bocca, e sopratutto ai denti delle donne, e lo sa Iddio se una donna ha sempre bisogno di una bocca bella e sana, per sorridere, per parlare, per baciare! L'alito di una donna non dovrebbe odorare di fumo, come quello di un uomo, perchè verrebbe a mancare una delle grazie più ineffabili della seduzione femminile. Certo, una donna che fuma può spesso avere un aspetto grazioso, ma quanto non è anche graziosa una donna che non fuma? D'altronde è anche da tenersi conto del genere della propria beltà e del proprio carattere, se bisogna decidersi a fumare o a non fumare. Una donna dalla beltà classica, imponente, dalla persona giunonica, è senz'altro ridicola, con una sigaretta tra le labbra; mentre una donna piccola, viva, irrequieta, dalla beltà più espressiva che lineare, può adottare la sigaretta, senza commettere stonature. Una donna sentimentale, malinconica, diciamo la parola, piagnolosa, non dovrebbe mai fumare, mentre tutte le donne di buon umore, spensierate, superficiali, possono adottare la sigaretta. Essa è in generale un sicuro calmante de' nervi femminili; e i mariti infidi, gli amanti perfidi, dovrebbero insegnare alle loro donne a fumare, perchè è una salvaguardia contro molte scene. Però, il fumo è anche uno stupefacente, e toglie allo spirito femminile quella lucidità e quella vivezza, che ne formano il pregio. Per questa ragione, e per tante altre, alle signore che già hanno cominciato a fumare, è consigliabile di non abusarne. In quanto alle signorine, un solo consiglio si dovrebbe dare: di non fumare. Ma esse non obbediranno!
view post Posted: 30/8/2023, 19:41 Matilde Serao - Saper Vivere - #io sto in casa e leggo - Libri a puntate

XIII. SAPER VIVERE: RITORNO DALLA VILLEGGIATURA.



E adesso, care donne, cari uomini, che siete tutti tornati dalla villeggiatura, come volete voi «liquidare», diciamo così, l'assenza e il ritorno? Avete una idea delle visite che dovete fare e di quelle che dovete ricevere? Sapete voi a chi dovete chiedere scusa, e da chi dovete ricevere scusa? È una materia piuttosto delicata, questa, ed è proprio in questa «liquidazione della villeggiatura» che bisogna portare molto tatto. Anzi tutto, voi avete fatto molte, troppe, troppissime conoscenze, colà, perchè è impossibile non conoscere tutta la umanità villeggiante, quando si è sovra una spiaggia frequentata, sovra una montagna celebre, sovra una collina famosa: troppissime conoscenze! E alcune, così poco accettabili, alcune così indesiderabili! Ebbene, già verso gli ultimi giorni della villeggiatura bisogna, con garbo, escludere, pian piano, i non accettabili, i non desiderabili: e, infine, partendo, dimenticare di averli mai conosciuti, di aver parlato, scherzato e persino ballato con loro. In città, essi non esistono più, per voi: voi non esistete più per loro. Vi è una seconda categoria, che si può raccogliere in una zona neutra, gruppi di persone simpatiche, così e così, importanti così e così, con cui, in fondo, non fa nè male nè bene, essere in rapporti: e, allora, con costoro, prima di tornare in città, si scambiano saluti cortesi, ci si promette di ritrovarsi, di rivedersi, ci si dà qualche vaga promessa, qualche vago convegno: e, dopo, man mano, in città, tutto questo impallidisce, svanisce, si dilegua. Ma rimane un piccolo gruppo, tre a quattro persone, molto interessanti, molto simpatiche, abbastanza importanti, con cui si ha desiderio e necessità sociale di restare in rapporti, in città. E ci si resta! Ci si resta! Talvolta, care donne, cari uomini, queste persone, è una sola. Su questo, nulla debbo soggiungere. Quando si è ritornati in città, bisogna dividere in due categorie parenti e amici che si debbono rivedere: parenti e amici a cui si tiene molto, di riguardo e a cui si va a far visita: parenti e amici che tengono, essi, molto, a voi e voi, molto meno a loro e, allora, sono essi che vi debbono venire a salutare al vostro ritorno della villeggiatura. Vi è gente di riguardo, a cui avete dimenticato di mandare anche una sola cartolina con finezza, con grazia, bisogna riparare quest'oblio. Vi è gente che vi ha dimenticato: bisogna aspettarne le scuse e accettarle con disinvoltura. Dopo di che badare molto a non commettere la indelicatezza di esaltare la villeggiatura a tutti coloro che non si son potuti muovere dalla città.
view post Posted: 29/8/2023, 20:40 Matilde Serao - Saper Vivere - #io sto in casa e leggo - Libri a puntate

XII. SI BALLA PIÙ CHE MAI, IN ESTATE.



Come se si fosse nel più pieno inverno, come non si fosse ballato tutto l'inverno e tutta la primavera, si balla, in estate, in ogni salone di albergo, grande o piccolo, sulle rotonde degli stabilimenti di bagni, sulle terrazze delle ville e nei giardini odorosi. E tutti coloro, che sono restati, in città di buona voglia o per forza, tutti coloro che hanno scelto un paese di bagni dove non fiorisce nessun divertimento, o che sono capitati in un albergo pieno di gente di malumore, tutti costoro, sorpresi e disgustati, esclamano: come è mai possibile ballare anche in estate? O gente malinconica, o gente sempre scontenta, o gente scettica, per voi la spensieratezza, la gaiezza, il bel fremito della gioventù e della salute, non esistono, in nessuna stagione! Sappiate che non solo si balla molto in estate, ma si balla, anche, con maggior gusto, con maggior trasporto. Quando i vecchi sono andati a giocare alle carte e i mariti si sono collocati intorno a un biliardo, che cosa fare, quando si ha da sedici, da diciotto, da venti a cinquanta anni – sì, anche cinquanta – o la serata è bella, e il pianoforte suona una vivace fox-trot o l'orchestrina un one-step? Quando, in una giornata, si è già preso il bagno, si è fatto una passeggiata, si è fatta colazione, si è andati in giro, per cercar fiori, si è chiacchierato, si è riso, si è pranzato, e, durante tutte queste cose, si è sempre leggermente flirtato, che cosa fare, alla sera, quando l'aria è dolce, la luna è dolce, e l'ampiezza del salone v'invita a flirtare, ballando, o a ballare flirtando, che è precisamente lo stesso? Quando vi sono delle stelle nel cielo, dei lampioncini sospesi sugli alberi di un giardino o alla ringhiera di una terrazza, e degli occhi, più seducenti di qualunque lanterna giapponese o di qualunque costellazione, che cosa fare, se non ballare? Quando le donne sono belle e giovani, e gli uomini hanno la fantasia sana e il cuore sanissimo, e il vento del mare è profumato, e i leggeri abiti bianchi sembrano di neve, che cosa fare, se non ballare? Quando non vi è altro mezzo per toccare la mano di una donna, per circondarle col braccio la cintura sottile, per tenerla con sè, in una illusione fugace, e quando la notte è piena di farfalle nere, volitanti intorno alle lampade, e i suoi profumi sono irresistibili, come fare a non ballare?
view post Posted: 28/8/2023, 16:49 Matilde Serao - Saper Vivere - #io sto in casa e leggo - Libri a puntate

XI. LA VILLEGGIATURA: I LAVORI DONNESCHI.



Lavori, per modo di dire, lettrici mie, giacchè è impossibile che una villeggiante, abbia quindici anni o ne abbia settanta, lavori, sul serio, quando può chiacchierare con un'amica, fare la partita col cappellano, flirtare con un giovanotto: è impossibile che l'uncinetto, o l'ago di ricamo, o i ferri da far maglie, o la tappezzeria, possano troppo andar d'accordo con la conversazione, col giuoco, col flirt. Se voi siete sola, solissima in un villaggio, in un'isola abbandonata (e non si è mai assolutamente soli, anche in un deserto e anche in un'isola, esempio Robinson Crusoè), allora potrete anche fare una intera coltre al filet, potrete ricamare un intero mobile di un salotto, a punto antico, potrete, persino, fare degli arazzi di alto liccio; ma, se appena siete in tre, in quattro, in cinque, sarà una gran cosa, se metterete cinquanta punti nel vostro ricamo, se potrete fare due quadretti di filet, se potrete dare una sola stella di colori argentei alla vostra bizzarra tapezzeria, che imita l'antico. Non lo sperate, i vostri lavori domestici ritorneranno in ottobre, quasi intatti, alla città. Eppure, dovete portarli con voi! Vi sono momenti, vi sono ore, in cui un lavoro fra le mani, sotto gli occhi, è di una necessità assoluta: esso è una scusa, un pretesto, un diversivo, un derivativo; esso è una salvezza, per esso gli occhi possono abbassarsi o alzarsi come vogliono, le mani sono occupate, la persona sembra distratta: esso calma i nervi, regola la voce, mette delle pause sapienti nella conversazione. Una donna che ricama è venti volte più padrona di sè stessa, accanto a un uomo, che una donna, la quale non faccia nulla: una donna, che fa l'uncinetto, è molto più la padrona di suo marito, che non una donna disoccupata.... Io non approfondisco il soggetto, perchè voi già lo avete tutto inteso, care lettrici: il lavoro è, dunque, un'arma di difesa e di offesa, in villeggiatura. E chi di voi vorrebbe andare alla guerra, senza corazza e senza spada?
view post Posted: 26/8/2023, 19:51 Matilde Serao - Saper Vivere - #io sto in casa e leggo - Libri a puntate

X. IL CALDO: IL SECONDO METODO.



È quello che fa affrontare il caldo, in tutta la sua violenza. Lasciare che, dalla mattina, penetri l'aria nelle stanze, ma che vi penetri anche il sole: esso uccide, dicono, tutti i microbi, e le case ne sono piene! Uscire coraggiosamente nelle ore più ardenti e a piedi, magari, attraversare le piazze più bruciate dal sole; o, in carrozza, non far neppure sollevare il soffietto: e rientrare abbrustolito, e grondante sudore. Dicono che si deve sudare, in estate: dicono che il sudore sia una salvazione: e che chi non suda, ha molta probabilità di tenersi in corpo una malattia infettiva. Prendere il bagno di mare fra le nove e le undici della mattina, cioè nell'ora in cui più Apollo, chiamiamolo così, dardeggia i suoi raggi infuocati, sulle acque azzurre e scintillanti: avere un costume con le maniche corte, cioè che lascia le braccia nude, e, magari che lasci libero il collo, per poter respirar bene l'aria di mare, per poter nuotare, per agitarsi in tutti i modi, finchè il bagno di mare diventi giovevolissimo. Invece di rientrare in camerino, per rivestirsi, stare un po' disteso sull'arena calda: dicono che faccia molto bene. Dopo, rientrare in tram, attraverso le vie infuocate, agitando un ventaglio giapponese da due soldi. E mangiare le cose che più piacciono, in estate, che più lusingano il palato: cioè dei vermicelli al pomodoro, o risotto giallissimo, o minestrone magari due volte al giorno: cioè dei pollastrelli alla diavola; cioè delle costolette alla pizzaiuola, panate, alla milanese; cioè dei peperoni ripieni; cioè delle fritture di pesce e andare, anche, a mangiar questo, nelle trattorie delle spiaggie, nelle piccole taverne di moda, in estate. Prendere moltissime bibite fresche; sciroppi alla neve: menta alla soda: cock tails americani carichi di ghiaccio: bere molta birra: bere molt'acqua: prendere molte granite, qualche gramolata, qualche gelato. Fare delle escursioni per ferrovia, la domenica: fare delle escursioni per mare: concertare dei pique-niques; organizzare delle serenate con mandolini e chitarre: dimenarsi da mattina a sera, come se si fosse nell'inverno più rigido. E il caldo, pare, finisca, per esser vinto: il viso, le mani, il collo si fanno bruni, ma il bianco d'uovo battuto ci pensa: invece di dimagrare, s'ingrassa: e, forse qualche indigestione ci si prende, forse, qualche furioso mal di capo, o una insolazione ci scappa. E forse, si sta meglio di prima, alla fine dell'estate. Dio è provvido, sovra tutto con la gente semplice, che prende il mondo come viene, si acconcia con tutto e si diverte di tutto!
view post Posted: 25/8/2023, 20:28 Matilde Serao - Saper Vivere - #io sto in casa e leggo - Libri a puntate

IX. IL CALDO: I DUE METODI.



Poichè, moltissima gente, per isvariate ragioni, di cui una, possente, la mancanza di denaro, è costretta di restare in città e ad affrontare il caldo cittadino, con cui non si scherza; poichè anche quelli che vanno in campagna, hanno caldo; e hanno caldo anche quelli che vanno sulle spiagge del mare; poichè su milioni e milioni di persone, nel mondo civilizzato, solo dieci o quindicimila salgono a duemila metri, in montagna, per battere i denti dal freddo, in pieno agosto, e sono ritenuti per pazzi; poichè questo problema del caldo bisogna affrontarlo, studiamo i due metodi con cui si può trascorrere la vita, nel sommo del calore, fra il quindici luglio e il quindici settembre. Primo metodo: ovunque si sia, in città, in campagna, al mare, sulla collina, nel bosco, fuggire il caldo. Cioè, dalla mattina alle nove, dopo aver fatto circolare l'aria mattinale per la casa, chiudere ermeticamente le persiane, i cristalli e le imposte di tutte le finestre e di tutti i balconi. Non uscire, assolutamente, dalle nove alle cinque pomeridiane. Vivere chiuso fino a che il sole saetti: non obbligarsi a portare i colletti alti e duri se uomo, dei plastron soffocanti, se donna: vivere, all'ombra o in penombra, in vestaglia, in veste da camera, in pianelle. Fra mezzogiorno e l'una, fare una colazione o un pranzo, leggieri ma sostanziosi, di uova, latticinii, pesci, verdure, frutta, cucinati finemente: dopo fumare, leggere, passeggiare, sempre in casa, sempre in penombra: e, infine, andare a letto, per la siesta, ma come ci si va di notte, spogliandosi, cioè, e sentendo tutto il refrigerio della tela fresca e fine. Rinviare tutti i bagni, le passeggiate, le escursioni, alle sei pomeridiane, quando il forte caldo, è trascorso: aggirarsi in campagna, o in città, di sera, di notte: rientrare stanco, ma rinfrescato dall'aria notturna, dormire subito. In caso che si debba assolutamente escire, quando vi è il sole, ripararsi contro esso con veli, con vestiti bianchissimi, con guanti ermetici, con nessun angolo di pelle, del collo, delle braccia, delle mani, esposto al sole e alla polvere. Cambiarsi di vestito, due tre volte al giorno: aspergere sè stesso e la propria camera sei volte al giorno, di acqua di Colonia. Non bever freddo, è peggio: non prender granite o gelati, è molto peggio. È un metodo che dà buoni risultati, se non ottimi. Vedremo, poi, il secondo metodo.
view post Posted: 22/8/2023, 17:59 Matilde Serao - Saper Vivere - #io sto in casa e leggo - Libri a puntate

VIII. IN VILLEGGIATURA: POICHÈ CI SI DEVE ANDARE....



.... infine, poichè la villeggiatura è, come dicono molti, un male sociale necessario, o come dicono altri molti, un bene fisico, più che necessario, poichè in villeggiatura, per un gran numero di persone, vi sono molte misteriose e imperiose ragioni di andare, il miglior consiglio, è di affrontare questo assillante problema annuale, con tutta la saggezza di cui si può disporre. Anzi tutto, con una indagine veramente poliziesca, lettere, informazioni, interviste, mettersi al corrente di tutti i vantaggi e di tutti gli inconvenienti del posto dove si deve andare. In quel paese, fa più caldo che in città: in quest'altro paese, ci piove sempre: in quell'altro, manca l'acqua: in quell'altro, ancora, gli indigeni odiano i villeggianti.... Tutto questo si può sapere, a marzo, ad aprile e, così, possibilmente, trovare un posto meno caldo, o meno piovoso, o dove ci sia l'acqua, o dove non manchi lo spirito di ospitalità. Dopo di che, lunga corrispondenza epistolare con albergatori, con locatori di ville, di villini, di appartamenti: dispute minuziose: finzione di rifiuto, pel prezzo troppo caro: ripresa di trattative: conclusione, quasi soddisfacente. Poi, affrontare la grande battaglia familiare, poichè questo problema della villeggiatura, è un vero pomo di discordia, in casa. Che pensa, che desidera, che vuole e che non vuole, la signora moglie, per questa villeggiatura? Discutiamo: cerchiamo di comprenderci: accomodiamoci: e stabiliamo tutto, il numero dei vestiti, il numero dei mantelli, il baule nuovo, il giorno della partenza, quello del ritorno, va bene, va bene, quel che la signora moglie chiede, si tenterà di fare come meglio si può, per contentarla. Che pensa il signor figlio primogenito, che decide, che farà di sè stesso, del suo tempo, in villeggiatura, che cosa bisognerà fornirgli in abiti e in denaro? E la signorina figlia, la grande, la più pretensiosa, la più posatrice, che ne dice, qual è la sua opinione, quali sono i suoi gusti, qual è il suo capriccio, avanti, si spieghi, chiarisca, dia il suo consenso, o metta il suo veto. E dei servi, che faremo, Dio mio, terribile idea condurli seco, anche più terribile quella di lasciarli indietro, quadratura del cerchio, tu non sei nulla, al confronto di questo ultimo problema.... Dopo di che, o marito, o capo di famiglia, non ti scoraggiare più oltre: sii ottimista, anche per questa villeggiatura, che ti sembra una croce estiva, che ti piomba sulle spalle, ogni anno. Può darsi che essa faccia bene alla tua salute; può darsi che ti dia l'occasione di un buon affare; può darsi che tua figlia trovi un buon marito, colà; può darsi che tua moglie guarisca i suoi nervi, sempre vacillanti; può darsi che tuo figlio si conduca quasi bene, per eccezione; può darsi che, in cambio di una pessima cameriera che se ne è andata, per la villeggiatura, tu ne trovi un'altra, quasi possibile: chi sa, chi sa, chi sa! La villeggiatura non è, forse, una parte dell'ignoto?
view post Posted: 21/8/2023, 19:17 Matilde Serao - Saper Vivere - #io sto in casa e leggo - Libri a puntate

VII. LA VILLEGGIATURA: QUELLO CHE SI SPENDE.



Vi è gente, nel mondo, che è condannata a sbagliare sempre i proprii calcoli: gente, a cui manca, nel cervello, la facoltà aritmetica, per cui, ad ogni passo, mentre crede di aver risoluto il problema dello spender poco o dello spender nulla, si trova a spender molto. Questa gente, per esempio, ha giurato, a principio d'inverno, di fare economia, di dare otto pranzi, invece di due grandi balli: e, alla fine dell'inverno, si accorge di avere gittato, in questi otto pranzi, più che nei due balli, perchè si è dovuta rinnovare l'argenteria, perchè si è smembrato il servizio di Sèvres, rompendosene due piatti, perchè, dopo ogni pranzo, si è sempre ballato, perchè..., perchè così è! Vi è gente, che non va a Nizza, fra il marzo e l'aprile, perchè la vita, colà, è diventata enormemente costosa, ma che, invece, giuoca sulle corse di primavera, nella propria città, tutto il denaro che avrebbe seminato sulla Cornice, e forse più. Vi ha gente che, avendo speso molto in inverno, in primavera, si decide a giugno, di partire per una piccola villeggiatura modesta, per un paesello rustico, dove si stia in famiglia, dove vi siano i bagni e la campagna, dove si possa restare da luglio a ottobre e dove non si spenda nulla. Illusione! Illusione! Errore! Grave errore! Bisogna andare con la idea semplice e precisa, che qualunque villeggiatura, costa sempre moltissimo, per umile che sia: bisogna convincersi che i borghi, i paeselli, gli alberghetti, le pensioncelle, finiscono per essere sempre carissimi, sotto le loro lusinghevoli apparenze di modestia. Voi mettete in bilancio mille lire e ne spendete duemila: voi volevate restare due mesi e restate quindici giorni, tornando in città, nella pienezza dell'estate, senza quattrini. Voi volevate spendere millecinquecento lire, per la villeggiatura di tutta la famiglia: ne spendete tremila e tornate a casa col figlio malato, con la cameriera impazzita, col borsellino vuoto, e con qualche debito sulla coscienza. Non vi fate ingannare! Nei paesi, dove meno vi è da spendere, più voi spenderete: nei paesi dove non si compra nulla, voi troverete tutto in vendita e a che prezzo! È una pessima speculazione finanziaria, convincetevene, qualunque villeggiatura: ognuno ne torna, il più ricco, seccato, il più povero, preoccupato. La migliore speculazione, sapete quale sarebbe? Quella di rimanere in città, nella propria casa, in solitudine beata, al fresco, nell'ombra, in silenzio pensoso, o non pensoso, conservando preziosamente le mille, le duemila le tremila lire della villeggiatura. Questa sarebbe la migliore finanza: isolamento, permanenza e raccoglimento. Sarebbe, ma....
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