Novembre
Tra grandi e piccoli, in Tibet vi erano circa settemila monasteri e quasi tutti sono stati distrutti dopo l'invasione cinese del 1959.
Moltissimi monaci tibetani furono uccisi, altri morirono nei campi di prigionia, altri ancora vennero condannati a lunghi anni di lavori forzati per "attività antipatriottica".
Molti fuggirono in India e ricostruirono l'antico Monastero di Sera Jey affrontando un lavoro durissimo in un clima tropicale, decimati da denutrizione, tubercolosi, malaria e altre malattie sconosciute in Tibet.
Oggi il monastero raccoglie migliaia di monaci e costituisce uno dei principali punti di riferimento religioso e culturale per l'intera comunità dei rifugiati tibetani.
Nel mondo sta crescendo la spirale di odio, violenza e ritorsione, insieme alla terribile convinzione che non ci siano altre alternative.
Seguendo l'esempio dei monaci, i profughi tibetani hanno donato al mondo la prova che esiste una via diversa, dimostrando che un popolo perseguitato può lottare per la propria libertà attraverso verità, fermezza e non violenza.
Negli ultimi 13 anni l'Associazione ha finanziato oltre tre milioni e mezzo di pasti, preparati dai monaci stessi e distribuiti gratuitamente presso la mensa del monastero.
I pasti sono tanti ma il merito non è nostro, un monaco vive con 25 centesimi di Euro al giorno....