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Il verbo “fravecare” deriva dalla parola “fraveca” o “fravecatura”, un termine che identifica il materiale edile rilasciato da un’opera in muratura, o più genericamente i lavori in cantiere. Da qui, il noto “fravecatore“, il muratore, un mestiere umile ma essenziale, a cui anche il poeta e drammaturgo Raffaele Viviani ha dedicato un emozionante componimento, vero e proprio elogio della figura. Potremmo, quindi, ricondurre il significato di “fravecare” all’italiano “lavorare”, “costruire” o “fare”. Di conseguenza, lo “sfravecare” assumerà un significato opposto: è possibile attribuirgli il valore dei verbi italiani “disfare” “distruggere”.
Il detto “Chi fraveca e sfraveca nun perde maje tiemp” può essere inteso in due modi:
“Chi si dà da fare ( chi fa e disfa) non perde mai tempo”: un elogio a chi, con pazienza, si impegna sempre nella vita per portare a termine un compito nel migliore dei modi, sfruttando al meglio ogni momento della giornata. Se la prima interpretazione risulta essere in positivo, esaltando le qualità della determinazione e della pazienza, una seconda lettura, invece, mira all’indecisione e all’irrisolutezza di chi perde tempo con azioni inutili rispetto al fine da raggiungere.“Chi fraveca e sfraveca nun perde maje tiemp” in questo caso è un ironico invito a darsi da fare, rivolto a chi non riesce mai a portare a termine un compito, perdendo costantemente tempo.
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