A Posillipo, da più di 200 anni, immersa nel verde di un grande parco e affacciata sul mare, c’è una villa disabitata e quasi sempre chiusa, che fu di proprietà del conte Joseph De Thurn lo Il conte, nato a Gorizia quando la città era in territorio asburgico, entrato al servizio della Marina borbonica, a partire dal 1801 aveva acquistato ed accorpato alcuni fondi terrieri contigui, della fascia più bassa della collina di Posillipo su una superficie di circa 6 ettari. Nella parte superiore, più panoramica (detta -appunto- del "Belvedere"), il conte fece edificare una residenza con cappella privata circondata da un giardino; tutto il resto della tenuta fu invece destinato ad uso agricolo, con ampi vigneti e frutteti, ceduti in affitto a coloni, che erano anche pescatori. Nel decennio dal 1806 al 1816, con la momentanea destituzione dei Borbone dal Regno di Napoli ad opera delle truppe napoleoniche, la proprietà del conte Thurn venne confiscata dall'amministrazione francese; nel 1817, con la ripresa del regime borbonico fu restituita al conte, che ebbe anche un indennizzo per i danni subiti. Ma Giuseppe De Thurn non abitò più nella villa e nel 1820 decise di metterla in vendita. A quel tempo era iniziata la costruzione della lunga strada di collegamento tra Mergellina e Bagnoli, che rendeva praticabile - anche in carrozza le proprietà posillipine, prima raggiungibili solo via mare la proprietà venne acquistata nel marzo 1820 dalla principessa di Gerace col figlio don Agostino Serra di Terranova e fu trasformata da fondo prevalentemente agricolo a villa. La tenuta prese il nome di "Villa Serra marina" e gli architetti Stefano e Luigi Gasse trasformarono il piccolo casino del Belvedere (oggi Palazzina Borbonica) in "Casino Gaudioso" e ampliarono un altro edificio rurale rendendolo una grande foresteria, mentre due casine prospicienti al mare furono utilizzate come fondo colonico. Quando la principessa e il figlio morirono, gli eredi vendettero la proprietà a Luigi di Borbone, comandante della Marina napoletana; da questo momento la villa fu detta "la Brasiliana" in onore della moglie di Luigi, sorella dell'imperatore del Brasile. Il nuovo proprietario recintò la tenuta, la utilizzò per i suoi incontri galanti; creò un grande parco alberato (al posto dell’area colonica) e dotò la villa di un porticciolo. Era il 1860; era partita la spedizione dei Mille e Luigi riparò in Francia; la "Brasiliana" fu venduta ad un facoltoso banchiere, Gustavo Delahante, che l’abitò (poco) per 40 anni. Nel 1897 Lord Rosebery (statista britannico già capo del gabinetto dal 1894 al 1895) acquistò la villa, le diede il suo nome e vi si ritirò, ricevendo pochi amici e studiosi con cui discutere di arte e della sua preziosa collezione di quadri e stampe acquistate presso antiquari napoletani. Dopo appena due anni, lord Rosebery, non riuscendo a sostenere le spese di manutenzione della proprietà, ne cedette l'uso al governo britannico e riprese la sua attività politica. Villa Rosebery divenne così una sede di rappresentanza e villeggiatura per gli ambasciatori inglesi in Italia; sporadicamente utilizzata, dopo alcuni anni anche il governo britannico optò per una cessione a titolo gratuito, questa volta allo Stato italiano. Fu così adibita a residenza estiva della famiglia reale dei Savoia che, quando vi nacque la primogenita di Umberto e Maria José le cambiarono il nome in “Villa Maria Pia”. Dal 1944 al 1946 Vittorio Emanuele III, data la luogotenenza al figlio Umberto, vi risedette per due anni con la regina Elena vi risiedette per due anni fino al 1946 quando, dopo l’abdicazione, si recò in esilio ad Alessandria d'Egitto partendo dal porticciolo della Villa; la villa, allora, requisita dagli Alleati, riprese il nome di villa Rosebery. Nel dopoguerra fu dapprima concessa all'Accademia Aeronautica; rimase abbandonata per anni, poi dal 1957entrò a far parte delle residenze in dotazione al Presidente della Repubblica Italiana. La manutenzione della villa è affidata, dunque, allo Stato cui compete anche la cura del parco, con i suoi pini secolari, i monumentali cipressi le bordure di essenze della macchia mediterranea, i differenti tipi di palmizi le cycas revoluta, le aloee, le agavi americane, i philodendri selloum e una strelitzia dal particolare fiore bianco. Nella parte prospiciente alla proprietà Barracco, spiccano le spalliere di bouganvillea, oleandri, hibiscus e, sullo sfondo, il tempietto neoclassico accentua l'aspetto romantico del parco.
Ma, mi chiederete, tutto questo è fruibile dai Napoletani? Sì, ma solo sporadicamente e tramite prenotazione on line al call center, mediante telefono 06 39.96.75.57. dal lunedì alla domenica dalle 9.00 alle 19.00. Il centro informazioni e prenotazioni, è aperto a Roma, Salita di Montecavallo 15 il martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 9.00 alle 17.00. Inoltre, i volontari del FAI dell’Università Suor Orsola Benincasa organizzano -sempre periodicamente-visite guidate.
(dal sito ufficiale del Fai; wikipedia.org; palazzo.quirinale.it,