Le stronzate di Pulcinella

Posts written by Lucio Musto

view post Posted: 20/3/2011, 11:06 Il gemellaggio di vico Nocelle - L' ANGOLO DELLA NOSTRA POESIA: pubblichiamo le nostre poesie
grazie. E' un divertissement nato proprio da un gemellaggio, quello del mio paese con uno austriaco.
Non ha pretese artistiche, ma mi è sempre stata cara grazie a quel ricordo.
view post Posted: 20/3/2011, 10:22 Il gemellaggio di vico Nocelle - L' ANGOLO DELLA NOSTRA POESIA: pubblichiamo le nostre poesie
Il gemellaggio di vico Nocelle


Si chiede a chi ascolta, di fare un piccolo sforzo:
occorre immaginare che l’attore sia un ragazzetto
napoletano, col musetto impiastricciato che,
zampettando per una sin troppo lustra stradina
di un paesetto bavarese, ingolla
una dopo l’altra le ciliegie che ha in mano,
legate per i gambi a formare un mazzetto,
schizzandone i noccioli verso i vetri lustri
ed ornati da pizzi preziosi delle finestrelle
delle casette bianche e celesti



E mbè, simme guagliune, e nce piace ‘e pazzià
pure oggi, sissignore, mmiez'e strade 'e 'sta citta'.

Perché il vicolo Nocelle, e tutt'o riest' do quartiere
oggi ha fatto “gemellaggio” co’ ‘o paese furastiere.

E perciò eccoci qua alliccati e in pompa magna
a conoscere, per primi, questa gente ormai compagna.

Hanno preso pure a me per fare la "delegazione',
nzieme a 'o Sindaco, a 'o Rettore, donne, uommene e guaglione.

E per essere "prescelto" a un onore accussì grande,
me so' stato sette mesi con… la coda fra le gambe!

Ma mò basta! siamo giunti. E' finito il mio tormento!....
Mò, lasciate che mi sfoghi, che presenti il mio talento….

Perché dico, se dobbiamo esser fratelli, coi tedeschi di quassù,
ci dobbiamo presentare come siamo: freschi, allegri... nu' bijù.

Che o ssi no?, che rappresenta, tutta questa sceneggiata?...
si cacciamm' 'e ffacce finte, resta sulo 'a buffonata

e ce fa fessi a vicenda, per mostrarci differenti,
raccontandoci strunzate per sembrare intelligenti!...;

ma nun serve, ché ‘o straniero se n'accorge, non è pazzo,
e facimmo, comm'o solito, ‘a figura e chist'u c….

Basta va!... mò ve conto 'a cerimmonia... A verità,
troppa bella, che emoziona!.. quasi quasi, me veneva 'e mucculià!.

C’era ‘a musica, la banda… ’mpupazzata in “gran galà”,
le Signore si ciaciàvano, tutte quante in taffettà.

Tutto il corpo dei pompieri con il capo in uniforme,
e l’agente 'e polizia ca curreva tuome tuorne!

Ed il nostro signor Sindaco, sulla panza il tricolore,
si ciaciàva pure lui, assai ‘e cchiù delle signore.

Ed i parroci in disparte, quello nostro e quello loro,
inciuciavano in latino, e cantavano col coro.

Hanno fatto, poi, i discorsi e io nun ce capivo niente,
ma applaudivo pure io 'nzieme a tutta l'àuta ggente...

O rinfresco?.. non vi dico!... «'a zuzzimm' de' 'mmarenne...»
tutta robba affumicata, secca, acida e fetenne!

Sulo ‘e dolce se salvàveno, anzi e cchiù! erano bbuone!
m’aggio fatt' 'na panzata 'e pasticcine e bumbolone.

E p’ ‘o bere?... esagerate!..., vino e birra, a tunnellate!
'e bicchiere ca’ parevano fatt' apposta pé 'mbriacate.

Pure a me, e in italiano, me dicette nu pumpiere:
“su, pampino, un pò di vino, anche tu lo tevi bere!”

e me dette 'na butteglia. Troppa buona! e io mà zucaje!...
E' accusai ca chella sera…, ‘nzieme a l'ate, me 'mbriacaje!....

Po' facettemo a cacciata pure nuje, c'a bancarella.
Tutta robba paesana!..., ‘e sasicce e ‘a muzzarella,

pier'e puorco e purpo lesso, parmigiana 'e mulignane
trippa e cotiche…, e fasule…, o frianiello 'miez'o ppane….

tutt 'e cose 'e cchiù squisite, ce fldajeme e presentà
a ‘sti stranieri gemellati…, l'avimme fatte addicrià!.

O chiù brutto vene appriesso, quann'io avette ‘o paliatone….
Che a papà le dette 'n fronte chella storia d’ ‘e guaglione

ca io m'ero cumbinato aret' 'a scola, 'miez' ‘o prato,
chella sera, dopp'a festa, quann' m'ero 'mbriacato….

A facette longa longa, cu I'onore e l'onestà,
e ca 'a guagliona d’ ‘o gemello, nun s'aveva sfruculià!.

Ma ‘e nennelle, suddisfatte, 'o ricettem a cà e a là.
E in paese se sapette comm' avevano sfugà.

E così mi hanno apprezzato come vero ambasciatore
di amicizia, d'allegria, giovinezza e… molto amore.

E 'miezo a 'llati decorati hanno eletto pure a me.
M'hanno fatto “La Mascotte” e io me sento comm'o Re!.


2 luglio 2000 parole 624
view post Posted: 19/3/2011, 21:41 La pizzicata:ovvero 'o pappavalle portafurtuna - BOZZETTI , ANEDDOTI E FATTARIELLI NAPOLETANI
Non so in quale sezione metterlo: se qui non sta bene ringrazio l'Admin per l'opportuno spostamento.




La pizzicata


Nella poverissima Napoli del secondo dopoguerra, nei suoi vicoli più miserabili e bui, la fame la faceva da padrone ed i cittadini, fantasiosi per natura e pungolati dalla necessità, inventavano nuovi mestieri, inverosimili faccende tutte finalizzate allo strizzare dall’esangue tessuto sociale qualche stilla vitale da portare a casa per la sopravvivenza dell’oggi.

Fra questi mestieri strambi ed improbabili, traffico da reietti per clienti disperati, la “pizzicata”.

Il “negozio”, o forse lo strumento della “pizzicata” era un bastone, alto poco più di un metro e mezzo con in cima un piccolo posatoio occupato da un pappagallino, di norma una cocorita o un solitario “inseparabile”, legato delicatamente per una zampina ad un nastro lungo un metro o poco più, per tenerlo prigioniero.
Poco più in basso, fissata allo stesso bastone, la piccola casa-prigione dell’uccello: una gabbietta di fuscelli di legno incollati o incastrati più o meno peggio, secondo l’abilità manuale dell’improvvisato imprenditore con dentro una piccola ciotola per l’acqua.

Subito davanti all’ingresso della celletta una lunga scatolina di compensato, o più spesso di tavolette di tiglio ricavate dalle cassette per la frutta contenente molti foglietti di carta colorata più volte piegati e sistemati verticalmente, l’uno di fianco all’altro.

Ancora più in basso infine, un sacchettino con qualche seme di zucca da dare all’animale o delle scure, inquietanti palline, fatte di mollica di pane muffito e chissà cos’altro. Tutto qui.

Lo strano accrocco veniva portato in giro da “’o scartellato” che di vicolo in vicolo girava la sua zona lanciando come grida “’a pizzica…aata!” oppure: “ce stà ‘o scart…llà…t!...”.
Scartellato, nella lingua napoletana, letteralmente vuol dire “gobbo”, ma non necessariamente l’operatore della “pizzicata” lo era.
Ma poiché per fantasia popolare (non solo napoletana) le persone gobbe portano fortuna ecco l’attribuzione, in un mestiere in cui la fortuna è tutto.

Infatti, in buona sostanza, la “pizzicata” è la vendita di un briciolo di fortuna.

Il commercio funzionava così: in cambio di qualche spicciolo, ma spesso “’o scartellato” si contentava di un mezzo “palatone” , un seme, o una pallina di cibo veniva offerta all’uccello che, ben addestrato, dopo averlo mangiato andava a “pizzicare” uno dei foglietti riposti nel sottostante contenitore di legno.
Sul foglietto, inutile dirlo, c’erano stampate frasi sibilline adattabili ad ogni circostanza di contenuto apotropaico ed incoraggiante.

E naturalmente i tre numeri per il lotto e quello per la “riffa”2 del vicolo.

Il successo dello “scartellato” ed il suo livello di popolarità dipendeva molto dalla sua capacità dialettica e dal sapere ben adattare la frase misteriosa della “pizzicata” alle esigenze inespresse del cliente… non che in quel periodo a Napoli fosse difficile individuarle, le esigenze!...

Se poi qualcuno almeno dei numeri proposti usciva davvero, al bancolotto, lo “scartellato” del vicolo mangiava sicuramente tutta la settimana successiva, ché gli affari moltiplicavano.

Ecco, così Napoli cercava di esorcizzare il momento veramente difficile, così forse mostrava il suo cuore immenso, la solidarietà verso l’ultimo degli ultimi, senza umiliazione, senza elemosina, riconoscendo il decoro di un lavoro che altrove sarebbe stato irriso e sbeffeggiato.

E “’o scartellato” continuava a vendere sogni ed illusioni, contribuendo a mantenere la speranza in un popolo sfiduciato, la dignità in uomini ormai stremati.

Napoli, come tante altre volte prima di allora sarebbe nuovamente risorta, e tornata grande, importante, industriosa e ricca com’era stata quand’era capitale.

Così ci si illudeva, nel secondo dopoguerra!...





Lucio Musto 26 luglio 2005 parole 470

view post Posted: 19/3/2011, 21:27 LA PADANIA E I SUOI POLITICI - DISCUTIAMONE ASSIEME
CITAZIONE (sefora1 @ 18/3/2011, 23:24) 
...
Se io sono una figlia ingrata e detesto mia madre non vado tutti i giorni da lei a riempirmi pancia e portafogli, non credi? E non sputo nel piatto in cui mangio.

A me l'Italia sta bene come sta vorrei solo fare un appello a tutti quelli del sud:
Diventiamo come i cinesi e dimostriamo il nostro valore al mondo e non ai leghisti ai quali secondo il mio modesto parere da ignorante facciamo comodo, hanno ragione in una cosa, siamo degli stronzi!

veramente io credo che sia proprio tipico dei figli ingrati che detestano i genitori cercare di sfruttarli in tutti i modi!

Io sono molto preoccupato della situazione del sud, ma soprattutto degli abitanti.
Perché, a mio modesto e doloroso avviso, è la tempra morale della gente che rapidamente declina, ed il tuo appello mi suona anacronistico e vuoto.
Al sud, ai suoi abitanti è andata via la voglia di lottare, di riscattarsi, di riemergere. E non basteranno sovvenzioni, aiuti ed interventi, per risolvere la situazione.
Siamo di fronte ad una grande civiltà che si sta estinguendo, come innumerevoli altre, nel corso della storia, e francamente non credo si possa fare granché.
Non la criminalità organizzata, non la corruzione, non il clienterismo dilagante, sono i veri mali.
Quelli sono solo i funghi che crescono sulle piante malate. E' il corpo stesso di quella società che si è arreso, ha smesso di lottare, e vive malinconicamente i suoi ultimi rantoli,
Arriveranno altre genti, altre filosofie di vita, altri usi e costumi, e Napoli sarà ancora capitale. Ma di un regno diverso, che nulla avrà di paragonabile a quello che noi amiamo.
view post Posted: 18/3/2011, 19:06 LA PADANIA E I SUOI POLITICI - DISCUTIAMONE ASSIEME
Io penso che il tuo fiero sdegno è bellissimo, ma è partigiano.
E come tutte le cose di parte, enfatizza alcuni aspetti del problema trascurando o del tutto ignorandone altri.

Nella fattispecie poi, la tua filippica è anche pericolosa ed autolesionista.
Perché se veramente ci fosse secessione adesso, e l'Italia fi dividesse in due nazioni autonome (o forse in tre o in quattro)
i leghisti ne sarebbero ben contenti, ed il meridione l'avrebbe preso un'altra volta a quel servizio.
Come sempre, peggio di sempre!

Cordialità

Lucio Musto
view post Posted: 17/3/2011, 22:37 'O SCUPATORE (di raffaele Viviani)eccovela recitata - LE POESIE NAPOLETANE PIU' O MENO COMICHE RECITATE DA PULCINELLA
- come dire?... Un thread a doppio manico!...
- e cioè?... come sarebbe?

Autore fino... "manico", ha scritta la poesia.
e fine dicitore... "manico" pur'isso
a chi che l'ha cuntata! e grazie assaje!
view post Posted: 17/3/2011, 22:20 'O compiuter - LE POESIE NAPOLETANE PIU' O MENO COMICHE RECITATE DA PULCINELLA
troppa bella, Milané!

Nce la ho offerta a mia moglie, come digestivo,
pecché essa 'o computerr accussì 'o conosce.
E manco s'è 'ncazzata, amzi, ma ditto
"falle 'e cumplimente a chest'amica toja"
view post Posted: 17/3/2011, 17:05 LA NAPOLI DEGLI ANNI 50 ATTRAVERSO LE IMMAGINI - NAPOLI E'....................
bellissima questa carrellata fotografica e non solo sulla Napoli degli anni '50.
Per i miei occhi bambini, reduci dalla splendida ma algida Siena, per nulla sfiorata dalle distruzioni della guerra,
fu palcoscenico splendido ed esaltante di una rinascita sociale che il mio immaginario vedeva come inarrestabile.
Fu anche palestra per il mio addestramento al lavoro, per il mio, e di tanti formarsi nell'entusiasmo,
nella voglia di fare quell'Italia che a scuola ancora ci insegnavano grande, ed unita.

Ci mettemmo di buzzo buono... e l'Italia, e Napoli, almeno per un poco fiorì.

In cosa abbiamo sbagliato? Perché cotanta Città, così nobile patria, immensamente amata, profondamente venerata,
cocciutamente sostenuta e difesa si fece meretrice, larga di offerta e povera di mercede, poi vilipesa e irrisa,
spinta nel fango e relegata al ruolo di pattumiera del consesso umano?
view post Posted: 16/3/2011, 20:41 zittu zittu me 'mpezzaje... - PRESENTATI AL NOSTRO FORUM, FACCIAMO AMICIZIA
Buonasera...
per puro caso, vedo la maschera nera di Pulcinella,
e il suo sorriso, che pure è ghigno amaro e labbro tremulo di pianto,
fervida preghiera e mesta rassegnazione e m'intrigo.
E' un forum nuovo questo?... uno che non conosco?
e tratta di Napoli, la città che tanto amo?...
Vedo di destreggiarmi, ché sono imbranato assai, e presto decido:
ora m'iscrivo, e appresso si vedrà.

Ma guarda caso, già nella scritta trovo un benvenuto,
sono già iscritto. E come è occorso mai?
Forse nu munaciello affezziunato m'ha fatto la finezza... e chi lo sa?

Sia come sia, eccomi qua, a salutare e riverire
tutta l'inclita brigata dei partenopei, e di quegli altri, spero tanti assai,
come me del paese del Sole innamorati.
11349 replies since 2/10/2010