La fine delle cose
come spesso, qualche volta, le tue parole, Giuvà, mi fanno meditare... cioè non a pensare qualcosa, a ragionare, criticare o stròlogare, come direbbe qualcuno dicendo di me, ma proprio meditare, immergermi cioè in altra realtà, conseguenziale, lucida, logica in sé, ma fuor dell'usuale e delle norme che sempre guidano l'argomentaree dei raziocinanti... come siamo noi!
Sto' fatto per esempio, che ci dici oggi, dell'Epifania, la fine di qualcosa, che fine certamente è, e chi lo nega! ma soprattutto è inizio, di una cosa "altra" alla quale non è estranea, e che non sarebbe quella che è... se non ci fosse lei. Finita, si, ma ancora lì presente, ininfluente, forse, oppure essenziale? Come una bara aperta ancora, al crematorio, che ti condiziona ancora, eppure tu sai che è lì per caso e che che fra un'ora sarà polvere d'ossa e ricordi... tutta un'altra cosa...
Basta va' leggendoti, come ti dicevo m'è venuto a meditare... e mi sono ritrovato in un deserto arido, sassoso, inospita, crudemente luminoso d'una luce calcinata che ti appanna le pupille per farti veder di più!
Pigro mi crogiolo nel Sole, tiepido forse ancora, siamo a maggio, ma caldo quanto basta a risvegliare i sensi. La voglia di spogliarsi e aprirsi nudo a nuova vita: inerme ancora, ma più forte, audace, intraprendente, di quanto mai sia stato prima d'ora... Giustamente, lo so, è passata adesso un'altra Epifania, e la Manifestazione nuova di oggi io l'aggiungerò a quelle passate... e sarò più vivo.
Sento la pelle scorrermi sul corpo voluttuosa e lenta ad ogni contorsione della mia schiena infinita ricca di mille ossa e nervi, e muscoli e potenza: come un guanto calzato lei si sfile senza perdere mai il contatto si rapprappisce e secca, ma rimane pur sempre cosa mia. Morta, ma viva!
S'è coagulata laggiù, verso la coda, in fremente anello corneo, uno ancora, ad arricchire l'orgoglioso crepitacolo che parla di me e mi rappresenta. Sono orgoglioso della mia maturità: agito il mio strumento, ad atterrire il mondo!
Ha un suono diverso, inusuale, il mio verso minaccioso ed abituale. Quell'anello iin più, la nuova vita, mi fa sobbalzare e mi stupisce. Mi è ancora estranea, la mia voce, quella di quest'anno, che conosco ora.
Un terrore è finito, un altro inizia, con l'anno che è passato e che ricomincia, con me diverso, con lo stesso sole: sogni di sempre, e speranze nuove.
Lucio Musto "ex abrupto" - 7 gennaio 2024
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