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... come nacque la famosa impresa su Vienna ... l'aereo SVA prodotto dall'Ansaldo a Bolzaneto* (GE), usato per la missione dannunziana su ViennaIndubbiamente, la grande portata psicologica dell'azione dannunziana sulla capitale austriaca, compiuta il 9 agosto 1918, ebbe molto peso sulla soluzione della crisi bellica. Un successo da ascrivere in altissima percentuale alle insuperabili doti di velocità, affidabilità e lunga autonomia che lo S.V.A. aveva abbondantemente dimostrato in precedenza, ribadite dalle successive azioni - come quelle del 24 e 31 agosto, 7 settembre e 12 ototobre - sulle più lontane retrovie nemiche. Assai noto è lo svolgimento del raid su Vienna e meno risaputi sono forse i particolari della sua preparazione, a partire dalla lettera inviata da D'Annunzio a Giuseppe Brezzi il 25 giugno 1918, con la quale lo pregava di preparargli uno speciale velivolo adatto allo svolgimento dell'impresa. In essa il Comandante spiegava come egli ne fosse stato l'ideatore fino dall'ottobre del 1915; poi il progetto era stato ripreso nel 1917 "quando fece attrezzare un Caproni e compii 9 ore e un quarto di volo consecutive, e che, dopo questa prova convincente, ebbi alfine l'ordine di partire: ordine ritirato senza ragione, in seguito non so quali congiure tollerate dal vecchio regime." La richiesta specifica avanzata all'ingegner Brezzi consisteva nell'avere egli la necessità di disporre non di un normale S.V.A biposto ma di uno monoposto con grandi serbatoi per il carburante appositamente trasformato per ospitare un secondo passegero. Egli, che appellava Brezzi definendolo "Ingegnere di molti Ingegneri", supplicava il tecnico di non permettere che quell'impresa non lo vedesse tra i partecipanti, lo pregava di risparmiargli "tanto dolore" e concludeva la sua richiesta con le parole "mi tolga dall'intollerabile ansia" ... Da notare che la lettera del poeta soldato era seguita a quella di Natale Palli - suo fedelissimo collaboratore, che gli sarà compagno nella superba azione - il quale si rivolgeva a Brezzi congratulandosi per l'ottimo comportamento dello S.V.A. con cui aveva attraversato la Dalmazia per una serie di rilevamenti fotografici e ricognizioni delle postazioni nemiche. Un volo di 950 km complessivi, coperti senza alcun disturbo in meno di sei ore. Giuseppe Brezzi rispondeva a D'Annunzio già il giorno seguente al ricevimento dell'accorata supplica. Egli diceva tra l'altro che "ho sempre sperato in questa prova italiana, ed ho più volte espresso il mio convicimento sereno che lo S.V.A. avrebbe portato il tricolore molto lontano, oltre i nostri confini." Così, con l'apporto diretto dell'Ansaldo, venne portata a termine quell'azione psicologicamente dimostrativa che poneva dei seri interrogativi nei confronti della popolazione austriaca circa l'opportunità di continuare la guerra. Non a caso ad attuare quel progetto tendente alla cessazione delle ostilità era stato lo stesso protagonista del gesto che aveva acceso la miccia del confronto il 5 maggio del 1915 davanti al monumento di Quarto. Ed in entrambi i casi vi era stato, sia pure in forma e misura diverse, un po di spirito ligure.fonti: Aviatori, Aeroplani e Aeroporti di Liguria di Maurizio Lamponi per la Nuova Editrice Genovese, tomo della collezione privata dello scrivente. Consultazione dell'Archivio Storico Fondazione Ansaldo le foto sono inserite al solo scopo didattico/culturale; NON si intende violare alcun diritto d'autore* all'epoca dei fatti Comune, poi con l'avvento del Fascismo venne incluso nella Grande Genova mantenendo però lo statuto comunale come delegazionecontinua ... saluti Piero e famiglia
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