| Le lucciole contengono anime pie e sono considerate di buon augurio.
Un'altra credenza di origine antichissima è quella che vuole che gli animali, una volta l’anno, abbiano il dono della parola. Ciò avviene la notte dell’Epifania, tanto che contadini e pastori danno da mangiare in abbondanza ai loro animali, temendo che essi, una volta in grado di parlare, possano accusare i loro padroni di essere avari
Prima di fare tante fritture, si prendevano pezzi di pasta e si faceva una Croce che si metteva in cucina. Questo serviva a tenere lontano le scottature e i rischi vari.
Non bisognava mai far sedere un bambino su una tavola da pranzo imbandita con tovaglia. Stava a significare riduzione di anni di vita
se un morente nel letto cercava a tutti i costi di alzarsi dal letto, o effettuava altri movimenti incontrollati, anche se in uno stato confusionale, il toccare con i piedi il pavimento significava volersi congedare dalla terra.
I fischietti nella tradizione hanno sempre avuto un grosso valore scaramantico. Un tempo venivano murati nei camini per allontanare dalle abitazioni gli spiriti maligni e sempre per la stessa ragione venivano posti sulle culle dei neonati non ancora battezzati. I figli maschi ne ricevevano uno in dono in tenera età come augurio di futura felicità.
La voglia e la mano sul sedere E’ necessario fare in modo che il nascituro, oltre ad essere sano, sia anche bello, e una garanzia per questo consiste nell’offrire alla donna incinta qualsiasi cosa si stia mangiando, per evitare che la cosa non data possa stamparsi sul viso del nascituro (la cosiddetta voglia). Tuttavia la futura mamma può, nel caso in cui non le venga offerto il cibo in questione, scongiurare il pericolo portandosi la mano destra sul sedere!
La causa del mal di testa era dovuta all’invidia che qualcuno aveva provato nei confronti del malcapitato che si era beccato il terribile dolore.Si recitavano delle strane preghiere ,si segnava la fronte con il segno della croce.Se colui o colei che effettuava tale rito sbadigliava molto durante il rito, significava che il problema era di sua competenza, e dal tipo di sbadigli, riusciva a capire se l’invidioso era un maschio o una femmina, se non sbadigliava si doveva ricorrere alla pillola. Alla fine si spegneva in una bacinella con acqua e sale tre carboni ardenti e vi tracciava sopra un segno di croce, continuando a recitare le preghiere. Quell’acqua, che serviva per purificare la fronte, veniva poi buttata ad un crocevia .
I FUNGHI TOSSICI Per riconoscere i funghi velenosi esistono teorie antichissime alle quali, ancora oggi, a torto, c’è chi continua a dare credito. Alcune di queste, nonostante il loro empirismo e qualche generalizzazione, sono in parte supportate da riscontri oggettivi; altre, invece, sono del tutto prive di fondamento. Si afferma che un fungo “buono”, se nasce vicino al cuoio, al ferro o ad uno straccio, diventa velenoso poiche' assorbendo i succhi impregnati di tali sostanze li trasformano in veleno .Si dice, inoltre ,che se l’aglio o un cucchiaio d’argento si macchiano di scuro durante la cottura dei funghi, questi sono velenosi
Il carrubo in passato si pensava che sotto tale albero si potesse rinvenire la famosa "truvatura", cosi è chiamato un leggendario tesoro simile a quello che i folletti d’Irlanda nascondevano sotto l’arcobaleno. Inoltre, si riteneva di poter incontrare, in vicinanza di tale albero, fate e streghe, ritenute abitatrici delle sue fronde
Costicelli caduti. Sono le febbri dei bambini causate da strapazzo e apparentemente senza altra causa. Per curarle le madri ponevano i bambini sulle ginocchia sfregando con le mani le costole e le spalle e ungendo il petto con olio caldo e foglie di cavolo riscaldate e spalmate di cenere.
Verminazione. Per i bambini che avevano vermi nelle feci si usava porre aglio schiacciato e foglie di menta sull'ombelico e le stesse erbe venivano fatte ingerire in decotto
Tosse convulsiva. Il rimedio erano decotti di orzo, malva e fichi secchi a cui si aggiungeva il papavero. Molti portavano i bimbi nelle stalledelle vacche per farne loro respirare gli odori.
Dolore al ventre. Venivano somministrati decotti di camomilla e alloro e tabacco da fiuto posato sull'ombelico del malato
occlusione dei dotti mammari Si tratta dell'occlusione del condotto mammario e produce dolore e febbre forte: veniva curato con olio caldo spalmato sulla mammella e foglie di cavolo appassite sul fuoco
le ragadi delle mammelle erano curabili con foglie di mirto pestate e impacchi di scorza di quercia e vite: era utile ungere il seno con burro e cenere.
la perdita del latte materno Per le donne che perdevano il latte era suggerito il brodo di borragine. Se il latte continuava a mancare il rimedio sovrano era il brodo di razza e di polpo
la rabbia L'idrofobia si curava con i peli del cane che aveva morso posti direttamente sulla ferita o, nel caso che ciò non fosse stato possibile, si ricorreva al ferro rovente col quale si bruciava in profondità la parte morsa
la malaria Le febbri malariche venivano curate con radici di quercia, sambuco e genziana. Spesso le guaritrici, nei casi più gravi, facevano ingerire vermi e ragni e persino teste di serpente
l'afte Per le afte della bocca il rimedio sovrano erano i decotti di salvia e veronica
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