| Faenza 20/4/2014
Il racconto-51
In questo andirivieni nel tempo mi sembra quasi di perdere il senso dell’orientamento: oggi è oggi o è ieri?
Nel periodo in cui ho vissuto ne “la casa nuova”, a Fuorigrotta, è andata avanti la costruzione sulle fondamenta già esistenti. Oggi vedo di allora la casa, la scuola, la socializzazione e soprattutto la famiglia. A casa nuova la famiglia si allargava, c’erano gli spazi, c’era la voglia, la spinta a vivere insieme il nuovo che si affacciava.
Nella nostra parentela in quel periodo incentivammo il rapporto con i salernitani ed i tarantini. La parentela era un po’ lontana, si trattava dei Memoli, imparentati quindi con mia nonna paterna, Matilde Memoli, zio Salvatore, zio Antonio, zia Luisa e zia Maria erano appunto suoi cugini.
Zio Salvatore viveva a Taranto, sposato con zia Angelina, aveva una figlia unica, Carla che a sua volta era sposata con Carlo Montorsi ed avevano tre figli: Celeste, Salvatore ed Aurelio.
Zio Antonio viveva a Salerno ed era sposato con zia Sinforosa, avevano due figli: Andrea e Luisina.
Zia Luisa era nubile e viveva quasi sempre con la sorella Maria ed a volte col fratello Salvatore, ogni tanto veniva a stare per un po’ con noi.
Zia Maria viveva a Salerno ed era sposata con zio Gastone Tardozzi, avevano un figlio unico Gigi.
Oggi che è Pasqua, ripenso alle feste di allora, era un’ occasioni per riunirci a casa nostra con questi parenti che per la vita di quel tempo, ci sembravano lontani.
Oggi che è Pasqua vivo la festa con i parenti di oggi ed a Faenza noi che veniamo da Napoli siamo i lontani.
Voglio, di tutto cuore, augurare a tutti voi, amici miei, una Pasqua ricca di pace e di amore. Voglio ricordare a noi tutti che Gesù Cristo ci ha tracciato la strada della resurrezione. Ogni giorno, se solo lo vogliamo, possiamo risorgere.
Un abbraccio a tutti. Giovanni
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