Le stronzate di Pulcinella

UNA BELLA NOTIZIA - 2 -, "Il mio desiderio di oggi" da Giovanni Keller

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view post Posted on 16/4/2014, 20:17

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Sono impicciona se chiedo come mai Giovanni a volte sta a Licola e a volte. Faenza?
 
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view post Posted on 16/4/2014, 20:48
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Giovanni è napoletano e abita a Licola. A Faenza vive da tempo la minore delle sue figlie, col marito e figlio.
Cosicché Giovanni e la moglie si sono procurati un piccolo pied-a-terre anche a Faenza. E per par condicio di nipotamma,
un po' sta li ed un poco qui.
Ma Giovanni sente di aver casa dove lui sta con Pina (quella scassacazza della moglie che io amo e con la quale litigo ogni volta che ci vediamo, proprio come succede con mia moglie),
e quindi data e domcilia ogni suo scritto esattamente dove si trova fisicamente.
Per cui sfogliando non troverai slo Faenza, ma molti altri posti, Monsano compreso, ma raramente, perché non mi viene più a trovare spesso come una volta... il fetentone!.

Giovanni è più giovane di me e molto più girandolone di quanto io non sia mai stato.

A proposito, Manfred.r ma quando arrivi da queste parti?...
 
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view post Posted on 16/4/2014, 21:09

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Prima dell'estate sicuro.ho voglia di venire a trovare mia fognata e...conoscere te e consorte.
 
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view post Posted on 16/4/2014, 21:20
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CITAZIONE (manfred.r @ 16/4/2014, 22:09) 
Prima dell'estate sicuro.ho voglia di venire a trovare mia fognata e...conoscere te e consorte.

brava!... e ricordati che "ogni promessa è un debito d'onore", anche per i comunisti!.... ;) :P :P :P :D :D :D :D :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes: :) :) :) :woot: :woot:
 
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view post Posted on 17/4/2014, 08:55
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Faenza 17/4/2014





L’acqua



Anche noi, come l'acqua che scorre, siamo viandanti in cerca di un mare.
Juan Baladán Gadea

Ho bisogno di guardare l’acqua. Ogni giorno e possibilmente ogni mattina voglio posare il mio sguardo sull’acqua. Adesso che non mi trovo in un paese di mare, che non posso dalla mia finestra scoprire il tempo osservando le onde, prendo a volo le occasioni per passare sul ponte che attraversa il fiume ed anche se vado di fretta, rallento il passo, mi affaccio, guardo l’acqua vicina, poi scruto quella lontana. Che cerco? Cosa riesco a trovare? Quando Foscolo dice di Alfieri:
“ ... e poi che nullo
vivente aspetto gli molcea la cura,

qui posava l’austero;”


mi fa pensare alla capacità che ha lo spettacolo dell’acqua di lenire gli affanni. Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 18/4/2014, 09:47
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Faenza 18/4/2014


Il racconto-50

Col passar del tempo Fuorigrotta diventava sempre più mia, come non ci fosse mai stato nulla prima, come se ci fossi nato. Questo processo di radicamento nel territorio, di riconoscermi in esso facendomi da esso inglobare non poteva però cancellare le emozioni profonde che per sempre avrei portato con me. La sera di una vigilia di Natale uscii con papà, andammo a “la pescheria azzurra” a pochi metri da casa, per comprare i capitoni dei quali non si poteva fare a meno nella cena natalizia; le luci dei banchi della pescheria, con lampade la cui forma ricordava le lampare dei gozzi, il freddo, l’atmosfera del Natale, le nuvolette di vapore acqueo galleggianti sul viso delle persone, gli zampilli d’acqua che inargentavano le vasche dei capitoni, tutto concorreva alla magia del ritorno, ecco ero di nuovo piccolo, sentivo il calore della mano di papà che stringeva la mia, attraversavo con lui il mercato del pesce nei vicoli alle spalle del Barlovi. Sono nato in via Antonio Ranieri poi in via Fuorigrotta ed ancora in via San Gennaro Agnano e in via Madonna del pantano ed in via Cicognani e dopo chissà dove.

Nel percorrere le nostre strade non dimentichiamo nel nostro bagaglio l’amore.

Un abbraccio a tutti. Giovanni


Inviato da Tablet Samsung
 
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view post Posted on 19/4/2014, 09:31
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Faenza 18/4/2014




Riconoscersi



È una buona cosa vederci come ci vedono gli altri. Potremmo fare tutti i tentativi che vogliamo, ma non riusciremo mai a conoscere appieno noi stessi, specialmente la nostra parte peggiore. Ciò può accadere soltanto se non siamo arrabbiati con i nostri critici, ma accettiamo senza offenderci qualsiasi loro affermazione. (Mahatma Gandhi)



Come mi è capitato tante volte vengo rafforzato nelle mie convinzioni dalle risposte ricevute da voi. Ho riportato quindi la frase che mi ha inviato Maria Teresa a margine del mio desiderio del quindici scorso. Accettiamo le indicazioni che gli altri possono fornirci, ci aiuteranno sulla difficile strada della comprensione di noi stessi. Se la critica è fatta solo per ferirci, scrolliamocela di dosso senza preoccuparcene, noi non avremo imparato niente ma la negatività ritorna a chi la ha espressa. Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 19/4/2014, 13:32

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Giovanni,un caro abbraccio da parte mia e sono sicura da parte di chiunque ti legge qui su pulcinella ,grazie e buona Pasqua.
 
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view post Posted on 20/4/2014, 10:01
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Faenza 20/4/2014




Il racconto-51



In questo andirivieni nel tempo mi sembra quasi di perdere il senso dell’orientamento: oggi è oggi o è ieri?

Nel periodo in cui ho vissuto ne “la casa nuova”, a Fuorigrotta, è andata avanti la costruzione sulle fondamenta già esistenti. Oggi vedo di allora la casa, la scuola, la socializzazione e soprattutto la famiglia. A casa nuova la famiglia si allargava, c’erano gli spazi, c’era la voglia, la spinta a vivere insieme il nuovo che si affacciava.

Nella nostra parentela in quel periodo incentivammo il rapporto con i salernitani ed i tarantini. La parentela era un po’ lontana, si trattava dei Memoli, imparentati quindi con mia nonna paterna, Matilde Memoli, zio Salvatore, zio Antonio, zia Luisa e zia Maria erano appunto suoi cugini.

Zio Salvatore viveva a Taranto, sposato con zia Angelina, aveva una figlia unica, Carla che a sua volta era sposata con Carlo Montorsi ed avevano tre figli: Celeste, Salvatore ed Aurelio.

Zio Antonio viveva a Salerno ed era sposato con zia Sinforosa, avevano due figli: Andrea e Luisina.

Zia Luisa era nubile e viveva quasi sempre con la sorella Maria ed a volte col fratello Salvatore, ogni tanto veniva a stare per un po’ con noi.

Zia Maria viveva a Salerno ed era sposata con zio Gastone Tardozzi, avevano un figlio unico Gigi.

Oggi che è Pasqua, ripenso alle feste di allora, era un’ occasioni per riunirci a casa nostra con questi parenti che per la vita di quel tempo, ci sembravano lontani.

Oggi che è Pasqua vivo la festa con i parenti di oggi ed a Faenza noi che veniamo da Napoli siamo i lontani.




Voglio, di tutto cuore, augurare a tutti voi, amici miei, una Pasqua ricca di pace e di amore. Voglio ricordare a noi tutti che Gesù Cristo ci ha tracciato la strada della resurrezione. Ogni giorno, se solo lo vogliamo, possiamo risorgere.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 21/4/2014, 10:40
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Faenza 21/4/2014





Tecnica



Il Web è più un'innovazione sociale che un'innovazione tecnica.
Tim Berners-Lee


Occorre riflettere sull’affermazione dell’informatico inglese, sarà anche una frase un po’ scontata ma ci rendiamo profondamente conto del suo significato?
Io oggi mi sento vincolato da questa mia fisima dello scrivere ed inviare ogni giorno queste righe, mi sono quindi organizzato: ho un computer, una linea internet, poi per quando non sono a casa ho acquistato una chiavetta con una sim che mi consente di navigare in assenza di una rete wireless, copio i miei files su di un hard disk per tenerli al sicuro, ora, per sentirmi più indipendente e poter continuare le mie attività quotidiane a prescindere dalle situazioni contingenti, mi sono comprato un tablet. Immaginatevi come , dall’alto delle mie capacità tecniche, mi muova tra comandi, applicazioni, utilizzo del touch screen e chi più ne ha più ne metta; si va comunque avanti, un po’ imparo, un po’ rompo l’anima ai giovani di casa, ce la faccio comunque ad utilizzare questi mezzi che per me rappresentano un buon sistema di comunicazione. Ecco però che si accende la red warning light, il computer incomincia a fare le bizze e Gregory, mio genero, mi ha detto che è un brutto segno, non si tratta di virus ma dell’età della macchina. E se manca la corrente? E se anche la pila è scarica? E se perdo i dati e gli indirizzi? Quale sarà la conseguenza? Vuoi vedere che perdo anche la voglia di scrivere e addirittura la fantasia? Ma forse era meglio carta e penna? Mi troverei però di fronte alle difficoltà paventate da mia mamma che, ignara del progresso informatico, mi ha chiesto: “Come fai ogni mattina ad imbucare tante lettere e quanto ti costa?”.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

Ps
Voglio, con piacere, ringraziare i frequentatori del forum “Le stronzate di Pulcinella” ed in particolare Manfred che spesso ha avuto nei miei confronti parole affettuose. Ricambio di tutto cuore gli auguri che mi sono stati inviati per la Santa Pasqua.


.

.
Giuà, fra il tuo spirito ribelle ed il raziocinante determinismo dei computer non è mai corso buon sangue.
Ma tu ci hai convissuto da sempre e sempre egregiamente li hai utilizzati come strumenti di lavoro, uscendone vincente.

Non sei certo credibile per le difficoltà che prospetti oggi... al massimo puoi essere preoccupato per l'annite...
e che ci vuoi fare... mica 'o PiCcì se fa viecchio sul'isso!
 
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view post Posted on 22/4/2014, 13:36
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Faenza 22/4/2014




Il racconto-52



Gli incontri con i parenti di fuori erano una vera festa. Quando erano loro a venire da noi, la casa veniva messa a soqquadro, si improvvisavano letti dappertutto, noi bambini, elettrizzati dalle variazioni al quotidiano, moltiplicavamo le nostre energie, redarguiti inutilmente e in particolare da Nina che ci minacciava di far intervenire nostro padre se non avessimo smesso di urlare e correre. La sera quando era il momento di dormire, Nina non sapeva più come fare per acquietarci, si affacciava nella stanza in cui su di un lettone sistemato per terra saltavamo e disfacevamo coperte e lenzuola, noi appena la vedevamo fingevamo di dormire e lei ci sgridava dicendoci :”’ncellicciatevi”, noi niente, dopo un po’ ricominciavamo. Secondo me sotto sotto Nina era contenta di questa situazione che la riconfermava nel ruolo di custode-controllore-educatrice, insomma di mamma. Quando a casa c’erano i parenti di Salerno, mentre papà giocava a carte con zio Gastone, mamma e Nina organizzavano il da fare con zia Maria e noi bambini, con nostro cugino Gigi, giocavamo ed a volte scendevamo nei giardinetti di piazza Italia. Papà e zio Gastone nella foga del gioco alzavano la voce e si rinfacciavano gli errori o si prendevano in giro tra loro, noi interrompevamo i giochi per assistere a queste scenette che ci facevano divertire tanto. Zia Maria che era una donna con una grande carica di vitalità, era sempre pronta a fare scherzi ed a coinvolgere tutti e noi felicissimi ci sbellicavamo dalle risate.

Oggi mi sembrano cose semplici e passatempi ingenui ma vi assicuro che il ricordo è di una gioia intensa, di una grande pienezza di vita che mi è rimasta impressa e mi accompagna ancora.




Si arava, si seminava, si raccoglievano i frutti maturi e quelli non ancora pronti si lasciavano per il domani . Ancor oggi posso godere di quelle semine. Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 22/4/2014, 19:51

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Grazie del saluto Giovanni.sai perché ti leggo sempre con gioia? Perché rivivo le stesse situazioni di quando ero piccola.ed i ricordi,talvolta sopiti,riaffiorano vividi.
Grazie
 
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view post Posted on 23/4/2014, 09:19
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Faenza 23/4/2014




Attesa



Né futuro né passato esistono. È inesatto dire che i tempi sono tre: passato, presente e futuro. Forse sarebbe esatto dire che i tempi sono tre: presente del passato, presente del presente, presente del futuro. Queste tre specie di tempi esistono in qualche modo nell'animo e non le vedo altrove: il presente del passato è la memoria, il presente del presente la visione, il presente del futuro l'attesa.

Agostino d'Ippona, Confessioni, 397-400




Quando mettiamo in attesa un'idea, non facciamo altro che, quello che oggi è il presente del futuro, spostarlo in un altro presente per farlo diventare presente del passato. Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 24/4/2014, 10:33
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Faenza 23/4/2014


Racconto-53



L'atmosfera festosa era simile quando ospitavamo i tarantini. Di solito venivano Carla e Carlo con i figli Celeste, Salvatore ed Aurelio. Carlo era quello che maggiormente ci affascinava ed attirava la nostra attenzione, era innammorato di Napoli e aveva affetto e stima per papa' che ricambiava cercando di essere il più ospitale possibile. Andavamo spesso in giro per il centro e papà mostrava a Carlo i luoghi più belli e caratteristici, andavamo in giro per i mercati più antichi e Carlo rimaneva estasiato dalla varietà e dai colori della merce. Quando tornavamo a casa ripeteva le cose belle che aveva visto ed i richiami dei venditori ambulanti, quasi a volersi imprimere meglio nella mente le emozioni provate. Una sera andammo a piazza Mercato, c'era una festa e la piazza era piena di addobbi composti da lampadine colorate ed illuminata dalle lampade dei venditori di cozze che esponevano, come fossero festoni, grandi trecce di mitili lucidi, poggiati su spaselle di legno dietro le quali facevano da sfondo delle carte crespe di vari colori composte a forma di grandi ventagli e sorrette da assicelle sormantate da pon-pon colorati. Le forme ed i colori di queste decorazioni mi hanno sempre fatto pensare alla Spagna e penso che proprio quella dominazione ci abbia lasciato forme, colori, tradizioni e modi di dire. Quella sera tornammo a casa all'una dopo mezzanotte, appena entrati Carlo notò che sul tavolo c'era pronto un vassoio con le tazzine da caffè, pensò: "guarda sti napoletani, le tazze per il caffè del mattino le preparano la sera prima!", quando dopo un po' vide mamma arrivare con la macchinetta fumante chiese sbalordito: "ma come il caffè all'una di notte!?" e mamma : "perché, cosa c'è di strano?".



Mi piace ricordare queste cose ma soprattutto mi sembra giusto che, sia come padre che come nonno, le passi a quelli che vengono dopo di me.

Un abbaraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 24/4/2014, 14:06
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Pulcinella291 Forum

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caro Giovanni anche io prima di andare a letto prendo sempre una tazzina di caffe'.Mi concilia il sonno.
 
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