Le stronzate di Pulcinella

UNA BELLA NOTIZIA - 2 -, "Il mio desiderio di oggi" da Giovanni Keller

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view post Posted on 22/5/2014, 09:13
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Licola 22/5/2014



Racconto-66


Papà fittava per tutta l’estate una cabina in prima fila, sempre nella stessa zona; avevamo un abbonamento con un certo numero di biglietti d’ingressi ma spesso ospitavamo parenti ed amici e superando tale numero, noi ragazzi entravamo nel lido alla fine dello stabilimento dove non c’era controllo, ritornando lungo il bagnasciuga alla nostra postazione senza dover pagare . La cabina che comprendeva anche un terrazzino coperto, era una vera e propria casa di villeggiatura; oltre ad ombrellone, sedie e tavolini, vi lasciavamo anche un po’ di generi alimentari: olio, sale, zucchero, caffè ed a volte qualche frutto o dei pomodori. Col passar degli anni, a metà del comprensorio balneare che copriva diverse centinaia di metri di spiaggia, fu costruito un altro ingresso simile al primo ma più piccolo, per facilitare l’accesso alla spiaggia da parte di quelli che trovavano parcheggio lontano dal primo ingresso. E, col passar degli anni, anche noi non prendemmo più la Cumana ed incominciammo ad usare l’automobile. Ci furono nuove abitudini: lungo la strada, un po’ prima del vecchio “arco felice”, parte di un acquedotto romano, c’era Cecilia, una contadina che aveva messo davanti alla sua casa un posto vendita dei suoi prodotti, lì, compravamo pane, pomodori e frutta. Appena arrivati al mare tagliavamo una fetta di quel buonissimo pane un po’ scuro e dopo averci strofinato su un paio di pomodorini, lo condivamo con sale ed olio e lo mangiavamo; che colazione prelibata!

Anche i sapori tornano prepotentemente a galla. Le sensazioni fisiche hanno un posto di preminenza nella memoria.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 23/5/2014, 11:35
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Licola 23/5/2014


Desiderio

L'uomo crea a sé stesso mille necessità che gli fanno una vita da schiavo. Ma quanto agevolmente, liberamente, si potrebbe vivere, se si rigettasse quella somma enorme di bisogni artificiali che pesa su di noi, che ci condanna ai lavori forzati!
Maxence Van der Meersch


Siamo sicuri che quello che sentiamo come desiderio sia un’esigenza reale? E quando riusciamo a realizzarlo siamo finalmente appagati? Se si, forse era veramente un desiderio nostro profondo, altrimenti dobbiamo ritenerlo un bisogno indotto e che non ci appartiene. Guardiamoci dai falsi desideri. Nascondono un tranello.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 24/5/2014, 09:29
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Licola 24/5/2014


Racconto-67


Capitava che d’estate venivano da noi i parenti di Salerno e quindi anche loro stavano a mare con noi al lido Fusaro. Era una festa con mio cugino Gigi, il tardo pomeriggio quando tutti andavano via e rimanevano solo gli abitué, facevamo, sulla spiaggia ormai tutta nostra, delle bellissime partite di rugby. Io prendevo il pallone e correvo dritto cercando di travolgere chi incontravo lungo il mio tragitto, Riccardo sgusciava e dribblava con mille finte quelli che gli andavano incontro e Gigi si tuffava nelle mischie ed a volte azzannava qualche polpaccio o qualche posteriore. Zio Gastone con grande perseveranza prendeva il sole e faceva sabbiature, dicendo: “Devo ancora asciugare un po’ d’acqua in questo posto qua.” indicando un fianco, in quanto pensava che in tal modo potesse prevenire i problemi bronchiali. Io e Riccardo, con i nostri risparmi, ci comprammo una bellissima canoa gonfiabile, ricordo ancora la marca: “Hutchinson”, era di tela gommata molto resistente. Riprendemmo così ad utilizzare la pagaia come già avevamo fatto alcuni anni prima a Meta dove, da piccoli, ci noleggiavano il “sandolino”, antesignano della canoa. Avevamo fatto una discreta pratica con quell’arnese, tutto di legno, pesante e con una pagaia anch’essa pesante e scomoda. A distanza di quasi sessant’anni l’imprinting è tornato a galla e qualche anno fa ho regalato una canoa a Pina che è una tosta e brava a vogare; ho preso una canoa due posti così d’estate ci facciamo belle passeggiate per mare.

“Il mare
è la voce del mio cuore,
è la voce del tuo cuor
che ci unisce ancora …
Così cantava Sergio Bruni.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 25/5/2014, 08:04
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Licola 25/5/2014


Persone care

Coltivate le amicizie, incontrate la gente. Voi crescete quanto più numerosi sono gli incontri con la gente, quante più sono le persone a cui stringete la mano. Coltivate gli interessi della pace, della giustizia, della solidarietà, della salvaguardia dell’ambiente. Don Tonino Bello

Mi piacerebbe che tali fossero le persone a me care ma sarebbe bellissimo se, intanto, riuscissi io ad esser così.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 26/5/2014, 10:47
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Licola 26/5/2014


Racconto-68



Erano i tempi delle cotte, delle dolci infatuazioni, del languido desiderio di appartenersi e di conoscersi. Erano i tempi delle emozioni struggenti, magari sdolcinate come un tramonto in controluce. Erano i tempi dei sentimenti provati ma non detti, dell’innamoramento dell’amore. Erano insomma i tempi dei pantaloni a zampa di elefante, delle camicie aderentissime dai colli altissimi, dei balletti: “Io porto i dischi e tu le ragazze”. Allora noi ragazzi eravamo un po’ “cacaroni” e non ci si metteva con una ragazza così semplicemente in maniera facile, c’era da rispettare una liturgia, bisognava esporsi ad eventuali rifiuti, la richiesta era esplicita: ”la dichiarazione” e se la ragazza non aveva interesse per noi c’era poco da fare si andava incontro a quella che non definivamo certo: “una brutta figura” ma “una figura di m…” . Riccardo andava alla grande. Era il bello della situazione. Io ero il simpatico, un po’ il corrispettivo di quelle ragazze che venivano definite: “un tipo”.
Fu anche il periodo in cui incominciò a radicare in me l’arte fotografica. L’amore per l’immagine è una delle cose che devo a Peppe. L’incontro lontano con questo amico che ancor oggi è presente nella mia vita, mi regalò lo stimolo all’osservazione e all’esser curioso, sue caratteristiche che presto mi conquistarono. Ricordo ancora due fotografie, in bianco e nero, riprese e stampate da lui: una mia silhouette in controluce sullo sfondo del mare luccicante e una fuga di terrazzini delle cabine che esaltano la prospettiva dell’immagine.


La luce di quei pomeriggi al mare è ancora presente nei miei occhi.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 27/5/2014, 13:20
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Licola 27/5/2014


Caleidoscopio

Alla lettera: vedo bello.

Sollevo il tubo, accosto l’occhio al foro e guardo dentro. Se giro il tubo i frammenti di ricordi che sono dentro di esso, si compongono e si scompongono in mille immagini, sono tutte diverse ma sono tutte belle. Per comporre il mio presente ho scelto alcuni eventi, anche quelli che allora non avrei voluto vivere, sono loro che ora formano i disegni nel mio caleidoscopio ed io ve li racconto.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 28/5/2014, 09:20
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Licola 28/5/2014


Racconto-69


Arranco, oggi, nel ricostruire e mi faccio aiutare da un odore, da un piccolo particolare, un oggetto che come il lampo di un faro illumina quella zona fin ad un istante fa buia e man mano allarga il raggio luminoso consentendomi di riuscir a riconoscere l’evento che fin a poco fa era perduto ed ora è recuperato.
I nomi delle persone, quanti! I visi, tantissimi! Non credo di aver memorizzato tutti quelli che ho incontrato nella mia vita eppure quelli che conservo stanno lì, in qualche remota cellula, attaccati a me con qualche processo chimico o elettrico o chissà come, pronti a ricomparire richiamati da uno stimolo che, da quell’infinitesimo spazio, li riportano ad occupare uno spazio miliardi di volte più grande, occupandomi tutta la mente, comparendomi di nuovo innanzi agli occhi e, se sono stato bravo nel momento della memorizzazione, apparendomi nei minimi particolari, stimolandomi sensazioni tattili ed olfattive, procurandomi mutazioni fisiologiche. Quando ricordo un fatto che mi procurò fastidio, riprovo fastidio e per spazzare la tensione dico qualche parola o canticchio una canzone e se chi mi sta vicino coglie questo mio atteggiamento, avrà la sensazione di un mio atto inconsulto, non collegato al contesto del momento. La potenza del ricordo mi ha provocato: salivazione o rossore o dolce rilassamento muscolare o attanagliamento dello stomaco.
La capacità della mente di influire sul nostro fisico è cosa ormai risaputa eppure continua a meravigliarci, in maniera inconscia continuiamo a pensare alla nostra mente avulsa dal corpo.
Il soffio divino andò ad occupare tutti gli spazi del fango, permeandolo completamente, facendo sì che abitante ed abitazione divenissero un tutt’uno.


La strada a volte appare un labirinto, ci sarà modo per venirne fuori. Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 29/5/2014, 11:58
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Licola 29/5/2014


Controllo e correzione



E il racconto?

Chisto è nu penziero, canciella ‘o nummero 69 e dimane recupera!



Bellissimo per uno che scrive avere un rapporto costante con i lettori. Rino ieri mi ha scritto che secondo lui sono uscito fuori tema. Io ho pensato di raccontare la mia situazione quando scrivo i miei ricordi, spiegarla agli altri per chiarirla a me stesso, Rino invece voleva i fatti ed in base alla facoltà che gli deriva dall’essere lettore, ha espresso con fermezza le sue aspettative deluse.
Strano rapporto tra scrittore e lettore.
Chi crea deve cedere un po’ del suo libero arbitrio, chi si avvale della creazione deve lasciar andare le aspettative e farsi portare per mano.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 30/5/2014, 10:53
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Licola 29/5/2014


Racconto-70


Dalla pasta di pane in lievitazione si aprono bolle che fanno fuoriuscire anidride carbonica. Perché si libera del gas una bolla prima di un’altra? Perché proprio quella che si trova in una parte della pasta e dopo quella che si trova nella parte opposta o, magari quella che le è più vicino? Certo ci sono motivi fisici e chimici ma l’ordine è dato da tali e tante varianti che fanno apparire l’evento casuale.
Dopo il professor Pollice, insegnante delle elementari, che è stato il mio primo maestro, ricordo la professoressa Emma Gianturco. Era la mia insegnante di lettere alle scuole medie. Mi iscrissero alla Pasquale Scura ed iniziai così il mio andirivieni tra Fuorigrotta e Montesanto che durò circa tredici anni, utilizzando la Cumana come mezzo di trasporto. Questa ferrovia secondaria ha visto generazioni di abitanti della zona flegrea spostarsi al centro per lavoro e per studio ed ancora per fare acquisti. Bisogna pensare che prima Fuorigrotta e poi man mano Bagnoli Pozzuoli ed in seguito Licola e Varcaturo sono state zone di espansione di Napoli e pertanto i nuovi insediamenti erano formati da persone che venivano da altre parti della città, portandosi abitudini ed usi che, almeno nei primi tempi, li portavano a tornare nei quartieri d’origine per le spese presso i negozi da sempre frequentati. A tutto ciò si aggiungeva una limitata offerta commerciale dei nuovi rioni e quindi la Cumana, nonostante gli scioperi ed i lavori perenni, rimaneva il mezzo più affidabile e relativamente puntuale, era pertanto sempre stracarica di passeggeri. Ho viaggiato su vagoni di legno, simili a tradotte militari, con sediolini impossibili. Nella composizione del convoglio era prevista una carrozza per la merce che sembrava un carro bestiame, uno spazio unico con degli alti predellini per salire e una sbarra su ciascun lato per chiudere l’accesso al vagone. Noi ragazzi ci divertivamo a viaggiare in questa vettura, sbattuti dal vento ed intronati dal rimbombo che produceva il convoglio nelle gallerie.

Il pane è diverso dalla farina ma è composto da essa. Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 31/5/2014, 08:37
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Licola 31/5/2014

Lievito madre

A volte ricordava che un giorno, molti anni prima, aveva tentato di leggere attraverso la busta una lettera di Odette a Forcheville. Ma quel ricordo non gli dava nessun piacere e, anziché approfondire la vergogna che ne provava, preferiva indulgere in una piccola smorfia con l’angolo della bocca, completata all’occorrenza da un cenno del capo, che significava: “Cosa me ne importa?”

Tre giorni fa dopo aver scritto il “Racconto-69”, ho ripreso la lettura di “All’ombra delle fanciulle in fiore”, secondo volume di “Alla ricerca del tempo perduto”. Dopo poche righe mi imbatto nel brano che ho riportato nel quale Proust descrive magistralmente la sensazione che io ho cercato di raccontare a modo mio. Anche se lontani nel tempo e nello spazio, veniamo tutti dallo stesso lievito.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 1/6/2014, 12:07
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Licola 1/6/2014


Racconto-71


Mamma e papà insegnavano entrambi alla Francesco D’Ovidio, scuola media che all’epoca si trovava in via Tarsia. Per tutti e tre i figli avevano deciso che era preferibile iscriverli in una scuola diversa, per evitare quello che in seguito si sarebbe chiamato “conflitto d’interessi”. Così ogni mattina arrivati a Montesanto, salutavo i miei genitori e, spesso di corsa qualche volta scivolando sui “vasoli”, attraversavo vico Portamedina e poi vico Rosario a Portamedina per sbucare su via Pasquale Scura quasi di fronte all’omonima scuola. Ebbi nuovi compagni di classe e nuovi professori. La professoressa Gianturco era un donnone, alta e giunonica, aveva una specie di tic per cui quando parlava emetteva un piccolo suono gutturale e quando spiegava si muoveva per la classe accompagnando le parole col gesto delle mani che lisciavano il poollover partendo dalla parte alta del busto fino a scendere sui fianchi. Ricordo che una volta mamma mi mandò a scuola con una camicia ed un piccolo papillon, la professoressa apprezzò molto il mio abbigliamento e mi apostrofò con l’appellativo dato da Tacito a Petronio: “arbiter elegantiarum”. C’era poi la professoressa Quitadamo, insegnante di matematica con un modo di parlare che mi faceva pensare ad origini non napoletane; diceva “arimmetica” e non “aritmetica”, “logarimmo” e non ” logaritmo”. Non era strabica ma i suoi occhi, a volte, se ne andavano per i fatti loro. Il professore di ginnastica si chiamava Milani: alto con i baffi ed un leggero inceppamento nel parlare. Suo figlio stava in classe con me, il padre evidentemente non si era fatto scrupoli di incorrere nel ”conflitto d’interessi”. Gli altri insegnanti non li ricordo, tranne il professore di religione di cui, pur non ricordando né il nome, né la fisionomia, ricordo che aveva l’abitudine di darci, così per celia, dei pizzichi sotto la gola. Mi sembra che a causa di ciò, papà minacciò di andare a scuola per lamentarsene ed io ero un po’ preoccupato per questo, vergognandomi di avergli riportato l’accaduto.

Ricordo chiama ricordo.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 1/6/2014, 12:22

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Oggi voglio ricordare i miei insegnanti...tanti.non solo quelli di scuola .
Grazie per fare da lievito,Giovanni.
Un abbraccio e buona domenica
 
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view post Posted on 2/6/2014, 14:32
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Licola 2/6/2014


Rincorsa


Non intorbidare il bene presente col desiderio di quello che ti manca, ma considera che anche questo lo hai desiderato.
Epicuro


Accogliamo l’invito di Epicuro, non facciamo della vita una continua rincorsa. Prima di andare avanti, fermiamoci e guardiamo dove siamo, godiamo della meta raggiunta. Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 3/6/2014, 12:46
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Licola 3/6/2014


Racconto-72



La Cumana era un mondo, per chi ci ha viaggiato per anni è un pezzo di vita dal quale non si prescinde. Gli odori: l’umido, l’odore di umido che ti rimaneva addosso e che penetrava quando l’arrivo del convoglio ti gettava contro l’aria della galleria spinta con forza come da un pistone in un cilindro, con uno sferragliante fragore che quasi ti annichiliva ed al quale non ci si abitua; l’odore metallico sfrigolante del pantografo che strusciava sui cavi dell’elettricità; l’aspro afrore dell’urina che quasi ti bruciava le narici quando ci si avvicinava alla fine del marciapiede che terminava all’inizio della galleria. Quei tunnel erano inquietanti, bui, misteriosi ed un po’ spaventosi, avevano lungo le loro pareti dei piccoli anfratti che servivano da riparo per gli operai della manutenzione quando passava il treno e seppi che proprio in una di queste piccole caverne, all’inizio della galleria di Montesanto, si era consumato un atto di violenza nei confronti di una donna. Gli incontri: a lungo andare nella folla dei pendolari ci si riconosceva, a volte si intavolavano rapporti, si faceva amicizia con persone che non si sarebbero incontrate se non nella Cumana, ricordo di una signorina di mezz’età con la quale papà spesso chiacchierava, non mi era né simpatica né antipatica ma ero comunque un po’ sul chi vive per la gelosia. I questuanti: un vecchietto nano leggermente gobbo, con la testa grande, radi capelli, mento prognato, uno sguardo malinconico e dolce, si appoggiava ad un sediolino e cantava delicatamente delle canzoni classiche napoletane accompagnandosi col mandolino, poi girava tra la gente senza chiedere, raccoglieva gli spiccioli ricambiando con un sorriso appena accennato; un giovane cantante che ponendosi in fondo al vagone esordiva sempre allo stesso modo: “compone canzone e le canta ai posti seri per vivere” e poi: “signò acalate ca dimane nun nce vengo.” I venditori: c’era quello col cesto di biscotti di Castellammare che offriva la sua merce ripetendo: “biscotti Castellammare, biscotti!” , il venditore di caramelle con la sua nenia: “Caramelle a menta, caramelle!”, “Caramelle, ‘a gomma, caramelle!” ed un giorno in cui noi ragazzi andando a mare mangiavamo una spiga di granturco: “Caramelle a granulino, caramelle!” Tutto questo mondo permeava il viaggiatore.

E, sott''o sole e 'a luna, vuje sentite
sti vvoce, ca só' voce 'e giuventù...
Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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giovanni keller1
view post Posted on 4/6/2014, 07:24




Licola 4/6/2014


792Mi rendo pubblico

Scrivere, tradirsi.
Charles Régismanset

Così si esprime il letterato francese vissuto a cavallo tra ottocento e novecento. Chi scrive si espone e chi si espone non può nascondere il suo essere, anche se usa precauzioni finisce sempre col tradirsi. Io scrivo, voglio rendermi pubblico, voglio correre il rischio di tradirmi, penso che il gioco valga la candela. Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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457 replies since 4/4/2014, 13:37   3337 views
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