Le stronzate di Pulcinella

UNA BELLA NOTIZIA - 2 -, "Il mio desiderio di oggi" da Giovanni Keller

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view post Posted on 4/6/2014, 10:52

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Bentrovato allora.la vita ė un rischio ed io voglio vivere!
 
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giovanni keller1
view post Posted on 5/6/2014, 07:01




Licola 5/6/2014


Racconto-73

Quando per sciopero o per lavori o per un qualsivoglia motivo la Cumana non funzionava, eravamo costretti a prendere la Metropolitana. La stazione “Piazza Leopardi” era un po’ più lontana da casa rispetto alla stazione della Cumana e la stazione della Metropolitana di arrivo a Montesanto era un po’ più lontana da scuola. Non era questo però il motivo di scontento che si avvertiva anche negli altri viaggiatori che non avevano questo problema delle distanze, eravamo tutti un po’ spaesati, ci sentivamo fuori luogo in quei vagoni, in quelle stazioni, posti che non riconoscevamo nostri, che ci costringevano ad esser ben svegli , diversamente da come ci capitava nella Cumana dove potevamo consentirci l’imbambolamento mattutino, tanto lì tutto era automatico, c’era una consapevolezza inconscia che ci guidava, la fiumana di persone che si accalcava verso le uscite ci portava senza errori verso la nostra destinazione. Ed allora tutti ce la prendevamo con la disorganizzazione, con gli scioperanti, col fatto che avevamo l’abbonamento e nessuno ci avrebbe rimborsato i soldi spesi per degli altri biglietti. Erano quelle, buone occasioni di sfogo dei malumori che normalmente tenevamo a bada, il cambio di mezzo di trasporto dava la stura a tutte le critiche verso tutto e tutti, anche nei confronti di ciò che nulla aveva a che fare con i fatti contingenti.

Piove governo ladro. Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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giovanni keller1
view post Posted on 6/6/2014, 09:18




Licola 6/6/2014


Stanchezza

Odiare stanca.
Jean Rostand

È bello sentirsi stanchi e riposarsi di un sonno ristoratore. L’odio ci priva del riposo, lo sapeva bene Rostand che faceva derivare la sua asserzione dai suoi studi di biologo e filosofo. Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 7/6/2014, 12:40
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Platamona 7/6/2014


Racconto-74



Alla Pasquale Scura la giornata scolastica mi sembrava molto varia col cambio degli insegnanti e le nuove materie. C’era poi l’educazione fisica che alle elementari non facevamo, per la prima volta quindi mi trovavo a scendere in una palestra attrezzata con pertica, funi e spalliera svedese. Per l’educazione fisica portavamo in un sacchetto le apposite scarpe da ginnastica che calzavamo solo in palestra. Erano le classiche Superga di tela blu, con la suola di gomma bianca che ricopriva pure la punta, erano un modello simile a quello che oggi è la Converse All Star. Io, come pressoché tutti i ragazzi di allora, portavo i pantaloni corti e la cartella che lasciai al ginnasio per le molle che tenevano insieme i libri, mentre i pantaloni corti li indossai fino al quinto ginnasio.
Attraversando la Pignasecca si incontravano bancarelle e negozi, ambulanti con la loro merce esposta sul muretto che delimitava l’ospedale de “I pellegrini”. All’uscita della stazione della Cumana c’era una donna che vendeva le banane, aveva un aspetto tremendo, bassa, bruna verso il rubizzo, dall’aspetto mascolino, un’espressione quasi sempre truce, la voce roca che pubblicizzava le sue banane con frasi a volte condite di male parole. Di fronte ad essa c’era Florenzano dal quale a volte ci fermavamo per comprare “’na ‘ncartata e crocché e paste cresciute” sulle quali veniva lanciato a volo un pizzico di sale. A volte compravamo dei pezzi di “musso e pede ‘e puorco” che ci venivano serviti su di un pezzo di carta grezza color verde militare, conditi con sale, versato su di essi da un corno di bue, e limone. Il ricordo del sale con l’aspro del limone mi provoca ancor oggi la classica acquolina in bocca.


Potenza della mente che è capace di condizionare pesantemente i processi fisici.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 8/6/2014, 10:06
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Platamona 8/6/2014


Spreco


Nacque, omissis, morì.
Gesualdo Bufalino,

Non tutti muoiono vivi.
Giovanni Soriano


Che peccato sprecare un’occasione del genere.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 8/6/2014, 12:55

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Concordo
Un abbraccio anche a te Giovanni
 
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view post Posted on 9/6/2014, 12:58
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Platamona 9/6/2014


Racconto-75



Proseguendo per via Montesanto, appena prima di giungere nel largo di piazza Pignasecca, c’era il pescivendolo che con i suoi banchi occupava quasi la metà della larghezza della strada, si creava quindi un ingorgo e nel rallentamento, come succede oggi per un incidente stradale, tutti gettavano uno sguardo alla varietà di pescato, mentre i giovani addetti alla vendita riempivano la strada dei loro richiami: “magnate a capa d’o purpo verace”, “alice fresche”, “o cefalo ‘e mare”, “’a zuppetella”, “accattateve ‘o comacchio”, “cozzeche d’o Fusaro”, “’e vongole verace” . Questi che erano veri e propri canti, accordati tra loro da voci intonate, accompagnavano il mio cammino verso un’altra giornata di scuola. Questa strada era quella che percorrevo quando, finite le medie, passai al Genovesi, antico e storico liceo classico. I primi due anni di ginnasio li feci nella sede distaccata della succursale che si trovava lungo via Benedetto Croce, a circa duecento metri da piazza del Gesù. La sezione C, a cui fui assegnato, prevedeva al ginnasio la classe mista mentre per i tre anni di liceo era maschile.
La sede della succursale era situata in un antico palazzo gentilizio, lungo il decumano inferiore, occupava il secondo piano al quale si accedeva salendo delle scale di piperno che giravano su tre lati mentre il quarto era occupato da un ampio ballatoio che affacciava sul cortile e su cui si aprivano le porte di accesso agli appartamenti. Al cortile, pavimentato con pietra lavica, si accedeva attraverso un ampio portone ad arco. Finite le lezioni, alle dodici e trenta o alle tredici e trenta, lungo la strada del ritorno si incontrava subito a destra un piccolo bar pasticceria in cui ci fermavamo ad acquistare un dolce per placare i morsi della fame, ricordo che pagavamo venticinque lire. Più spesso però rispondevamo al richiamo del pizzaiolo, sulla mano sinistra prima di arrivare alla chiesa di Santa Chiara. “’O zuzzuso”, così lo chiamavamo, ci apostrofava:”Dottò, avvocato, ingegnè” , quindi, portandosi le dita alla bocca, emetteva dei fischi portentosi, invitandoci ad acquistare le sue pizze ed al nostro appropinquarci subito ci dava una margherita o un’olio e pomodoro che con maestria piegava in quattro con la stessa mano che un istante prima aveva in bocca.

Alla faccia di tutte le regole d’igiene previste dai testi unici che regolano i pubblici esercizi. Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 9/6/2014, 16:41

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Carissimo,a volte i ricordi bisogna andare a riprenderseli,fisicamente...e trasformarli in ricordi di domani.
Succede...
Ti abbraccio anch'io.Ma solo a te.
 
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view post Posted on 9/6/2014, 20:05
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egoista!... e a te po' a chi sarebbe?... a Giovanni o a me?... perché è vero che Giovanni ed io abbiamo condiviso molte cose nella vita, ma in fatto di abbracci femminili... ognuno s'è sciroppati i suoi! :sick: :sick: :sick:
 
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view post Posted on 9/6/2014, 20:29

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L'abbraccio di oggi,forte fortissimo,è solo ore Giovanni
 
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view post Posted on 9/6/2014, 20:52
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touché!....................... (no comment)
 
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view post Posted on 10/6/2014, 08:20
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Platamona 10/6/2014


Contagio

La vita è una malattia fatale, e straordinariamente contagiosa.
Oliver Wendell Holmes


È vero che la vita è una malattia fatale che, come in varie salse si è detto, porta sempre alla morte, ma quello che mi preme è la seconda parte dell’asserzione del medico statunitense. Come auspica il mio amico Carlo Petrella, contagiare e farsi contagiare dalla vita, è il miglio modo per superare gli ostacoli che si incontrano sul cammino. Il più grande rischio è attraversare la vita senza viverla. L’assenza di vita ci fa finire nelle fauci dei mostri necrofagi. Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 11/6/2014, 10:14
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Licola 11/6/2014


Partecipazione

Partecipare: composto da pars = parte e capere = prendere.

Ho partecipato e mi fa piacere farvi partecipare. Ho preso una parte del tutto in cui c’era tutto. I nostri amici hanno voluto che noi assaggiassimo un pezzetto della loro gioia; l’attenzione a tutti i particolari ha dimostrato la loro magnanimità nel volerci donare i momenti belli della loro vita. La gioia dei primi attori ha portato noi, comparse, al rango di interpreti principali,
arricchendo lo spettacolo con la nostra allegria e col nostro piacere. In questi giorni certamente abbiamo viaggiato sul velluto, abilmente disteso per noi da Cettina ed Eugenio, ma abbiamo accettato l’invito a star bene senza remore, portando in regalo un po’ di affetto che rappresenta sempre il miglior condimento e rende gradevoli tutti i cibi. Grazie.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 12/6/2014, 13:04
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Licola 12/6/2014


Racconto-76



Se osservo da lontano la mia vita, dall’infanzia all’adolescenza e poi fino alla giovinezza, mi sembra scandita dai tempi della scuola. Su questo canovaccio si inseriscono gli altri eventi, quelli quotidiani o a scadenza fissa e quelli occasionali. Colloco, però, cronologicamente gli eventi in base all’inizio dell’anno scolastico o delle vacanze di cui fruivamo per le festività o per le ferie estive. Oggi ascolto la sinfonia della mia vita e la scuola rappresenta il basso continuo, il sostegno armonico su cui si poggiano le frasi musicali a volte ovvie a volte originali, intonate o stonate, a tempo o squadrate, frasi già scritte e frasi improvvisate che si allontanano dalla melodia solita. Nel momento di difficoltà so che c’è il mio basso continuo che mi dà la misura per riallinearmi. Nelle varie fasi della vita mi sono rifatto a metronomi diversi, mi sembra di aver avuto sempre bisogno di punti di riferimento. Navigare a vista senza strumenti o fari non è cosa semplice ed occorre tanta esperienza. Dovremo fare tesoro della conoscenza accumulata, ci servirà quando dovremo cantare senza accompagnamento.

Riprendiamo il filo del discorso.
Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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view post Posted on 13/6/2014, 15:25
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Licola 13/6/2014


Cummertazione

So’ trasuto int’a cummertazione.

“Cummertazione”, questa parola mi frulla in testa e mi costringere a renderla pubblica. La “cummertazione è un’unione di persone che cambia di volta in volta il suo significato specifico. Di Giacomo la utilizza come unione di malavitosi ma alcuni studiosi la intendono anche come “riunione di persone a fine di onesto passatempo”. Mi piace intesa come riunione di persone che si scambiano le proprie idee ed emozioni. Mi auguro che gli appartenenti a questa mailing-list si sentano un po’ appartenenti ad una “cummertazione”.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
 
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