Per molti era il capo dei capi , piu' recentemente secondo il collaboratore di giustizia Antonino Calderone, negli anni cinquanta Vizzini era soltanto il rappresentante mafioso della provincia di Caltanissetta. Una cosa è certa Calogero Vizzini detto don Calo', ebbe un posto nella Storia.
Nato a Villalba il 24 luglio del 1877 da padre contadino, ma alcuni dei suoi parenti e due suoi fratelli scelsero la carriera ecclesiastica, anche brillantemente.
Lui, invece, si schiero fin da giovane con la malavita locale.
Venne più volte arrestato, imputato per diversi reati ma sempre assolto per insufficienza di prove. Durante il periodo fascista fu confinato a Chianciano, dal prefetto Cesare Mori, perché ritenuto in odore di mafia, allora doveva essere già forte l’olezzo. Ebbe un ruolo fondamentale durante lo sbarco degli alleati, tant’è che fu imposto come sindaco di Villalba dall’AMGOT e nello stesso anno aderì e fu un elemento di spicco del Movimento Indipendentista Siciliano. L’anno dopo nella piazza di Villalba, come ha descritto magistralmente Carlo Levi, don Calò ebbe un ruolo centrale per quanto riguarda lo storico attentato a Girolamo Li Causi in quel 16 settembre del 1944. Per sfatare un mito troppo resistente tra i patiti del codice dei vecchi mafiosi, Vizzini in società con Lucky Luciano nel 1949 possedeva a Palermo una fabbrica di confetti e dolciumi in cui si nascondeva droga. Però questa fabbrichetta nella Sicilia contadina, tribolata e povera si sarebbe potuta definire un “gioiello economico-industriale” perché riuscì ad esportare “confetti” in USA, Francia, Germania, Canada, Messico e altre nazioni; ma un bel giorno arrivo il giornale socialista Avanti! che denunciò in un articolo il doppio fine della fabbrica e la notte stessa venne chiusa e i macchianti sparirono
. Eppure, tutto questo non causò pene al forte don Calò, infatti quel 11 luglio del 1954 morì tranquillamente tra l’incenso dei fratelli.
Edited by Pulcinella291 - 26/2/2023, 19:34
