Le stronzate di Pulcinella

la misteriosa morte di Chiara Bariffi

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 7/11/2016, 19:40
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,085

Status:


bariffi



Quello riguardante la morte di Chiara Bariffi fu un caso che fece molto discutere anche per le modalità con cui il suo corpo fu individuato in fondo al lago.
Ecco la inquietante storia.
La sera del 30 novembre 2002.Chiara Bariffi è uscita con degli amici. Era allegra, perché il giorno successivo si inaugurava una sua mostra personale di fotografia. Verso le 2,30 ha manifestato l'intenzione di tornare a casa. Un amico l'ha accompagnata alla sua auto. Dopo un saluto, alle 3 si è allontanata, scomparendo senza più lasciare tracce. Nemmeno la sua Daihatsu Terios colore bordeaux, targata BD 058 ZC, fu ritrovata.Quella notte sul lago infuriava una tempesta, così intensa da provocare rovinose frane sulle alture circostanti.
Ritenendo possibile un incidente, sia le autorità che alcuni sommozzatori volontari avevano effettuato ricerche nel lago. Il punto più probabile in cui la ragazza avrebbe potuto essere caduta in acqua con la sua automobile è una curva all'imbocco della prima galleria che si incontra procedendo verso sud, cioè verso Bellano. La curva è cintata da un muretto, al di là del quale la parete precipita a picco nel lago, che in quella zona raggiunge la profondità di quasi 200 metri. Le persone del luogo sanno che là sotto si trovano diversi mezzi vittime di incidenti
I genitori, disperati, cercano in tutta Italia le tracce della giovane figlia fino a che, tre anni dopo, l'intervento di una sensitiva si rivela risolutivo: la macchina con all'interno il corpo di Chiara Bariffi viene recuperata dal fondo del lago di Como. Si tratta della sensitiva Mariarosa Busi.
L'auto con il corpo della ragazza fu trovato in fondo al lago adagiata a 122 metri di profondità, in un punto a circa 100 metri dalla costa.
Nel 2008 due arresti inattesi per la morte della giovane. Vengo arrestati Sandro Vecchiarelli e Massimo Barili accusati da anni dell’omicidio volontario di Chiara Bariffi .
I carabinieri hanno spiegato che all’arresto si è giunti attraverso le indagini, gli esiti delle perizie tecniche e quelli dell’autopsia. Resta il fatto che gli inquirenti erano in possesso di questi riscontri, unitamente ad alcune testimonianze, già da tempo. Allora come si spiegano questi arresti, quali elementi nuovi possono essere giunti nelle mani del pm Luca Masini per chiedere e ottenere l’arresto?
Una delle possibili novità nell’inchiesta potrebbero essere arrivate proprio da intercettazioni telefoniche recenti in cui i due indagati si sarebbero lasciati andare dopo anni di estrema prudenza.
A ritrovamento avvenuto, quindi, iniziò il processo nel quale, unico imputato ad essere accusato dell’omicidio, è Sandro Vecchiarelli, un caro amico di Chiara che passò l’ultima serata con la ragazza prima che quest’ultima scomparisse.
Massimo Barili, amico del Vecchiarelli,inizialmente accusato dell'omicidio fu scarcerato dopo pochi giorni di detenzione nel 2008.
La Corte d’Assise di Como, dunque, fu chiamata a stabilire se l’imputato fosse o meno il vero responsabile della morte della giovane donna.
Ma, dagli accertamenti effettuati sul corpo di Chiara, non apparvero evidenti segni di qualsivoglia violenza che potessero aver causato la morte per mano di un’altra persona o altri segni causati da eventuali armi da fuoco; l’autopsia accertò, invece, che la causa della morte di Chiara Bariffi fu l’annegamento pur riscontrando che nel suo corpo vi erano importanti quantità di sostanze in un mix tra alcool, droga e psicofarmaci.
A quel punto il processo tentò di stabilire come Chiara cadde nel lago con la propria auto o se, a gettarla in acqua, invece, fosse stata un’altra persona.
Si tentò di stabilire, inoltre, se la medium che permise il ritrovamento in fondo al lago di Chiara Bariffi, avesse avuto, in realtà, qualche contatto con l’imputato Sandro Vecchiarelli e se quest’ultimo, avendone una conoscenza diretta, le avesse suggerito il luogo dove trovarla.
Tutti gli elementi utili alla formazione della prova della colpevolezza del Vecchiarelli, in mano agli inquirenti in quel momento, non furono però in grado di stabilire nessuna responsabilità per la morte di Chiara Bariffi in capo all’imputato.
Il pubblico ministero, dunque, nelle ultime fasi del processo, constatato che il processo non aveva portato alla formazione della prova della colpevolezza del Vecchiarelli, chiese che l’imputato fosse prosciolto da ogni accusa.
E così, dopo la camera di consiglio, il giudice della Corte di Assise di Como accolse la richiesta del pubblico ministero ed emise una sentenza di assoluzione, seppur con formula dubitativa (e cioè quella della mancanza delle prove) ai sensi dell’articolo 530 del codice di procedura penale.
A tutt’oggi, comunque, resta ancora il mistero della “ragazza ne lago” che, malgrado il suo ritrovamento e malgrado la celebrazione di un processo, non ha ancora una spiegazione in grado dimostrare con certezza come abbia fatto Chiara Bariffi a cadere in fondo al lago di Como a più di 130 metri di profondità.

In seguito Vecchiarelli è stato risarcito per ingiusta detenzione.

Edited by Pulcinella291 - 5/11/2019, 18:53
 
Web  Top
0 replies since 7/11/2016, 19:40   5345 views
  Share