Le stronzate di Pulcinella

'a mugliera e Masaniello:di Ferdinando Russo

« Older   Newer »
  Share  
aurora663
view post Posted on 27/2/2017, 20:59 by: aurora663
Avatar

Gold member

Group:
AMMINISTRATORE
Posts:
12,818

Status:


Su questa forte poesia di Ferdinando vanno spese belle parole sul personaggio di Masaniello il quale era un pescatore, che si ribellò ai tanti soprusi del viceré Rodrigo Ponce de Leòn ponendosi a capo del popolo napoletano stimolando il senso di orgoglio e dignità dei napoletani. Fu tradito decapitato in piazza del Carmine, dove aveva vissuto e da cui era partita la rivolta. Divenne mito in ogni paese europeo. La vicenda è raccontata da cronisti dell’epoca, in letteratura, in versi, nella drammaturgia, già in età barocca e romantica, da stranieri e napoletani.

In pochi giorni del’47 la città di Napoli fu immersa nella tragedia. Giuseppe Carafa, fratello del duca di Maddaloni, dopo il suo tentativo di eliminare Masaniello, fu decapitato e le sua testa su una lancia girò in città e con lui morirono i congiurati. Domenico Perrone, capo dei compagnoni i camorristi dell’epoca, dopo aver tradito l’amico Masaniello, fu ucciso con gli altri. Il primo a tradirlo fu Giulio Genoino, giurista, amico e consigliere, definito da Michelangelo Schipa “la mente di Masaniello” che lo abbandonò per paura della sua vita e si accordò col viceré.
La città, divenuta provincia spagnola, viene governata da viceré, dal 1503 al 1707, che impongono tasse su richiesta di denaro dalla Spagna. I nobili lucravano sulle gabelle. Il ceto medio aspirava ad avere gli stessi diritti dei nobili. Il popolo ridotto in povertà, definito “mangia foglie”, non potendosi nutrire d’altro, viveva alla giornata. Nella tragica vicenda emergono aspetti toccanti dell’epoca. Interessi e intrighi politici, la povertà, la condizione femminile. Berardina, a cui F. Russo dedicò versi “ ’A mugliera ‘e Masaniello”, dopo la decapitazione del suo sposo il giorno della festa del Carmine, viene trascinata in strada da Carlo Catania, fornaio, uno dei sicari di Maso, come lo chiamava lei, abbandonata derisa maltrattata da donne uomini e soldati. Per sopravvivere, come tante per i propri figli, si prostituisce e la sua vita densa di tristi ricordi e di umiliazioni termina con la peste del’56.
 
Top
2 replies since 26/2/2017, 10:51   294 views
  Share