Le stronzate di Pulcinella

Fotografie che hanno fatto la storia

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view post Posted on 15/11/2017, 17:55
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E' domenica 29 aprile 1945, i cadaveri di Mussolini, di Claretta Petacci vennero appesi a Piazzale Loreto a Milano. Alla Petacci, essendo stata privata delle mutande, venne dapprima fermata la gonna con una spilla e infine assicurata meglio con la cintura che il cappellano partigiano don Pollarolo si sfilò appositamente.


E' il 12 ottobre 1960 quando, durante un’Assemblea delle Nazioni unite il segretario del partito comunista russo Nikita Kruscev si toglie una scarpa, brandendola. Il gesto, una delle immagini-icona del Ventesimo secolo, avviene per protesta nei confronti dell’ intervento di un oratore filippino, Lorenzo Sumulong, che stava parlando della dominazione sovietica sui paesi dell’ Europa dell’Est.
 
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view post Posted on 16/11/2017, 12:02
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Le donne carniche
Dal giugno del 1915 al 1916, gruppi di 15-20 donne partivano dalla Valle del But e del Degano e s’ inerpicavano su per le vette della Alpi carniche. “Camminavano fino a 6 ore in salite ripidissime, spesso con la neve fino alle ginocchia, superando dislivelli di mille metri. Riempivano la gerla, un cesto di vimini intrecciato a forma di cono rovesciato, di granate, cartucce, bombe, e viveri per rifocillare le truppe, e lo indossavano in spalla grazie a due fusti di nocciolo usati come bretelle. Questi zaini, diventati il loro emblema, potevano pesare anche 40 kg e le accompagnavano per tutta la durata del viaggio, fino in vetta e di ritorno a valle, quando li riempivano di biancheria sporca.
Fu anche grazie a queste eroiche donne che si vinse la guerra.


Fu chiamata la tregua di Natale.
Si era nel dicembre del 1914.
Già nella settimana precedente il Natale, membri delle truppe tedesche e britanniche schierate sui lati opposti del fronte presero a scambiarsi auguri e canzoni dalle rispettive trincee, e occasionalmente singoli individui attraversarono le linee per portare doni ai soldati schierati dall'altro lato; nel corso della vigilia di Natale e del giorno stesso di Natale, un gran numero di soldati provenienti da unità tedesche e britanniche (nonché, in misura minore, da unità francesi) lasciarono spontaneamente le trincee per incontrarsi nella terra di nessuno per fraternizzare, scambiarsi cibo e souvenir. Oltre a celebrare comuni cerimonie religiose e di sepoltura dei caduti, i soldati dei due schieramenti intrattennero rapporti amichevoli tra di loro al punto di organizzare improvvisate partite di calcio:


La tregua non fu un fatto organizzato, né universalmente diffuso: in diverse zone del fronte i combattimenti proseguirono per tutto il giorno di Natale, mentre in altri i due schieramenti negoziarono solo tregue momentanee per seppellire i caduti. Gli episodi di fraternizzazione con il nemico furono giudicati negativamente dagli alti comandi e severamente proibiti per il futuro.

 
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view post Posted on 17/11/2017, 18:05
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E' il 7 aprile 1939, l'Italia occupa l'Albania.
La prima ondata (1º Scaglione) del Corpo di Spedizione Oltre-Mare Tirana (OMT) investì il territorio albanese suddivisa in quattro colonne, le quali sbarcarono a San Giovanni di Medua, Santi Quaranta, Valona e Durazzo, non incontrando particolari resistenze dell'esercito albanese.
Il Re e il governo fuggirono in Grecia e furono obbligati all'esilio e l'Albania cessò de facto di esistere come Stato indipendente. In totale gli italiani che sbarcarono in Albania e occuparono il Paese furono circa 22.000.


La insurrezione ungherese contro il regime sovietico durò dal 23 ottobre al 10 - 11 novembre 1956.
venne alla fine duramente repressa dall'intervento armato delle truppe sovietiche del maresciallo Ivan Stepanovič Konev. Morirono circa 2.700 ungheresi di entrambe le parti, ovvero pro e contro la rivoluzione, e 720 soldati sovietici. I feriti furono molte migliaia e circa 250.000 (circa il 3% della popolazione dell'Ungheria) furono gli ungheresi che lasciarono il proprio Paese rifugiandosi in Occidente. La rivoluzione portò a una significativa caduta del sostegno alle idee del bolscevismo nelle nazioni occidentali.


Questo distinto signore è Albert Bruce Sabin, un medico e virologo polacco naturalizzato statunitense che invento' il vaccino antipolio.
La poliomelite, , una volta denominata "paralisi infantile", mieteva migliaia di vittime, in particolare su bambini a partire dal secondo anno di vita.
Nel 1953, al Children Hospital di Cincinnati, Sabin, dopo lunghi e faticosi esperimenti su reni di scimmia, poi sull'uomo: prima su se stesso, poi su due suoi collaboratori: il dottor Ramos Alvarez (un medico messicano suo assistente), e un tecnico afroamericano che lavorava nel suo laboratorio. I primi esperimenti su vasta scala Sabin li potrà effettuare tra dei giovani carcerati che si erano offerti volontari. Infatti lo scienziato polacco aveva ottenuto, dopo lunghe esitazioni, di poter cercare dei volontari tra i detenuti delle prigioni federali di Chillichote (in Ohio): ne troverà centinaia.
Sabin preparò il suo vaccino fra il 1954 e il 1955.


 
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view post Posted on 17/11/2017, 18:25
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Agosto 2016 Letino, il nostro Boss, fuma una sigaretta e pensa :"Chi m'ha cecato e invità Arecata? Nun o supporto cchiù me pare mill'ann ca se ne va' e fumammece n'ata sigaretta"
 
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La foto originale del Baffo Moretti ritrae un contadino tirolese. Secondo alcuni la foto è di Lao Menazzi Moretti scattata al ristorante Boschetti “di Tresésin”, secondo un'altra versione il “siôr"venne fotografato alla stazione ferroviaria di Tarcint alla fine della Seconda guerra mondiale e per altri ancora si tratta di uno scatto realizzato, nel 1939, dalla fotografa tedesca Erika Groth-Schmachtenberger. E' quest'ultima pare la storia vera del baffone Moretti.
Un uomo antico e moderno allo stesso tempo, elegante in un abito verde scuro, estremamente naturale, con un bel cappello, grandi baffi e un viso che sembra custodire mille racconti.
Molte storie sembrano nascondersi dietro a sorriso beffardo seminascosto da quel paio di baffoni, ma la storia più triste pare sia toccata alla sua fotografa che nel 1956 vide una serie di cartelloni pubblicitari con il disegno del suo scatto originale. Cartelloni per cui non era stato pagato alcun diritto d'autore.
L'anno successivo l'autrice si vede dare ragione, ma ottenne un misero risarcimento di appena 800 franchi.
 
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view post Posted on 18/11/2017, 02:20
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Per tutti erano i Fratelloni. Non è che fosse un soprannome particolarmente geniale per due ragazzi con 90 chili di muscoli e nati dagli stessi genitori ma forse Giampiero Galeazzi non poteva coniarne uno più adatto ad esaltare la leggenda di Giuseppe e Carmine Abbagnale, che alcuni ritengono i più grandi canottieri della storia e noi un pezzo della nostra, di storia. Banyoles è un posto su un lago a 90 chilometri da Barcellona, quasi in Francia, dove cominciano i Pirenei. In quell’estate del’92 bisognava mettersi in auto dalle Ramblas alle 6 di mattina per arrivare in tempo per l’inizio della gare e godersi un minimo di fresco prima che cominciasse la calura. I Fratelloni erano già lì. Peppiniello Di Capua, l’omino che li guidava dalla prua, con la testa rivolta al traguardo, scegliendo i ritmi e la direzione del timone, si aggirava nervoso vicino alla barca. «Non sono tranquillo, ho una brutta sensazione», disse Galeazzi. Lo guardammo straniti. Che Giuseppe e Carmine potessero perdere la loro terza medaglia olimpica consecutiva sembrava a noi tutti impossibilissimo: dal trionfo di Seul nell’88 davanti ai tedeschi dell’Est e a sir Redgrave non avevano mai perso una gara importante, compresi gli ultimi tre Mondiali. Invece l’incredibile successe. Nel modo più straziante. «Fu l’unica volta in cui ho affrontato gli ultimi 250 metri con la sensazione di avere già vinto. E perdemmo» racconta Giuseppe.


All’improvviso l’enorme distanza dalla barca degli inglesi cominciò a rimpicciolire, quelli andavano come se avessero il motore e gli Abbagnale poca benzina. Il ruggito di Galeazzi si venò di inquietudine, di disperazione, di preghiera. Alla fine si spense nel microfono. Due fratelli, però inglesi e di nome Searle, avevano finito la remata davanti ai due azzurri per un secondo, il niente più grande che ricordiamo.
I fenomeni sono tragicamente grandi anche nell’addio e quello, nonostante il secondo posto ai Mondiali del ‘93 e la chiusura definitiva nel ‘96 con Carmine ai Giochi di Atlanta nell’«otto», fu il vero addio dei Fratelloni. Arrivò dopo undici anni di trionfi e di un’epopea che fece titolare la «Gazzetta dello Sport» in prima pagina, nel giorno di Seul: «Siamo un popolo di Abbagnale». Naturalmente non era vero, anche in quegli anni restavamo un popolo di Roberti Baggi. Però se vedeva sullo schermo quei due che infilzavano l’acqua con la perfezione di una macchina e con il commento di un telecronista che pareva vivesse un orgasmo, l’Italia calciofila si fermava come solo davanti agli slalom di Alberto Tomba. Primo Nebiolo sosteneva che in un mondo che non ha più eroi di guerra, perché le guerre si combattono premendo un bottone a mille chilometri da dove sta il bersaglio, le gesta degli atleti sono per il popolo gli ultimi atti di eroismo. I Fratelloni ne incarnavano l’aspetto pulito e pudico.
Venivano da Castellammare di Stabia, anche se per l’anagrafe sono nati a Pompei, Giuseppe nel’59, Carmine nel ‘62. Gente comune senza storie di povertà di cui rivalersi né la vita difficile delle periferie campane. Al massimo, quando erano già famosissimi, si permisero timidamente di chiedere un posto di lavoro. Glielo diedero e ancora ce l’hanno: Giuseppe alla Banca Nazionale del Lavoro, Carmine alla Regione. Peppinello Di Capua, l’omino che dopo ogni vittoria i due giganti gettavano in acqua con la medaglia a collo, non per bullismo ma per affettuosa riconoscenza, lavora alla Telecom e fa andare avanti l’antico biscottificio di famiglia. «La gente ci apprezzava e ancora ci vuole bene perché ci sentiva genuini – dice Giuseppe, che in quel famoso «due con» era il leader, il capovoga e il primogenito -. Non abbiamo mai fatto niente per accrescere la nostra popolarità o renderla artificiosa. Economicamente si potevano sfruttare molto di più quei successi ma è andata bene lo stesso: abbiamo un lavoro sicuro, ci siamo fatti una famiglia, ci sono i figli. Abbiamo vissuto una buona vita pure quando abbiamo smesso. E poi siamo fatti così». Già, solidi e senza compromessi. Nel’94 Giuseppe scese in campo con Berlusconi. «Credevo che rappresentasse un vento nuovo – racconta -. Senza appoggi né esperienza presi 30 mila voti, me ne mancarono meno di mille per vincere. Fu un successo ma mi accorsi quasi subito che le mie erano state illusioni: non era arrivato un vento nuovo, si tornava alla solita politica nel senso peggiore del termine. E non ne volli sapere più».
Stessa scelta con la Federcanottaggio di cui fu vicepresidente per un solo quadriennio fino al 2004. «Molti insistettero perché mi candidassi alla presidenza però anche per il mio lavoro non avrei potuto imprimere l’impronta che volevo, perché bisogna averne il tempo, oltre alla diplomazia. Di fare la bandiera arrotolata non mi importava nulla». Giuseppe è tornato al Circolo Nautico di Castellammare per cui gareggiano suo figlio Vincenzo, che ha già vinto il bronzo nell’«otto» ai Mondiali juniores e la figlia Gaia, 13 anni. Carmine invece ha due figlie, Virginia e Chiara, e pure loro si sono avvicinate al remo. Insomma solo il terzo Abbagnale, Agostino (il meno ricordato sebbene abbia vinto più ori olimpici, tre, dal 1988 al 2000 con un intermezzo di sette anni di inattività per una trombosi) è rimasto nel canottaggio a tempo pieno, come tecnico federale.
 
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view post Posted on 19/11/2017, 18:39
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la notte dei cristalliù



Notte tra il 9 e 10 novembre 1938 in Germania, Austria e Cecoslovacchia comincia la devastazione di tutti i negozi ebraici.
Nei giorni tra il 7 e il 13 di novembre furono distrutte o incendiate quasi tutte le sinagoghe, i cimiteri e i luoghi di aggregazione della comunità ebraica, migliaia di negozi e di case private. Il numero delle vittime decedute in quei giorni per assassinio o in conseguenza di maltrattamenti, di atti terroristici o di disperazione, considerando anche i suicidi, è di difficile determinazione ed è stato stimato essere tra i 1 300 e i 1500.

1946 :Monarchia o Repubblica?

Con un referendum istituzionale gli italiani decidono di trasformare l'Italia da monarchia a repubblica (12.717.923 voti contro 10.719.284). Dopo questo referendum il Re d'Italia Umberto II di Savoia lascia il Paese. Contemporaneamente al referendum si svolgono le elezioni per l'assemblea costituente.
Per la prima volta in una consultazione politica nazionale votavano anche le donne: risultarono votanti circa 13 milioni di donne e circa 12 milioni di uomini, pari complessivamente all'89,08% degli allora 28 005 449 aventi diritto al voto.


New York, 23 agosto 1926, muore un giovanissimo Rodolfo Valentino, attore e ballerino italiano naturalizzato statunitense. Fu uno dei più grandi divi del cinema muto della sua epoca, noto anche per esser stato il sex symbol di quegli anni, tanto che gli fu dato l'appellativo di "Latin Lover".
A Valentino vennero attribuite anche delle relazioni omosessuali. Si asserisce che i matrimoni lampo con la Acker prima e con la Rambova poi, entrambe vicine al gruppo di donne lesbiche raccolto intorno alla nota attrice Alla Nazimova, siano stati matrimoni di copertura sia per Valentino che per le rispettive mogli. D'altra parte Valentino ebbe diverse relazioni di lavoro con uomini che contribuirono al suo successo ad Hollywood. Tra queste, quella con il regista de I quattro cavalieri dell'Apocalisse Rex Ingram e con i colleghi Paul Ivano e André Daven. Diverse furono anche le voci riguardo all'amicizia intima e duratura di Valentino con uno dei suoi truccatori personali, tale Giorgio Rea.
Scene di isteria e fanatismo, oltre che una trentina di suicidi – non si sa quanto legati alla sua morte – si registrarono nel giorno dei suoi funerali, a New York.





Edited by Pulcinella291 - 20/11/2017, 12:36
 
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La rivolta di Reggio Calabria



Due foto storiche dei moti di Reggio Calabria . Una vera e propria sommossa popolare
avvenuta dal luglio del 1970 al febbraio del 1971, in seguito alla decisione di collocare il capoluogo di regione a Catanzaro nel quadro dell'istituzione degli enti regionali.
Fu una rivolta popolare e trasversale a livello politico (ad esclusione del Partito Comunista Italiano, subito dissociatosi), ma in una seconda fase i movimenti di destra, ed in particolare il Movimento Sociale Italiano, assunsero un ruolo di primo piano. Il sindacalista della CISNAL Ciccio Franco, esponente missino, rilanciò il motto «boia chi molla!» di dannunziana memoria e ne fece uno slogan per cavalcare la tigre della protesta dei reggini per opporsi alla scelta di Catanzaro come capoluogo, indirizzandola in senso antisistemico e neofascista.

La Bomba alla Questura di Milano



Fu un attentato terroristico avvenuto il 17 maggio 1973, ad opera di Gianfranco Bertoli, in conseguenza del quale 4 persone persero la vita e 52 rimasero ferite.
Alle 11:00 del mattino di quel giorno, in via Fatebenefratelli, davanti alla Questura di Milano, mentre si svolgeva la cerimonia in memoria del commissario Luigi Calabresi ucciso un anno prima, dopo che il Ministro dell'Interno Mariano Rumor aveva scoperto il busto dedicato al funzionario ed era andato via in auto, un grosso ordigno esplode in mezzo alla folla di persone ancora riunite per la celebrazione.
L'effetto della deflagrazione è devastante: 4 persone muoiono e 52 rimangono ferite. Solo dopo si scoprirà che lo scoppio era stato causato da una bomba a mano.
L'attentatore venne immediatamente immobilizzato ed arrestato; si trattava di Gianfranco Bertoli. Bertoli si definì un anarchico «stirneriano».
Secondo le indagini del PM Guido Salvini, confermate dalle testimonianze di Vincenzo Vinciguerra, l'obiettivo sarebbe stato proprio Mariano Rumor, colpevole di non aver proclamato lo stato d'assedio quando era Presidente del Consiglio il 12 dicembre 1969 in occasione della strage di piazza Fontana.

Colpo di Stato in Cile



E'l'11 settembre, con l'appoggio degli Stati Uniti, un colpo di Stato in Cile rovescia il governo socialista del presidente Salvador Allende e instaura la terribile dittatura militare di Augusto Pinochet.
 
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La guerra di Corea


Al termine della Seconda guerra mondiale la Corea, che prima era possedimento giapponese, si trovò divisa in due: nella parte settentrionale, fino al 38° parallelo, erano penetrati i sovietici, mentre nella parte meridionale gli americani.
Alla Conferenza del Cairo del 1943 si era deciso che lì sarebbe dovuto sorgere un nuovo stato unitario neutrale, ma i piani furono presto disattesi: al nord nacque un governo comunista filosovietico con capitale Pyongyang, al sud un governo nazionalista filoamericano con capitale Seul. La rivoluzione cinese, nel ’49, e l’appoggio sia a livello di addestramento che di mezzi sia dei russi che dei cinesi diede al nord la spinta per tentare una riunificazione nazionale: il 25 giugno 1950, senza un’iniziale dichiarazione di guerra, le truppe della Corea del Nord invasero infatti quella del Sud, avanzando rapidamente, occupando quasi subito Seul e arrivando in poche settimane quasi alla completa conquista del paese.
L'invasione determinò una rapida risposta dell'ONU: su mandato del Consiglio di sicurezza dell'ONU, gli Stati Uniti, affiancati da altri 17 Paesi, intervennero militarmente nella penisola per impedire una rapida vittoria delle forze comuniste. Dopo grandi difficoltà iniziali, le forze statunitensi, comandante dal generale Douglas MacArthur, respinsero l'invasione e proseguirono l'avanzata fino ad invadere gran parte della Corea del Nord. A questo punto però intervenne nel conflitto anche la Cina comunista, mentre l'Unione Sovietica inviò segretamente moderni reparti di aerei che contribuirono a contrastare l'aviazione nemica. Le truppe statunitensi, colte di sorpresa, vennero costrette a ripiegare in Corea del Sud, perdendo tutto il territorio conquistato.
La guerra quindi si arrestò sulla linea del 38º parallelo dove continuò con battaglie di posizione e sanguinose perdite per altri due anni fino al precario Armistizio di Panmunjeom che stabilizzò la situazione e confermò la divisione della Corea.


la crisi di Suez


fu un conflitto che nel 1956 caratterizzò l'occupazione militare del canale di Suez da parte di Francia, Regno Unito ed Israele, a cui si oppose l'Egitto. La crisi si concluse quando l'Unione Sovietica minacciò di intervenire al fianco dell'Egitto e gli Stati Uniti, temendo l'allargamento del conflitto, costrinsero britannici, francesi ed israeliani al ritiro.
Fu un conflitto ricordato dagli storici per varie particolarità: per la prima volta Stati Uniti e Unione Sovietica si accordarono per garantire la pace; per la prima volta il Canada s'espresse e agì in contrasto verso il Regno Unito; fu l'ultima invasione militare del Regno Unito senza l'avallo politico degli Stati Uniti, segnando secondo molti la fine dell'Impero britannico; allo stesso modo, fu l'ultima invasione militare della Francia e quindi ultimo atto dell'impero coloniale francese; e fu infine una delle poche volte in cui gli Stati Uniti furono in disaccordo con le politiche d'Israele.


 
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L'attentato a Ronald Reagan



E' il 30 marzo 1981, il presidente degli Usa Ronald Reagan subisce un attentato da parte di John Hinckley Jr. un giovane texano figlio di una famiglia di petrolieri.
Il motivo che spinse l'assalitore fu la sua ossessione narcisistica ed erotomane nei confronti dell'attrice Jodie Foster, per la quale nutrì un amore paranoico dopo averla vista recitare a fianco di Robert De Niro nel film di Scorsese del 1976 "Taxi Driver".
Dopo aver stalkerizzato la Foster nei mesi precedenti, Hinckley decise che per ottenere la sua stima e la sua attenzione avrebbe dovuto emulare l'assassino di Kennedy.
Quando il presidente fu di fronte a Hinckley, questi esplose in meno di 2 secondi 7 colpi calibro 22 che colpirono in piena testa il capo della comunicazione della Casa Bianca James Brady e l'agente della polizia di Washington Thomas Delahanty. Fu la prontezza dell'agente speciale Jerry Parr a salvare la vita del presidente. Parr spinse Reagan nella limousine mentre il sesto proiettile rimbalzava sull'armatura dell'auto blindata infilandosi sotto il braccio sinistro del presidente, bucando un polmone ed arrestandosi a soli 25 millimetri dal cuore.
Hinckley Jr. è placcato prima dal dirigente sindacale italo americano Alfred Antenucci e poi dai Servizi di sicurezza che protessero l'assalitore dal linciaggio della folla.

Reagan è trasportato d'urgenza al Washington University Hospital dove rimane lucido ed ha il tempo di scherzare con la moglie Nancy ("tesoro, mi sono dimenticato di accovacciarmi!"). Resterà solo 12 giorni in degenza, mentre gravissime erano invece le condizioni del suo addetto stampa James Brady. I proiettili caricati da Hinckley Jr. erano esplosivi e quello che colpì il dipendente della Casa Bianca gli procurò lesioni permanenti gravissime che si tradussero nella paralisi di metà corpo condannandolo alla sedia a rotelle.

Il discorso di Gettysburg


E' il 19 novembre del 1863 quando fu pronunciato uno dei discorsi politici più importanti e famosi della storia. Lo fece Abraham Lincoln, allora presidente degli Stati Uniti, durante una guerra civile – e fu fondamentale perché spostò l’obiettivo di quella guerra, superandone uno che a quel punto era concreto e raggiungibile a vantaggio di uno ben più complicato e ambizioso.



 
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23 novembre 1980........Avevo solo 7 anni ma io ricordo ogni singolo minuto .... Verso le 19.00 una lunghissima scossa della durata di un minuto e venti secondi, di magnitu-do 6,8 della scala Richter, rase al suolo 36paesi situati al confine tra la Campania e laBasilicata.Si contarono 2735 morti e 8850 feriti.Il disastro, gigantesco nelle sue proporzioni, colpì con particolare violenza soprattutto la parte dell’Irpinia, che risultò completamente annientata dalle scosseripetute: tantissime case furono rase al suolo, ponti e viadotti spezzati, e si registrarono frane dappertutto ...e ancora oggi negli occhi le lacrime nei ricordi di all'ora...
Le lunghe notti a dormire in macchina..il terrore delle ripetute scosse...un freddo pungente....la villa trasformata in un accampamento...i piccoli fuochi accesi per strada con la speranza di un po di calore....e le grida di chi in quella notte nn ha perso solo la casa ma anche l affetto di un suo caro....
37 anni fa'💝...no....noi nn dimentichiamo....
 
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view post Posted on 24/11/2017, 10:31
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Gli stupri sovietici nella Germania occupata





Due foto drammatiche che testimoniano le violenze commesse dall'Armata Rossa contro la popolazione tedesca durante l'occupazione.
In Germania cominciarono il 21 ottobre 1944, quando le truppe russe attraversarono il ponte di Angerapp, sfogando la rabbia nel massacro di Nemmersdorf prima di essere respinti indietro alcune ore più tardi.
Le stime del numero di donne violentate dai soldati sovietici si aggira attorno alle decine di migliaia fino ai due milioni.
 
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1993 :l'arresto di Totò Riina


E' il15 gennaio 1993, una data storica. Quel venerdì mattina sulla circonvallazione di Palermo, ad un incrocio in via Bernini, una zona semi residenziale, all’altezza del civico numero 54, fu catturato dal Crimor, una squadra speciale dei ROS (acronimo di Raggruppamento Operativo Speciale) guidata dal Capitano Ultimo e dall’allora colonnello Mario Mori, il capo dei capi, Totò Riina, U curtu come veniva chiamato per via della sua altezza (di appena 158 cm).
Quindici minuti, tanto è durato il blitz, per mettere fine alla carriera criminale della “belva senza cuore”. Sono le 8.28 almeno così scrivevano i giornali, non un minuto di più, non uno di meno. Per 23 anni, sei mesi e otto giorni, Riina si era nascosto fino a quando l’anonima utilitaria guidata da Salvatore Biondino, sino a quel momento uno sconosciuto, con a bordo “u curtu” in persona non è stata bloccata, per uno strano caso del destino, poco distante da quel marciapiede dove quindici anni prima fece assassinare Beppe Di Cristina, “la tigre'', ucciso il 30 maggio 1978 alla fermata di un autobus, in Via Leonardo Da Vinci, solo perché sospettato di essere un “confidente”.

2006:l'arresto di Bernardo Provenzano



Le indagini che portarono all'arresto di Provenzano si incentrarono sull'intercettazione dei famosi pizzini, i biglietti con cui comunicava con la compagna e i figli, il nipote Carmelo Gariffo e con il resto del clan.
Dopo l'intercettazione di questi pizzini e alcuni pacchi contenenti la spesa e la biancheria, movimentati da alcuni staffettisti di fiducia del boss i poliziotti della Squadra mobile di Palermo e gli agenti della Sco riuscirono a identificare il luogo in cui si rifugiava Provenzano.
Individuato il casolare, gli agenti monitorarono il luogo per dieci giorni attraverso microspie e intercettazioni ambientali, per avere la certezza che all'interno vi fosse proprio Provenzano.
L'11 aprile 2006 le forze dell'ordine decisero di eseguire il blitz e l'arresto, a cui Provenzano reagì senza opporre la minima resistenza, limitandosi a chiedere che gli venisse fornito l'occorrente per le iniezioni che doveva effettuare in seguito all'operazione alla prostata. Il boss confermò la propria identità complimentandosi e stringendo la mano agli uomini della scorta e venne scortato alla questura di Palermo.
Provenzano era ricercato dal 10 settembre 1963, con una latitanza record di 43 anni. In precedenza era già stato condannato in contumacia a 3 ergastoli e aveva altri procedimenti penali in corso. "Binnu" successivamente muore il 13 luglio 2016, a Milano.


1998 :arrestato Francesco Schiavone detto Sandokan


l'11 luglio 1998 in un bunker del suo paese natale grazie alle indagini condotte da Sergio Sellitto, fu arrestato Francesco Schiavone, capo del clan dei casalesi che poi sara' condannato all'ergastolo per associazione di tipo mafioso.
 
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LA GUERRA ITALO-TURCA


fu combattuta dal Regno d'Italia contro l'Impero ottomano tra il 29 settembre 1911 e il 18 ottobre 1912, per conquistare le regioni nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica.
Le ambizioni coloniali spinsero l'Italia ad impadronirsi delle due province ottomane che nel 1934, assieme al Fezzan, avrebbero costituito la Libia dapprima come colonia italiana ed in seguito come Stato indipendente. Durante il conflitto fu occupato anche il Dodecaneso nel Mar Egeo; quest'ultimo avrebbe dovuto essere restituito ai turchi alla fine della guerra, ma rimase sotto amministrazione provvisoria da parte dell'Italia fino a quando, con la firma del trattato di Losanna nel 1923, la Turchia rinunciò ad ogni rivendicazione e riconobbe ufficialmente la sovranità italiana sui territori perduti nel conflitto.

NAUFRAGIO DEL TITANIC


Il neo-transatlantico RMS Titanic, durante il suo viaggio inaugurale (da Southampton a New York, via Cherbourg e Queenstown), entrò in collisione con un iceberg alle 23:40 (ora della nave) di domenica 14 aprile 1912. L'impatto con l'iceberg provocò l'apertura di alcune falle sotto la linea di galleggiamento allagando i primi 5 compartimenti stagni del transatlantico, che 2 ore e 40 minuti più tardi si inabissò (alle 2:20 del 15 aprile) spezzandosi in due tronconi. Nel naufragio persero la vita 1 518 dei 2 223 passeggeri imbarcati compresi i 900 uomini dell'equipaggio; solo 705 persone riuscirono a salvarsi (alcuni dei quali morirono subito dopo essere portati a bordo del Carpathia), 6 delle quali salvate fra la gente finita in acqua. L'evento suscitò un'enorme impressione sull'opinione pubblica e portò alla convocazione della prima conferenza sulla sicurezza della vita umana in mare.


Assassinio dell''arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo


L'attentato di Sarajevo fu il gesto omicida compiuto dal giovane attentatore serbo-bosniaco Gavrilo Princip contro l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria-Ungheria, e sua moglie Sofia durante una visita ufficiale nella città bosniaca il 28 giugno 1914.
Francesco Ferdinando e Sofia furono colpiti a morte mentre percorrevano in automobile le strade di Sarajevo in mezzo a due ali di folla.
Il gesto fu assunto dal governo di Vienna come il casus belli che diede formalmente inizio alla prima guerra mondiale. Appena un mese dopo l'uccisione della coppia, il 28 luglio l'Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia, dando il via ad un conflitto senza precedenti nella storia, che avrebbe richiesto la mobilitazione di oltre 70 milioni di uomini e la morte di oltre 9 milioni di soldati e almeno 5 milioni di civili.


L'INFLUENZA SPAGNOLA:EPIDEMIA


L'influenza spagnola, altrimenti conosciuta come la grande influenza o epidemia spagnola, fu una pandemia influenzale che fra il 1918 e il 1920 uccise decine di milioni di persone nel mondo. La letalità le valse la definizione di più grave forma di pandemia della storia dell'umanità.
All'influenza fu dato il nome di "spagnola" poiché la sua esistenza fu riportata dapprima soltanto dai giornali spagnoli, in quanto la Spagna non era coinvolta nella prima guerra mondiale e la sua stampa non era soggetta alla censura di guerra; negli altri paesi, il violento diffondersi dell'influenza fu tenuto nascosto dai mezzi d'informazione, che tendevano a parlarne come di un'epidemia circoscritta alla Spagna. In realtà, il virus fu portato in Europa dalle truppe del Corpo di spedizione statunitense che, a partire dall'aprile 1917, erano confluite in Francia per la Grande Guerra. Dalle analisi effettuate sui corpi di alcuni militari americani deceduti per l'influenza, i ricercatori hanno potuto ricavare dei frammenti del virus e studiarlo alla luce delle attuali conoscenze.
Allo scoppio dell'epidemia, il conflitto durava ormai da quattro anni ed era diventato una guerra di posizione: milioni di militari vivevano quindi ammassati sui vari fronti, in trincee anguste con condizioni igieniche terribili che favorivano la diffusione del virus. Il particolare contesto storico in cui si diffuse causò una decimazione della popolazione civile più di quanto non avessero fatto gli eventi bellici di per sé.
 
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view post Posted on 27/11/2017, 18:28
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Brescia -Piazza della Loggia, la strage


La strage di piazza della Loggia è stato un attentato terroristico compiuto il 28 maggio 1974 a Brescia, nella centrale piazza della Loggia. Una bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista con la presenza del sindacalista della CISL Franco Castrezzati, dell'On. Adelio Terraroli del PCI e del segretario della camera del lavoro di Brescia Gianni Panella. L'attentato provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre centodue.

Disastro aereo di Tenerife


ci si riferisce alla collisione avvenuta in data 27 marzo 1977 alle ore 17:06:56 CET tra due aerei passeggeri Boeing 747 sulla pista dell'aeroporto di Los Rodeos dell'isola spagnola di Tenerife, nell'arcipelago delle Canarie.
Con le sue 583 vittime costituisce il più grave incidente nella storia dell'aviazione: vi persero infatti la vita tutti i 248 passeggeri a bordo del volo KLM 4805 e buona parte di quelli imbarcati sul volo Pan Am 1736 (335 contro 61 superstiti). La dinamica dei fatti vide l'aereo olandese colpire in fase di decollo il dorso del Jumbo statunitense, che stava rullando in direzione opposta; entrambi i velivoli presero fuoco e andarono completamente distrutti.
Il numero delle vittime venne aggravato dalla disorganizzazione dei soccorritori: allertati con ritardo dopo lo schianto, complice la scarsa visibilità e la distanza tra i due relitti, non si accorsero per oltre 20 minuti dell'aereo Pan Am (su cui vi erano diversi superstiti) e concentrarono i loro sforzi sul solo incendio scatenato dal KLM (i cui occupanti morirono tutti).

Agguato di via Fani e rapimento Moro


L'agguato di via Fani (o strage di via Fani) fu un sanguinoso attacco terroristico compiuto da militanti delle Brigate Rosse il mattino del 16 marzo 1978 in via Mario Fani a Roma, per uccidere i componenti della scorta di Aldo Moro e sequestrare l'importante esponente politico della Democrazia Cristiana. Questo tragico fatto di sangue degli anni di piombo, portato a termine con successo dai brigatisti rossi, fu il primo atto del drammatico rapimento dell'esponente politico che si concluse dopo 55 giorni con il ritrovamento del cadavere di Moro nel bagagliaio di una Renault 4 rossa in via Michelangelo Caetani.

 
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