Le stronzate di Pulcinella

Castellammare di stabia:tutta la storia, La mia citta natia.....bella un tempo che fu...oggi maltrattata ahime

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view post Posted on 27/5/2016, 07:28
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Le origini di Castellammare di Stabia, in base ad alcuni ritrovamenti, si possono far risalire all' VIII secolo a.C. Data la sua favorevole posizione sul mare, in una zona ricca di acque e con pianure fertili di origine vulcanica, i primi insediamenti si andarono sviluppando in quella che oggi è conosciuta come la collina di Varano. Diverse sono state le dominazioni come quella dei sanniti seguite poi dagli Etruschi e dai Greci.
Stabiae venne conquistata da Roma nel 340 a.C. e conobbe un periodo di grande splendore. Intorno alla città fortificata si svilupparono numerose fattorie che, con il passare del tempo, formarono piccoli borghi: questa zona viene ricordata come Ager Stabiano. Stabiae venne dotata anche del palazzo del ministro e di un tempio dedicato ad Ercole che, secondo la tradizione romana, era il fondatore della città.
Durante la Guerra sociale Stabiae venne assediata e conquistata da Lucio Cornelio Silla dal quale fu completamente rasa al suolo.
Stabiae venne immediatamente ricostruita, ma non più come città fortificata, bensì come luogo di villeggiatura per i ricchi patrizi romani, che costellarono la collina di ville con al proprio interno complessi termali, piscine, palestre e piccoli templi, abbellendole con dipinti che ancora oggi risultano essere tra i più interessanti dell'arte romana.
Nel 62 d. C. Stabiae venne devastata da un violento terremoto, ma si riprese immediatamente.
Il 25 agosto del 79 d. C. l'eruzione del Vesuvio la fece scomparire sotto una fitta coltre di cenere, lapilli e pomici, insieme a Pompei ed Ercolano. Tra le vittime ci fu anche Plinio il Vecchio, che giunto a Stabiae per osservare più da vicino l'eruzione, morì, molto probabilmente, avvelenato dai gas tossici sulla spiaggia.
I sopravvissuti all'eruzione tornarono sui luoghi e diedero inizio alla costruzione di un nuovo villaggio lungo la costa.
Questo nuovo villaggio, che viveva soprattutto di pesca e agricoltura, entrò a far parte del Ducato di Sorrento: furono proprio i Sorrentini che costruirono un castello sulla collina nei pressi di Pozzano, per difendere il ducato dalle incursioni barbariche. In questo periodo, intorno all'anno 1000, precisamente nel 1086, si ritrova per la prima volta in un documento il nome del villaggio, ossia Castrum ad Mare, molto probabilmente derivante dal fatto che il castello si trovasse nei pressi, a picco sul mare.
Durante il Medioevo Castellammare di Stabia diventò dominio degli Svevi e, successivamente, passò agli Aragonesi, che, oltre all'ingrandimento del porto, costruirono un palazzo reale sulla collina di Quisisana, utilizzato dai reali per i loro soggiorni nel periodo estivo.
Ereditata dagli Aragonesi, nel 1541 l'imperatore Carlo V, diede la città in feudo a Ottavio Farnese. L'egemonia dei Farnese durò circa due secoli. Successivamente la città passò sotto il controllo di Carlo di Borbone.
Fu questo il periodo di grandi cambiamenti che portò Castellammare di Stabia ad essere una delle città più floride del Regno di Napoli e poi del Regno delle Due Sicilie: nel 1783 furono aperti i primi cantieri navali italiani, e poi ancora l'industria per la fabbricazione di corde, la cosiddetta Corderia, e venne dato il via, nel 1749, a una campagna archeologica che riportò alla luce i resti delle ville romane dell'antica città di Stabiae. L'influsso dei reali e le prime cure termali portarono Castellammare di Stabia ad essere una tappa fondamentale del cosiddetto Grand Tour.
Nel 1842 Castellammare di Stabia beneficiò del prolungamento della ferrovia Napoli – Portici; questo portò la città ad essere un grosso centro di commercio.
Con l'unità d'Italia e un florido momento per lo sviluppo industriale, l'area nord di Castellammare di Stabia ed in particolar modo quella intorno alla ferrovia si riempì di industrie tra cui conservifici, come quello della Cirio, cartiere, pastifici, cantieri metallurgici e diverse industrie meccaniche e tessili.
Il nuovo secolo si apre con l'apertura della linea tranviaria che collegava la stazione di Castellammare di Stabia direttamente con Sorrento, attraversando tutta la penisola sorrentina. Sempre in questo periodo la vocazione turistica di Castellammare di Stabia, soprattutto per le sue acque e le loro proprietà curative, raggiunge l'apice.
Il dopo guerra dà inizio all'intensificazione del lavoro industriale e all'avvio di importanti novità sul piano turistico, come la costruzione del complesso delle Nuove Terme, all'epoca definite le più moderne d'Europa.
La chiesa principale è la concattedrale di Maria Santissima Assunta, i cui lavori di costruzione risalgono al 1587, mentre la solenne consacrazione è avvenuta solamente nel 1893. Tra le 5 Cappelle della Cattedrale vi è quella di San Catello, protettore della città.
Nella città stabiese sono presenti quattro santuari. La basilica santuario di Santa Maria di Pozzano, ubicata sull'omonima collina, risalente al XVI secolo; il santuario della Madonna della Libera, risalente al XV secolo; Il santuario del Sacro Cuore, in località Scanzano, realizzato tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo; il santuario di Santa Maria della Sanità, nella frazione di Quisisana, risalente al XVIII secolo.
Definita Metropoli delle acque per il suo patrimonio idrologico costituito da ben 28 tipi di acque minerali differenti, divise in solforose, bicarbonato calciche e medio minerali, il termalismo è diventato una delle principali attività economiche della città.

Edited by aurora663 - 27/5/2016, 11:50
 
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view post Posted on 28/5/2016, 11:00
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J avesse parlato pure de gallette 'e Castellammare....

Quando, con il boom economico, l'Italia si motorizzò, nel periodo giugno-settembre alla stazione terminale dell'autostrada Napoli - Pompei di Castellammare di Stabia, si formavano lunghe code di auto e non c'erano ancora i vu cumprà con i fazzolettini, ma venditori (locali e non), con grandi cesti di paglia che vendevano i tipici biscotti di Castellammare, imballati nella stessacarta blu dei maccheroni, in confezioni lungh4e e cilindriche. Il biscottificio più famoso ed accorsato, si trovava nella piazza, a pochi metri, dalla stazione centrale della circumvesuviana.

Scendendo verso il mare, in villa, c'era il bar Mosca che a mezzogiorno era un magnifico ristorante per i viaggiatori di commercio e non solo per loro e poi avevano una specialità dolciaria : le 'scazzette', cosi chiamate perchè somiglianti vagamente alle berrette vescovili, fatte di pasta frolla ripiena di crema al burro e ricoperte di glassa al gusto di caffè, cioccolato e nocciola.

Dal quindicesimo secolo tutte le navi, ovviamente a vela, che operavano in zona, si fermavano a Castellammare per fare la loro provvista/scorta di acqua della font3e chiamata 'della Madonna' perchè era, anche se di poco, più leggera di tutte le altre acque e si conservava benissimo, nelle botti, senza dare origine a 'vegetazioni'.

Dalla stazione delle F.S., di testa (di testa significa ch'era una stazione terminale per i treni che non potevano più proseguire per cui, una volta giunti in stazione, dovevano soltanto ritornare indietro, sulla rete nazionale) c'era il capolinea della tranvia che portava a piazza Tasso a Sorrento. Ricordo perfettamente che questa tranvia funzionava fino al 1948 in quanto la circumvesuviana passava nel nostro giardino a via S.Renato a Sorrento e cominciò dopo di quella data ad essere attiva.
 
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view post Posted on 28/5/2016, 12:51
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Pulcinella291 Forum

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Nico le gallette erano una cosa mentre i biscotti di Riccardo erano un'altra.Erano questi ultimi ad essere venduti nell'involucro blu
 
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view post Posted on 28/5/2016, 21:17
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CITAZIONE (Pulcinella291 @ 28/5/2016, 13:51) 
Nico le gallette erano una cosa mentre i biscotti di Riccardo erano un'altra.Erano questi ultimi ad essere venduti nell'involucro blu

Uomo di malafede e... superficiale...


dove caspita leggi, da me, che 'e gallette 'e Castellammare song a stessa cosa de biscott 'e Castellammare?



'e gallette 'e Castellammare song una cosa co Pulcinella... chesto si!
 
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view post Posted on 29/5/2016, 19:15
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Nicola su castellammare ce ne sono di cose... io approfondirei di quando invece c erano le terme stabiane...parlerei degli scavi di Stabiae ....... dei cantieri navali che hanno sfornato tante navi importanti della marina ...delle pasticcerie piu conosciute....dei vicoli dedicati a Raffaele Viviani....eh si ce ne sarebbero di cose altro che gallette
 
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view post Posted on 30/5/2016, 00:02
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Dei cantieri navali, anche se non dettagliatamente, ne ho, ne abbiamo parlato a più riprese per le sue navi, quale il "Monarca" "Cristoforo Colombo" "Amerigo Vespucci"

Se lo desideri apriamo un nuovo thread solo sui cantieri navali stabiesi
 
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view post Posted on 8/6/2016, 10:43
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Pulcinella291 Forum

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Castellammare è anche dett ala cttà delle acque. La località era già nota nel I secolo d. C. quando Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia scrisse di un’acqua particolarmente benefica, consigliata soprattutto per la cura della calcolosi. Era chiamata Media poiché la sorgente era situata in un luogo intermedio rispetto alle altre circostanti. Oltre all’acqua media, sono numerose le acque che sgorgano ancora oggi dal terreno stabiese: l’acqua acidula, indicata per facilitare la digestione; l’acqua ferrata, consigliata per coloro che soffrono di malattie debilitanti; le acque muraglione e solfurea che hanno un’azione purgativa; l’acqua magnesiaca, raccomandata per chi soffre di coliti spastiche; le acque stabia, san Vincenzo e pozzillo, che hanno un’azione lassativa. Alcune vengono anche imbottigliate e vendute come l’acqua della Madonna, che ha un’azione diuretica e dissolvente per i calcoli renali ed è naturalmente effervescente, limpida, incolore, inodore con un sapore leggermente acidulo.
 
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view post Posted on 29/10/2020, 10:16
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'A GALLETTA 'E CASTELLAMMARE
Un antico detto, che recita: "'A galletta 'e Castiellammare è stata trentaseie anni pe mmare e nun s’è spugnata ancora, ricorda la durezza di questo tipo di biscotto usato a bordo delle navi ; ncora solo a vela, quando i marinai non scendevano a terra per lunghi periodo e si cibavano di gallette insipide e durissime, che spugnavano nell'acqua di mare per aggiungere la giusta sapidità al prodotto. Della storia di questo tipico prodotto stabiese si trova una traccia in un documento angioino del 1283: una commessa di gallette per l’armata navale reale. La produzione è rimasta quella di allora, anche se non è più destinata ai marinai e il detto indica ora una persona che non si ammorbidisce ed è irrimediabilmente avara. Il lemma spogna, dal latino spongia, indica la caratteristica durezza esterna di un prodotto che ha bisogno di essere ammorbidito da un liquido, come gli avari sono ammorbiditi dal denaro "liquido" perché,, come l’acqua, si utilizza più rapidamente e senza intoppi, a differenza dei capitali costituiti da titoli e proprietà. Negli irripetibili anni '60, il boom economico portò molte famiglie borghesi a dedicare la domenica alle gite in auto fuori porta, soprattutto in direzione della Costiera amalfitana. Si formavano lunghe file di traffico all'uscita di Castellammare dell'autostrada Napoli-Salerno e i venditori ambulanti di biscotti di Castellammare facevano affari d'oro offrendo la merce ai turisti incolonnati in file di ore! Ora la produzione sembra ritornata in auge, anche perché è di moda consumarla bagnata col vino DOC rosso di Gragnano, leggermente frizzante citato da Totò in Miseria e Nobiltà,



Nelle foto, le gallette e i biscotti dolci di Castellammare famosi quanto le gallette e avvolti nella tipica carta blu/carta

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view post Posted on 3/4/2024, 09:23
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LA CORDERIA PIÚ ANTICA D’ITALIA è a Castellammare



La Corderia di Castellammare è strettamente legata al locale cantiere navale che nasce, nel 1773, per volontá di Ferdinando IV. Il sovrano ordinó, infatti, di ampliare il cantiere con un’officina per la produzione del cordame

La Corderia di Castellammare nacque, dunque, nel 1796. Gli stabilimenti assunsero, sin da subito, la tipica forma, a "corridoio", dovuta alla necessitá di stendere i cavi durante la fase della torcitura dei legnoli di base

La Corderia continuò a far parte del Cantiere Navale di Castellammare, fino al 1939, anno in cui il Cantiere fu venduto a privati, mentre la Corderia rimase in testa alla Marina Militare. Quest'ultima, ancora oggi, produce circa 410 Km di cordami per le sole forze armate italiane. Le ulteriori produzioni sono destinate alla Marina Militare francese, nonché a privati

Principali "acquirenti": L’Amerigo Vespucci, il Palinuro e il brigantino Cappellini che, ogni anno, cambiano i cordami. A rifornire questi velieri della Marina Militare è, naturalmente, lo Stabilimento Militare Produzione Cordami di Castellammare di Stabia


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