Le stronzate di Pulcinella

Fece massacrare il marito dall'amante:Sonia Bracciale

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view post Posted on 15/6/2020, 17:00
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Pulcinella291 Forum

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Quella che racconteremo oggi è la funesta storia tra una donna Sonia Bracciale all'epoca 44enne, il marito Dino Reatti, 48 anni, un giovane amante Thomas Sanna ed un suo amico Giuseppe Trombetta.


E' ad Anzola dell'Emilia – provincia di Bologna – che ha luogo e si consuma questa vicenda di carezze e cazzotti. Sonia Bracciale è sposata con Dino Reatti, un omone di 48anni che sfiorava i due metri d'altezza e superava i 150 chili. Un peso difficile da sostenere per l'affascinante signora, che infatti si circonda di amanti, anche per risarcirsi delle percosse che sistematicamente subiva dal marito
I due si stavano proprio separando in quel periodo a causa di problemi di coppia. Il tutto risale al 7 giugno 2012 quando la donna, centralinista in una società di guardie giurate, è stata infatti condannata prima a 18, poi a 21 anni di reclusione e due mesi perché accusata di aver assassinato il marito Dino Reatti, pestato nei pressi della sua abitazione di Anzola Emilia.

Reatti, 48 anni e originario di San Giovanni in Persiceto, era un tuttofare che si occupava, perlopiù, di piccole riparazioni di elettrodomestici, a causa della eccessiva gelosia nei confronti della moglie, piu' volte da questa era stato denunciato per percosse e maltrattamenti.
Anche se continuavano a vivere sotto lo stesso tetto in attesa della separazione, la donna aveva intrecciato una relazione con Thomas Sanna molto piu' giovane ma pregiudicato in Gerrmania.
A quanto sembra anche Dino Reatti aveva relazioni con prostitute rumene e fu proprio verso questo mondo che Sonia Bracciale, che ancora oggi si professa innocente, provò ad indirizzare le indagini, una volta che fu chiamata dai carabinieri.
Secondo gli inquirenti , Sonia è stata l'ideatrice del pestaggio del marito che poi lo porterà alla morte.
Aveva programmato tutto, lei faceva finta di dormire con una sorella mentre i due amici aspettavano il marito nell'ombra del giardino.
Era poco dopo l’una di notte, Reatti mentre rientrava fu aggredito a sprangate e si accasciò a terra riverso nel giardino dell’abitazione.
La Bracciale scese ed assieme alla sorella chiamo' il 118 e i carabinieri.
Il poveretto spiro' poco dopo.
Gli inquirenti, indagando sull'amante di Sonia scoprono che Thomas Sanna, alle 2,57 della notte precedente - circa un'ora dopo il delitto - è andato con l'amico Trombetta, a cui la vittima aveva rotto il naso con un pugno, al pronto soccorso dell'ospedale di Modena per farsi medicare. Il cerchio si chiude ed i tre vengono arrestati dopo solo 24 ore dalla morte di Dino Reatti.
Il primo a confessare fu Giuseppe Trombetta che messo alle strette dai militari, raccontò la dinamica dell'omicidio: "Voglio raccontarvi come sono andati i fatti perché non ho intenzione di prendermi le responsabilità degli altri - dice agli inquirenti prima di confessare - Ho colpito alle gambe Dino ricordandomi quanto mi aveva suggerito Sonia, che mi aveva indicato nella gamba destra il punto debole del marito". Trombetta spiega di aver occultato la macchina in prossimità della casa e di essersi nascosto dietro al casolare: "Thomas ha strappato i cavi delle luci esterne e abbiamo aspettato l'arrivo di Dino".
Thomas l'ha aggredito colpendolo con il tubo. Dino ha reagito e lo ha scaraventato a terra - a questo punto interviene Trombetta - io d'istinto l'ho colpito con il tubo alla bocca e poi quando era a terra sia io che Thomas lo abbiamo ripetutamente colpito, non volevamo ucciderlo ma solo dargli una lezione, così come voleva Sonia la quale erano mesi che provava rancore per il marito e voleva fargliela pagare".
In un primo momento Thomas Sanna cercò di tenere fuori dai guai Sonia Bracciale, ma quando intuì che i Carabinieri avevano capito tutto decise di confessare anche lui spiegando la preparazione del piano.
Sonia Bracciale durante le prime indagini si avvalse della facoltà di non rispondere. Prima e dopo il processo si è sempre dichiarata innocente. Nel corso delle varie udienze ha detto che i rapporti tra lei ed il marito erano migliorati e non aveva nessun motivo per ordinare il suo pestaggio. Rispondendo ai giudici ha dichiarato: "Se io avessi voluto dare una lezione a mio marito non avrei aspettato il 2012. Ne avrei avute delle occasioni, delle possibilità".
I due assassini Thomas Sanna e Giuseppe Trombetta sono stati condannati con rito abbreviato a 16 anni.

 
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