Le stronzate di Pulcinella

Gaspare Mutolo: da mafioso a pittore

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view post Posted on 16/6/2020, 09:11
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Pulcinella291 Forum

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Gaspare Mutolo, detto Asparinu , ha oggi 80 anni.
Non è un uomo qualsiasi, è stato uno dei collaboratori di giustizia che ha scoperchiato la pentola su molti delitti di mafia, insomma un fiume, una rivelazione dietro l’altra. In testa ha cronologie rigorose, molte delle quali rivelatosi fondate.
Asparinu soprattutto è il primo collaboratore di giustizia che viene dalla truppa di Totò Riina che conobbe in carcere.
Fu proprio il capo dei capi a trasformarlo da piccolo malavitoso a mafioso di spessore, raccomandandolo a Rosario Riccobono - boss dei quartieri Partanna e Mondello - non appena uscito dal carcere.
Fu cosi' che entrò in Cosa Nostra attraverso i riti della "Punciuta" e della “Santina bruciata”.
Divenne in breve tempo il più stretto collaboratore di entrambi (di Riina anche fidato autista). Mutolo fu figura operativa, non di dialogo: omicidi, estorsioni, intimazioni, sequestri (nel 1974 fu incaricato di rapire Berlusconi). Divenne poi un grosso trafficante di droga, in contatto con il singaporegno Koh Bak Kin. Un lavoro remunerativo, che gli permise di possedere in poco tempo un appartamento e di costruire una palazzina.
Nel 1986 venne coinvolto nel Maxiprocesso istruito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e, dopo la sentenza di primo grado (dicembre '87), fu condannato a dieci anni di reclusione. Nel '91 Falcone gli propose di collaborare.
Sia le pressioni del magistrato - che iniziò a vedere con fiducia e rispetto -, sia l'attentato al mafioso Giovanni Bontate, che coinvolse anche la moglie - precedente sconvolgente e non in linea con l'ideale mafioso -, sia l'arresto della consorte, spinsero Mutolo a parlare, ma a patto che ad ascoltarlo fosse il solo Falcone. Rivelazioni che però il magistrato non ascolterà mai, poiché trasferito dal ministro Martelli alla direzione del dipartimento degli Affari penali. Mutolo si ritrovò così ad affidare le proprie rivelazioni, solo all'indomani della strage di Capaci, a Borsellino, che lo interrogò per l'ultima volta due giorni prima della strage di via D'Amelio.
Davanti alla Vinci, Mutolo dispiega un universo sconvolgente popolato di giornalisti compiacenti, di magistrati più o meno collusi. Con arsenali di armi in vista, esibite per intimorire. E poliziotti che girano la testa dall’altra parte.
Oggi è un uomo libero, è diventato pittore perché mentre nella pittura ha trovato il modo di «dimenticare chi sono....ma non posso cambiare il passato. Finché sarò in vita sarò sempre l’assassino che ha fatto quello che ha fatto».

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Attualmente, finito in disparte nelle cronache dei nostri giorni, continua a dipingere e fare mostre
 
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