Le stronzate di Pulcinella

RACCONTIAMO NAPOLI E I NAPOLETANI (usi,costumi,tradizioni di un popolo e di una citta')

« Older   Newer »
  Share  
Pulcinella291
view post Posted on 30/4/2008, 14:19 by: Pulcinella291
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,129

Status:


IL SALONE MARGHERITA
image

Venne inaugurato il 15 novembre 1890 nella Galleria Umberto I alla presenza della créme cittadina: principesse, contesse, uomini politici e giornalisti come Matilde Serao presenziarono alla prima del nuovo locale che divenne il simbolo della Belle époque italiana.

L'idea fu vincente e ricalcò totalmente il modello francese, persino nella lingua utilizzata: non solo i cartelloni erano scritti in francese, ma anche i contratti degli artisti e il menu. I camerieri in livrea parlavano sempre in francese, così come gli spettatori. Gli artisti, poi, fintamente d'oltralpe, ricalcavano i nomi d'arte in onore ai divi e alle vedettes parigine.

Solitamente gli spettacoli proposti erano presentati in successione, con un intervallo tra primo e secondo tempo del susseguirsi di rappresentazioni. Solo verso la fine del primo tempo qualche personaggio noto appariva in scena, ma il clou veniva raggiunto al termine, quando il divo eseguiva il suo numero
Forse, quelli che qui vengono riscoperti e rivissuti furono gli anni in cui Napoli si illuse di aver riconquistato, se non altro in apparenza, il suo antico rango di capitale.
Quegli anni, posti nel giusto centro della Belle Epoque, coincisero anche col fiorire e col prosperare del Salone Margherita, primo e massimo cafè-chantant italiano.
Il suo successo fu tale che i ricchi sfaccendati di tutta Italia preferivano, quando erano in vena di divertirsi, Napoli a Parigi. A Napoli, sul palcoscenico del Salone Margherita, appunto, essi potevano ammirare le stesse bellissime dive che avevano fatto la fama mondana di Parigi, dalla Belle Otero e Cléo de Mérode alla Fougére e Lina Cavalieri.
Il Salone Margherita iniziò il suo declino negli anni che precedettero la grande guerra, ma l'autore ne segue gli eventi fino alla definitiva chiusura, avvenuta nel 1982.

LA PORCELLANA DI CAPODIMONTE
image
La porcellana di Capodimonte è un tipo di porcellana ottenuta con una antica tecnica scultorea di forgiatura e decorazione a mano.

Il nome di tale tecnica scultorea risale alle sue origini. Quest'arte infatti è nata a Napoli, nella zona collinare di Capodimonte a metà del Settecento quando il re spagnolo Carlo di Borbone e sua moglie la regina Maria Amalia di Sassonia fondarono la Real Fabbrica di Capodimonte. Le opere create dai vari artisti sono oggi conservate nel famosissimo Museo di Capodimonte.
Nel 1743 a Napoli, durante la dominazione borbonica il re Carlo e sua moglie, la regina Maria Amalia di Sassonia fondano all'interno della famosa Reggia di Capodimonte, oggi Museo, la Real Fabbrica dando inizio ad una tradizione che non è mai finita.

La porcellana che si produce in questa zona ha delle caratteristiche peculiari he la contraddistinguono dalla porcellana nord europea. Al sud Italia ,infatti, non c'è il caolino pertanto l'impasto si compone di una fusione di varie argille provenienti dalla cave del sud miste al feldspato. Ne deriva un impasto tenero che da origine ad un nuovo stile.

Le figure di spicco in quegli anni sono sicuramente lo scultore Giuseppe Gricci, il decoratore Giovanni Caselli ed il chimico Livio Vittorio Schepers che perfezionò la composizione dell'impasto.

La porcellana "tenera" durante la cottura si ritira di circa il 20%, perciò se da una parte si perdono le dovizie dei dettagli tipici della porcellana nord europea dall'altra ritroviamo uno stile unico ed inconfondibile pervaso da un'armonia strutturale naturalista.

La massima espressione dell'abilità scultorea degli artisti del Capodimonte è il Salottino di porcellana creato dallo scultore Giuseppe Gricci per la regina Amalia.

Edited by Pulcinella291 - 25/5/2009, 06:10
 
Web  Top
212 replies since 27/3/2008, 09:46   173105 views
  Share