Le stronzate di Pulcinella

RACCONTIAMO NAPOLI E I NAPOLETANI (usi,costumi,tradizioni di un popolo e di una citta')

« Older   Newer »
  Share  
Pulcinella291
view post Posted on 14/5/2008, 11:13 by: Pulcinella291
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,129

Status:


LE FESTE DI NAPOLI

LA FESTA DEI GIGLI
image
La Festa dei Gigli si tiene ogni anno a Nola, in Provincia di Napoli, per celebrare il ritorno in città del Vescovo Ponzio Meropio Paolino (353 - 431 d.C.) dalla prigionia ad opera dei barbari.

La leggenda vuole che il popolo nolano accogliesse il suo Vescovo con dei fiori, dei gigli, raccolti nelle campagne e che, alla testa dei gonfaloni delle antiche corporazioni di mestieri, lo scortasse dalle rive di Oplonti (l'attuale Torre Annunziata) fino alla sede Vescovile.

In memoria di quell'avvenimento, i Nolani hanno tributato nei secoli la loro devozione a San Paolino, portando in processione ceri e fiori prima su strutture rudimentali, poi su apposite costruzioni denominate cataletti e infine su torri piramidali, che nel XIX secolo hanno assunto l'attuale altezza di 25 metri con base cubica di tre metri di lato per un peso complessivo di oltre venti quintali, ricoperte di tradizionali decorazioni in cartapesta, secondo temi religiosi, storici o d'attualità.

Tali costruzioni, denominate per l'appunto Gigli, complesse opere architettoniche realizzate dagli artigiani locali, vengono portate in processione al ritmo di canzoni e musiche composte ogni anno appositamente per la festa, oltre a rivisitazioni di brani appartenenti alla tradizione musicale napoletana ed italiana. Gruppi di oltre 100 uomini, che assumono il nome di paranza, sollevano a spalla i Gigli attraverso appositi supporti di legno denominati "varre" e "varrielli" fissati alla base della struttura.


LA FESTA DI PIEDIGROTTA
image
Le radici della Piedigrotta affondano nel passato più mistico e simbolico
di Napoli.
Risalgono ai baccanali erotici, ai misteri lascivi che si celebravano di
notte a ritmo di canti osceni intorno al simulacro del dio Priapo.Una festa legata visceralmente a due luoghi simbolo della città: la Cripta
Neapolitana, in cui si celebravano le orge in onore di Priapo e il
Santuario di Piedigrotta che sostituì, una volta cristianizzato il culto,
la più antica cappella pagana situata nella grotta.

Nella chiesa fu posta la statua della Vergine che, secondo la leggenda, fu
trovata seguendo le indicazioni date in sogno dalla Madonna stessa a tre
differenti persone, l´8 settembre del 1353. il Seicento il secolo d´avvio ufficiale della festa.´ in questo periodo che si sviluppa la pratica religiosa dei nove sabato
di Santa Maria di Piedigrotta. Gruppi di devoti arrivano in pellegrinaggio,
anche dalle zone limitrofe. Tanti a piedi scalzi, per chiedere un miracolo
o per grazia ricevuta: donne desiderose di trovare marito o restare
incinte, madri preoccupate per i propri figli lontani in mare, marinai
grati per pericoli scampati. Per i primi anni la festa si celebra nella
grotta, in seguito si allarga alla villa comunale. Si prega, si mangia, si
canta, si balla. E´ un inno alla vita, insomma, prima dell´arrivo
dell´inverno.Nell´Ottocento, dopo la caduta dei Borbone, dalla festa scompaiono le
sfilate militari che per circa due secoli ne avevano disegnato il profilo
“civile”.a Piedigrotta va avanti con il pellegrinaggio religioso, i giochi
pirotecnici da terra e da mare, le luminarie, le bancarelle.Nel 1835 prende forma la Piedigrotta canora che offre alla melodia
partenopea il suo trampolino di lancio.

Il ritornello della canzone “Io te voglio bbene assaje” diventa il must del
Regno, le note di “Fenesta vascia”, “Michelemmà” insieme a tante altre,
salpano dal Golfo per approdare in America e in Australia.L´unità d´Italia, con il perduto ruolo di capitale, alimentò la nostalgia
partenopea e il rifugiarsi nella lingua degli avi. In questi anni nacque la
canzone classica napoletana. E Piedigrotta diventò davvero un
moltiplicatore di successo e forse persino il luogo di un confronto fra gli
ultimi depositari della vena popolare e il nuovo multiforme ceto di
canzonieri.

LA FESTA DI S.VINCENZO ALLA SANITA'

Processione in occasione delle festività di S. Vincenzo Ferreri detto: 'O Munacone.
La Festa di S. Vincenzo, nasce nel 1878 ed è dedicata a San Vincenzo Ferreri: ‘o Munacone, nato a Valenza nel 1350,
Si svolge nel popoloso e popolare quartiere della Sanita'.Per anni questa festa è stata caratterizzata dalla presenza di numerosi cantanti non solo partenopei ma anche di popolarita' nazionale, che a quanto pare , la cosa non è poi tanto sicura si esibivano gratis per devozione al Santo.
Il santo è venerato nella basilica di Santa Maria della Sanità che si presenta come un affascinante palinsesto artistico, che va dalle preesistenze cimiteriali di età paleocristiana alle prime significative affermazioni monumentali su pianta circolare dell’architettura controriformata, allo sviluppo artistico d’età moderna, all’artigianato plastico ottocentesco, fino alla recente acquisizione di opere contemporanee
.

Edited by Pulcinella291 - 20/6/2009, 03:43
 
Web  Top
212 replies since 27/3/2008, 09:46   173104 views
  Share