| LA VAIASSA
con questo termine a Napoli si è soliti indicare una donna sguaiata,di bassa lega insomma.Eccovene un po' l'anatomia . La Vaiassa, instancabile generatrice e perpetuatrice della civiltà partenopea, rappresenta un formidabile esempio d'emancipazione femminile. Essa è facilmente distinguibile da alcune caratteristiche che costituiscono quasi un denominatore comune per la fascia tre i tredici ed i quaranta anni. Ama truccarsi con abbondantissimo rossetto trasbordante, colore alla moda, attualmente preferibilmente rosso scuro. Ha una mascella che rumina incessantemente un inesauribile chewing-gum, e tra le dita stringe una sigaretta accesa. I tre elementi citati, in tutte le culture occidentali, hanno rappresentato e sono stati abusati dalle donne come simbolo d'emancipazione femminile. Oramai per si pu constatare il loro declino o, in ogni caso, che sono usati per la funzione che gli è propria e non più come status symbol. Da queste parti invece sono ancora attuali. Unaltra caratteristica dell'emancipazione femminile è la rozzaggine sia linguistica sia di comportamenti di questo tipo di donna. La tintura dei capelli è di solito o di un biondo giallognolo o di un nero corvino, immancabili poi sono dei vistosi orecchini a cerchio. Per comunicare all'esterno si usa la finestra o il balcone, da cui si urla per chiamare un figlio, per parlare con un conoscente, per comunicare con passante, per colloquiare con le coinquiline e per chiamare il salumiere sottostanteIl gergo usato da questo tipo di donne ,non da meno di quello degli uomini, è costellato di volgari intercalari e fa rabbrividire ed arrossire anche il piu' prosaico degli uomini. Guai a litigarci,vengono facilmente alle parole grosse sviluppando una sequela singolare di contumelie e maledizioni, che partendo dagli avi più lontani ripercorrono tutte le generazioni fino alle presenti ed alle possibili future, con ampi riferimenti ad attività peripatetiche svolte dalla rivale e conseguente titolo onorifico del di lei marito, fino a concludersi con un perentorio invito a recarsi in un posto, facilmente intuibile, che da queste parti devessere affollatissimo, non tanto per le persone che ci sono, quanto per quelle che ci mandano.
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