CITAZIONE (Alessia-2008 @ 26/9/2013, 13:52)
I GIOVANI non si sposano perchè la vita è dura, oggigiorno. Sposarsi vuol dire avere una casa, e per acquistarla, il più delle volte, bisogna contrarre mutui trentennali a tassi di interesse catastrofici, oppure entrare nel circolo vizioso degli affitti, per cui paghi, paghi, ma non sei mai padrone di niente. Il lavoro, per i giovani, è un punto interrogativo: stipendi bassi e precarietà. E per fare vita di coppia sono necessari due stipendi per lo meno decenti, giusto per non passare la vita a nutrirsi di pane e latte, pieni di privazioni. Facendo due conti, per un giovane è meglio non sposarsi.
Sono cose verissime quelle che dici, ma io continuo a non essere d'accordo. Il "
due cuori ed una capanna" non lo abbiamo certo inventato oggi, e certo la vita non è oggi tanto dura quanto lo fosse ottanta o cento anni fa, quando si sposavano tutti; ed allora di stipendi in casa ne entrava uno solo, quando andava bene...
No. Io continuo nel mio convincimento che oggi non ci si sposa, o ci si sposa molto meno semplicemente perché il matrimonio, e la famiglia sono socialmente meno "essenziali" di un tempo e di conseguenza (ripeto "di conseguenza") meno inevitabile.
Se l'essere single è oggi una condizione "normale" mentre ieri era quasi degradante un qualche motivo ci deve essere, e non certo motivi di bigotteria o le spesso rinfacciate pressioni inquisitorie della Chiesa Cattolica. Quelle erano già finite da alcuni secoli con l'avvento dell'illuminismo, ed i non credenti e gli atei erano socialmente già tranquillamente accettati lo stesso. Ma ancora si sposavano, magari con rito civile.
Semplicemente era la struttura culturale della società che ancora non era pronta, e l'infamante "Figlio di NN" sui certificati (civili) di nascita pesava grandemente sul groppone degli sventurati nati fuori del matrimonio. Ma questo mica in parrocchia!... nella vita di tutti i giorni.
La dicitura fu abolita solo nel 1975 grazie alla senatrice Merlin (questa fu la cosa buona che fece, forse sperando di compensare quell'altra, disastrosa!)
