Le stronzate di Pulcinella

LA MIA GIOVINEZZA VIVENDO CON MIA NONNA cap.X La sua morte e quello che mi ha lasciato.FINE

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view post Posted on 25/11/2009, 12:18
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Pulcinella291 Forum

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PROLOGO
In questo post vi raccontero' alcune pagine della mia vita , non dico le piu' belle , ma forse le piu' spensierate ,cioè quelle che hanno formato e in qualche modo anche condizionato la mia giovinezza. Mi riferisco agli anni trascorsi vivendo con la mia nonna paterna che ha lasciato in me una traccia così profonda e che ha fatto emergere in me tutta la m ia napoletanita'. Per spiegare come ciò sia avvenuto devo fare un breve accenno . Dovete dunque sapere, che i miei nonni paterni erano alquanto benestanti , al contrario di quelli materni , e da bambini si è sempre piu' legati ai nonni con i quali hai piu' contatti, ma soprattutto con quelli che ti fanno piu' regali o come si dice dalle mie parti "te fanno passa' chiu' vincimienti". Avrete senz'altro compreso , ora, con quali nonni legavo di piu'. Ora me ne vergogno ,credetemi, ma allora i miei nonni materni li consideravo nonni di serie B. Erano quelli paterni a cui ero legatissimo, erano quelli che, da bambino, mi compravano i vestiti da " Martone " a Napoli, erano quelli che mi venivano a prendere in macchina e mi portavano alla Rinascente a via Toledo e mi dicevano:" scegliti i giocattoli. Vi posso garantire che dai miei genitori non ho mai ricevuto un giocattolo che è uno, tanto ci pensavano i miei nonni. All'eta' di due anni , poichè in casa ero insopportabile , dopo un conciliabolo familiare , mi iscrissero ad un asilo parificato, quello delle suore di "Maria Ausiliatrice" dove tra una preghiera a Gesu' bambino, e un'offerta per i cinesini sono stato fino alla seconda elementare (dopo la seconda " le cape di pezza" non ci prendevano piu' , accettavano solo le bambine) e quindi fui costretto ad andare alle scuole statali. Ero in terza elementare quando mio nonno ,donnaiolo fino all'inverosimile, ma uomo dotato di grande carisma , dopo una breve malattia ,dovuta forse ai suoi stravizi , muore, e io fui mandato a fare compagnia a mia nonna che viveva con una sorella piu' anziana zitella :zia Carmela , da noi tutti chiamata zia Mammela. A sette anni dovevo essere l'uomo di casa, insomma. A dire la verita' lasciare la casa dei miei genitori non mi peso' poi tanto , anzi. A casa dai mei ci andavo solo a pranzo , una volta tornato da scuola , per poi correre a quella che io ritenevo la mia vera casa. Anzi vi diro' di piu' , che spesso i miei pranzi si interrompevano prima , poichè non erano rare le mie litigate o con mia madre o con mio fratello per i motivi piu' disparati e quasi sempre futili. Le patate fritte , per esempio , erano uno dei motivi (e date chiu' assai a isso e non a me.Se c'era il pollo era una guerra per la coscia , tanto che mio padre era solito dire " 'a prossima vola avimme cucina' nu millepiedi") Ricordo ancora che quando mia nonna, mi vedeva tornare prima del previsto diceva alla sorella :"Mamme' miette o caccaviello , che viaggiamme pe guaio!""(Carme' metti la pentola per cucinare che avra' senz'altro litigato ). Ora mi sembra il momento di parlare di mia nonna. Non aveva una grande cultura , ma era una donna dotata di grande intelligenza ed è stata per me una grande maestra di vita, in quanto in possesso di una filosofia napoletana tutta sua , filosofia che in parte ritengo di aver ereditato. A lei devo quasi tutto, ma sopratutto la mia napoletanita' che io porto dentro di me ,ma senza ostentarla, perchè non mi piace. Forse,grazie a lei, mi rifaccio un po' ai napoletani del passato, perciò non approvo quei napoletani che, in quanto tali, devono essere per forza simpatici e ostentano questa cosa! No, simpatico o lo sei o non lo sei , io spero di esserlo e di averlo ereditato da mia nonna, che in quanto a simpatia non era seconda a nessuno. Per mia nonna ero "Vastiani' bella da nonna, e per mia zia ; 'O Guaglione.Continua.....

Edited by Pulcinella291 - 15/11/2019, 18:22
 
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view post Posted on 25/11/2009, 15:55
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come ti capisco e ' grande l amore per i nonni ...e ' per questo che anche solo per tre giorni io do' smepre la possibilita' ai miei figli di abbracciare i nonni ...nel mio caso fanno la lotta fra i nonni paterni e materni pero' il mio piccolo predilige il mio papa' perke' come dici tu lui gli fa passare tutte e genita' ahahhahah
 
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view post Posted on 26/11/2009, 16:23
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Pulcinella291 Forum

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segue -1 capitolo " I cunti"

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Per la completezza della descrizione del personaggio mi è doveroso rappresentarvi che mia nonna all'eta' di circa 54 anni fu colpita da una grave forma di flebite alle gambe , che la costringeva quasi alla immobilita' non solo , ma a causa della poca attivita' era ingrassata terribilmente e raggiungeva quasi il quintale e mezzo.Girava per una casa abbastanza grande , appoggiando prima le mani sui grossi fianchi ,quasi per recuperare un equilibrio alquanto instabile e piu' tardi , spingendo una sedia che le faceva da battistrada. Sembra ancora di sentirla " facite spazio , sta arrivanne avotamobile). Nonostante i suoi acciacchi e i dolori che spesso le gambe le provocavano, non perdeva mai la pazienza o il suo umorismo. Pazienza e umorismo che non aveva mai persi neanche di fronte alle "ciavrelle" cosi chiamava le corna che il marito le aveva fatto durante la vita. A tal proposito vale la pena che io vi racconti una storiella che se non fosse stata avallata da mia madre , saprebbe dell'incredibile. Aveva saputo che il marito , tra le tanti amanti ne aveva una che abitava a qualche kilometro . Questa signorina era una ricamatrice che viveva con una sorella ed il vecchio padre. A parere di mia nonna i congiunti sapevano ed erano consenzienti per il loro buon tornaconto (mio nonno era di manica molto larga , ma secondo mia nonna "teneve e mmane spurtusate" mani bucate). Dunque in compagnia di mia madre che era incinta di me e l'altra nuora si reco' a casa della signorina ricamatrice. A nulla valsero le suppliche delle nuore che volevano persuaderla, lei rispose :" n'avite nisciuna paura, ve faccio fa sulo quette risate". Al cospetto della signorina che l'aveva anche riconosciuta, senza perdere la sua calma serafica disse :" Signuri' aggio saputo che vuie site na brava ricamatrice, io vulesse fa nu curredino a mio nipote che deve nascere !" La malcapitata che non vedeva l'ora di mandarla via rispose che da tempo lei non ricamava piu'" al che mia nonna :" ma vuie me canuscite a me???
No no!, rispose ; mia nonna incalzo':" io sapite addo' sto e casa ? sto e casa vicino o tale e tale (riferendosi a mio nonno) mamma mia , signurina mia, da quando la moglie ha sapute che se tene a cummara , non vi dico e non vi conto di quello che sta succedendo .Quello tiene pure un figlio in galera lo chiamano Orlando furioso , e mo' che esce ha promesso di fare sanghe e puorco do padre e da cummara.Detto questo se ne ando'. Questa storia mi ha accompagnato per lunghi anni della mia vita, una volta me la raccontava mia nonna e una volta mia madre e viceversa. A me quell'Orlando furioso faceva morire dal ridere. Spesso pure di trattenermi in casa mi raccontava storie , fatti ed aneddoti dei tempi che furono. Tutti i racconti cominciavano con "venimmincenne a nuie, poi continuavano con gli intercalari napoletani piu' disparati tipo nu dicenne ammancamente, e cane dicenne e cosi' via. Ed io stavo li' ore ad ore ad ascoltarla e ad imparare quel linguaggio , quelle frasi, quelle perifrasi che dalle monache non avevo mai potuto imparare. Se sentivo qualche vocabolo nuovo , mi apprestavo a chiederne il significato e lei , molto pazientemente, me lo spiegava , a volte introducendo qualche altro vocabolo ancora piu' incomprensibile. I pochi compiti delle elementari li svolgevo in tutta fretta , e quando si accorgeva che magari volevo scendermene un po' in strada, faceva di tutto per trattenermi , raccontandomi qualche altro "cunto". Cosi trascorrevo i miei pomeriggi con le due vecchine ,tra un rintintin , un lassie e un racconto di mia nonna.CONTINUA


Edited by Pulcinella291 - 13/1/2010, 09:05
 
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franciegiorgio
view post Posted on 27/11/2009, 12:28




Bel raccontino carinissimo ....che bella vita voi napoletani ....
 
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view post Posted on 30/11/2009, 09:58
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Pulcinella291 Forum

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II capitolo- la mia educazione sessuale e il suo maschilismo
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Segue -Vi ho gia detto che dai due anni e mezzo sino alla seconda elementare cioè fino ai sette anni, sono stato a scuola dalle suore Maria Ausiliatrice, che era frequentata dalla media borghesia del mio paese ,ricevendo ottimi insegnamenti scolastici infarciti, pero', di una religiosita' a volte del tutto estranea alla scuola. All'eta' di 8 anni mi ritrovai nella scuola statale , quella di via Forchetelle (gia' il nome della via era tutto un programma), frequentata invece da ragazzi di bassa estrazione sociale, ma che invece si rivelarono per me fonte di grande eperienza . Eravamo in due ad essere esuli dall'altra scuola e per i primi tempi non nascondo che ci trovammo in serie difficolta'. "I nu me rompere 'o cazzo e fesse 'e mammeta , i vaffanculo e mocca a soreta" si sprecavano e non erano rare le risse e i litigi. Le filastrocche ricorrenti erano " io sore nu tengo addu soreta me ne vengo me ne vengo chiano chiano e le mette o....mmane".A dir la verita' ,a noi due ,ci risparmiavano, ma per i ragazzi , molti dei quali gia' ripetenti di almeno due classi ,andare a scuola, oltre che un sacrificio ,era una vera e propria costrizione , giocoforza portavano appresso tutto il loro bagaglio culturale e anche la loro vulnerabilita' sociale e/o personale dovuta al contesto di appartenenza, nelle aule scolastiche. Questo era lo stato delle cose o ti adattavi o ne subivi le conseguenze ed io mi adattai, non dico diventando uno di loro ma cominciai una interazione alquanto efficace , interpretando , comprendendo e prevedendo correttamente il comportamento degli altri . Questo affinamento mi aiuto' a migliorare i comportamenti relazionali, e formare dei legami che corrispondevano ad una comprensione reale degli altri e favorirono oltre modo gli scambi relazionali.
Se non comprendevo esattamente il significato di " una malaparola", andavo da mia nonna che ,a parole sue ,me la spiegava. Ecco che " la fessa " per mia nonna diventava " 'a cestunia (la testuggine), a 'cchietta (l'occhiello) 'a psina (solo dopo anni e anni mi sono dato una spiegazione dell'etimo di questa parola. A parere mio psina o pussina, è la derivazione napoletana del termine inglese con il quale viene indicato l'organo genitale femminile ,cioè pussy ,piccola pussy è diventata pussina o psina.) L'organo genitale maschile era " 'o paparascianne " (barbagianni) o anche" 'o sciascero"(non ho mai saputo l'etimologia di questa parola).Era un modo come un altro per ingentilire , a suo parere ,quello che gli altri chiamavano in maniera piu' volgare.
Nonostante l'epoca (siamo negli anni 50 )e la sua eta', lei era avanti , oserei dire , a modo suo era una donna piu' che moderna, ci si poteva parlare di tutto ed era sempre pronta ad elargire consigli e a rasserenare chiunque avesse qualche problema. Il suo motto era " nu da retta, nu te piglia' collera che sulo 'a morte 'nzerra 'a porta"( non dar retta , non ti dispiacere a tutto c'è un rimedio solo la morte chiude la porta .Quindi solo alla morte non c'è rimedio)
Quello che mi colpiva di piu' era il suo maschilismo. Puo' sembrare strano , eppure era cosi'. Dopo una vita trascorsa con un marito donnaiolo, era del parere che l'uomo era cacciatore e doveva essere" la femmina a sta 'o posto suoio" " 'a vunnella 'a femmina s'aiza sulo si vo' "(la gonna se la alza solo se vuole). Senza contare che anche dal punto di vista degli organi sessuali l'uomo era, per lei , migliore della donna. " Dicemmece a verita (soleva dire) pure se va in bagno l'uomo è migliore "l'ommo lo fa all'erta a femmena adda arapi' e cosce e s'adda assetta' e' assai poco elegante"(l'uomo la pipi' la fa in piedi, la donna deve aprire le gambe e farla seduta). " o paparascianne è meglio da cozzeche 'e Taranto.(la cozza di Taranto). Tutte le sue frasi e "paraustielli"( paragoni) , i suoi modi di dire erano diventati anche i miei modi di dire , le mie frasi. Piu' crescevo e piu' imparavo, ma una delle sue frasi che non potro' mai dimenticare era " 'o pesce piscia 'o lietto e 'o culo abbusca" ( il pistolino del bambino fa la pipi' a letto e chi prende le botte è il culetto) . Ricordo ancora quando le chiesi la spiegazione e lei mi rispose con un'altra perifrasi napoletana :"spisso ce va pe sotto o juste... po peccatore" (spesso paga il giusto per colui che ha commesso qualcosa di grave). Un'altra frase che pero' mi era odiosa perchè la usava la mattina per svegliarmi per andare a scuola era "Sussimmece è l'ora da tiella"(alziamoci su è l'ora della padella), vi diro' la verita' non ho mai voluto chiedere perchè si dicesse cosi , tanto odiavo questa espressione., vi posso solo dire che la "tiella "in napoletano è la padella per friggere.Continua.


Edited by Pulcinella291 - 13/1/2010, 09:06
 
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view post Posted on 3/12/2009, 10:23
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segue dalle pagine precedenti.-Questa foto non è stata messa a caso , assolutamente no. E' l' esatta copia del televisore che avevamo da mia nonna in quegli anni li'. Vi era un solo canale , il primo, e non tutti possedevano un televisore, per cui non era raro che molti ragazzini , specialmente di pomeriggio mi facevano compagnia per guardare i programmi dei ragazzi. A mia nonna la cosa faceva piacere , perchè cosi' non pretendevo di scendere in strada , " accussi' o tengo quieto" soleva dire alla sorella "che tanta ammuina pa a casa nu si fidava da vede'". Veniamo ora ai programmi televisivi serali. Mia nonna preferiva i programmi di varieta' , ma non disdegnava affatto i programmi di "Mario Bongiorno"cosi' chiamava il celebre Mike. Ricordo ancora quando prendeva in giro la sorella, zitellona credulona e donna all'antica : "Carme' cummuoglie e cosce che Mario Bongiorno te vede"(Copriti le gambe che Mike Bongiorno ti guarda):E zia Mammela si copriva...... e come!! Negli anni successivi un altro suo personaggio preferito era Lelio Luttazzi, maestro d'orchestra e compositore nonchè cantante , il quale presentava molti dei programmi di varieta' il sabato sera. Non ricordando il nome, lo chiamava "San Donà" perchè Luttazzi oltre al " can de trieste " cantava una canzone che accennava a San Dona' del Piave"
IL SUO RAGU'
Premettiamo che cucinava benissimo, i suoi pranzi erano delle vere e proprie leccornie, solo che negli ultimi tempi in cucina ci andava solo per dirigere. La sorella faceva da manovalanza : Mamme' truovate piglianno e pummarole; Mamme' truovate piglianne 'e cipolle" ecc, ecc. La sorella eseguiva e lei assemblava.
La domenica mattina c'era il rito del ragu'. Si svegliavano prestissimo perchè il ragu' doveva "pippiare molte ore"(doveva fare sobbollire piano, piano, ma veramente piano, cioè "pippiando" in un tegame non del tutto coperto), l'odore si diffondeva in tutta la casa raggiungendo persino la stanza dove io dormivo, quasi distinguevo la nota appetitosa della cipolla , prima , della carne rosolata e della salsa di pomodoro, poi. Doveva fare bella figura , perchè la domenica venivano i due figli con relative consorti e nipoti a pranzare da noi. Ogni tanto dava disposizione alla sorella di mescolare il ragu':Mamme' truovate giranne o tiano, no facimme azzicca' sotto".Non vi nascondo che ogni tanto quell'odore riesco a richiamarlo alla memoria e mi riporta alla mia infanzia , ai momenti sereni di quelle domeniche passate anche con i miei cugini.
Verso le 8 , la zia mi veniva a svegliare con un piatto di polpette calde, si si, alle 8 di mattina di ogni domenica, era un modo per farmi alzare presto , perchè poi la casa doveva essere rassettata e si dovevano rifare i letti. Stavolta non era "l'ora da tiella" per andare a scuola, ma era l'ora delle polpette. Solo la domenica non facevo colazione , con mio sommo gaudio,con "a zuppa e latte con i biscotti" ( le Marie cosi venivano chiamati quel tipo di biscotti adatti per il latte). Mi lavavo , mi vestivo e poi andavo a riscuotere " a semmana" (paga settimanale) . E tutte le domeniche era sempre la stessa tiritela" AZZ ! a semmana? , ma si tu ta pigli juorne juorne, cu te ce vo' a sciumara e Scafati, chella mena a tre vocche"(Accidenti vuoi la settimana , ma se tu la paga te la prendi giornaliera,con te ci vorrebbe il fiume che sta a Scafati , che poi sarebbe il Sarno che ad un certo punto nel centro cittadino si diversifica in tre diramazioni) Poi diceva "damme nu vaso" e mollava i soldi. Scendevo e non mancava mai la solita raccomandazione " sta attiente e carrozze", era rimasta ancora alle carrozze nonostante ora ci fossero autobus e macchine. Solo molto piu' tardi ogni volta che chiedevo i soldi mi cantava la canzone dell'equipe 84 " ogni mattina ooooooo, e ogni sera ooooooooo, sempe sorde vuo' , oooooooo" Ma di questo parleremo poi.
Continua.


Edited by Pulcinella291 - 13/1/2010, 09:07
 
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view post Posted on 9/12/2009, 08:45
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segue-Quando mi faceva qualche raccomandazione mi diceva sempre :" Vulesse che tu me dicisse ce l'ho fattq , piuttosto che io t'avesse dicere :t'aveveve ditte!" (vorrei che tu mi dicessi ce l'ho fatta, piuttosto che io ti devo dire: te l'avevo detto). Questo suo motto era per me uno sprono , uno stimolo a migliorarmi e a superare la difficolta' e a volte a mettermi in discussione. Quando dovevo superare un esame o qualche prova , se andava bene mi diceva " Lasse fa a Dio" se andava male " nu te piglia collera , sulo 'a morte 'nzerra 'a porta (solo alla morte non c'e' rimedio) era sempre pronta a confortarmi pur di non vedermi addolorato per qualche cosa andata storta.
La passione per il Napoli.
Sapeva della mia passione per il Napoli e tutte le domeniche c'era un rito da compiere: il lumino.
Su di un comodino aveva le immagine dei santi e delle persone care scomparse ed era solita accendere ad essi un lumino al giorno , solo la domenica erano due :doveva giocare il Napoli. Se la squadra del cuore vinceva era merito del lumino " e viste? o lumino ha fatto effetto" , se pareggiava " meglio ferute che muorto (meglio ferito che morto) se perdeva " l'hanno vuluto fa perdere" (l'hanno fatto perdere ).
A 10 anni stanco di andare a giocare a pallone per strada o sotto ai portoni , mi iscrissi nei ragazzini della squadra del mio paese , contro la volonta' di mio padre , ma con il suo assenso . Era lei a prepararmi la borsa per gli allenamenti perchè diceva " si fosse pe tte manco e scarpe ce mettisse) (ti dimenticheresti di metterci persino le scarpe).In effetti per lei era un modo come un altro per rendersi utile , ma soprattutto partecipare ad una cosa che mi faceva piacere. Questa mia passione sara' sempre osteggiata da mio padre , ma l'accettava solo per non contraddire la madre per la quale nutriva una specie di venerazione , anche se a dire il vero non era un mammone . Ricordo che una volta avendo, io, marinato il doposcuola, , mi venne a prendere al campo sportivo , e dopo di aver dato due o tre schiaffi , ma di quelli buoni , mi riporto' a casa , la sua. Mio fratello era deputato a sostituirmi dalla nonna.
La nonna tolse il saluto a tutti e la cosa duro' solo tre giorni e feci un pronto ritorno sia a casa sua che al campo sportivo.


Edited by Pulcinella291 - 13/1/2010, 09:08
 
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view post Posted on 9/12/2009, 15:19
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Aiuto le polpette alle otto di domenica mattina azz funzionavano piu' delel cannonate hahahaha...
 
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segue-Avere lei alle spalle mi dava sicurezza , mi rasserenava. Quando sapevo che l'indomani , a scuola, dovevo essere interrogato, bastava chiederle " a No' secondo te, comme va dimane?(nonna secondo te domani come andra'??) bastava che lei mi rispondesse:"vai tranquillo che va tutto buono, e po' mica pierde a via da casa!"(vai tranquillo che andra' bene e poi pure se va male ,mica perdi la strada di casa ".E cosi' finii le medie , promosso sempre a pieni voti, con grande orgoglio della nonna che diceva "m'aggia leva' e prete a inta a scarpa"(devo togliermi le pietre dalla scarpa) .In effetti voleva intendere che qualcuno in famiglia soleva dire che mi viziava troppo e questo mi faceva pensare poco allo studio, invece ora avevo la licenza media che per lei era gia' un traguardo importante. Durante la terza media avviene un fatto importante :conosco Anna... che poi diventera' mia moglie.
Mi confido con mia nonna , che in un attimo mi espone tutto l'albero geneologico della famiglia fino alla terza generazione ,con assicurazione finale :"so brava gente!" Avevo il suo benestare quindi potevo continuare. Il continuare significava aspettarla davanti alla scuola quando il padre l'accompagnava con il 1300 fiat, scambiarci qualche sguardo e qualche sorriso:tutto qua.
Io che ero portato per le materie letterarie ed umanistiche , mi iscrissi al liceo scientifico facendo il piu' grande errore della mia vita, ma al classico c'era lo spauracchio del greco. Primo anno : rimandato con tre in matematica e quattro in disegno , a settembre: bocciato con due in matematica. Tragedie greche in casa:non studiavo perchè vivevo con la nonna, non ero sotto il controllo dei genitori. Seguirono giorni di grandi discussioni dovevo o non dovevo tornare a casa dei miei? Mia nonna impose il suo diktat:" o ce sta 'o guaglione o rimango sola con mia sorella...nu voglio a nisciuno! E po' a chiagnere o muorto so lacreme perse, andra' meglio l'anno prossimo"E cosi' rimasi . Per un po' mio padre non mi rivolse la parola, ma era tutto un atteggiamento che si doveva dare, in effetti la cosa dispiaceva pure a lui, anche se poi era solito portarmi come esempio da seguire mio cugino, figlio di suo fratello ,bravissimo a scuola. Questo paragone mi perseguitera' fino alla laurea. Ogni volta che passavamo davanti all'universita' mio padre affermava con un po' di orgoglio e un po' di rammarico "qui ci vedro' solo tuo cugino!"
Solo la nonna non era di questo parere e affermava " tu tiene tutte 'e qualita nu da retta a nisciuno, pero' patete have ragione quanne dice che a casa se chiamma fata ma a te te fete"(tu hai tutte le qualita' , non da retta a nessuno,ma tuo padre ha ragione quando dice che in casa non ci stai mai ).In parole povere mi invogliava a stare di piu' in casa a studiare. Ripeto l'anno e sono promosso.
Continua.


Edited by Pulcinella291 - 10/12/2012, 11:27
 
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franciegiorgio
view post Posted on 16/12/2009, 08:20




EH SI VOI NAPOLETANI CONOSCETE MOGLIE E MARITO IN PRIMISSIMA ETA' E POI VI SPOSATE CON LA STESSA PERSONA
CHE GRANDI CHE SIETE IN QUESTO MA COME FATE???
 
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view post Posted on 21/12/2009, 09:28
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Pulcinella291 Forum

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segue-Senza conoscere ancora Anna, comincio’ ad amarla da subito. La conosceva solo perché spesso passava sotto al suo balcone in compagnia della mamma. E io su questo pseudo affetto cominciai a specularci. Ad ogni ricorrenza mi facevo dare dei soldini:” devo fare un regalo ad Anna” era le uniche volte che sborsava senza dover fare prima tutta una sceneggiata:”nu tengo soldi, vai da tua madre che ce l’ha ecc.”Dovete ora sapere che lei indossava, come tutte le donne anziane di allora, il cosiddetto “ mantesino” cioè un grembiule che aveva sul davanti due tasche che io chiamavo rispettivamente quella di destra la Standa e quella di sinistra l’Upim, poiché contenevano di tutto, spiccioli , caramelle, figurine e medagliette di santi. La cartamoneta , invece, era riposta in un luogo piu’ sicuro:le zizze. I soldi erano racchiusi in un fazzoletto che riponeva in petto. Ed ogni volta che chiedevo qualcosa il primo tentativo era quello di mettere mano nel mantesino, cioè tra gli spiccioli, ed io puntualmente dovevo dirle “miette mano e zizze” che con gli spiccioli non facciamo niente.” In effetti le piaceva darmi dei soldi, solo che doveva farmi pesare la cosa o per farmi qualche ricattuccio tipo" ritirati presto stasera pecchè 'a vecchia (la sorella ) sta co 'o pensiero e na voglia senti' inta e recchie".Dava la colpa alla sorella mentre erano entrambe a stare in pensiero, se per caso facevo tardi. Una cosa che mi ha perseguitato per tutta la convivenza:non mi ha mai voluto dare le chiavi di casa. Dovevo bussare alla porta e la zia Mammela a qualsiasi ora veniva ad aprirmi. Il motivo? Lei diceva che se mi vedevano all'improvviso in casa, senza aver bussato prima il campanello si spaventavano . La verita' era un'altra ; secondo lei, se non avevo le chiavi ero costretto a tornare presto a casa. Per molto tempo questo suo sistema funziono' egregiamente, ma crescendo la cosa comincio' a starmi un tantinello stretta. Non sopportavo il fatto di dover tornare presto la sera, quando i miei amici si attardavano per strada , per cui non erano rare le volte che rientravo tardi e dovevo sentirmi il predicozzo:"non tieni pieta' di queste povere vecchie sole , dimane aggia dicere a patete (domani lo devo dire a tuo padre)"Ma non diceva niente , ed io lo sapevo. Capitava spesso che la predica non feniva piu' ed io,in piena notte, dal mio letto ero costretto a cantare. Si si, proprio a cantare. Lei parlava ed io cantavo per farla smettere ........funzionava, dopo qualche canzone la ramanzina finiva. La mattina seguente aveva gia' dimenticato tutto, e cominciava un altro giorno.


Edited by Pulcinella291 - 10/12/2012, 11:29
 
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view post Posted on 21/12/2009, 15:27
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Certo che la nonna ne aveva di pazianza.
 
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Ciao Seb ho letto con molta attenzione il racconto della tua infanzia ...grazie per aver tradotto la frasi in termine napoletane in questo modo ho compreso di piu' il tuo racconto :)

 
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view post Posted on 31/12/2009, 10:06
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Pulcinella291 Forum

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-segue:Un bel giorno le presento Anna ed è subito amore , da quel momento come negli anni successivi passeranno ore ed ore, mano nelle mano, a parlare . Ricordo ancora il primo incontro, quando le mostro' tutti i gioielli che aveva avuto in regalo dal marito. Per ogni gioiello c'era una storia da raccontare, ma quello che piu' le premeva rimarcare era il fatto che ogni volta che il nonno si presentava a casa con qualche gioiello era per coprire qualche corno fatto e mettersi, cosi' , a posto con la coscienza .Qualche gioiello aveva anche un nome :questo si chiama Elena, questo Gina quest'altro cosi' cosi' cosi'. In effetti ogni qualvolta che nominava il marito , che continuava a chiamare il serio ed il faceto '0 splendido " per la sua prodigalita', non si dimenticava di profferire "puozzo sta 'm'braccio agli angeli"(potesse stare stare in paradiso ).Ha continuato ad amarlo ,nonostante tutto. Anna era affascinata da questa donna e ancora oggi ne conserva un ricordo indelebile. Avevo oramai quasi 18 anni e cominciai a martellarla con la richiesta di una 500.
Mi rispondeva sempre :" po' se ne parla , pigliate primma 'a patente", ma come si suol dire chi la dura la vince, anzi come diceva lei "vale chiu' na capa tanta che na fattura fatta", tanto che un bel giorno si decide , molla i soldoni e mi compro la mia prima macchina:una fiat 500 tg.NA303615 di seconda mano(simile a quella della foto sopra). Naturalmente tutto all'insaputa di mio padre che senza dubbio non avrebbe approvato e non solo perchè non avevo ancora la patente.
Mi sentivo al settimo cielo, eravamo in pochi , a quell'epoca, ad avere la macchina. Mentre io mi presentavo a scuola in 500. Mia madre sapeva ma mio padre no,e la cosa non gli sfuggi' poiche' mi vedeva sempre in giro , ma io trovavo sempre una scusa :me l'ha prestata un mio amico. Solita ramanzina sul fatto che non avevo ancora la patente , ma poi la cosa finiva li'. Furono i giorni piu' felici, potevo girare in macchina con Anna anche se poi non mi allontanavo piu' di tanto dal paese per il fatto della patente. Quando, finalmente, dopo qualche mese di scuola guida la presi, ricordo che la nonna pianse a dirotto:"m'aggio levate nu peso a coppa o stommaco, non ho campato in tutto questo tempo" mi disse. Come poterle dare torto, immaginate il casino che sarebbe successo se avessi preso qualche denunzia per guida senza patente.
Ora ero abilitato alla guida di conseguenza mio padre poteva essere informato . Come immaginavo non la prese bene, ma era stata la madre a comprarla e si limito' a dire :" e c'aggia dicere mo'?M'aggia sta sulo zitto" (che devo dire adesso devo solo starmene zitto) Anche questa era andata .Continua nella secnda pagina

Edited by Pulcinella291 - 9/4/2010, 03:43
 
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view post Posted on 1/1/2010, 20:09
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Molto comune la tua vita ahhahahahahaha...alla facciaaaaaaaaa
 
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