PROLOGOIn questo post vi raccontero' alcune pagine della mia vita , non dico le piu' belle , ma forse le piu' spensierate ,cioè quelle che hanno formato e in qualche modo anche condizionato la mia giovinezza. Mi riferisco agli anni trascorsi vivendo con la mia nonna paterna che ha lasciato in me una traccia così profonda e che ha fatto emergere in me tutta la m ia napoletanita'. Per spiegare come ciò sia avvenuto devo fare un breve accenno . Dovete dunque sapere, che i miei nonni paterni erano alquanto benestanti , al contrario di quelli materni , e da bambini si è sempre piu' legati ai nonni con i quali hai piu' contatti, ma soprattutto con quelli che ti fanno piu' regali o come si dice dalle mie parti "te fanno passa' chiu' vincimienti". Avrete senz'altro compreso , ora, con quali nonni legavo di piu'. Ora me ne vergogno ,credetemi, ma allora i miei nonni materni li consideravo nonni di serie B. Erano quelli paterni a cui ero legatissimo, erano quelli che, da bambino, mi compravano i vestiti da " Martone " a Napoli, erano quelli che mi venivano a prendere in macchina e mi portavano alla Rinascente a via Toledo e mi dicevano:" scegliti i giocattoli. Vi posso garantire che dai miei genitori non ho mai ricevuto un giocattolo che è uno, tanto ci pensavano i miei nonni. All'eta' di due anni , poichè in casa ero insopportabile , dopo un conciliabolo familiare , mi iscrissero ad un asilo parificato, quello delle suore di "Maria Ausiliatrice" dove tra una preghiera a Gesu' bambino, e un'offerta per i cinesini sono stato fino alla seconda elementare (dopo la seconda " le cape di pezza" non ci prendevano piu' , accettavano solo le bambine) e quindi fui costretto ad andare alle scuole statali. Ero in terza elementare quando mio nonno ,donnaiolo fino all'inverosimile, ma uomo dotato di grande carisma , dopo una breve malattia ,dovuta forse ai suoi stravizi , muore, e io fui mandato a fare compagnia a mia nonna che viveva con una sorella piu' anziana zitella :zia Carmela , da noi tutti chiamata zia Mammela. A sette anni dovevo essere l'uomo di casa, insomma. A dire la verita' lasciare la casa dei miei genitori non mi peso' poi tanto , anzi. A casa dai mei ci andavo solo a pranzo , una volta tornato da scuola , per poi correre a quella che io ritenevo la mia vera casa. Anzi vi diro' di piu' , che spesso i miei pranzi si interrompevano prima , poichè non erano rare le mie litigate o con mia madre o con mio fratello per i motivi piu' disparati e quasi sempre futili. Le patate fritte , per esempio , erano uno dei motivi (e date chiu' assai a isso e non a me.Se c'era il pollo era una guerra per la coscia , tanto che mio padre era solito dire " 'a prossima vola avimme cucina' nu millepiedi") Ricordo ancora che quando mia nonna, mi vedeva tornare prima del previsto diceva alla sorella :"Mamme' miette o caccaviello , che viaggiamme pe guaio!""(Carme' metti la pentola per cucinare che avra' senz'altro litigato ). Ora mi sembra il momento di parlare di mia nonna. Non aveva una grande cultura , ma era una donna dotata di grande intelligenza ed è stata per me una grande maestra di vita, in quanto in possesso di una filosofia napoletana tutta sua , filosofia che in parte ritengo di aver ereditato. A lei devo quasi tutto, ma sopratutto la mia napoletanita' che io porto dentro di me ,ma senza ostentarla, perchè non mi piace. Forse,grazie a lei, mi rifaccio un po' ai napoletani del passato, perciò non approvo quei napoletani che, in quanto tali, devono essere per forza simpatici e ostentano questa cosa! No, simpatico o lo sei o non lo sei , io spero di esserlo e di averlo ereditato da mia nonna, che in quanto a simpatia non era seconda a nessuno. Per mia nonna ero "Vastiani' bella da nonna, e per mia zia ; 'O Guaglione.Continua.....
Edited by Pulcinella291 - 15/11/2019, 18:22